Per un paio di pillole...

di
genere
incesti

Sapevo che era stupido, ma volevo tornare a casa in giornata, non in due o più. Quindi avevo guidato praticamente senza fermarmi per niente, tranne che per fare benzina, mangiare e andare al cesso. Sia benedetto l'inventore delle Monster e il signor Red Bull! Cazzo, da Courmayeur (Aosta) a Taranto in 11 ore e 18 minuti! Oltre 1100 chilometri! Ben più di 100 all'ora di media, contando anche il tempo impiegato per le mie soste! E olè! Ah, e grazie alle tasse per la A-14!

Era bello essere a casa, dopo nove mesi di assenza per il lavoro! Adoro la natura tranquilla e rilassata della zona, ma la voglia di rivedere i miei cari era talmente tanta che non sapevo più dove accumularla.
Usai la chiave che avevo con me per aprire la casa dei miei genitori per non svegliarli, e cercai di fare meno rumore possibile quando appoggiai le borse sul pavimento… e poi, chiusa la porta, mi ci appoggiai. Ma mia madre, che è sempre stata una mamma, arrivò in pochi secondi per salutarmi e assicurarsi che fossi tutto intero.
"Santo cielo, figlio mio, sembra che ti ci abbiano camminato sopra!", mi fissò negli occhi e mi spazzolò i capelli con le mani. "Vuoi un po' di caffè?" mi chiese, mentre già stava preparando la moka senza aspettare la mia risposta. Poi mi afferrò per il braccio e mi trascinò in cucina, e prima che me ne accorgessi ero seduto al tavolo con una tazza fumante davanti a me.
Mentre lo sorseggiavo piano cercavo di leggere l'orologio. Il mio cervello aveva smesso di concentrarsi sui numeri quando avevo spento il motore surriscaldato della mia auto, e non avevo più bisogno di cronometrare nulla ormai.
Tre sorsi dopo, infatti, chiesi: "Che ore sono?".
"Le 3:30, passate da poco…".
Facevo fatica a tenere la testa alta.
"Dov'è papà?" chiesi.
"È partito proprio ieri per un viaggio di lavoro. Non tornerà prima di dopodomani, credo…".
"Uh huh…".
"Non hai proprio un bell'aspetto, figlio mio…".
"Eh eh…" ho riso a mezza bocca, "…sai l'effetto che fa, un viaggio tutto d'un tiro giù per le montagne da Aosta? Porca miseria, mi sta venendo un mal di testa micidiale come al solito!".
"Beh, dai, vai a sdraiarti a letto, e quando ti sveglierai ti sentirai meglio. Non discutere con me, signor cuoco, vai…".
Discutere? E perché diavolo avrei dovuto discutere con lei? Di sicuro il caffè mi aiutò ad alzarmi in piedi e mi diressi lentamente verso la mia vecchia stanza, liberandomi dei vestiti mentre procedevo.
"Visto che sono in piedi, vado a mettere tutti i tuoi vestiti a lavare", mi disse mia madre. "Se hai bisogno di un'aspirina, sono nell'armadietto dei medicinali, nel ripiano inferiore, nel mio bagno…".
"Uuuuhhh…" gemetti mentre lasciavo cadere la camicia.
Quando raggiunsi la stanza ero già nudo e non pensai a mettermi il pigiama, dato che la testa che mi pulsava più forte mi impediva di ragionare lucidamente. Mi buttai sul letto, sempre con un gemito.

Erano passate da poco le quattro quando mi arresi e andai a cercare la tanto necessaria aspirina. Entrando nel bagno accesi la luce, la luminosità mi accecò e allora la spensi di nuovo rapidamente, borbottando: "Cazzo!". Presi un bicchiere e lo riempii di acqua fredda… vabbè, acqua tiepida, che poi sarebbe quella «fredda» anche all'inizio di ottobre, qui al Sud. Le mie mani, annaspando nel buio, trovarono l'anta dell'armadietto dei medicinali e poi il flacone, da cui estrassi due pilloline. Poi pensai: «…Mmmm forse tre sarebbero meglio…», così ne feci cadere un'altra sul palmo della mano e poi me la misi in bocca con un sorso d'acqua. Poi annaspai fino alla mia stanza e caddi sul letto con un altro gemito.

