Racconti libertini 9
di
AngelicaBella
genere
dominazione
Sento ancora un dolore tremendo al buco del culo.
La zia stanotte con il suo bel cazzo di gomma mi ha aperto in due. All’inizio ho sentito dolore poi ho cominciato a toccarmi il clitoride e a mettermi dentro le dita nella figa e il piacere è arrivato immenso e devastante.
Accanto a me Maria subiva lo stesso trattamento dallo zio. Lei però al contrario di me era ancora vergine in quel buco e quando lo zio le entrato dentro ha lanciato un urlo animale che, secondo me, ha svegliato tutta la casa.
Adesso siamo tutte e due sdraiate sul letto. Maria dorme ancora. È proprio bella. La bocca carnosa che riesce a contenere tutto il mio sesso. I seni piccoli e sodi con i capezzoli che, quando si eccita diventano duri e se glieli tiri la fai godere.
La figa bionda, piccola ma con due grandi labbra che si allungano. Quando la lecco e gode il suo umore è dolce e abbondante.
Le cosce ben tornite e senza difetti e i piedi piccoli e ben fatti.
Maria si sveglia mi guarda, mi sorride e mi bacia.
Prima mi appoggia solo le labbra poi quando io tiro fuori la lingua apre la sua bella bocca e mi consente di entrare dentro ad esplorarla tutta. Le nostre lingue ingaggiano una lotta per il piacere. Le nostre mani corrono in mezzo alle gambe e ci tocchiamo reciprocamente per darci piacere.
Bussano alla porta. Interrompiamo e chiedo chi è.
- Sono Caterina, sento dall’altra parte della porta.
La troia penso.
- Entra, urlo.
Lei entra, tiene lo sguardo basso si avvicina al letto e si inginocchia.
- Vi chiedo perdono padrona, vi supplico riprendetemi con voi. Vostro zio mi ha relegato in cantina e passo la giornata ad essere scopata dai servi, dalle serve e persino dai fornitori che vengono a consegnare.
- Dovevi pensarci prima di infilarmi le tue sporche dita in mezzo alle gambe mentre ero priva di sensi.
- Perdonatemi padrona ho sbagliato, ma non sono stata la sola ad approfittarmi di voi.
- Cosa intendi ? Troia le urlo contro.
- Anche vostro zio mentre eravate addormentata è venuto in camera vostra e vi ha messo il suo cazzo duro nel culo.
Quello stronzo, penso. Ecco perché la mattina quando mi sono svegliata mi sembrava di avere il buco del culo in fiamme.
- Inoltre, aggiunge la serva, non eravate addormentata ma drogata. L’amico di vostro zio vi ha dato una bevanda che vi ha tolto la volontà.
Anche di questo avevo qualche dubbio. Dovrò trovare il modo di fargliela pagare penso.
Guardo Caterina prostrata ai miei piedi. Penso che in fondo potrebbe tornarmi utile averla con me.
- D’accordo, dico, ti riprendo con me ma ad una condizione.
- Tutto quello che volete padrona, risponde lei interrompendomi.
Con il piede la colpisco in faccia.
- Zitta, quando parlo devi stare zitta.
- Si padrona, chiedo scusa.
- La condizione che ti impongo è che tu da ora in poi sei la mia schiava. Farai tutto ciò che ti dico e ti farai fare tutto ciò che desidero e da chi desiderio.
Obbedirai a tutti i miei ordini ed in caso contrario subirai la punizione adeguata.
Caterina non parla. Sta riflettendo. Ci mette troppo a rispondere. Le do un’altra pedata sul viso.
- Si. Risponde.
- Si cosa ?
- Si padrona accetto di diventare vostra schiva.
- Bene, dico, cominciamo subito.
- Spogliati.
- Paolo, urlo. Il giovane compare dalla stanza da bagno.
- Sono qui padrona, risponde. Vi stavo preparando il bagno.
Nel frattempo, Caterina è nuda davanti a me. Sul corpo ha ancora i segni delle frustate ricevute il giorno prima.
- Metti le braccia dietro la schiena, le ordino.
Lei obbedisce.
- Paolo legale le braccia.
Il giovane prende due corde che sono sul mio comodino e lega la giovane in modo che non possa muovere le braccia.
- Inginocchiati, ordino alla serva.
- Abbassa la testa e baciami i piedi.
