Racconti libertini 8
di
AngelicaBella
genere
incesti
Con l’ultima umiliazione la punizione giunse al termine e tutti i servi e le serve abbandonarono la sala.
Poco dopo anche lo zio uscì seguito dalla zia e da Ginevra che si tenevano per mano.
La ragazza lasciò che lo zio si allontanasse per chiedere alla zia notizie della giovane cameriera bionda che sembrava avere un legame particolare con Paolo.
Ginevra scoprì che Maria, questo era il nome della ragazza, era la sorella gemella di Paolo.
La zia scorse uno sguardo malizioso sul volto della nipote ma non disse nulla.
Quando giunsero davanti alle loro stanze le donne si salutarono con un bacio sulla bocca e si ritirarono.
Ginevra chiamò ad alta voce il suo servo che comparve dalla porta della sala da bagno.
Disse alla padrona che le stava preparando quanto necessario per fare toeletta e la ragazza acconsentì con un sorriso.
Si sentiva eccitata da quanto aveva visto.
Avrebbe voluto darsi o ricevere piacere davanti a tutti ma le buone maniere glielo avevano impedito e ora non vedeva l’ora di soddisfare le proprie voglie.
Paolo l’aiutò a togliersi l’abito, poi le slacciò il reggiseno e le sfilò le mutandine.
Il ragazzo sembrava aver preso confidenza con il corpo della padrona, ma manteneva le distanze per la paura della punizione.
Ginevra gli ordinò di spogliarsi e lui eseguì senza perdere tempo.
Una splendida erezione apparve dopo che il giovane si fu tolto le mutande.
Ginevra prese in mano il membro duro e lo strinse forte provocando al giovane un dolore fitto.
Nello stringere la ragazza lo guardò negli occhi.
Era la punizione per aver goduto della serva.
Lasciò la presa e si diresse nella sala da bagno seguita da Paolo.
Si immerse nella vasca e si lasciò lavare.
Mentre il giovane eseguiva il suo compito, Ginevra gli chiese della sorella Maria.
Da come il giovane raccontava della sorella Ginevra capì che tra di loro c’era qualcosa che andava oltre l’essere fratello e sorella.
Ginevra era intenzionata di chiedere allo zio di assegnarle anche Maria come sua cameriera personale, ma non disse nulla al giovane.
Finito il bagno, Ginevra si distese sul letto, allargò le gambe ed ordinò al suo schiavo di leccarla.
Paolo eseguì con impeto e desiderio e Ginevra finalmente raggiunse il primo agognato orgasmo.
Per premiare l’eccellente lavoro del servo Ginevra gli concesse di farsi penetrare e poté così appurare di persona che il ragazzo ci sapeva veramente fare.
Prima che l’orgasmo giungesse il ragazzo tirò fuori il suo pene e Ginevra con un gesto fulmineo lo prese fra le labbra consentendogli di eiaculare nella sua calda bocca. Il liquido denso e dolce del giovane riempì la bocca di Ginevra che ingoiò tutto con avidità.
A cena lo zio fece una sorpresa alla nipote.
Erano seduti a tavola quando con un cenno della mano fece entrare nella stanza la giovane Maria. La ragazza con i capelli raccolti ed il viso leggermente rosso per l’emozione era ancora più bella.
Lo zio aveva deciso che, oltre a Paolo avrei avuto al mio servizio anche Maria.
Ginevra immaginò che dietro tale decisione ci fosse lo zampino della zia e volgendosi a lei la ringraziò con lo sguardo. Poi si alzò si diresse verso lo zio e lo baciò prima sulla guancia poi sulla bocca. Lo zio felice per aver fatto contenta la nipote, ricambiò il bacio sulla bocca infilandole la punta della lingua tra i denti.
Ginevra rabbrividì di piacere e per par condicio rivolse alla zia le stesse attenzioni. Anche la donna ricambiò il bacio sulla bocca ma con la mano le toccò il seno stringendolo.
Dopo cena Ginevra si ritirò nelle sue stanze seguita da Maria.
Quando entrarono diede a Maria l’ordine secco e perentorio di spogliarsi e la ragazza lo eseguì senza esitare un secondo.
Evidentemente Paolo gli aveva raccontato del carattere autoritario della padroncina e non voleva farla adirare.
Maria restò prima in reggiseno e mutandine e subito dopo nuda come mamma l’aveva fatta.
La leggera peluria bionda sul pube ed i seni piccoli e con i capezzoli già duri provocarono un brivido di piacere in mezzo alle cosce di Ginevra.
Il corpo della ragazza era perfetto. Ad un cenno di Ginevra la ragazza si voltò per mostrare la schiena ed i glutei sodi e privi di qualsiasi difetto.
