Schiava del marito e dell’amante (parte 4)
di
Kugher
genere
sadomaso
Il giorno dopo andarono a comperare il vestito da cameriera. Ne avevano scelto uno con una gonnellina corta e ampia scollatura, molto attillato, decisamente sexy.
La sera glielo fecero provare e la trovarono eccitantissima, soprattutto perché loro, a differenza degli ospiti, sapevano che sotto quei vestiti c’era una schiava, mentre gli invitati avrebbero visto solo una eccitante cameriera che si era prestata ad un gioco particolare.
Il fatto poi che fosse la moglie di Diego, avrebbe reso ancora più divertente la cosa.
Venerdì pomeriggio la schiava dovette preparare la cena. Si concentrò sulle pietanze e sulla preparazione della sala. Edith aveva il pomeriggio libero e volle controllarla.
Ovviamente lavorò solo la schiava mentre la Padrona verificava il corretto svolgimento delle operazioni.
Un paio d’ore prima dell’arrivo degli ospiti era già tutto pronto. I Padroni si fecero la doccia e iniziarono a prepararsi.
Mentre si asciugavano, la schiava dovette pulire il bagno.
Per il trucco, Edith pretese, come era consuetudine ormai, che la schiava le facesse da sedia, a 4 zampe, comodamente seduta sulla sua schiena per il tempo necessario. Adorava sentire il corpo sotto di sé, soprattutto quando cominciava a tremare per il peso.
Dopo averle fatto pulire le loro scarpe con la lingua, la mandarono a farsi una doccia, sistemarsi i capelli e vestirsi da cameriera.
I Padroni erano da una parte eccitati per quanto la serata avrebbe potuto promettere, dall’altra tesi perché era la prima volta che la loro schiava veniva esibita a persone che nulla sapevano del loro rapporto.
Erano tutti pronti, in attesa dell’arrivo degli ospiti. I Padroni seduti in soggiorno e la schiava inginocchiata accanto a loro.
“Naturalmente, anche se sono tuoi amici, adesso li ricevi nella tua veste di cameriera. Quindi dovrai rivolgerti a loro rispettosamente ed utilizzare il lei. Abbiamo detto a tutti che questa sera sarai solo una cameriera. Quindi ti dovrai comportare come tale e non come schiava”.
“Sì, Padrone”.
“Sappiamo che sarai brava, e noi saremo contenti di te”.
“Come vi dovrò chiamare?”.
“Signora e Signore, anche gli ospiti saranno chiamati così. Sii comunque umile e servile. Tieni lo sguardo basso”.
“Sì, Padrona”.
Finalmente arrivarono.
I Padroni restarono in sala e Anna andò ad aprire.
“Buona sera, Signori. Bene arrivati”.
Agli ospiti, Matteo e Luisa, fece un po’ di effetto vedere la bella ed altezzosa Anna vestita da cameriera che si rivolgeva a loro con tono dimesso, lo sguardo basso e dando del lei. Entrambi provarono una sorta di piacere nel vederla così umiliata, dimentichi dell’amicizia e concentrati solo sul piacere erotico.
Erano andati a quella serata con il solo intento di divertirsi, magari anche esagerando. Non sarebbe loro importato se l’amicizia si fosse eventualmente incrinata.
Volevano solo vivere una bella ed eccitante serata, una di quelle che si ricordano per la vita.
La squadrarono da capo a piedi. Era sempre molto bella e, vestita in quel modo, decisamente eccitante.
“I Signori vi aspettano in soggiorno. Se volete consegnarmi i vostri soprabiti provvedo a riporveli io”.
Glieli consegnarono senza parlarle.
Luisa fece apposta a far cadere il suo.
“Stupida, stai attenta. Non sei nemmeno capace di fare la cameriera o, meglio, la serva”.
Anna ebbe un moto di odio verso Luisa ma non si scompose e restò nel suo ruolo, traendo comunque più piacere da quell’umiliazione.
“Prego, seguitemi, Signori”.
Matteo appariva un po’ frastornato mentre Luisa si era calata perfettamente nella parte, eccitata.
“Non sapevo che questa sguattera potesse avere modi così gentili e riconoscere i veri Signori”.
Ancora il piacere dell’umiliazione si faceva spazio nel basso ventre e alla bocca dello stomaco di Anna.
Li accompagnò in soggiorno dove i padroni di casa si alzarono per salutarli ed accoglierli, dopodichè li invitarono a sedersi comodi.
