I racconti di Angelica Mara e Mario seconda parte
di
AngelicaBella
genere
feticismo
L’indomani mattina Mara e Mario si presentarono puntali all’appuntamento.
Appena entrati nel mio ufficio si accorsero della presenza di Ilaria una mia paziente che da qualche anno era su una sedia a rotelle a causa di un incidente stradale nel quale aveva perso entrambe le gambe.
Mario riconobbe subito la donna della fotografia che gli avevo mostrato il giorno precedente. Visibilmente imbarazzato restò in silenzio. Fui io a rompere gli indugi facendo le presentazioni. Subito dopo chiesi a Mara di seguirmi nell’altro ufficio e lasciai i due giovani da soli.
Mara obbedì docilmente e quando restammo sole, non esitai a baciarla con passione. Lei ricambiò i miei baci infilandomi la lingua in bocca. Restammo incollate per qualche minuto, poi, chiedendole di restare in silenzio accesi il monitor del mio computer e subito apparvero le immagini della stanza accanto. Mario stava in ginocchio con la testa in mezzo alle cosce di Ilaria e stava leccando con foga la figa della ragazza mentre con le mani accarezzava i due monconi. Poco dopo il ragazzo si calò i pantaloni e dopo aver tirato fuori il cazzo duro ed averlo scappellato lo infilo’ nella figa bagnata della ragazza. Ilaria aveva sollevato il busto consentendo all’uccello di Mario di arrivare fino in fondo all’utero. Raggiunsero l’orgasmo contemporaneamente ma non ne avevano ancora abbastanza. Mario si tirò indietro e il suo cazzo era ancora ritto e duro e adesso anche fradicio degli umori di lei.
Il ragazzo si tolse il resto dei vestiti restando nudo e dopo aver fatto lo stesso con Ilaria la sollevò dalla carrozzina stringendola al petto e penetrandola nuovamente.
Mentre osservavo la scena sul monitor mi accorsi che la mano di Mara si era posata in mezzo alle cosce. Le sorrisi e sollevai la gonna. Le sue mutandine erano già fradicie e quando poggiai le mie dita sul suo sesso lo trovai bollente. Con le dita spostai il lembo di stoffa e raggiunsi la sua figa bagnata. Le nostre bocche si unirono ancora e mentre io la penetravo con tre dita lei mi sollevò il vestito e raggiunse il mio sesso.
Più tardi, dopo aver raggiunto l’orgasmo, ci rivestimmo e la invitai per la sera stessa a venire con me al club. I suoi occhi brillavano di desiderio e senza dire nulla mi diede un bacio appassionato sulla bocca.
I due giovani, nella stanza accanto avevano goduto abbastanza e si erano rivestiti.
Li lasciai soli ancora qualche minuto, poi rientrai seguita da Mara.
Ilaria sorrideva felice e beata mentre Mario forse in imbarazzo davanti alla madre restava in silenzio.
La ragazza si avvicinò a Mara e l’abbraccio’. Sentii che le sussurrava qualcosa all’orecchio.
Mara sorrise e rivolgendosi al figlio gli disse che era il caso che accompagnasse a casa Ilaria.
Lui tentò di protestare, ma vista l’insistenza della madre, si trovò costretto ad obbedire ed uscì spingendo la carrozzina di Ilaria.
Appena sole le chiesi cosa le avesse sussurrato all’orecchio la ragazza.
Lei mi sorrise.
“Mi ha fatto i complimenti per la mazza che ho dato a mio figlio”.
Scoppiammo a ridere come due ragazzine.
Appena entrati nel mio ufficio si accorsero della presenza di Ilaria una mia paziente che da qualche anno era su una sedia a rotelle a causa di un incidente stradale nel quale aveva perso entrambe le gambe.
Mario riconobbe subito la donna della fotografia che gli avevo mostrato il giorno precedente. Visibilmente imbarazzato restò in silenzio. Fui io a rompere gli indugi facendo le presentazioni. Subito dopo chiesi a Mara di seguirmi nell’altro ufficio e lasciai i due giovani da soli.
Mara obbedì docilmente e quando restammo sole, non esitai a baciarla con passione. Lei ricambiò i miei baci infilandomi la lingua in bocca. Restammo incollate per qualche minuto, poi, chiedendole di restare in silenzio accesi il monitor del mio computer e subito apparvero le immagini della stanza accanto. Mario stava in ginocchio con la testa in mezzo alle cosce di Ilaria e stava leccando con foga la figa della ragazza mentre con le mani accarezzava i due monconi. Poco dopo il ragazzo si calò i pantaloni e dopo aver tirato fuori il cazzo duro ed averlo scappellato lo infilo’ nella figa bagnata della ragazza. Ilaria aveva sollevato il busto consentendo all’uccello di Mario di arrivare fino in fondo all’utero. Raggiunsero l’orgasmo contemporaneamente ma non ne avevano ancora abbastanza. Mario si tirò indietro e il suo cazzo era ancora ritto e duro e adesso anche fradicio degli umori di lei.
Il ragazzo si tolse il resto dei vestiti restando nudo e dopo aver fatto lo stesso con Ilaria la sollevò dalla carrozzina stringendola al petto e penetrandola nuovamente.
Mentre osservavo la scena sul monitor mi accorsi che la mano di Mara si era posata in mezzo alle cosce. Le sorrisi e sollevai la gonna. Le sue mutandine erano già fradicie e quando poggiai le mie dita sul suo sesso lo trovai bollente. Con le dita spostai il lembo di stoffa e raggiunsi la sua figa bagnata. Le nostre bocche si unirono ancora e mentre io la penetravo con tre dita lei mi sollevò il vestito e raggiunse il mio sesso.
Più tardi, dopo aver raggiunto l’orgasmo, ci rivestimmo e la invitai per la sera stessa a venire con me al club. I suoi occhi brillavano di desiderio e senza dire nulla mi diede un bacio appassionato sulla bocca.
I due giovani, nella stanza accanto avevano goduto abbastanza e si erano rivestiti.
Li lasciai soli ancora qualche minuto, poi rientrai seguita da Mara.
Ilaria sorrideva felice e beata mentre Mario forse in imbarazzo davanti alla madre restava in silenzio.
La ragazza si avvicinò a Mara e l’abbraccio’. Sentii che le sussurrava qualcosa all’orecchio.
Mara sorrise e rivolgendosi al figlio gli disse che era il caso che accompagnasse a casa Ilaria.
Lui tentò di protestare, ma vista l’insistenza della madre, si trovò costretto ad obbedire ed uscì spingendo la carrozzina di Ilaria.
Appena sole le chiesi cosa le avesse sussurrato all’orecchio la ragazza.
Lei mi sorrise.
“Mi ha fatto i complimenti per la mazza che ho dato a mio figlio”.
Scoppiammo a ridere come due ragazzine.
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