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"Paolo, tesoro… svegliati Paolino…!".
Ero sdraiato a pancia in giù con una pozza di bava sul cuscino, mentre aprivo gli occhi di scatto.
"Waaaa…".
"Tesoro, quante pillole hai preso?".
"Ehm…" faticai a parlare, "…uhmm, du… uh… no, tre, credo di averne prese tre. Oh sì, te le ho quasi finite. Mi dispiace…".
"Era una boccetta piccola?".
"Sì, perché?". Mi stropicciai il viso cercando di rianimare il criceto che ancora ronfava nella mia testa. "Comunque quelle pillole non credo che funzionino molto bene… e poi hanno una forma strana e…".
"Oddìo… tesoro, quella non era aspirina!", il mio cervello le sentì dire, e poi: "Hai preso il Viagra di tuo padre!".
"Cosa?!" dissi, desiderando immediatamente di aver parlato più piano. "Che cazzo ho fatto?!" chiesi molto più sussurrato.
"Mi hai sentito. Oddio, figlio mio! Non va bene per te!".
«Non ci credo…», pensai, mentre mi rotolavo distrattamente sulla schiena. Sentii un forte sussulto e guardai il viso della mamma e poi dove stava guardando. Merda! Ero nudo e in erezione! Le mie mani non sapevano dove afferrare il lenzuolo lì di fianco per cercare di coprirmi!
Mamma mi guardò scioccata prima che le sue mani mi afferrassero le braccia e mi fermassero.
"Lascia perdere, figliolo, l'ho già visto bene e probabilmente lo avrai così per un bel po'. Devo dire che è un bell'aggeggio, comunque!".
Abbassai lo sguardo sulla mia stalagmite di carne. «…Cazzo, i miei 18 centimetri non sono mai sembrati più grandi… o più duri!», pensai. Quello che dissi, invece, fu diverso.
"Mi dispiace, mamma… e adesso cosa faccio?".
"Beh, devi far scendere quel coso, quindi credo sia arrivato il momento di iniziare a masturbarti. Ti ricordi come si fa, vero?". Almeno sorrideva mentre lo diceva, anche se non era di grande aiuto. In un attimo se ne andò e tornò nella mia stanza con un asciugamano in una mano e una bottiglia di lubrificante nell'altra. «…Mia madre ha del lubrificante?» mi domandai all'improvviso.
"Tieni, probabilmente ti serviranno…". Prima che potessi pensare a qualcosa da dire, lei stava già chiudendo la mia porta alle sue spalle, dicendo: "Buon divertimento!".
Merda! Non era così che mi aspettavo le mie prime ore a casa!

