Giada: Il mio primo tradimento
di
Amico segreto
genere
tradimenti
Il mio primo tradimento
Ciao a tutti mi chiamo Giada, dopo aver letto un po’ di racconti mi è presa voglia di scriverne uno, ho scelto di partire dal mio primo tradimento.
Mi sono sposata giovane per i canoni di adesso, 25 anni, sono rimasta incinta di Marco il mio fidanzato storico, lui ne aveva 29, stavamo già preparando la casa sopra i suoi per andare a convivere, quindi abbiamo solo accellerato la data della festa.
Mio marito viene da una famiglia benestante, molto più della mia, fanno tutti i parrucchieri, hanno due studi in provincia di Firenze, e posseggono anche una villettina in versilia.
Naturalmente per noi, stessa spiaggia stesso mare, visto che offrono sempre i miei suoceri, che sono adorabili, ho una suocera meravigliosa e per questo sono invidiatissima da tutte le mie amiche che solitamente hanno arpie come mamme dei lui.
Luglio ed agosto lavorano solo su appuntamento dal giovedì al sabato, quindi solitamente io, il bimbo e mia suocera stazioniamo per ben due mesi al mare, faccio la signora.
L’estate dei miei 30 anni, con il bimbo che ne aveva quasi cinque, mio suocero si fece un piccolo intervento, quindi mia suocera si doveva dividere tra le cure per lui ed il negozio.
Dal giovedì al sabato ero sola al mare con Matteo, mio figlio, naturalmente conoscevamo benissimo i gestori, i bagnini, tutti i clienti storici che come noi affittavano sempre la tenda.
Il primo giorno da sola, subito alle 9:00 mi dovevo ancora spogliare che Matteo una volta messa la crema già scappava dagli amichetti, ah quasi dimenticavo mio marito è moro, mio figlio è la sua fotocopia, come pelle ha un pochino meno melanina, ma si abbronza bene, io sono una rossa naturale.
La mia chioma mi caratterizza ho un meraviglioso cesto di capelli ricci, ma la pelle è molto chiara, uso la protezione 50 per la prima settimana e la 30 il restante della stagione.
Evidentemente questa mia esigenza non era così sconosciuta, infatti ancor prima di spogliarmi, Marco (si chiamava come mio marito) il figlio piccolo dei gestori, aveva 24 anni, si presenta dicendomi se avevo bisogno della crema sulla schiena.
Ero un po’ in imbarazzo forse avrei preferito un’amica o forse no, Marco era molto sensibile al mio fascino, sapevo di essere il sogno erotico di molti adolescenti e sicuramente anche il suo anni addietro.
Erano quasi 10 anni che venivo con il mio Marco a quel bagno, Marchino per differenziarlo era diventato più alto del mio, secco allampanato prima stava mettendo su muscoli, forse faceva palestra ora che lo guardavo meglio, sicuramente aveva una schiera di bimbette che sbavavano ai suoi piedi.
Fatto sta gli dissi: “fammi sistemare se puoi passare tra una mezzoretta mi faresti un gran favore, prima mi metto a prendere il sole seduta”.
Scherzando mi rispose: “basta che non mi fai questo sgarbo sono dieci anni che aspetto quest’occasione”
Io: “Addirittura” ma incominciavo a vedere delle complicazioni all’orizzonte, la femmina in me incominciò a pregustare le sue mani grandi sulla schiena, per le cosce e il culo gli avrei detto che facevo da sola, ma eravamo alla mercè di tutti, anche volendo non avrebbe potuto approfittarne.
Con largo anticipo si presenta per ungere la mia schiena, devo ammettere che era molto simpatico, mi faceva veramente ridere, aveva un umorismo semplice da ragazzino con tanta auto ironia, mio Marito se gli devo riconoscere un difetto è un po’ troppo serioso, ingigantisce i problemi, semplicemente perchè seri non ne ha mai avuti.
Come tutte le donne sanno, le mani di un giovane uomo addosso non lasciano indifferenti, forse la passerina aveva già iniziato a lamentarsi con il solo pensiero, quando poi avevo le sue mani sul collo mentre io mi tiravo su la cesta di capelli, qualche brivido di troppo eccome se c’era.
Mentre spalmava mi dice: “Giada vicino l’attaccatura del reggiseno hai due strisce rosse ti sei scottata” quindi senza permesso mi alzava il reggiseno e passava sotto, arrivando un po’ troppo laterale dove inizia la morbida carne del seno.
Tra le poche persone presenti in spiaggia a quell’ora c’erano due anziani coniugi, lui avvocato in pensione, qualche ombrellone più in là, noi avevamo la tenda ad una distanza di circa venti metri.
