A più voci. 5.Charlotte e Ines
di
AngelicaBella
genere
confessioni
5. Charlotte
La sera della cena è arrivata. Siamo tutte pronte per uscire.
Ginevra ed io controlliamo gli ultimi dettagli degli abiti di Maria e Carmen.
L’acconciatura, il trucco, la manicure, il vestito, la borsetta, il cappellino e infine le calzature.
C’è tutto?
No. Manca qualche gioiello.
Tiro fuori dal cassetto le tante collane ed orecchini ricevuti in regalo dai clienti e da mio marito e trovo quanto necessario.
Una collana di pietre colorate e orecchini abbinati per Carmen e una collana di pietre azzurre anch’essa con orecchini per Maria.
Adesso tutto è pronto.
Frank ci aspetta in salotto e quando ci vede non può fare a meno di strabuzzare gli occhi.
Le sue donne sono bellissime.
“Siete così belle ed eccitanti che vi spoglierei e vi scoperei subito” esordisce ridendo.
È felice e lo siamo anche noi.
Ginevra, Maria e Carmen fanno le ultime raccomandazioni alla servitù per i bambini e usciamo.
Alla porta Zizi, sussurra qualcosa all’orecchio di Frank.
“Si” risponde Frank e le fa una carezza sul viso.
La carrozza ci attende.
Per evitare di stare troppo stretti Frank ha prenotato una carrozza extra-large a sei posti.
Il tragitto è breve e dopo pochi minuti siamo davanti alla stupenda casa della Sig.ra Gonzales.
Alla porta un cameriere in livrea ci attende.
Fa un lieve inchino e ci invita ad entrare.
Chiusa la porta dietro di sé, ci chiede di seguirlo.
In fondo ad un lungo corridoio illuminato troviamo una grande sala da pranzo con un grande camino acceso circondato da divani in pelle in stile moderno.
Ad attenderci che la Sig.ra Gonzales. Rejna Gonzales Y Gonzales è una bella signora sulla quarantina. Alta, dal portamento risoluto ma con un viso dolce e due occhi azzurri luminosi.
Conosco Rejna Gonzales da quando sono arrivata a Las Cruces.
Non conoscevo nessuno e Rejna mi ha introdotto nella buona società.
Ha sposato un cugino di secondo grado. Un inetto banchiere. Avaro con moglie e figlia. A detta di qualcuno vizioso e porco.
Sembra gli piacciano i ragazzini appena entrati in pubertà.
Sono dicerie ovvio e Rejna non se né mai curata.
Frank bacia la mano di Rejna e ci presenta.
Rejna riconoscendomi mi viene incontro e mi abbraccia.
“Beata te” mi sussurra, “ non ti annoi di sicuro”.
Ricambio l’abbraccio e rispondo al suo sussurro con sorriso di complicità.
È capitato che io e Rejna avessimo un ménage a tre con uno dei suoi giovani servi e conosco le sue preferenze in fatto di cazzi e di fighe.
“E tua figlia Ines?”, domando.
“Non sta per nulla bene. E preferisce restare in camera”.
“Ti dispiace se salgo a salutarla?”.
“Fa pure, cara, conosci la strada”, mi risponde con un tono malizioso.
Lascio la stanza e salgo al piano di sopra dove ci sono le camere da letto.
Trovo quella della ragazza e busso.
“Ines, posso entrare? Sono Charlotte.”
“Entra Charlotte. Vieni pure.”
La stanza è nella semi oscurità.
La ragazza è nel letto, sotto le coperte.
Mi avvicino a lei e mi siedo sul bordo.
Due occhi spaventati mi guardano pieni di lacrime.
“Cosa succede piccola mia?”, le domando.
Lei non risponde, mi prende la mano e la stringe.
Le accarezzo il volto rigato di lacrime.
“Immagino sia per quello che ti è successo. Sarà stato terribile.”
“Sì”, annuisce.
“Devi lasciarti questo episodio alle spalle. Sei giovane e presto dimenticherai tutto”.
“Ma io non posso dimenticare”.
“Come non puoi dimenticare?”.
“Si, non posso dimenticare perché sono una cattiva ragazza”.
“Perché, pensi di essere una cattiva ragazza?”.
“Perché, quando mi tagliavano con il coltello io provavo piacere”.
“Spiegati meglio, piccola. Fammi capire”.
Lei si solleva leggermente e scosta le lenzuola.