Ginevra si fece spogliare e rimasta anche lei nuda si sdraiò sul letto invitando la giovane a fare altrettanto.
Iniziarono a baciarsi avidamente. Avvinghiate si toccarono in mezzo alle cosce regalandosi reciprocamente piacere. Poi si posizionarono in modo da avere a disposizione ognuna il sesso dell’altra ed iniziarono a leccarsi. Ginevra assaporò i dolci umori della ragazza e Maria ricambiò assaggiando l’acre sapore di Ginevra.
L’orgasmo giunse all’unisono e un getto caldo riempi la bocca di Maria. La ragazza ingoiò tutto e continuò a leccare. Ginevra da parte sua bevve l’eiaculazione di Maria.
Stanche ma soddisfatte le due ragazze si addormentarono abbracciate.
Era notte fonda quando gli zii entrarono nella stanza della nipote. Entrambi nudi, lo zio con una vistosa erezione, si sdraiarono a fianco alle due ragazze nude che dormivano profondamente.
Lo zio si pose dietro Maria e la zia dietro Ginevra.
Facendo piano per non svegliare la cameriera lo zio strusciò il pene in mezzo ai glutei sodi della ragazza e dopo averne aumentato la consistenza lo infilò in mezzo alle cosce della ragazza senza però penetrarla. Gli umori della giovane lubrificarono il fallo dell’uomo, poi spostando leggermente il bacino verso il basso, lo spinse dentro il sesso della giovane.
Dall’altra parte la zia, dopo aver indossato ai fianchi una cintura di cuoio con appeso un fallo di caucciù, delle stesse dimensioni di quelle del marito penetrò nel sesso della nipote.
Contemporaneamente le due ragazze sentirono il pene di gomma una e di carne l’altra entrare a forza dentro di loro svegliandosi.
Si guardarono negli occhi e compreso ciò che stava accadendo si abbracciarono unendo le loro bocche.
Gli zii allora cominciarono a muoversi più velocemente e presto tutti raggiunsero il piacere.
Nota dell’autrice.
Molte delle amiche che hanno letto questi primi capitoli delle avventure di Ginevra mi hanno suggerito di essere più esplicita. In effetti ho cercato in queste prime pagine di edulcorare la storia evitando di utilizzare termini “sporchi” per non infastidire il senso del pudore di alcune di voi.
Ho deciso quindi di dare alle avventure della nostra protagonista un taglio più “hard”.
Spero non vi dispiaccia.
Mi aspetto commenti e suggerimenti.
A presto.
Angelica
Poco dopo anche lo zio uscì seguito dalla zia e da Ginevra che si tenevano per mano.
La ragazza lasciò che lo zio si allontanasse per chiedere alla zia notizie della giovane cameriera bionda che sembrava avere un legame particolare con Paolo.
Ginevra scoprì che Maria, questo era il nome della ragazza, era la sorella gemella di Paolo.
La zia scorse uno sguardo malizioso sul volto della nipote ma non disse nulla.
Quando giunsero davanti alle loro stanze le donne si salutarono con un bacio sulla bocca e si ritirarono.
Ginevra chiamò ad alta voce il suo servo che comparve dalla porta della sala da bagno.
Disse alla padrona che le stava preparando quanto necessario per fare toeletta e la ragazza acconsentì con un sorriso.
Si sentiva eccitata da quanto aveva visto.
Avrebbe voluto darsi o ricevere piacere davanti a tutti ma le buone maniere glielo avevano impedito e ora non vedeva l’ora di soddisfare le proprie voglie.
Paolo l’aiutò a togliersi l’abito, poi le slacciò il reggiseno e le sfilò le mutandine.
Il ragazzo sembrava aver preso confidenza con il corpo della padrona, ma manteneva le distanze per la paura della punizione.
Ginevra gli ordinò di spogliarsi e lui eseguì senza perdere tempo.
Una splendida erezione apparve dopo che il giovane si fu tolto le mutande.
Ginevra prese in mano il membro duro e lo strinse forte provocando al giovane un dolore fitto.
Nello stringere la ragazza lo guardò negli occhi.
Era la punizione per aver goduto della serva.
Lasciò la presa e si diresse nella sala da bagno seguita da Paolo.
Si immerse nella vasca e si lasciò lavare.
Mentre il giovane eseguiva il suo compito, Ginevra gli chiese della sorella Maria.
Da come il giovane raccontava della sorella Ginevra capì che tra di loro c’era qualcosa che andava oltre l’essere fratello e sorella.
Ginevra era intenzionata di chiedere allo zio di assegnarle anche Maria come sua cameriera personale, ma non disse nulla al giovane.
Finito il bagno, Ginevra si distese sul letto, allargò le gambe ed ordinò al suo schiavo di leccarla.