Solitamente parlavano della Fiorentina, invece l’avvocato gli fece una battuta sulla gentilezza che stava facendo, io alzai lo sguardo verso loro e la moglie mi sorrideva.
Quando sento Marchino dire: “Scusa ma potevo lasciare la più bella della spiaggia, sola senza marito e senza scorta, senza la crema solare?” e ridemmo tutti.
Arrivato sopra lo slip, gli dico: “Grazie Marco, sei stato gentilissimo, le gambe faccio da sola”
Marco: “Non se ne parla neanche” e parte con una spruzzata dalle caviglie al culo, a quel tempo non andavano a perizoma come adesso, ma era abbastanza scosciato ed una parte di chiappe era fuori, salendo con le mani su il calore aumentava, e parecchio.
Piano piano per non farsi sentire, mi dice: “Giada promettimi che quando non c’è Marco o tua suocera la crema te la fai spalmare da te”
Io: “Caspita Marco vuoi l’esclusiva?”
Furbescamente lui mi risponde: “l’imbarazzo della prima volta l’abbiamo superato no?”
Devo dire che non mi era dispiaciuto per niente anzi, fino a quel momento era stato anche abbastanza rispettoso, ma non aveva ancora finito.
Ottenuto il mio assenso a diventare il mio spalmatore di crema ufficiale in assenza di chi mi aveva messo l’anello al dito, mi dice: “ho quasi finito, ma devi allargare un pochino le gambe”.
Ho eseguito guardami davanti se avevamo occhi indiscreti addosso, e quando il rossore sulle guance ha superato il colore dei miei capelli, ho rimesso la guancia giù, mi spalmava tutto l’interno coscia per arrivare pianissimo sull’inguine fino a bordo slip, ho rischiato di avere un orgasmo in spiaggia davanti a tutti.
Ha preso lo slip da sopra lo ha stretto tra le dita come a farlo diventare un perizona, e mi ka spalmato la crema su tutte le chiappe, quando entrava sotto con la mano lo slip mi segava le grandi labbra, irritandomi, ero a bocca aperta, con un lago tra le gambe, mi è parso pure di sentire l’odore del mio sesso mischiato a quello della crema solare.
Lo fermo dicendoli: “Marco non esagerare, ci vedono”
E lui: “ Giada fammi ridere, non posso alzarmi”
Giro la testa dall’altra parte, e vedo il costume ed il pantaloncino tiratissimi fino all’ombelico, aveva un’erezione clamorosa.
Mi scappa una risata di gusto, a cui si unisce lui, mentre rido gli dico: “Marco se mi ritocchi così ti dò una ginocchiata nelle palle, che lascerai deluse tutte quelle sciacquette che ti sbavano dietro”
Mi guarda stupito, ma dolcissimo, ed innocentemente mi confessa quasi scusandosi: “Giada lo sognavo da 10 anni, non sai quante seghe mi sono fatto pensandoti”
Il pomeriggio e i giorni seguenti, mi dava la crema arrivando meno vicino alle mie parti sensibili, parlavamo anche di sesso e la cosa mi stuzzicava, fino alla settimana successiva, quando il mercoledì sera all’orecchio mi disse: “domani vieni con il costume viola” era quello più scosciato che avevo quell’estate e poi dopo il mio sorrisetto “non gliela dare stasera, se ti cerca al massimo un pompino, e domani ti premio” lo mando a quel Paese, e faccio finta di niente.
Tutta la sera invece penso e ripenso a domani da sola mentre mi sparge la crema, e quando vado a letto con il mio Marco, nonostante una certa voglia, venivo dalle mie cose, gli faccio intendere che sono ancora indisposta, di lavarsi bene il pisello, i pompini mi piacciono tanto, ma la pulizia è indispensabile.
Saluto mio marito, il giovedì parte al mattino presto e preparo il piccolino per il mare, appena arriviamo abbiamo una sorta di comitato di benvenuto Marco aveva con se sei amichetti, tre ragazze e tre maschi, gli chiede di aiutarmi che lui sarebbe arrivato subito.
Mi prendono le borse e Matteo viene portato a giocare con due bimbe per le mani, che ogni tanto lo alzano, è contentissimo.
Il copricostume non lasciava vedere che l’avevo accontentato, avevo il costume viola, mentre mi spoglio sotto la tenda, ho tre adolescenti maschi che mi fissano sono imbarazzatissima, penso addirittura di andare in cabina nonostante ho solo il copricostume e un paio di short.