Anna, si mise accanto alla parete e rimase in piedi, ferma, in attesa di ordini per servirli, così come le era stato detto dai Padroni.
I presenti parlavano tranquillamente tra di loro, ignorandola.
Lei non doveva muoversi, ma stare ferma come un pezzo di arredamento.
Matteo e Luisa erano eccitati dalla situazione. La guardavano di sfuggita perché era impossibile ignorarla. Vederla lì, in piedi, ferma in attesa di servirli, come un pezzo di arredamento, bellissima, era una scena che non poteva lasciare indifferenti.
Anche Matteo iniziò a perdere imbarazzo per lasciare sempre più spazio all’eccitazione, senza chiedersi come sarebbero stati i rapporti con Anna nei giorni seguenti ma, al momento, più concentrato sull’eccitazione.
Il tempo passava e loro ammirarono la sua immobilità. Non poteva non essere scomoda eppure non accennava a dare segni di stanchezza.
“Volete qualcosa da bere? Uno stuzzichino in attesa della cena?”.
Diego ed Edith riuscivano meglio a mascherare l’eccitazione e a fingere indifferenza.
“Sì, grazie, volentieri”.
Il tono usato da Edith era quello che viene rivolto alla servitù, più che alle cameriere.
“Servici l’aperitivo”.
“Subito, Signora”.
Ritornò con un vassoio carico di 4 bicchieri e alcuni stuzzichini.
Andò prima da Luisa. Le si mise davanti e si chinò per abbassare il vassoio e renderle agevole la presa del bicchiere.
Poi si spostò per andare da Matteo e poi, in ultimo, servì i Padroni.
Dopodiché rifece il giro per gli stuzzichini.
Era bellissimo, per gli ospiti, vederla muovere in maniera così servile.
Presero ciò che desideravano senza guardarla, come se si stessero servendo da un tavolo.
Anna rimase lì vicino e appena uno dei presenti terminava gli stuzzichini, si recava davanti e si inchinava per offrire loro qualcosa.
Quando non serviva, si riposizionava accanto alla parete, ferma, reggendo il vassoio con sempre maggiore fatica.
Luisa svuotò il suo bicchiere.
Le si avvicinò e si chinò per offrire il vassoio.
“Se mi consegna il bicchiere, provvedo a riempirglielo, Signora”.
Trascorso altro tempo, Edith invitò tutti a trasferirsi a tavola.
La sera glielo fecero provare e la trovarono eccitantissima, soprattutto perché loro, a differenza degli ospiti, sapevano che sotto quei vestiti c’era una schiava, mentre gli invitati avrebbero visto solo una eccitante cameriera che si era prestata ad un gioco particolare.
Il fatto poi che fosse la moglie di Diego, avrebbe reso ancora più divertente la cosa.
Venerdì pomeriggio la schiava dovette preparare la cena. Si concentrò sulle pietanze e sulla preparazione della sala. Edith aveva il pomeriggio libero e volle controllarla.
Ovviamente lavorò solo la schiava mentre la Padrona verificava il corretto svolgimento delle operazioni.
Un paio d’ore prima dell’arrivo degli ospiti era già tutto pronto. I Padroni si fecero la doccia e iniziarono a prepararsi.
Mentre si asciugavano, la schiava dovette pulire il bagno.
Per il trucco, Edith pretese, come era consuetudine ormai, che la schiava le facesse da sedia, a 4 zampe, comodamente seduta sulla sua schiena per il tempo necessario. Adorava sentire il corpo sotto di sé, soprattutto quando cominciava a tremare per il peso.
Dopo averle fatto pulire le loro scarpe con la lingua, la mandarono a farsi una doccia, sistemarsi i capelli e vestirsi da cameriera.
I Padroni erano da una parte eccitati per quanto la serata avrebbe potuto promettere, dall’altra tesi perché era la prima volta che la loro schiava veniva esibita a persone che nulla sapevano del loro rapporto.
Erano tutti pronti, in attesa dell’arrivo degli ospiti. I Padroni seduti in soggiorno e la schiava inginocchiata accanto a loro.
“Naturalmente, anche se sono tuoi amici, adesso li ricevi nella tua veste di cameriera. Quindi dovrai rivolgerti a loro rispettosamente ed utilizzare il lei. Abbiamo detto a tutti che questa sera sarai solo una cameriera. Quindi ti dovrai comportare come tale e non come schiava”.
“Sì, Padrone”.
“Sappiamo che sarai brava, e noi saremo contenti di te”.