Sotto è completamente nuda ed ha su tutto il corpo tagli che si stanno cicatrizzando.
Continua
La sera della cena è arrivata. Siamo tutte pronte per uscire.
Ginevra ed io controlliamo gli ultimi dettagli degli abiti di Maria e Carmen.
L’acconciatura, il trucco, la manicure, il vestito, la borsetta, il cappellino e infine le calzature.
C’è tutto?
No. Manca qualche gioiello.
Tiro fuori dal cassetto le tante collane ed orecchini ricevuti in regalo dai clienti e da mio marito e trovo quanto necessario.
Una collana di pietre colorate e orecchini abbinati per Carmen e una collana di pietre azzurre anch’essa con orecchini per Maria.
Adesso tutto è pronto.
Frank ci aspetta in salotto e quando ci vede non può fare a meno di strabuzzare gli occhi.
Le sue donne sono bellissime.
“Siete così belle ed eccitanti che vi spoglierei e vi scoperei subito” esordisce ridendo.
È felice e lo siamo anche noi.
Ginevra, Maria e Carmen fanno le ultime raccomandazioni alla servitù per i bambini e usciamo.
Alla porta Zizi, sussurra qualcosa all’orecchio di Frank.
“Si” risponde Frank e le fa una carezza sul viso.
La carrozza ci attende.
Per evitare di stare troppo stretti Frank ha prenotato una carrozza extra-large a sei posti.
Il tragitto è breve e dopo pochi minuti siamo davanti alla stupenda casa della Sig.ra Gonzales.
Alla porta un cameriere in livrea ci attende.
Fa un lieve inchino e ci invita ad entrare.
Chiusa la porta dietro di sé, ci chiede di seguirlo.
In fondo ad un lungo corridoio illuminato troviamo una grande sala da pranzo con un grande camino acceso circondato da divani in pelle in stile moderno.
Ad attenderci che la Sig.ra Gonzales. Rejna Gonzales Y Gonzales è una bella signora sulla quarantina. Alta, dal portamento risoluto ma con un viso dolce e due occhi azzurri luminosi.
Conosco Rejna Gonzales da quando sono arrivata a Las Cruces.
Non conoscevo nessuno e Rejna mi ha introdotto nella buona società.
Ha sposato un cugino di secondo grado. Un inetto banchiere. Avaro con moglie e figlia. A detta di qualcuno vizioso e porco.
Sembra gli piacciano i ragazzini appena entrati in pubertà.
Sono dicerie ovvio e Rejna non se né mai curata.
Frank bacia la mano di Rejna e ci presenta.
Rejna riconoscendomi mi viene incontro e mi abbraccia.
“Beata te” mi sussurra, “ non ti annoi di sicuro”.
Ricambio l’abbraccio e rispondo al suo sussurro con sorriso di complicità.
È capitato che io e Rejna avessimo un ménage a tre con uno dei suoi giovani servi e conosco le sue preferenze in fatto di cazzi e di fighe.
“E tua figlia Ines?”, domando.
“Non sta per nulla bene. E preferisce restare in camera”.
“Ti dispiace se salgo a salutarla?”.
“Fa pure, cara, conosci la strada”, mi risponde con un tono malizioso.
Lascio la stanza e salgo al piano di sopra dove ci sono le camere da letto.
Trovo quella della ragazza e busso.
“Ines, posso entrare? Sono Charlotte.”
“Entra Charlotte. Vieni pure.”
La stanza è nella semi oscurità.
La ragazza è nel letto, sotto le coperte.
Mi avvicino a lei e mi siedo sul bordo.
Due occhi spaventati mi guardano pieni di lacrime.
“Cosa succede piccola mia?”, le domando.
Lei non risponde, mi prende la mano e la stringe.
Le accarezzo il volto rigato di lacrime.
“Immagino sia per quello che ti è successo. Sarà stato terribile.”
“Sì”, annuisce.
“Devi lasciarti questo episodio alle spalle. Sei giovane e presto dimenticherai tutto”.
“Ma io non posso dimenticare”.
“Come non puoi dimenticare?”.
“Si, non posso dimenticare perché sono una cattiva ragazza”.
“Perché, pensi di essere una cattiva ragazza?”.
“Perché, quando mi tagliavano con il coltello io provavo piacere”.
“Spiegati meglio, piccola. Fammi capire”.
Lei si solleva leggermente e scosta le lenzuola.
Sotto è completamente nuda ed ha su tutto il corpo tagli che si stanno cicatrizzando.
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