Racconti libertini. La svolta seconda parte
di
AngelicaBella
genere
trio
Finalmente riesco ad uscire di casa. Da quando sono arrivata in America non sono mai potuta uscire da sola. Ho accettato l’invito di Frank per una passeggiata al parco anche se credo abbia altri programmi per noi.
Faccio un bel bagno e chiedo a Maria di depilarmi tutta.
Frank passa a prendermi nel pomeriggio. Possiede una piccola carrozza scoperta. Il tempo è bello e decido di indossare un abito che sia bella ma anche pratico da togliere se con Frank ci fosse un fuori programma.
Arriva puntuale ed io ovviamente lo faccio attendere. Esco di casa e lo trovo in piedi vicino alla carrozza.
Mi prende la mano e mi aiuta a salire. Poi gira intorno e sale dall’altra parte. Prende le redini e con un piccolo verso della bocca ordina al proprio cavallo di partire.
Ci dirigiamo verso il grande parco cittadino. Lasciamo la carrozza all’ingresso e proseguiamo a piedi. Mi porge il braccio e passeggiamo in silenzio.
Il parco è pieno di gente. Dopo qualche minuto, ci sediamo su una panchina. Lui mi prende le mani e mi guarda negli occhi.
- Ginevra, esordisce, io so cosa è successo a casa dell’amico di tuo zio e so che c’eri anche tu.
Io rimango sbalordita e tento di negare, ma lui insiste stingendomi forte le mani.
- Se non ho arrestato tuo zio ed il suo amico è perché non voglio creare problemi a te e a tua zia.
Capisco di essere senza via d’uscita e racconto a Frank tutto quello che credo di sapere, compreso il sogno.
Frank ascolta in silenzio guardandomi sempre negli occhi e quando ho finito di parlare si avvicina a me e poggia le sue labbra sulle mie. Io non sono stupita del suo gesto ed il contatto delle sue labbra con le mie mi fa rabbrividire di piacere.
Si stacca da me e mi guarda con i suoi occhi cerulei.
- Sappiamo tutto, mi racconta, della setta segreta a cui appartengono tuo zio e altri ricchi e potenti della città. Sappiamo che rapiscono delle giovani orfane dai conventi e che le violentano, torturano e quasi sempre uccidono. Sappiamo che usano uomini di colore provenienti da Cuba e che vivono nella nostra periferia per stuprare le giovani. Sappiamo tutto ma non possiamo fare nulla. Fino ad oggi almeno.
Io sono senza parole. Immaginavo qualcosa del genere ma non così crudele e organizzato.
- Ti fidi di me, mi domanda Frank?
Rimango un momento in silenzio di fronte a lui poi rispondo: - si mi fido di te. E appoggio le mie labbra contro le sue.
Lui mi prende fra le braccia ed il bacio da casto si trasforma in erotico.
Ci ricomponiamo subito. C’è troppa gente intorno.
In silenzio ritorniamo alla carrozza, saliamo e ripartiamo.
Nessuno di noi parla.
Io metto la mano sulla sua coscia e stringo forte.
Lui mi guarda un istante.
Sembra avere gli occhi lucidi.
La carrozza ora corre veloce sul grande viale che porta fuori città.
Il tempo scorre senza che nessuno dei due proferisca parola.
La carrozza ora rallenta e giunta ad un bivio prende a destra per una strada sterrata.
In fondo si vede un grande cancello aperto.
Quando vi arriviamo entriamo proseguendo fino a che non giungiamo davanti ad una piccola casa bianca.
È piccola ma bella. Su due piani, con il tetto spiovente.
Frank ferma la carrozza davanti all’entrata e mi aiuta a scendere.
Pochi gradini ci separano dalla porta d’ingresso e li facciamo tenendoci per mano.
Quando mi tocca sento i brividi.
Sto entrando a casa di un quasi sconosciuto ma non ho paura.
Appena entrati, sentiamo una voce chiamare dalla stanza accanto.
Frank risponde con un sì e poco dopo compare davanti a noi una bellissima ragazza creola dagli occhi azzurri. Indossa un abito semplice ma elegante. I suoi capelli sono raccolti dietro la nuca.
La ragazza si avvicina a noi e Frank la abbraccia.
- Questa è Carmen, mi dice, mia moglie.
Sposato penso. Quest’uomo è pazzo dico tra me. Ma la bellezza dei due mi impedisce di esprimere ciò che penso e d’istinto stendo la mano per stringere quella della ragazza.
Lei la prende e si avvicina a me abbracciandomi.
È un abbraccio caldo, sensuale.
Sento il suo profumo speziato inebriarmi, sento i suoi seni turgidi stringersi ai miei.
Le sue labbra mi sfiorano la guancia.
Sento un fremito al basso ventre.
Frank si avvicina a noi e ci abbraccia.
Avvicina la sua bocca alle nostre e senza che me ne renda conto ci stiamo baciando. Le nostre bocche sono attaccate e le nostre lingue spuntano fuori per cercale le altre, per assaggiarli.
Sono sopraffatta dal piacere ed il desiderio di andare oltre è forte.
Frank lo intuisce e si stacca da noi.
Anche Carmen adesso si stacca da me.