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Circa mezz'ora dopo stavo pulendo il mio secondo pasticcio, quando mamma bussò piano e poi entrò nella mia stanza, chiudendosi la porta dietro.
"Come va?" mi domandò.
Beh, ormai ero fuori di me, quindi risposi in modo piuttosto sarcastico.
"Non «va» da nessuna parte! Semmai «viene». Scusa il casino, ma sono venuto due volte e guarda qui che cazzo di cosa!". Diedi un colpetto al mio cazzo, che ondeggiò come una possente quercia sotto il vento di burrasca, poi si raddrizzò e tornò a essere un pilastro. "Di questo passo me lo spellerò vivo, prima di farlo abbassare! Però, almeno quella roba che prende papà è davvero buona!".
"Ehm… forse, se lo faccio io, questo ti farà… abbassare il tuo coso…".
"Cosa?!".
"Beh, non è che non lo abbia mai fatto prima. Mi ricordo quando…".
"STOP! Ti prego, mamma, basta così! Non voglio sentire! Ho capito, sai come fare una sega, e a questo punto sono disperato… quindi che dire, fai pure con comodo…!". Ero ormai spazientito.
"Bene, d'accordo allora…!", disse lei mentre si versava un po' di lubrificante sul palmo della mano e si strofinava rapidamente entrambe le mani tra loro. "Chiudi gli occhi e fai finta che io sia la tua ragazza, okay?", disse mentre allungava la mano e prendeva delicatamente la mia asta tra le mani.
Due secondi dopo emisi un gemito: "Oh cielo…".
"Uh-hmmm…" fu tutto ciò che rispose.
Il suo consiglio poteva sembrare buono in linea di principio, ma in pratica non funzionò. Quando qualcuno ti accarezza l'uccello con un solo obiettivo in mente, tu guardi! E io lo feci… in meno di quindici secondi i miei occhi erano di nuovo aperti e praticamente mi uscivano dalle orbite a furia di guardarla.
Vedevo mia madre sotto una luce completamente nuova. Le sue mani stavano lavorando su tutta la mia lunghezza, usando una presa stretta mentre si torcevano sulla mia asta, una mano si staccava completamente dalla mia punta mentre l'altra che seguiva dava una bella strizzata alla cappella prima che entrambe le mani tornassero a spingere giù lungo la mia lunghezza. I suoi occhi erano fissi sulla mia asta, credo proprio sulla punta, e si mordicchiava leggermente il labbro inferiore mentre mi lavorava il cazzo con perizia.
Non c'era dubbio, a quel punto ero completamente sveglio! Ma come si reagisce quando tua madre ti fa la migliore sega di sempre? Soprattutto quando l'unica ragione per cui la fa è perché tu hai fatto una cazzata bestiale! Non avevo idea di quanto tempo ci avrebbe messo, ma fino a quel momento avevo cercato di rimanere muto, senza far capire in alcun modo che mi stava piacendo quello che faceva. Mamma era così concentrata sul suo compito che non si era accorta che non avevo mostrato alcuna reazione al suo… ehm… lavoro.

Per più di dieci minuti i miei occhi erano rimasti fissi sul suo viso, concentrato in un potente sguardo di determinazione… così, quando tirò fuori la lingua e la fece roteare intorno alle labbra per bagnarle, lo vidi e gemetti. I suoi occhi si alzarono di scatto verso i miei.
"Guarda che lo sto facendo per te, Paolo! Sei pronto a sborrare?", chiese senza fiato.
Le sue mani avevano raggiunto la mia corona, sulla quale lei aveva interrotto il suo movimento su e giù, tenendo entrambe le mani saldamente strette intorno alle mie zone più sensibili. Cazzo, quanto mi piaceva! Emisi un gemito.
"Ooooooh… mamma, sei proprio brava! Oh, cazzo! Ci sono quasi, non ti fermare adesso…!".
"Non preoccuparti, figlio mio. La mamma sa di cosa hai bisogno, e ti aiuterà finché non tornerai morbido!". I suoi occhi finalmente tornarono sul mio cazzo, solido come una roccia tra le sue mani, e si leccò di nuovo le labbra. "Accidenti, però! Sei davvero duro. Il tuo bellissimo attrezzo è così duro!".
Wow! L'ho appena sentita dire quello che penso abbia detto? Mia madre pensa che il mio cazzo sia «bellissimo»! Questa è una cosa che non avrei mai pensato di sentirle dire, nemmeno in venti vite! Tanto fu sufficiente a farmi ribollire le palle e a gemere forte.
"Oooohh, stai per venire? Devi venire, figlio mio, vienimi in mano!", strinse le mani più forte intorno alla mia mazza e mi smanettò davvero con intenzione, quasi cadendo in avanti per lo sforzo. "Dai, piccolo mio, vieni. Fallo per me! Vieni! VIENI!!!".
"Oh mamma…".
"Avanti, piccolo!".
"Oh, per la…!".
"Dai, sborra!".
"Ma… mamma!".
"Dammi la tua dannata sborra! Avanti! SBORRAAA!".
Mia madre era esasperata come e quanto me, forse per questo si era lasciata andare a un linguaggio così poco consono. Si sollevò sulle ginocchia per avere una presa migliore sul mio cazzo ad asta di bandiera, mentre aumentava i movimenti delle mani. La sua voce si era abbassata fino a diventare quasi un sussurro, mentre continuava a implorarmi dolcemente col suo mantra.
"Dai Paolo, sborra. Fallo per me. Sborra. Sborra, dannazione, sborra!". Le mie palle si contraevano e il mio cazzo si gonfiava ancora. Lei sorrise, gemendo. "Sì, tesoro, sborra per la mamma! Fallo, figlio mio, avanti, sì! FALLO! SBORRA, CAZZO!".

