La vera natura di mia madre Quarta parte
di
Valerio sissy
genere
incesti
Non riuscii a dormire bene quella notte e non poteva essere altrimenti. Quella scena non riusciva ad uscire dalla mia mente col risultato che il cazzo quasi mi faceva male dall’eccitazione e non fu un caso che mi svegliai in piena notte con i boxer sporchi di sperma. Non ricordavo il sogno ma ci avrei scommesso qualsiasi cosa che era lei l’attrice principale del mio sogno. Lei, mia madre. Riuscii poi ad addormentarmi ma ovviamente non fu un sonno tranquillo. La mattina seguente però vedevo tutto con un’ottica diversa, più lineare. Sapevo ciò che volevo.
Attesi di ascoltare i primi rumori della giornata prima di alzarmi. Era ovviamente mia madre che stava facendo il caffè in cucina e si meravigliò vedendomi già alzato alle 8,30 di domenica quando ero capace di svegliarmi anche alle 11
“ Manuel, come mai già alzato?” mi chiese infatti e io alzai le spalle
“ Così. Può capitare no?”
“ Certo amore. E’ che… Ti vedo un po’ strano fin da ieri quando sei tornato a casa e sai come siamo noi mamme…”
“ No, non lo so. Come siete voi mamme?” Mi osservò a fondo. Ci avrei scommesso qualsiasi cosa che stava iniziando a dubitare
“ Beh ecco, ci preoccupiamo per ogni cosa. Devo preoccuparmi Manuel”
“ Oh no, sto benissimo come vedi”
“ Meglio così. Vuoi caffè o caffellatte?”
“ Caffellatte” Vidi che metteva il bricco del latte sul fuoco vicino alla moka che intanto iniziava a sbuffare e pochi istanti dopo avevo il mio caffellatte sul tavolo. Alzai la tazza e iniziai a berlo mentre mia madre faceva la stessa cosa. Terminammo quasi contemporaneamente e mentre io mi appoggiai sullo schienale della sedia, lei si alzò per fumare la sua prima sigaretta della giornata. Mi guardò senza proferire parola per diversi secondi. Che ci fosse in me qualcosa di anomalo era chiarissimo. Non ero abituato a comportarmi in quel modo freddo e scostante e immaginai che il mio sguardo doveva essere diverso da quello di tutte le mattine
“ Vuoi qualcosa da mangiare Manuel? Un paio di fette biscottate con la marmellata?” In effetti avevo lo stonaco che brontolava malgrado la tazza di caffellatte ingurgitata
“ Sì. Ho fame” risposi seccamente. Vidi mia madre alzarsi e prepararmi due fette biscottate con la marmellata che posò su un piattino e che mi consegnò. Addentai quella fetta biscottata mentre entrambi cercavamo lo spunto per andare a fondo alla questione. Mia madre era una donna intelligente. Troia ma intelligente e aveva capito che c’era qualcosa che non andava. Alla fine decise di soprassedere e si alzò dalla sedia
“ Mi vado a fare una doccia. Tu che fai? Mangi in casa?”
“ Perché tu no?”
“ Io… Sì certo, dove vuoi che vada?” Me l’aveva messa su un piatto d’argento
“ Magari da quello al quale ieri hai fatto un bel pompino dopo averlo scopato e prosciugato e che poi ti ha leccato la fica” La vidi sbiancare. I suoi occhi non riuscivano a guardarmi e si mise le mani sul volto
“ Come… Non è come pensi?”
“ Ma davvero? E dimmi, cosa dovrei pensare nel vedere una donna prenderlo in bocca?” Fece un sorriso beffardo
“ E va bene, criticami se ti fa comodo. D’accordo, mi piacciono i maschi. Soprattutto quelli giovani. Anzi, mi piace il cazzo. E’ questo che vuoi sentire? Sì, mi piace. E il fatto che io sia una madre non significa che io non possa essere una femmina. Quello che conta è che io con te sono sempre stata un’ottima madre. Ho fatto quello che dovevo fare e la mia vita privata non ti deve interessare”
“ E invece mi interessa”
“ Non dire sciocchezze. E’ la mia vita e deve interessare solo a me”
“ E invece ti ripeto che mi interessa. Che cosa sa Luigi del fatto che tu sei… Sei quello che sei”
“ Non sa niente anche se lo immagina. E’ un mini dotato ma ci fa fare una bella vita e sa che non riesce a soddisfarmi. Pertanto presumo che lo sappia” Non dissi nulla e mia madre proseguì “Abbiamo messo le carte in tavola. Adesso cosa vuoi? Vuoi dirlo in giro? Sapete, ho una mamma troia che si scopa i ragazzi della mia età. Chi ci rimetterebbe? Io? No Manuel, ci rimetteresti tu perché tu sarai sempre visto come il figlio di quella donna che adescava i ragazzi. Io sarei la troia ma tu il figlio di una troia”
“ Cosa voglio?”
