Portraits - Una perversione | 3

di
genere
dominazione

---Prove di fiducia---

Ripensai molto agli eventi che avevano caratterizzato la nostra seconda fase di relazione. Lei aveva trasferito ormai parecchie cose a casa mia. Io quasi nulla da lei. Preferivo mantenere una parvenza di indipendenza, al contrario suo che si era aperta con me al 100%. Invadeva i miei spazi, o almeno questa era la mia sensazione, perché desiderava io facessi lo stesso con lei. Il bagno chiuso a chiave era solo il pretesto. Rappresentava l'anticamera di un mondo fatto di sentimenti, paure e incomprensioni. Lei avvertiva tutto questo e lo accettava. Io mi sentivo in difetto. Mi ripromisi che dovevo dimostrarle fiducia. Non bastava più aprire le porte di casa mia. Per dimostrarle davvero qualcosa, dovevo essere io a varcare le porte che teneva aperte lei. Fu così che la scenetta del bagno si trasformò nel nostro palcoscenico. Il nostro esperimento per costruire una relazione davvero forte.
Lei non mi domandò più nulla. Mi lasciò libertà di azione, senza imporsi. Ora era il mio turno. Era necessario fare la mia mossa. Una sera, trasportai a casa sua una piccola borsa con alcuni vestiti.
Lei mi domandò come mai li avessi portati. Le risposi che poteva essere utile lasciare qualcosa da lei oltre al semplice cambio di mutande o lo spazzolino. Lei non disse nulla ma sembrava soddisfatta da quella mia scelta. Tuttavia, il vero obbiettivo era un altro e intendevo raggiungerlo quella sera stessa.
«Vado a lavarmi i denti. Tu, intanto, puoi accenderti la televisione, se vuoi.» disse Lavinia.
«Sai cosa? Vengo pure io a lavarmi i denti.» risposi. Lei mi guardò con fare interrogativo ma non disse nulla. Entrammo in bagno insieme e ci lavammo i denti. In silenzio. Era molto strano. Sebbene la pulizia dei denti fosse un'azione normale da compiere - e l’averne parlato ampiamente in questo racconto dimostra quanto questo semplice gesto abitudinario fosse il fulcro di tutti gli equilibri che gravitavano attorno alla nostra acerba vita di coppia- eravamo consci entrambi che l’igiene dentale non aveva nulla a che fare con quanto stava accadendo. Di certo, quella sera ci sentivamo tutti e due attori di una bizzarra recita. Ci guardavamo e ridevamo imbarazzati, mentre condividevamo un lavello per la prima volta. Cercammo di sincronizzare i movimenti su e giù dello spazzolino. Fu qualcosa di dolce, anche se all’inizio un po’ insolito. Finita la pulizia dentale lei mi guardò e disse «Dovrei fare la pipì, adesso.» «Ok.» risposi io. Lei continuò a guardarmi, incuriosita da quel mio modo di fare totalmente nuovo. Aveva capito che qualcosa stesse accadendo con coscienza. Si diresse quindi verso il gabinetto, a suo modo incerta sul da farsi. Cercò probabilmente le parole giuste da usare, per non rovinare le regole del gioco, le quali erano a entrambi ignote. «Che fai... non esci?» mi chiese. «Se vuoi che io esca, posso uscire.» risposi io.
«Lo sai che non devi dimostrarmi nulla, vero? Se vuoi uscire, puoi farlo anche da solo. Non c'è bisogno che io ti dia il permesso.» ribadì Lavinia. Era una formula molto ingarbugliata per testare la mia convinzione. Una specie di domanda a trabocchetto. Tuttavia, il gioco stavolta lo conducevo io...

Il resto della storia su richiesta
djhop3128@hnbjm.dpn
scritto il
2024-05-22
1 . 2 K
visite
1
voti
valutazione
10
il tuo voto
Segnala abuso in questo racconto erotico

commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.