Arriva Marco di corsa dicendomi: “sono stati gentili i ragazzi, dobbiamo andare a fare delle commissioni e mi accompagnano, domani sera devi assolutamente venire abbiamo il mago per i Bimbi e noi per le mamme”.
Io: “Se mi hai aspettato per mettermi la crema, mi dispiace”
Lui: ”Non lo dire neanche per scherzo, non vedevo l’ora con il costume viola sei meravigliosa” guardo per vedere se i tre amici si sono allontanati, ne vedo solo due abbastanza distanti.
Pensavo che si voleva mettere in mostra davanti agli amichetti: “Marco ma cosa gli hai raccontato ai tuoi amici, mi sembrava che mi guardassero come l’orso guarda il miele”
Marco: “Giada, ma ti sei vista, dai 13 agli 80 gli occhi sono tutti addosso a te” mentre stavo ridendo mi sgancia il reggiseno con la scusa delle fasce arrossate dovute ai costumi diversi.
Stamani essendo dopo le 10:00 la spiaggia è molto più affollata, ha meno spazio di manovra, abbiamo davvero tanti occhi addosso, per quello mi chiede: “A Marco ieri sera gliela hai data la frittata” è sicuramente molto simpatico decido di stare al gioco.
Io: “Macchè frittata, uno spaghettino al pomodoro e poi un bel sorbetto con la cannuccia” e rido di gusto.
Lui: “Lo terrai troppo a dieta quel ragazzo, lo sai che chiede in giro se fai la brava in sua assenza”
Io: “Cosa fa? Stai scherzando spero?”
Lui: “No, no, sei troppo bella, ma si fida poco il mio omonimo” e aggiunge “Se glielo vuoi fare un bello scherzo, so a chi l’ha chiesto”
Mi palpa bene nonostante, alterna anche il dialogo con i vicini d’ombrellone, lascio fare e ripenso a quello che mi ha voluto far sapere.
Lui: “Vuoi fare un bagno visto che Matteo è a giocare”
Io: “Non adesso, quando sono bella cotta mi bagno” ripenso che potrebbe essere un controsenso, divento ancora una volta rossa.
Lui: “Quando torno ti faccio parlare con la spia”
Prima di pranzo mi arriva un sms da un numero sconosciuto con su scritto: “Ciao Giada, sono Matteo, se vuoi sapere cosa ha avuto il coraggio di chiedere tuo marito vieni davanti ai ping pong”
Quella cosa non mi era andata proprio giù, non avevo mai tradito ne Marco ne nessun altro, e la mancanza di fiducia in rapporto è brutta, sistemato Matteo mi incammino velocemente.
Arrivata ai ping pong, vedo Marco che mi dice di entrare in una cabina, mi vengono un po’ di brividi alla schiena, fuori ci sono tante persone tra cui i suoi genitori, sono titubante, lui lo vede, e mi fa cenno di sbrigarmi.
Entro e oltre a lui c’è sua sorella più grande, mi rassicuro avevo temuto che mi volesse saltare addosso.
Matteo: “Sonia digli cosa ti ha chiesto il marito”
Sonia: “Giada non se la prenda, lei è così bella e mi ha solo chiesto di tenerla d’occhio, ma era goliardica la cosa”
Matteo: “Noi avremmo pensato di farlo ingelosire un po’”
Io: “Ah si, con chi?” mi immaginavo che fosse lui il mio potenziale amante.
Matteo: “Con Mario il bagnino (vero nome Mabruk, senegalese di 1,90 per 100 kg di muscoli)”
Rimasi a bocca aperta, Mario era timidissimo, da due o forse tre anni lavorava li, passato lo shock mi scappo da ridere.
Una volta che avevamo un po’ litigato, gli avevo detto a io marito: “guarda che ti faccio un corno quello nuovo e poi dopo sai come la trovi larga”
Sonia ci salutò doveva andare a lavorare e rimanendo soli in cabina feci per andare anch’io faccio per salutarlo, mi mette il braccio davanti fermandomi: “Giada quando mi ricapita un’occasione come questa” e più alto mi sovrasta.
Provo a farlo ragionare: “Marco sono una donna sposata e non ho la minima intenzione di ......” mi mette le mani sui fianchi e inizia a baciarmi il collo, mi lecca l’orecchio.
Mi divincolo e urlando a voce bassa: “Marco ma sei scemo? Che vuoi fare?” faccio per tirargli uno schiaffo.
Lui serafico mi dice: “Se urli lo viene a sapere tutta la spiaggia, io farò una figura di merda con i miei, ma un figurone con tutti gli altri, tu invece?”
