Schiava del marito e dell’amante (parte 3)

Diego era seduto in poltrona e la sua erezione era nella bocca della moglie, a 4 zampe. L’eccitazione era amplificata dalla presenza di Edith seduta sulla schiena della giovane bianca.
Ai capezzoli della schiava aveva attaccato altrettanti morsetti ai quali era fissata una catenella la cui estremità era nelle mani della Padrona.
Era questa a dettare la velocità e l’intensità del pompino all’amante.
Tirando, la schiava doveva aumentare la velocità che, invece, veniva calata quando la tensione si allentava.
La Padrona si divertiva a dare tirate improvvise e se la giovane moglie non avesse immediatamente reagito aumentando il lavoro con la bocca, il frustino avrebbe lasciato un segno sulle natiche.
Queste erano già tutte rosse e la schiena della cagna cominciava a dare segni di cedimento. Edith non accennava a volersi alzare e Anna era eccitatamente intimorita dalla situazione.
Aveva paura della reazione della Padrona se avesse ceduto ma, d’altro canto, la tensione e la stanchezza le facevano venir meno l’attenzione sul sesso del marito/Padrone.
A sua volta questo le costava tirate ai capezzoli e colpi col frustino.
Anna era esausta.
Cedette.
Il cazzo del marito era tesissimo e la figa della Padrona bagnata.
Edith, che si aspettava il cedimento, fece appena in tempo ad alzarsi e, avuta la schiava ai suoi piedi, le salì sopra per infliggerle dolore coi tacchi schiacciati nella carne.
Si stese sul corpo martoriato invitando l’amante a penetrarla e a scoparla, usando la giovane bianca come materasso.
La sera stessa, dopo cena, i Padroni guardavano il telegiornale usando la schiava stesa a terra per appoggiare sopra i piedi.
Edith indossava le ciabattine ed usava i tacchi per divertirsi sul corpo della schiava.
Durante la pubblicità, Diego disse di essersi messo d’accordo per andare a cena con amici, per il venerdì successivo.
“Potremmo ospitarli a casa e usare la schiava come cameriera”.
Diego ebbe un'erezione immediata.
“Come giustifichiamo il suo servizio?”
Edith era meno interessata alla salvaguardia della reputazione della coppia.
Ciascuno dei 3 pensava a sé stesso, non essendo una relazione basata sul sentimento ma sul mero divertimento.
“Diremo che ha perso una scommessa o qualcosa del genere. Credimi che non gliene fregherà niente a nessuno delle reali motivazioni. Saranno tutti eccitati dalla situazione”.
“Buona idea. Siamo amici da anni e uscivamo spesso qualche anno fa. In realtà sono del giro di Anna, non mio. Io li ho conosciuti solo dopo averla sposata. Sarà divertente vederla fare la cameriera con loro”.
Anche Diego stava pensando solo a sé stesso.
Anna era la più preoccupata ma l’attirava la situazione. Con qualche marito amico aveva pure avuto una relazione extraconiugale e con l’altra amica aveva fatto sesso lesbico.
Diego chiamò i loro amici e li invitò a cena.
Anticipò ciò che sarebbe accaduto e chiese se avessero avuto qualche problema.
La risposta fu ovviamente negativa, più concentrati sulla promessa di piacere che sull’amicizia.
“No, assolutamente, anzi, sarà divertente essere serviti da Anna e vederla umiliata darà piacere”.
“D’accordo, ci vediamo venerdì prossimo, allora”.
Si erano nuovamente eccitati.
Frustarono la schiava e, digiuna, la portarono in cantina, incatenandola con il guinzaglio molto corto. Nemmeno a 4 zampe avrebbe potuto mettersi, solo cambiare un poco la posizione.
Quella sera fecero nuovamente sesso eccitati sia per la schiava in cantina sia per il pensiero di ciò che sarebbe accaduto venerdì prossimo.
Diego era steso sul letto ed Edith a cavalcioni regolava il ritmo della penetrazione alzandosi ed abbassandosi, mentre lui le teneva i seni tra le mani e, al momento dell’orgasmo, alzò il busto fino ad arrivare a baciarla in bocca, stringendola fortemente a sé nel momento del culmine del piacere.
“Peccato non ci sia la schiava per farsi pulire”.
“Ma ha fatto il suo compito eccitandomi nel pensiero di saperla incatenata mentre noi facevamo sesso”.
“Andremo a prenderla domattina, così potrà pulire casa”.