"OH MERDA…!" gridai mentre i miei fianchi si sollevarono dal materasso di qualche centimetro e il mio cazzo sparò un potente getto che la colpì al mento, e poi più su, riempiendole la bocca aperta prima che le sue labbra riuscissero a chiudersi. Uno spruzzo dopo l'altro, le imbiancai il naso, la fronte, i capelli, e uno addirittura la scavalcò e le finì dietro, sul culo!
Non potei che sospirare di sollievo, mentre mamma continuava a gemere: "Uh-hmmm, uh-hmmm…". Non so quante volte lo fece, parecchie! Non ho mai visto in mia madre un'espressione così determinata come in quel momento. I suoi occhi erano spalancati e aveva il fuoco dentro, mentre si dava da fare freneticamente per svuotarmi completamente le palle.
Cazzo, che sensazione… sborrare in modo così potente mentre mia madre mi masturbava il cazzo in quel modo! I miei occhi, però, non si sono mai spostati dal suo viso; anche se volevano chiudersi mentre lei mi smanettava a fondo, li costrinsi a rimanere aperti e puntati sui suoi… finché finalmente lo fece! La sua gola si mosse mentre ingoiava! Mia madre aveva ingoiato il mio sperma! Porca vacca!
A quel punto le mie palle erano vuote, anche se lei continuava a masturbarmi per tirare fuori altro sperma. Una goccia si era accumulata sulla mia punta, e poi è scesa lungo le sue mani mentre io gemevo senza fiato.
"Oh mamma mia!…".

Finalmente gli occhi di mia madre si sollevarono sul mio viso, e mi guardò trionfante.
"Ce l'abbiamo fatta, Paolino! Ti ho fatto sborrare, hai visto?!". I suoi occhi tornarono a posarsi sul mio cazzo, e lei intrecciò le mani intorno alla capocchia del mio uccello prima di farle scendere alla base e poi, stringendo forte, trascinarle entrambe verso l'alto, costringendo qualche goccia a uscire dalla fessurina in cima.
"Oh santo cielo, mamma…" dissi, mentre un brivido mi attraversò tutto il corpo. I miei occhi si chiusero finalmente, mentre mi crogiolavo nell'incredibile beatitudine di uno degli orgasmi più incredibili della mia vita, col mio cervello che elaborava il fatto che era stata mia madre a provocarlo. Lei parlava, ma io non riuscivo a seguire le sue parole perché mi ero appena ripreso dall'intensità dell'orgasmo, ma potevo sentire le sue mani muoversi ancora piano, su e giù per il mio cazzo sensibile.
"Accidenti!" esclamai scuotendo la testa, mentre ci guardavamo. "Grazie mamma!".
"Non c'è di ché, tesoro, è a questo che servono le madri…!", mi sorrise prima di guardare le sue mani che continuavano a muoversi leggermente sulla mia asta pulsante. Si portò la mano destra al mento, dove afferrò una goccia penzolante del mio seme un attimo prima che le cadesse sulla camicetta. "Certo che sei venuto a secchiate. Devo essere inguardabile…".
"In realtà, penso che tu sia piuttosto sexy!" dissi, sorridendole. La mamma arrossì e abbassò la testa, facendomi sentire un idiota. "Ehm, voglio dire… mi dispiace, non volevo farti sentire in colpa! Apprezzo molto quello che hai fatto per me…".
"Sì. Beh… sarà meglio mantenere la cosa tra noi. Tuo padre non dovrà mai saperlo!".
"Assolutamente d'accordo. Grazie ancora mamma, sei la migliore!".
La mamma mi diede un'ultima stretta con la mano sinistra e poi si chinò di nuovo all'indietro in modo da sedersi sui talloni. Solo allora notai che il suo respiro era molto più rapido e pesante del normale. I suoi occhi parevano seguire l'oscillazione del mio cazzo che si stava ammorbidendo, mentre andava contraendosi al ritmo del mio cuore. Puntava ancora verso l'alto, ma non con la stessa forza di prima, e la pressione che avevo sentito dentro era sparita!