Mi palpa le tette, devo decidere se schiaffeggiarlo o dissuaderlo, provo ancora con la seconda: “Marco non fare lo stronzo” mi mette la lingua in bocca, lo sposto ancora una volta con un sacco di fatica.
Marco: “Giada solo un pompino per farmi sfogare come hai fatto ieri sera a tuo marito”
Io: ”Te sei tutto matto”
Marco: “Scommetto che la frittatina qui sotto è ancora bella calda” palpandomi a mano piena la passera, continua: “guarda sono buono ditalino e sega è il minimo sindacale, più rimani qui dentro più la tua reputazione se ne va a farsi benedire”.
Oltre al danno la beffa, non solo mi devo difendere dal polipo che è diventato, ma passerò pure per zoccola, mi scatta qualcosa dentro: “vaffanculo stronzetto” glielo prendo in mano, e gli dico: “lasciami fare”
Glielo tiro fuori, ha un bel cazzo dritto con il frenulo che non gli permette di scappellarlo totalmente, gli tiro la pelle forte so di fargli male, ma l’ha voluto lui.
Mi sbatte alla parete, si inginocchia, mi smutanda, mi prende una coscia e se la mette sulla spalla, e io mi tappo la bocca quando sento prima il fiato poi la lingua sulle labbra della fica, mi sento bagnare le cosce, mi vergogno di essere così umida e pronta all’uso.
Io: “basta Marco mmm......., fatti toccare te, mmm..........”
Finalmente mi da ascolto, glielo prendo nuovamente in mano, mi bacia al forte gusto di fica, mi sento molto troia, mi inginocchio io, a questo punto preferisco il sapore di cazzo al mio.
Una parte di me lo vorrebbe mordere e fargli male, una parte si gusta un bel cazzo giovane, sento che armeggia sopra la mia testa, guardo mi ha fatto una foto, divento una bestia.
Io: “Brutto stronzo che cazzo fotografi, dammi quel cazzo di telefono, con i miei capelli sono riconoscibile anche senza faccia”
Lui: “Calma è solo per il momento, dopo le cancelli tutte te non sono mica un ricattatore, me lo stavi già facendo un pompino”
Mi calmo, ma sono disperata, è un angelo ed un diavolo allo stesso tempo, cerco di riprendermi lo slip e mi fa cenno di no e di ritornare in posizione.
Lo devo far sfogare per uscire da questa situazione in cui mi sono cacciata, mi rimetto giù e mentre lo accontento, gli dico: “se mi arriva uno schizzo nei capelli, ti stacco le palle a morsi”
lui sorride: ”lascia fare a me” quando arriva vicino si stacca mi sposta prima una coppa del reggiseno e poi l’altra, mi ha imbrattato l’imbottitura e poi tutte le tette, che schifo.
Marco: “Ne ho ancora, assaggiami” e melo pone davanti, so che se non mi sbrigo facciamo il patatrac, arrivare dal ping pong alle docce con i capelli appiccicati darei spettacolo, scelgo il male minore, lo metto in bocca e lo ripulisco da brava pompinara.
Mi rivesto veloce e mi vado a fare una doccia, mi tocca pure aspettare il mio turno, puzzo di sesso e di sperma ho tutti gli occhi addosso bambini, adulti, uomini e donne, mi sento la zoccola del Paese.
Le docce sono tre, si libera quella di mezzo, quella con meno privacy, mi devo far scorrere tanta acqua sui seni, mi ha inzuppato l’imbottitura, non riesco a fare molto ma l’acqua fredda mi porta via un po’ di sensi di colpa, ho appena tradito mio marito.
E’ vero che in fondo gli ho fatto solo un pompino, ma una vocina dentro di me, sa che si prenderà anche il resto a tempo debito, la conferma mi arriva per sms: “Giada sei una bomba, non vedo l’ora di rifarlo, ma ti devo un orgasmo da paura, puoi chiedermi tutto quello che vuoi” con le foto di me inginocchiata con la bocca piena e anche mentre mi da la crema sul culo, penso che bastardi e che stupida.
Vado a fuoco la sotto, quasi mi incazzo perchè le foto vengono eliminate, devo pensare a mente fredda, quando decido di andare a fare un bagno torna Matteo che reclama le mie attenzioni, almeno riesco a pensare ad altro.
.........................................................................................................................
Mi piace aiutare le Persone, soprattutto le coppie, dalla vita ho ricevuto tanto, voglio dare incondizionatamente. Per chi vuole migliorare il rapporto di coppia o semplicemente scambiare delle opinioni: amicosegreto@tutanota.com
Ciao a tutti mi chiamo Giada, dopo aver letto un po’ di racconti mi è presa voglia di scriverne uno, ho scelto di partire dal mio primo tradimento.