Caterina si mette carponi e per riuscire a baciarmi i piedi deve abbassare la testa inarcando la schiena e mettendo in mostra il suo grosso culo.
- Paolo inculala, ordino.
A quelle parole Caterina cerca di alzare la testa ma io glielo impedisco appoggiando sopra il mio piede e tenendola a forza a terra.
Paolo si toglie i calzoni e subito il suo grosso cazzo svetta nell’aria.
Si avvicina alla donna.
Si insaliva la mano e la passo sull’ano della serva per lubrificarlo.
- No, a secco dico.
Paolo non esita oltre e appoggia la sua grossa cappella sul buco del culo della serva e con un colpo secco entra dentro di lei.
Caterina lancia un urlo di dolore e inizia a piangere.
Paolo continuare ad andare avanti e indietro e ad ogni colpo aumenta la spinta provocando nella donna ancora più dolore.
- Sborrale dentro, mi affretto a dirgli, quando sulla sua faccia vedo che sta per venire.
Paolo viene e sembra che scarichi litri di sperma nel culo di Caterina che nel frattempo ha smesso di urlare.
Il ragazzo madido di sudore estrae il suo cazzo.
Tolgo il piede da sopra la testa della serva e le ordino di tirarsi su.
Lei esegue. Ha gli occhi rigati di lacrime ma ha smesso di piangere.
Ordino a Paolo di metterglielo in bocca.
- Puliscilo troia, le urlo.
Lei con riluttanza lo prende in bocca, sente il disgustoso sapore della sua merda ma continua a pulire con la lingua l’uccello del ragazzo.
Mi pongo davanti a lei. Il mio pube è davanti alla sua faccia.
- Basta dico a Paolo che si ritira.
- Apri la bocca ordino a Caterina.
Lei obbedisce.
Allargo le gambe, apro con la mano la mia figa e le piscio in bocca.
- Bevi, le dico, sei la mia latrina.
Lei apre ancora di più la bocca e ingoia tutta la mia urina.
Ordino a Maria di fare altrettanto e lei imitandomi nei gesti indirizza il suo getto sulla bocca, ma sbaglia mira e il piscio finisce sulla faccia della donna. Lei corregge il tiro e la bocca si riempie di pioggia dorata.
Continua
La zia stanotte con il suo bel cazzo di gomma mi ha aperto in due. All’inizio ho sentito dolore poi ho cominciato a toccarmi il clitoride e a mettermi dentro le dita nella figa e il piacere è arrivato immenso e devastante.
Accanto a me Maria subiva lo stesso trattamento dallo zio. Lei però al contrario di me era ancora vergine in quel buco e quando lo zio le entrato dentro ha lanciato un urlo animale che, secondo me, ha svegliato tutta la casa.
Adesso siamo tutte e due sdraiate sul letto. Maria dorme ancora. È proprio bella. La bocca carnosa che riesce a contenere tutto il mio sesso. I seni piccoli e sodi con i capezzoli che, quando si eccita diventano duri e se glieli tiri la fai godere.
La figa bionda, piccola ma con due grandi labbra che si allungano. Quando la lecco e gode il suo umore è dolce e abbondante.
Le cosce ben tornite e senza difetti e i piedi piccoli e ben fatti.
Maria si sveglia mi guarda, mi sorride e mi bacia.
Prima mi appoggia solo le labbra poi quando io tiro fuori la lingua apre la sua bella bocca e mi consente di entrare dentro ad esplorarla tutta. Le nostre lingue ingaggiano una lotta per il piacere. Le nostre mani corrono in mezzo alle gambe e ci tocchiamo reciprocamente per darci piacere.
Bussano alla porta. Interrompiamo e chiedo chi è.
- Sono Caterina, sento dall’altra parte della porta.
La troia penso.
- Entra, urlo.
Lei entra, tiene lo sguardo basso si avvicina al letto e si inginocchia.
- Vi chiedo perdono padrona, vi supplico riprendetemi con voi. Vostro zio mi ha relegato in cantina e passo la giornata ad essere scopata dai servi, dalle serve e persino dai fornitori che vengono a consegnare.
- Dovevi pensarci prima di infilarmi le tue sporche dita in mezzo alle gambe mentre ero priva di sensi.
- Perdonatemi padrona ho sbagliato, ma non sono stata la sola ad approfittarmi di voi.
- Cosa intendi ? Troia le urlo contro.
- Anche vostro zio mentre eravate addormentata è venuto in camera vostra e vi ha messo il suo cazzo duro nel culo.