“ Sì, cosa vuoi?” Stavo quasi tremando ma era da ieri sera che ci pensavo
“ Voglio che tu faccia a me quello che hai fatto a quel ragazzo” Mi osservò come fossi un alieno
“ Cosa? Tu sei pazzo Manuel. Io sono tua madre e…
“ Non me ne frega un cazzo se sei mia madre o mia nonna. Io ti voglio e sono sicuro che riuscirò a soddisfarti più di quello stronzo che ti sei portata a letto. Ti piacciono i cazzi grossi? Bene, il mio non è da porno attore ma è sopra la media” Fece un passo indietro
“ Se ti avvicini io…Non provare mai più a dirmi una cosa del genere” Presi il mio telefonino e inviai il video che avevo registrato la sera precedente a mia madre
“ Ti è arrivata una notifica, mamma. Ti conviene andare a vedere” Quasi intuendo quello che avevo fatto andò a prendere il suo cellulare e vidi il suo volto sbiancare ancor di più e io approfittai di quel momento “Che dici? Lo posso mandare a chiunque, sui tuoi social, a Luigi, ai nonni. Non credo che loro saranno tanto contenti di sapere che tipo di figlia sei”
“ Perché mi fai questo? Sono tua madre e ti amo più della mia vita” Sospirai nervosamente. Stavo facendo una vigliaccata ma il desiderio per lei era enorme
“ Perché ti voglio” Vidi la mamma annuire
“ D’accordo. Come vuoi tu. Andiamo in camera”
“ No aspetta. Non adesso. Voglio che tu mi accolga nella tua camera nel modo in cui hai accolto quel tipo. Con gli stessi abiti e lo stesso trucco” Vidi alcune lacrime scendere sulle guance di mia madre
“ Va bene, come vuoi tu. Hai tu il coltello dalla parte del manico. Quando sarò pronta ti chiamerò” La vidi scomparire nella sua camera da letto. Era una bastardata, ne ero consapevole. La stavo ricattando ma io la desideravo troppo. Attesi con impazienza che mia madre mi chiamasse e finalmente sentii la sua voce che mi diceva che era pronta. Entrai ed ebbi la visione. Lo sapevo che mia madre era bellissima. Avevo visto le sue foto quando giocava a pallavolo ma pensavo che fosse una bellezza di gioventù. No, mia madre era ancora una strafiga, ancor più bella di quando era giovane. In quel momento infatti, aveva non solo la bellezza dovuta alla giovane età ma anche la consapevolezza del suo charme. Aveva indossato una mini in pelle con sensuali calze di seta e un top semi trasparente. Ai piedi scarpe col tacco alto e a spillo che la facevano apparire irraggiungibile anche per uno come me che era tutt’altro che basso. Si era truccata minuziosamente con quel rossetto purpureo che avevo visto ieri. Si avvicinò a me. Mi sembrava di vedere una persona che non conoscevo. Mi strinse a sé e per un istante rimasi in quella posizione. Dio quanto la desideravo! Poi però mi ritrassi. Non era giusto, non potevo fare il bastardo con lei. Era bellissima e sentivo di desiderarla ancora ma non col ricatto. Non potevo ricattare la donna che amavo. Sì l’amavo. Come figlio e come uomo. Chi ero io per giudicarla? Le piacevano i ragazzi? E allora? Era una femmina nel pieno dei suoi desideri sessuali e non faceva male a nessuno, tantomeno lo faceva a me. E’ vero, tradiva il marito ma aveva sposato un uomo che non amava per darmi un avvenire, per farmi stare bene. E comunque non stava a me decidere della sua vita. Non potevo ergermi a giudice, giuria e carnefice. Scappai in camera mia piangendo tra l’incredulità di mia madre cercando di riflettere sulla situazione. E dovevo prendere una decisione importante, una decisione dalla quale non avrei potuto tornare indietro.