Mi sono sposata giovane per i canoni di adesso, 25 anni, sono rimasta incinta di Marco il mio fidanzato storico, lui ne aveva 29, stavamo già preparando la casa sopra i suoi per andare a convivere, quindi abbiamo solo accellerato la data della festa.
Mio marito viene da una famiglia benestante, molto più della mia, fanno tutti i parrucchieri, hanno due studi in provincia di Firenze, e posseggono anche una villettina in versilia.
Naturalmente per noi, stessa spiaggia stesso mare, visto che offrono sempre i miei suoceri, che sono adorabili, ho una suocera meravigliosa e per questo sono invidiatissima da tutte le mie amiche che solitamente hanno arpie come mamme dei lui.
Luglio ed agosto lavorano solo su appuntamento dal giovedì al sabato, quindi solitamente io, il bimbo e mia suocera stazioniamo per ben due mesi al mare, faccio la signora.
L’estate dei miei 30 anni, con il bimbo che ne aveva quasi cinque, mio suocero si fece un piccolo intervento, quindi mia suocera si doveva dividere tra le cure per lui ed il negozio.
Dal giovedì al sabato ero sola al mare con Matteo, mio figlio, naturalmente conoscevamo benissimo i gestori, i bagnini, tutti i clienti storici che come noi affittavano sempre la tenda.
Il primo giorno da sola, subito alle 9:00 mi dovevo ancora spogliare che Matteo una volta messa la crema già scappava dagli amichetti, ah quasi dimenticavo mio marito è moro, mio figlio è la sua fotocopia, come pelle ha un pochino meno melanina, ma si abbronza bene, io sono una rossa naturale.
La mia chioma mi caratterizza ho un meraviglioso cesto di capelli ricci, ma la pelle è molto chiara, uso la protezione 50 per la prima settimana e la 30 il restante della stagione.
Evidentemente questa mia esigenza non era così sconosciuta, infatti ancor prima di spogliarmi, Marco (si chiamava come mio marito) il figlio piccolo dei gestori, aveva 24 anni, si presenta dicendomi se avevo bisogno della crema sulla schiena.
Ero un po’ in imbarazzo forse avrei preferito un’amica o forse no, Marco era molto sensibile al mio fascino, sapevo di essere il sogno erotico di molti adolescenti e sicuramente anche il suo anni addietro.
Erano quasi 10 anni che venivo con il mio Marco a quel bagno, Marchino per differenziarlo era diventato più alto del mio, secco allampanato prima stava mettendo su muscoli, forse faceva palestra ora che lo guardavo meglio, sicuramente aveva una schiera di bimbette che sbavavano ai suoi piedi.
Fatto sta gli dissi: “fammi sistemare se puoi passare tra una mezzoretta mi faresti un gran favore, prima mi metto a prendere il sole seduta”.
Scherzando mi rispose: “basta che non mi fai questo sgarbo sono dieci anni che aspetto quest’occasione”
Io: “Addirittura” ma incominciavo a vedere delle complicazioni all’orizzonte, la femmina in me incominciò a pregustare le sue mani grandi sulla schiena, per le cosce e il culo gli avrei detto che facevo da sola, ma eravamo alla mercè di tutti, anche volendo non avrebbe potuto approfittarne.
Con largo anticipo si presenta per ungere la mia schiena, devo ammettere che era molto simpatico, mi faceva veramente ridere, aveva un umorismo semplice da ragazzino con tanta auto ironia, mio Marito se gli devo riconoscere un difetto è un po’ troppo serioso, ingigantisce i problemi, semplicemente perchè seri non ne ha mai avuti.
Come tutte le donne sanno, le mani di un giovane uomo addosso non lasciano indifferenti, forse la passerina aveva già iniziato a lamentarsi con il solo pensiero, quando poi avevo le sue mani sul collo mentre io mi tiravo su la cesta di capelli, qualche brivido di troppo eccome se c’era.
Mentre spalmava mi dice: “Giada vicino l’attaccatura del reggiseno hai due strisce rosse ti sei scottata” quindi senza permesso mi alzava il reggiseno e passava sotto, arrivando un po’ troppo laterale dove inizia la morbida carne del seno.
Tra le poche persone presenti in spiaggia a quell’ora c’erano due anziani coniugi, lui avvocato in pensione, qualche ombrellone più in là, noi avevamo la tenda ad una distanza di circa venti metri.
Solitamente parlavano della Fiorentina, invece l’avvocato gli fece una battuta sulla gentilezza che stava facendo, io alzai lo sguardo verso loro e la moglie mi sorrideva.