"Beh, è meglio che vada a ripulirmi!" disse mamma alzandosi lentamente in piedi. "Mi hai davvero inguacchiata bene…" disse con un sorriso.
"Grazie ancora, mamma, e mi dispiace davvero per questo…" dissi con sincerità, "…ma confermo quello che ho detto prima". Sembrava perplessa, così continuai: "Ricordi, ho detto che eri sexy. E lo sei ancora!".
"Oh, smettila! Non sono più sexy da tanto, ormai…!".
"Non ne sarei così sicuro".
"Zitto adesso. È ora che tu e il tuo giocattolino vi riposiate un po'…", e si voltò per andarsene, con lo sguardo rivolto al mio cazzo che stava quasi per afflosciarsi contro la mia coscia. Poco prima di allontanarsi da me, sollevò distrattamente la mano intrisa di sperma verso le labbra e diede una bella leccata. "Mmmm, delizioso…" disse molto dolcemente.

L'avevo appena vista leccare altro mio sperma. Il mio cervello immediatamente la visualizzò in bagno, mentre si puliva allegramente il viso con le dita, infilandosi tutto il mio sperma in bocca. E poi, come poteva pensare di non essere sexy? Ha 39 anni, mi ha avuto a 19 anni. Poi ho ricordato che i miei compagni di scuola dicevano tutti che avevo la migliore mamma della nostra classe. «La MILF», la chiamavano, e lei è riuscita a mantenere il suo corpo sodo e ben tonico. Se a questo aggiungiamo il suo viso da ragazzina, il suo sorriso da urlo, i suoi lunghi, bellissimi capelli biondo-arancio e i suoi profondi occhi blu, è una vera bomba! Mi sono sempre chiesto come accidenti sia riuscito mio padre, che ha 48 anni, ad accalappiarla.
"Oh no…!" gemetti mentre questi pensieri riportavano rapidamente il mio cazzo allo stato di pilastro. "Cazzo, no! Ma che diamine…!" quasi bestemmiai mentre la mia mazza, ancora una volta rigida, puntava al soffitto.
Pochi minuti dopo, mamma entrò nella mia stanza con una tazza di camomilla.
"Bene, Paolo, ora dormi un… aaaaahh!", ebbe un sussulto. Riprendendo la voce, continuò. "Cosa… cosa diavolo è successo? Credevo di averlo messo fuori uso…!".
"È rimasto fermo per qualche minuto, ma poi è ricresciuto subito", le dissi, non vedendo la necessità di dirle che era perché mi ero immaginato lei che ingoiava il mio sperma. "Dannazione…!".
Mamma mi mise una mano sulla spalla.
"Su, su, figlio mio, risolveremo la questione… noi due! La cosa importante da ricordare è che ti sei ammorbidito per qualche minuto, vero?". Feci un cenno di assenso. "Bene! Le istruzioni del bugiardino dicono sempre di andare dal medico se un'erezione dura più di quattro ore, e dato che si è ammosciato per qualche minuto, credo che il tempo ricominci. È una buona cosa! Ora stenditi sul letto che ti faccio un'altra sega. Mettiti comodo…".
"Lo vuoi sapere cosa è comodo…?" e agitai le mani davanti al mio pilastro d'acciaio.
"Che simpatico! Sono felice che tu abbia ancora il senso dell'umorismo…".
"Ehm… mamma, non stavo cercando di essere divertente…".
"Oddio, scusa Paolino…".
Senza dire altro, si lubrificò di nuovo le mani e ricominciò a darsi da fare sul mio cazzo, questa volta in modo più delicato e con più attenzione. Quel suo tocco più lento e morbido mi fece gemere, ma dopo altri quindici minuti entrambi sapevamo che non ero ancora vicino alla liberazione.