Per i vostri commenti, scrivete a
jonathan1957@tiscali.it
Attesi di ascoltare i primi rumori della giornata prima di alzarmi. Era ovviamente mia madre che stava facendo il caffè in cucina e si meravigliò vedendomi già alzato alle 8,30 di domenica quando ero capace di svegliarmi anche alle 11
“ Manuel, come mai già alzato?” mi chiese infatti e io alzai le spalle
“ Così. Può capitare no?”
“ Certo amore. E’ che… Ti vedo un po’ strano fin da ieri quando sei tornato a casa e sai come siamo noi mamme…”
“ No, non lo so. Come siete voi mamme?” Mi osservò a fondo. Ci avrei scommesso qualsiasi cosa che stava iniziando a dubitare
“ Beh ecco, ci preoccupiamo per ogni cosa. Devo preoccuparmi Manuel”
“ Oh no, sto benissimo come vedi”
“ Meglio così. Vuoi caffè o caffellatte?”
“ Caffellatte” Vidi che metteva il bricco del latte sul fuoco vicino alla moka che intanto iniziava a sbuffare e pochi istanti dopo avevo il mio caffellatte sul tavolo. Alzai la tazza e iniziai a berlo mentre mia madre faceva la stessa cosa. Terminammo quasi contemporaneamente e mentre io mi appoggiai sullo schienale della sedia, lei si alzò per fumare la sua prima sigaretta della giornata. Mi guardò senza proferire parola per diversi secondi. Che ci fosse in me qualcosa di anomalo era chiarissimo. Non ero abituato a comportarmi in quel modo freddo e scostante e immaginai che il mio sguardo doveva essere diverso da quello di tutte le mattine
“ Vuoi qualcosa da mangiare Manuel? Un paio di fette biscottate con la marmellata?” In effetti avevo lo stonaco che brontolava malgrado la tazza di caffellatte ingurgitata
“ Sì. Ho fame” risposi seccamente. Vidi mia madre alzarsi e prepararmi due fette biscottate con la marmellata che posò su un piattino e che mi consegnò. Addentai quella fetta biscottata mentre entrambi cercavamo lo spunto per andare a fondo alla questione. Mia madre era una donna intelligente. Troia ma intelligente e aveva capito che c’era qualcosa che non andava. Alla fine decise di soprassedere e si alzò dalla sedia
“ Mi vado a fare una doccia. Tu che fai? Mangi in casa?”
“ Perché tu no?”
“ Io… Sì certo, dove vuoi che vada?” Me l’aveva messa su un piatto d’argento
“ Magari da quello al quale ieri hai fatto un bel pompino dopo averlo scopato e prosciugato e che poi ti ha leccato la fica” La vidi sbiancare. I suoi occhi non riuscivano a guardarmi e si mise le mani sul volto
“ Come… Non è come pensi?”
“ Ma davvero? E dimmi, cosa dovrei pensare nel vedere una donna prenderlo in bocca?” Fece un sorriso beffardo
“ E va bene, criticami se ti fa comodo. D’accordo, mi piacciono i maschi. Soprattutto quelli giovani. Anzi, mi piace il cazzo. E’ questo che vuoi sentire? Sì, mi piace. E il fatto che io sia una madre non significa che io non possa essere una femmina. Quello che conta è che io con te sono sempre stata un’ottima madre. Ho fatto quello che dovevo fare e la mia vita privata non ti deve interessare”
“ E invece mi interessa”
“ Non dire sciocchezze. E’ la mia vita e deve interessare solo a me”
“ E invece ti ripeto che mi interessa. Che cosa sa Luigi del fatto che tu sei… Sei quello che sei”
“ Non sa niente anche se lo immagina. E’ un mini dotato ma ci fa fare una bella vita e sa che non riesce a soddisfarmi. Pertanto presumo che lo sappia” Non dissi nulla e mia madre proseguì “Abbiamo messo le carte in tavola. Adesso cosa vuoi? Vuoi dirlo in giro? Sapete, ho una mamma troia che si scopa i ragazzi della mia età. Chi ci rimetterebbe? Io? No Manuel, ci rimetteresti tu perché tu sarai sempre visto come il figlio di quella donna che adescava i ragazzi. Io sarei la troia ma tu il figlio di una troia”
“ Cosa voglio?”