Quando sento Marchino dire: “Scusa ma potevo lasciare la più bella della spiaggia, sola senza marito e senza scorta, senza la crema solare?” e ridemmo tutti.
Arrivato sopra lo slip, gli dico: “Grazie Marco, sei stato gentilissimo, le gambe faccio da sola”
Marco: “Non se ne parla neanche” e parte con una spruzzata dalle caviglie al culo, a quel tempo non andavano a perizoma come adesso, ma era abbastanza scosciato ed una parte di chiappe era fuori, salendo con le mani su il calore aumentava, e parecchio.
Piano piano per non farsi sentire, mi dice: “Giada promettimi che quando non c’è Marco o tua suocera la crema te la fai spalmare da te”
Io: “Caspita Marco vuoi l’esclusiva?”
Furbescamente lui mi risponde: “l’imbarazzo della prima volta l’abbiamo superato no?”
Devo dire che non mi era dispiaciuto per niente anzi, fino a quel momento era stato anche abbastanza rispettoso, ma non aveva ancora finito.
Ottenuto il mio assenso a diventare il mio spalmatore di crema ufficiale in assenza di chi mi aveva messo l’anello al dito, mi dice: “ho quasi finito, ma devi allargare un pochino le gambe”.
Ho eseguito guardami davanti se avevamo occhi indiscreti addosso, e quando il rossore sulle guance ha superato il colore dei miei capelli, ho rimesso la guancia giù, mi spalmava tutto l’interno coscia per arrivare pianissimo sull’inguine fino a bordo slip, ho rischiato di avere un orgasmo in spiaggia davanti a tutti.
Ha preso lo slip da sopra lo ha stretto tra le dita come a farlo diventare un perizona, e mi ka spalmato la crema su tutte le chiappe, quando entrava sotto con la mano lo slip mi segava le grandi labbra, irritandomi, ero a bocca aperta, con un lago tra le gambe, mi è parso pure di sentire l’odore del mio sesso mischiato a quello della crema solare.
Lo fermo dicendoli: “Marco non esagerare, ci vedono”
E lui: “ Giada fammi ridere, non posso alzarmi”
Giro la testa dall’altra parte, e vedo il costume ed il pantaloncino tiratissimi fino all’ombelico, aveva un’erezione clamorosa.
Mi scappa una risata di gusto, a cui si unisce lui, mentre rido gli dico: “Marco se mi ritocchi così ti dò una ginocchiata nelle palle, che lascerai deluse tutte quelle sciacquette che ti sbavano dietro”
Mi guarda stupito, ma dolcissimo, ed innocentemente mi confessa quasi scusandosi: “Giada lo sognavo da 10 anni, non sai quante seghe mi sono fatto pensandoti”
Il pomeriggio e i giorni seguenti, mi dava la crema arrivando meno vicino alle mie parti sensibili, parlavamo anche di sesso e la cosa mi stuzzicava, fino alla settimana successiva, quando il mercoledì sera all’orecchio mi disse: “domani vieni con il costume viola” era quello più scosciato che avevo quell’estate e poi dopo il mio sorrisetto “non gliela dare stasera, se ti cerca al massimo un pompino, e domani ti premio” lo mando a quel Paese, e faccio finta di niente.
Tutta la sera invece penso e ripenso a domani da sola mentre mi sparge la crema, e quando vado a letto con il mio Marco, nonostante una certa voglia, venivo dalle mie cose, gli faccio intendere che sono ancora indisposta, di lavarsi bene il pisello, i pompini mi piacciono tanto, ma la pulizia è indispensabile.
Saluto mio marito, il giovedì parte al mattino presto e preparo il piccolino per il mare, appena arriviamo abbiamo una sorta di comitato di benvenuto Marco aveva con se sei amichetti, tre ragazze e tre maschi, gli chiede di aiutarmi che lui sarebbe arrivato subito.
Mi prendono le borse e Matteo viene portato a giocare con due bimbe per le mani, che ogni tanto lo alzano, è contentissimo.
Il copricostume non lasciava vedere che l’avevo accontentato, avevo il costume viola, mentre mi spoglio sotto la tenda, ho tre adolescenti maschi che mi fissano sono imbarazzatissima, penso addirittura di andare in cabina nonostante ho solo il copricostume e un paio di short.
Arriva Marco di corsa dicendomi: “sono stati gentili i ragazzi, dobbiamo andare a fare delle commissioni e mi accompagnano, domani sera devi assolutamente venire abbiamo il mago per i Bimbi e noi per le mamme”.