Mamma fermò le mani e si riposizionò per la quarta o quinta volta, poi riprese a muoversi fissando intensamente il mio cazzo, serrandosi la lingua tra le labbra. Il suo ritmo rallentò ancora di più fino a quando si fermò e si limitò a stringere la metà superiore della mia asta con entrambe le mani.
"C'è… c'è qualcosa che non va?" le chiesi.
"No… cioè sì… cioè, non lo so…", mi guardò con aria dimessa, "…mi sento le braccia stanche. Credo che sarà necessario passare a un altro tipo di lavoretto".
"Cosa?" dissi.
Lei non disse una parola, si chinò in avanti e avvolse le sue labbra intorno alla mia corona, poi mi risucchiò direttamente nella sua bocca.
"OH MAMMA!" ansimai stupefatto mentre lei lavorava i primi quattro o cinque centimetri della mia asta nella sua cavità orale e slurpava la sua lingua sulla parte inferiore del mio cazzo. "Oooh merda… com'è bello…!".
La sua testa si mosse all'indietro finché non uscii dalle sue labbra con un forte »pop«, poi si chinò verso di me e mi baciò leggermente sulle labbra. Cazzo, pensavo che volesse darmi un bacio con la lingua completo! Il suo bacio sapeva di fragola, così diedi un'occhiata veloce al lubrificante che stava usando: era aromatizzato!!! Porca puttana! Si spostò indietro di circa tre centimetri e mi guardò negli occhi.
"Mi hanno detto che sono piuttosto brava! È solo che non mi davo così tanto da fare da molto, molto tempo!". Intanto mi menava il cazzo con la mano. "Te l'ho detto che hai un gingillo davvero bello?!".
"Ehm… sì, grazie!" dissi, non sapendo cos'altro si dovrebbe dire alla propria madre dopo che ha detto una cosa del genere.
Per poco non mi si strozzò il fiato in gola quando lei abbassò improvvisamente la testa e mi inglobò fino all'ingresso della sua gola! Le sue labbra e la sua lingua mi lavoravano come se fosse posseduta, mentre la sua mano destra iniziò a masturbare la parte di me che non entrava nella sua bocca. Dovetti concordare con lei: mia madre sapeva bene come succhiare un cazzo!
La sua testa si muoveva lentamente su e giù per il mio arnese con movimenti di 3 o 4 centimetri per volta in su e in giù, mentre succhiava con forza e con la mano destra masturbava la parte inferiore del cazzo. La mia testa ricadde all'indietro, e fissai il soffitto mentre mia madre mi lavorava l'uccello meglio di quanto qualsiasi ragazza o fidanzata fosse mai riuscita a fare! Sentivo che mi stava prendendo più a fondo ogni volta che la sua testa calava verso il basso, così tornai a guardarla… ed ebbi un sussulto quando per la prima volta in vita mia sentii il mio cazzo entrare in una gola!
"OH CAZZO!" ansimai. La guardai, ma faticai a vedere cosa stava succedendo perché i suoi capelli erano ricaduti in avanti, creando una tendina biondo-arancio. La sua mano destra si sollevò e le scostò i capelli e ci guardammo negli occhi. Pensavo che gli occhi mi sarebbero schizzati fuori dalla testa quando lei si spinse di nuovo in avanti e mi divorò il cazzo alla radice, con il naso nascosto tra i miei peli pubici, tenendomi lì per diversi secondi prima di staccarsi lentamente.