Paolo eseguì con impeto e desiderio e Ginevra finalmente raggiunse il primo agognato orgasmo.
Per premiare l’eccellente lavoro del servo Ginevra gli concesse di farsi penetrare e poté così appurare di persona che il ragazzo ci sapeva veramente fare.
Prima che l’orgasmo giungesse il ragazzo tirò fuori il suo pene e Ginevra con un gesto fulmineo lo prese fra le labbra consentendogli di eiaculare nella sua calda bocca. Il liquido denso e dolce del giovane riempì la bocca di Ginevra che ingoiò tutto con avidità.
A cena lo zio fece una sorpresa alla nipote.
Erano seduti a tavola quando con un cenno della mano fece entrare nella stanza la giovane Maria. La ragazza con i capelli raccolti ed il viso leggermente rosso per l’emozione era ancora più bella.
Lo zio aveva deciso che, oltre a Paolo avrei avuto al mio servizio anche Maria.
Ginevra immaginò che dietro tale decisione ci fosse lo zampino della zia e volgendosi a lei la ringraziò con lo sguardo. Poi si alzò si diresse verso lo zio e lo baciò prima sulla guancia poi sulla bocca. Lo zio felice per aver fatto contenta la nipote, ricambiò il bacio sulla bocca infilandole la punta della lingua tra i denti.
Ginevra rabbrividì di piacere e per par condicio rivolse alla zia le stesse attenzioni. Anche la donna ricambiò il bacio sulla bocca ma con la mano le toccò il seno stringendolo.
Dopo cena Ginevra si ritirò nelle sue stanze seguita da Maria.
Quando entrarono diede a Maria l’ordine secco e perentorio di spogliarsi e la ragazza lo eseguì senza esitare un secondo.
Evidentemente Paolo gli aveva raccontato del carattere autoritario della padroncina e non voleva farla adirare.
Maria restò prima in reggiseno e mutandine e subito dopo nuda come mamma l’aveva fatta.
La leggera peluria bionda sul pube ed i seni piccoli e con i capezzoli già duri provocarono un brivido di piacere in mezzo alle cosce di Ginevra.
Il corpo della ragazza era perfetto. Ad un cenno di Ginevra la ragazza si voltò per mostrare la schiena ed i glutei sodi e privi di qualsiasi difetto.
Ginevra si fece spogliare e rimasta anche lei nuda si sdraiò sul letto invitando la giovane a fare altrettanto.
Iniziarono a baciarsi avidamente. Avvinghiate si toccarono in mezzo alle cosce regalandosi reciprocamente piacere. Poi si posizionarono in modo da avere a disposizione ognuna il sesso dell’altra ed iniziarono a leccarsi. Ginevra assaporò i dolci umori della ragazza e Maria ricambiò assaggiando l’acre sapore di Ginevra.
L’orgasmo giunse all’unisono e un getto caldo riempi la bocca di Maria. La ragazza ingoiò tutto e continuò a leccare. Ginevra da parte sua bevve l’eiaculazione di Maria.
Stanche ma soddisfatte le due ragazze si addormentarono abbracciate.
Era notte fonda quando gli zii entrarono nella stanza della nipote. Entrambi nudi, lo zio con una vistosa erezione, si sdraiarono a fianco alle due ragazze nude che dormivano profondamente.
Lo zio si pose dietro Maria e la zia dietro Ginevra.
Facendo piano per non svegliare la cameriera lo zio strusciò il pene in mezzo ai glutei sodi della ragazza e dopo averne aumentato la consistenza lo infilò in mezzo alle cosce della ragazza senza però penetrarla. Gli umori della giovane lubrificarono il fallo dell’uomo, poi spostando leggermente il bacino verso il basso, lo spinse dentro il sesso della giovane.
Dall’altra parte la zia, dopo aver indossato ai fianchi una cintura di cuoio con appeso un fallo di caucciù, delle stesse dimensioni di quelle del marito penetrò nel sesso della nipote.
Contemporaneamente le due ragazze sentirono il pene di gomma una e di carne l’altra entrare a forza dentro di loro svegliandosi.
Si guardarono negli occhi e compreso ciò che stava accadendo si abbracciarono unendo le loro bocche.
Gli zii allora cominciarono a muoversi più velocemente e presto tutti raggiunsero il piacere.
Nota dell’autrice.
Molte delle amiche che hanno letto questi primi capitoli delle avventure di Ginevra mi hanno suggerito di essere più esplicita. In effetti ho cercato in queste prime pagine di edulcorare la storia evitando di utilizzare termini “sporchi” per non infastidire il senso del pudore di alcune di voi.
Ho deciso quindi di dare alle avventure della nostra protagonista un taglio più “hard”.
Spero non vi dispiaccia.
Mi aspetto commenti e suggerimenti.
A presto.
Angelica
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