Io: “Se mi hai aspettato per mettermi la crema, mi dispiace”
Lui: ”Non lo dire neanche per scherzo, non vedevo l’ora con il costume viola sei meravigliosa” guardo per vedere se i tre amici si sono allontanati, ne vedo solo due abbastanza distanti.
Pensavo che si voleva mettere in mostra davanti agli amichetti: “Marco ma cosa gli hai raccontato ai tuoi amici, mi sembrava che mi guardassero come l’orso guarda il miele”
Marco: “Giada, ma ti sei vista, dai 13 agli 80 gli occhi sono tutti addosso a te” mentre stavo ridendo mi sgancia il reggiseno con la scusa delle fasce arrossate dovute ai costumi diversi.
Stamani essendo dopo le 10:00 la spiaggia è molto più affollata, ha meno spazio di manovra, abbiamo davvero tanti occhi addosso, per quello mi chiede: “A Marco ieri sera gliela hai data la frittata” è sicuramente molto simpatico decido di stare al gioco.
Io: “Macchè frittata, uno spaghettino al pomodoro e poi un bel sorbetto con la cannuccia” e rido di gusto.
Lui: “Lo terrai troppo a dieta quel ragazzo, lo sai che chiede in giro se fai la brava in sua assenza”
Io: “Cosa fa? Stai scherzando spero?”
Lui: “No, no, sei troppo bella, ma si fida poco il mio omonimo” e aggiunge “Se glielo vuoi fare un bello scherzo, so a chi l’ha chiesto”
Mi palpa bene nonostante, alterna anche il dialogo con i vicini d’ombrellone, lascio fare e ripenso a quello che mi ha voluto far sapere.
Lui: “Vuoi fare un bagno visto che Matteo è a giocare”
Io: “Non adesso, quando sono bella cotta mi bagno” ripenso che potrebbe essere un controsenso, divento ancora una volta rossa.
Lui: “Quando torno ti faccio parlare con la spia”
Prima di pranzo mi arriva un sms da un numero sconosciuto con su scritto: “Ciao Giada, sono Matteo, se vuoi sapere cosa ha avuto il coraggio di chiedere tuo marito vieni davanti ai ping pong”
Quella cosa non mi era andata proprio giù, non avevo mai tradito ne Marco ne nessun altro, e la mancanza di fiducia in rapporto è brutta, sistemato Matteo mi incammino velocemente.
Arrivata ai ping pong, vedo Marco che mi dice di entrare in una cabina, mi vengono un po’ di brividi alla schiena, fuori ci sono tante persone tra cui i suoi genitori, sono titubante, lui lo vede, e mi fa cenno di sbrigarmi.
Entro e oltre a lui c’è sua sorella più grande, mi rassicuro avevo temuto che mi volesse saltare addosso.
Matteo: “Sonia digli cosa ti ha chiesto il marito”
Sonia: “Giada non se la prenda, lei è così bella e mi ha solo chiesto di tenerla d’occhio, ma era goliardica la cosa”
Matteo: “Noi avremmo pensato di farlo ingelosire un po’”
Io: “Ah si, con chi?” mi immaginavo che fosse lui il mio potenziale amante.
Matteo: “Con Mario il bagnino (vero nome Mabruk, senegalese di 1,90 per 100 kg di muscoli)”
Rimasi a bocca aperta, Mario era timidissimo, da due o forse tre anni lavorava li, passato lo shock mi scappo da ridere.
Una volta che avevamo un po’ litigato, gli avevo detto a io marito: “guarda che ti faccio un corno quello nuovo e poi dopo sai come la trovi larga”
Sonia ci salutò doveva andare a lavorare e rimanendo soli in cabina feci per andare anch’io faccio per salutarlo, mi mette il braccio davanti fermandomi: “Giada quando mi ricapita un’occasione come questa” e più alto mi sovrasta.
Provo a farlo ragionare: “Marco sono una donna sposata e non ho la minima intenzione di ......” mi mette le mani sui fianchi e inizia a baciarmi il collo, mi lecca l’orecchio.
Mi divincolo e urlando a voce bassa: “Marco ma sei scemo? Che vuoi fare?” faccio per tirargli uno schiaffo.
Lui serafico mi dice: “Se urli lo viene a sapere tutta la spiaggia, io farò una figura di merda con i miei, ma un figurone con tutti gli altri, tu invece?”
Mi palpa le tette, devo decidere se schiaffeggiarlo o dissuaderlo, provo ancora con la seconda: “Marco non fare lo stronzo” mi mette la lingua in bocca, lo sposto ancora una volta con un sacco di fatica.