Mi prende per mano e mi guida verso la grande scala che porta al piano di sopra.
Frank rimane fermo a guardarci mentre saliamo le scale mano nella mano.
Faccio un bel bagno e chiedo a Maria di depilarmi tutta.
Frank passa a prendermi nel pomeriggio. Possiede una piccola carrozza scoperta. Il tempo è bello e decido di indossare un abito che sia bella ma anche pratico da togliere se con Frank ci fosse un fuori programma.
Arriva puntuale ed io ovviamente lo faccio attendere. Esco di casa e lo trovo in piedi vicino alla carrozza.
Mi prende la mano e mi aiuta a salire. Poi gira intorno e sale dall’altra parte. Prende le redini e con un piccolo verso della bocca ordina al proprio cavallo di partire.
Ci dirigiamo verso il grande parco cittadino. Lasciamo la carrozza all’ingresso e proseguiamo a piedi. Mi porge il braccio e passeggiamo in silenzio.
Il parco è pieno di gente. Dopo qualche minuto, ci sediamo su una panchina. Lui mi prende le mani e mi guarda negli occhi.
- Ginevra, esordisce, io so cosa è successo a casa dell’amico di tuo zio e so che c’eri anche tu.
Io rimango sbalordita e tento di negare, ma lui insiste stingendomi forte le mani.
- Se non ho arrestato tuo zio ed il suo amico è perché non voglio creare problemi a te e a tua zia.
Capisco di essere senza via d’uscita e racconto a Frank tutto quello che credo di sapere, compreso il sogno.
Frank ascolta in silenzio guardandomi sempre negli occhi e quando ho finito di parlare si avvicina a me e poggia le sue labbra sulle mie. Io non sono stupita del suo gesto ed il contatto delle sue labbra con le mie mi fa rabbrividire di piacere.
Si stacca da me e mi guarda con i suoi occhi cerulei.
- Sappiamo tutto, mi racconta, della setta segreta a cui appartengono tuo zio e altri ricchi e potenti della città. Sappiamo che rapiscono delle giovani orfane dai conventi e che le violentano, torturano e quasi sempre uccidono. Sappiamo che usano uomini di colore provenienti da Cuba e che vivono nella nostra periferia per stuprare le giovani. Sappiamo tutto ma non possiamo fare nulla. Fino ad oggi almeno.
Io sono senza parole. Immaginavo qualcosa del genere ma non così crudele e organizzato.
- Ti fidi di me, mi domanda Frank?
Rimango un momento in silenzio di fronte a lui poi rispondo: - si mi fido di te. E appoggio le mie labbra contro le sue.
Lui mi prende fra le braccia ed il bacio da casto si trasforma in erotico.
Ci ricomponiamo subito. C’è troppa gente intorno.
In silenzio ritorniamo alla carrozza, saliamo e ripartiamo.
Nessuno di noi parla.
Io metto la mano sulla sua coscia e stringo forte.
Lui mi guarda un istante.
Sembra avere gli occhi lucidi.
La carrozza ora corre veloce sul grande viale che porta fuori città.
Il tempo scorre senza che nessuno dei due proferisca parola.
La carrozza ora rallenta e giunta ad un bivio prende a destra per una strada sterrata.
In fondo si vede un grande cancello aperto.
Quando vi arriviamo entriamo proseguendo fino a che non giungiamo davanti ad una piccola casa bianca.
È piccola ma bella. Su due piani, con il tetto spiovente.
Frank ferma la carrozza davanti all’entrata e mi aiuta a scendere.
Pochi gradini ci separano dalla porta d’ingresso e li facciamo tenendoci per mano.
Quando mi tocca sento i brividi.
Sto entrando a casa di un quasi sconosciuto ma non ho paura.
Appena entrati, sentiamo una voce chiamare dalla stanza accanto.
Frank risponde con un sì e poco dopo compare davanti a noi una bellissima ragazza creola dagli occhi azzurri. Indossa un abito semplice ma elegante. I suoi capelli sono raccolti dietro la nuca.
La ragazza si avvicina a noi e Frank la abbraccia.
- Questa è Carmen, mi dice, mia moglie.
Sposato penso. Quest’uomo è pazzo dico tra me. Ma la bellezza dei due mi impedisce di esprimere ciò che penso e d’istinto stendo la mano per stringere quella della ragazza.
Lei la prende e si avvicina a me abbracciandomi.
È un abbraccio caldo, sensuale.
Sento il suo profumo speziato inebriarmi, sento i suoi seni turgidi stringersi ai miei.
Le sue labbra mi sfiorano la guancia.
Sento un fremito al basso ventre.
Frank si avvicina a noi e ci abbraccia.
Avvicina la sua bocca alle nostre e senza che me ne renda conto ci stiamo baciando. Le nostre bocche sono attaccate e le nostre lingue spuntano fuori per cercale le altre, per assaggiarli.
Sono sopraffatta dal piacere ed il desiderio di andare oltre è forte.
Frank lo intuisce e si stacca da noi.
Anche Carmen adesso si stacca da me.
Mi prende per mano e mi guida verso la grande scala che porta al piano di sopra.
Frank rimane fermo a guardarci mentre saliamo le scale mano nella mano.
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