“Come vi dovrò chiamare?”.
“Signora e Signore, anche gli ospiti saranno chiamati così. Sii comunque umile e servile. Tieni lo sguardo basso”.
“Sì, Padrona”.
Finalmente arrivarono.
I Padroni restarono in sala e Anna andò ad aprire.
“Buona sera, Signori. Bene arrivati”.
Agli ospiti, Matteo e Luisa, fece un po’ di effetto vedere la bella ed altezzosa Anna vestita da cameriera che si rivolgeva a loro con tono dimesso, lo sguardo basso e dando del lei. Entrambi provarono una sorta di piacere nel vederla così umiliata, dimentichi dell’amicizia e concentrati solo sul piacere erotico.
Erano andati a quella serata con il solo intento di divertirsi, magari anche esagerando. Non sarebbe loro importato se l’amicizia si fosse eventualmente incrinata.
Volevano solo vivere una bella ed eccitante serata, una di quelle che si ricordano per la vita.
La squadrarono da capo a piedi. Era sempre molto bella e, vestita in quel modo, decisamente eccitante.
“I Signori vi aspettano in soggiorno. Se volete consegnarmi i vostri soprabiti provvedo a riporveli io”.
Glieli consegnarono senza parlarle.
Luisa fece apposta a far cadere il suo.
“Stupida, stai attenta. Non sei nemmeno capace di fare la cameriera o, meglio, la serva”.
Anna ebbe un moto di odio verso Luisa ma non si scompose e restò nel suo ruolo, traendo comunque più piacere da quell’umiliazione.
“Prego, seguitemi, Signori”.
Matteo appariva un po’ frastornato mentre Luisa si era calata perfettamente nella parte, eccitata.
“Non sapevo che questa sguattera potesse avere modi così gentili e riconoscere i veri Signori”.
Ancora il piacere dell’umiliazione si faceva spazio nel basso ventre e alla bocca dello stomaco di Anna.
Li accompagnò in soggiorno dove i padroni di casa si alzarono per salutarli ed accoglierli, dopodichè li invitarono a sedersi comodi.
Anna, si mise accanto alla parete e rimase in piedi, ferma, in attesa di ordini per servirli, così come le era stato detto dai Padroni.
I presenti parlavano tranquillamente tra di loro, ignorandola.
Lei non doveva muoversi, ma stare ferma come un pezzo di arredamento.
Matteo e Luisa erano eccitati dalla situazione. La guardavano di sfuggita perché era impossibile ignorarla. Vederla lì, in piedi, ferma in attesa di servirli, come un pezzo di arredamento, bellissima, era una scena che non poteva lasciare indifferenti.
Anche Matteo iniziò a perdere imbarazzo per lasciare sempre più spazio all’eccitazione, senza chiedersi come sarebbero stati i rapporti con Anna nei giorni seguenti ma, al momento, più concentrato sull’eccitazione.
Il tempo passava e loro ammirarono la sua immobilità. Non poteva non essere scomoda eppure non accennava a dare segni di stanchezza.
“Volete qualcosa da bere? Uno stuzzichino in attesa della cena?”.
Diego ed Edith riuscivano meglio a mascherare l’eccitazione e a fingere indifferenza.
“Sì, grazie, volentieri”.
Il tono usato da Edith era quello che viene rivolto alla servitù, più che alle cameriere.
“Servici l’aperitivo”.
“Subito, Signora”.
Ritornò con un vassoio carico di 4 bicchieri e alcuni stuzzichini.
Andò prima da Luisa. Le si mise davanti e si chinò per abbassare il vassoio e renderle agevole la presa del bicchiere.
Poi si spostò per andare da Matteo e poi, in ultimo, servì i Padroni.
Dopodiché rifece il giro per gli stuzzichini.
Era bellissimo, per gli ospiti, vederla muovere in maniera così servile.
Presero ciò che desideravano senza guardarla, come se si stessero servendo da un tavolo.
Anna rimase lì vicino e appena uno dei presenti terminava gli stuzzichini, si recava davanti e si inchinava per offrire loro qualcosa.
Quando non serviva, si riposizionava accanto alla parete, ferma, reggendo il vassoio con sempre maggiore fatica.
Luisa svuotò il suo bicchiere.
Le si avvicinò e si chinò per offrire il vassoio.
“Se mi consegna il bicchiere, provvedo a riempirglielo, Signora”.
Trascorso altro tempo, Edith invitò tutti a trasferirsi a tavola.
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