Quello stronzo, penso. Ecco perché la mattina quando mi sono svegliata mi sembrava di avere il buco del culo in fiamme.
- Inoltre, aggiunge la serva, non eravate addormentata ma drogata. L’amico di vostro zio vi ha dato una bevanda che vi ha tolto la volontà.
Anche di questo avevo qualche dubbio. Dovrò trovare il modo di fargliela pagare penso.
Guardo Caterina prostrata ai miei piedi. Penso che in fondo potrebbe tornarmi utile averla con me.
- D’accordo, dico, ti riprendo con me ma ad una condizione.
- Tutto quello che volete padrona, risponde lei interrompendomi.
Con il piede la colpisco in faccia.
- Zitta, quando parlo devi stare zitta.
- Si padrona, chiedo scusa.
- La condizione che ti impongo è che tu da ora in poi sei la mia schiava. Farai tutto ciò che ti dico e ti farai fare tutto ciò che desidero e da chi desiderio.
Obbedirai a tutti i miei ordini ed in caso contrario subirai la punizione adeguata.
Caterina non parla. Sta riflettendo. Ci mette troppo a rispondere. Le do un’altra pedata sul viso.
- Si. Risponde.
- Si cosa ?
- Si padrona accetto di diventare vostra schiva.
- Bene, dico, cominciamo subito.
- Spogliati.
- Paolo, urlo. Il giovane compare dalla stanza da bagno.
- Sono qui padrona, risponde. Vi stavo preparando il bagno.
Nel frattempo, Caterina è nuda davanti a me. Sul corpo ha ancora i segni delle frustate ricevute il giorno prima.
- Metti le braccia dietro la schiena, le ordino.
Lei obbedisce.
- Paolo legale le braccia.
Il giovane prende due corde che sono sul mio comodino e lega la giovane in modo che non possa muovere le braccia.
- Inginocchiati, ordino alla serva.
- Abbassa la testa e baciami i piedi.
Caterina si mette carponi e per riuscire a baciarmi i piedi deve abbassare la testa inarcando la schiena e mettendo in mostra il suo grosso culo.
- Paolo inculala, ordino.
A quelle parole Caterina cerca di alzare la testa ma io glielo impedisco appoggiando sopra il mio piede e tenendola a forza a terra.
Paolo si toglie i calzoni e subito il suo grosso cazzo svetta nell’aria.
Si avvicina alla donna.
Si insaliva la mano e la passo sull’ano della serva per lubrificarlo.
- No, a secco dico.
Paolo non esita oltre e appoggia la sua grossa cappella sul buco del culo della serva e con un colpo secco entra dentro di lei.
Caterina lancia un urlo di dolore e inizia a piangere.
Paolo continuare ad andare avanti e indietro e ad ogni colpo aumenta la spinta provocando nella donna ancora più dolore.
- Sborrale dentro, mi affretto a dirgli, quando sulla sua faccia vedo che sta per venire.
Paolo viene e sembra che scarichi litri di sperma nel culo di Caterina che nel frattempo ha smesso di urlare.
Il ragazzo madido di sudore estrae il suo cazzo.
Tolgo il piede da sopra la testa della serva e le ordino di tirarsi su.
Lei esegue. Ha gli occhi rigati di lacrime ma ha smesso di piangere.
Ordino a Paolo di metterglielo in bocca.
- Puliscilo troia, le urlo.
Lei con riluttanza lo prende in bocca, sente il disgustoso sapore della sua merda ma continua a pulire con la lingua l’uccello del ragazzo.
Mi pongo davanti a lei. Il mio pube è davanti alla sua faccia.
- Basta dico a Paolo che si ritira.
- Apri la bocca ordino a Caterina.
Lei obbedisce.
Allargo le gambe, apro con la mano la mia figa e le piscio in bocca.
- Bevi, le dico, sei la mia latrina.
Lei apre ancora di più la bocca e ingoia tutta la mia urina.
Ordino a Maria di fare altrettanto e lei imitandomi nei gesti indirizza il suo getto sulla bocca, ma sbaglia mira e il piscio finisce sulla faccia della donna. Lei corregge il tiro e la bocca si riempie di pioggia dorata.
Continua
9
voti
voti
valutazione
6.8
6.8
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Racconti libertini 8racconto sucessivo
Racconti libertini 10
Commenti dei lettori al racconto erotico