Marco: “Giada solo un pompino per farmi sfogare come hai fatto ieri sera a tuo marito”
Io: ”Te sei tutto matto”
Marco: “Scommetto che la frittatina qui sotto è ancora bella calda” palpandomi a mano piena la passera, continua: “guarda sono buono ditalino e sega è il minimo sindacale, più rimani qui dentro più la tua reputazione se ne va a farsi benedire”.
Oltre al danno la beffa, non solo mi devo difendere dal polipo che è diventato, ma passerò pure per zoccola, mi scatta qualcosa dentro: “vaffanculo stronzetto” glielo prendo in mano, e gli dico: “lasciami fare”
Glielo tiro fuori, ha un bel cazzo dritto con il frenulo che non gli permette di scappellarlo totalmente, gli tiro la pelle forte so di fargli male, ma l’ha voluto lui.
Mi sbatte alla parete, si inginocchia, mi smutanda, mi prende una coscia e se la mette sulla spalla, e io mi tappo la bocca quando sento prima il fiato poi la lingua sulle labbra della fica, mi sento bagnare le cosce, mi vergogno di essere così umida e pronta all’uso.
Io: “basta Marco mmm......., fatti toccare te, mmm..........”
Finalmente mi da ascolto, glielo prendo nuovamente in mano, mi bacia al forte gusto di fica, mi sento molto troia, mi inginocchio io, a questo punto preferisco il sapore di cazzo al mio.
Una parte di me lo vorrebbe mordere e fargli male, una parte si gusta un bel cazzo giovane, sento che armeggia sopra la mia testa, guardo mi ha fatto una foto, divento una bestia.
Io: “Brutto stronzo che cazzo fotografi, dammi quel cazzo di telefono, con i miei capelli sono riconoscibile anche senza faccia”
Lui: “Calma è solo per il momento, dopo le cancelli tutte te non sono mica un ricattatore, me lo stavi già facendo un pompino”
Mi calmo, ma sono disperata, è un angelo ed un diavolo allo stesso tempo, cerco di riprendermi lo slip e mi fa cenno di no e di ritornare in posizione.
Lo devo far sfogare per uscire da questa situazione in cui mi sono cacciata, mi rimetto giù e mentre lo accontento, gli dico: “se mi arriva uno schizzo nei capelli, ti stacco le palle a morsi”
lui sorride: ”lascia fare a me” quando arriva vicino si stacca mi sposta prima una coppa del reggiseno e poi l’altra, mi ha imbrattato l’imbottitura e poi tutte le tette, che schifo.
Marco: “Ne ho ancora, assaggiami” e melo pone davanti, so che se non mi sbrigo facciamo il patatrac, arrivare dal ping pong alle docce con i capelli appiccicati darei spettacolo, scelgo il male minore, lo metto in bocca e lo ripulisco da brava pompinara.
Mi rivesto veloce e mi vado a fare una doccia, mi tocca pure aspettare il mio turno, puzzo di sesso e di sperma ho tutti gli occhi addosso bambini, adulti, uomini e donne, mi sento la zoccola del Paese.
Le docce sono tre, si libera quella di mezzo, quella con meno privacy, mi devo far scorrere tanta acqua sui seni, mi ha inzuppato l’imbottitura, non riesco a fare molto ma l’acqua fredda mi porta via un po’ di sensi di colpa, ho appena tradito mio marito.
E’ vero che in fondo gli ho fatto solo un pompino, ma una vocina dentro di me, sa che si prenderà anche il resto a tempo debito, la conferma mi arriva per sms: “Giada sei una bomba, non vedo l’ora di rifarlo, ma ti devo un orgasmo da paura, puoi chiedermi tutto quello che vuoi” con le foto di me inginocchiata con la bocca piena e anche mentre mi da la crema sul culo, penso che bastardi e che stupida.
Vado a fuoco la sotto, quasi mi incazzo perchè le foto vengono eliminate, devo pensare a mente fredda, quando decido di andare a fare un bagno torna Matteo che reclama le mie attenzioni, almeno riesco a pensare ad altro.
.........................................................................................................................
Mi piace aiutare le Persone, soprattutto le coppie, dalla vita ho ricevuto tanto, voglio dare incondizionatamente. Per chi vuole migliorare il rapporto di coppia o semplicemente scambiare delle opinioni: amicosegreto@tutanota.com
1
0
voti
voti
valutazione
5.5
5.5
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Come ho stravolto la mia vita - cap. 7 Svetlana sole nostroracconto sucessivo
Come ho stravolto la mia vita - cap. 8 Arriva Daniele
Commenti dei lettori al racconto erotico