“ Sì, cosa vuoi?” Stavo quasi tremando ma era da ieri sera che ci pensavo
“ Voglio che tu faccia a me quello che hai fatto a quel ragazzo” Mi osservò come fossi un alieno
“ Cosa? Tu sei pazzo Manuel. Io sono tua madre e…
“ Non me ne frega un cazzo se sei mia madre o mia nonna. Io ti voglio e sono sicuro che riuscirò a soddisfarti più di quello stronzo che ti sei portata a letto. Ti piacciono i cazzi grossi? Bene, il mio non è da porno attore ma è sopra la media” Fece un passo indietro
“ Se ti avvicini io…Non provare mai più a dirmi una cosa del genere” Presi il mio telefonino e inviai il video che avevo registrato la sera precedente a mia madre
“ Ti è arrivata una notifica, mamma. Ti conviene andare a vedere” Quasi intuendo quello che avevo fatto andò a prendere il suo cellulare e vidi il suo volto sbiancare ancor di più e io approfittai di quel momento “Che dici? Lo posso mandare a chiunque, sui tuoi social, a Luigi, ai nonni. Non credo che loro saranno tanto contenti di sapere che tipo di figlia sei”
“ Perché mi fai questo? Sono tua madre e ti amo più della mia vita” Sospirai nervosamente. Stavo facendo una vigliaccata ma il desiderio per lei era enorme
“ Perché ti voglio” Vidi la mamma annuire
“ D’accordo. Come vuoi tu. Andiamo in camera”
“ No aspetta. Non adesso. Voglio che tu mi accolga nella tua camera nel modo in cui hai accolto quel tipo. Con gli stessi abiti e lo stesso trucco” Vidi alcune lacrime scendere sulle guance di mia madre
“ Va bene, come vuoi tu. Hai tu il coltello dalla parte del manico. Quando sarò pronta ti chiamerò” La vidi scomparire nella sua camera da letto. Era una bastardata, ne ero consapevole. La stavo ricattando ma io la desideravo troppo. Attesi con impazienza che mia madre mi chiamasse e finalmente sentii la sua voce che mi diceva che era pronta. Entrai ed ebbi la visione. Lo sapevo che mia madre era bellissima. Avevo visto le sue foto quando giocava a pallavolo ma pensavo che fosse una bellezza di gioventù. No, mia madre era ancora una strafiga, ancor più bella di quando era giovane. In quel momento infatti, aveva non solo la bellezza dovuta alla giovane età ma anche la consapevolezza del suo charme. Aveva indossato una mini in pelle con sensuali calze di seta e un top semi trasparente. Ai piedi scarpe col tacco alto e a spillo che la facevano apparire irraggiungibile anche per uno come me che era tutt’altro che basso. Si era truccata minuziosamente con quel rossetto purpureo che avevo visto ieri. Si avvicinò a me. Mi sembrava di vedere una persona che non conoscevo. Mi strinse a sé e per un istante rimasi in quella posizione. Dio quanto la desideravo! Poi però mi ritrassi. Non era giusto, non potevo fare il bastardo con lei. Era bellissima e sentivo di desiderarla ancora ma non col ricatto. Non potevo ricattare la donna che amavo. Sì l’amavo. Come figlio e come uomo. Chi ero io per giudicarla? Le piacevano i ragazzi? E allora? Era una femmina nel pieno dei suoi desideri sessuali e non faceva male a nessuno, tantomeno lo faceva a me. E’ vero, tradiva il marito ma aveva sposato un uomo che non amava per darmi un avvenire, per farmi stare bene. E comunque non stava a me decidere della sua vita. Non potevo ergermi a giudice, giuria e carnefice. Scappai in camera mia piangendo tra l’incredulità di mia madre cercando di riflettere sulla situazione. E dovevo prendere una decisione importante, una decisione dalla quale non avrei potuto tornare indietro.
Per i vostri commenti, scrivete a
jonathan1957@tiscali.it
1
voti
voti
valutazione
10
10
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
La vera natura di mia madre Terza parteracconto sucessivo
La vera natura di mia madre Quinta parte
Commenti dei lettori al racconto erotico