Mamma si spinse in posizione eretta leccandosi le labbra.
"Pensi che questo ti farà sparare la tua roba, così il tuo arnese si ammoscerà?", mi chiese, facendomi un timido sorriso. Non potei fare altro che annuire, mentre il mio cervello ancora annaspava alla ricerca delle parole giuste da dirle.
"Torno subito, tesoro…!", disse mentre scivolava giù dal letto, con gli occhi che guardavano con desiderio la mia lancia. Qualche istante dopo tornò sorridendo, mentre si legava i capelli in una coda di cavallo con una specie di elastico. "So che ai ragazzi piace guardare mentre gli viene succhiato, e allora… beh, ho pensato che questo potrebbe aiutarti…".
"Uh huh…" fu tutto quello che riuscii a tirar fuori.
La guardai mentre strisciava di nuovo sul mio letto, con gli occhi fissi sui miei. Si fermò con il viso ad una quindicina di centimetri dal mio.
"Sei pronto a ricominciare?" mi chiese dolcemente. "Vuoi che tua madre succhi il tuo grosso cazzo e ingoi tutto il tuo sperma? Vuoi che la tua mamma spompini il bellissimo uccello di suo figlio?".
Dio, che domande! Se lo stava facendo per tenermi su l'eccitazione, ci riusciva benissimo anche senza.
"SÌ!" ansimai senza fiato con un nitrito quasi da cavallo. "Ti prego…!".
"Fa' una cosa, tesoro… spostati indietro, appoggiati alla testiera. Sono sicura che la vista ti aiuterà a stimolarti ancora di più. Ti voglio bene così tanto…".

Mi spostai circa un metro indietro, quindi la guardai estasiato mentre divorava il mio cazzo ancora una volta, senza mai staccare gli occhi dal mio viso mentre il suo naso si immergeva di nuovo nel mio pube.
"OH MAMMA MIA!" gemetti di piacere per la terza volta.
"Sborra per la tua mamma, Paolo…", disse mentre si staccava brevemente da me e poi mi aspirava di nuovo completamente. Qualche istante dopo si staccò e gemette ancora una volta. "Sborra. Allagami la bocca con il tuo sperma, così il tuo bel cazzone si ammoscerà e starà meglio".
Beh, in effetti… solo che la combinazione delle sue parole e della visione di lei che mi inglobava l'uccello duro non era certo il massimo per farmelo ammosciare, anzi! Ma di certo non glielo dissi. Ovvio che no, mi sentivo troppo bene! Invece mi limitai a mugolare e a gemere mentre lei mi faceva il miglior pompino della mia vita.

Trenta minuti dopo, mia madre si staccò da me per più di una parte del pompino. Si massaggiò la mandibola, cercando di rilassare i muscoli mentre fissava il mio cazzo che pulsava.
"Non ho mai succhiato un cazzo così a lungo come con il tuo adesso. Immagino che farti venire dopo che hai già sborrato tre volte sia più difficile di quanto pensassi…". Le sue dita accarezzavano leggermente su e giù la mia asta, facendomi fremere dalla testa ai piedi. "Ci sei almeno vicino, tesoro?".
"Oh beh… non lo so! Voglio dire, quello che hai fatto è stato davvero incredibile, e almeno quattro volte ho pensato che mi sarei lasciato andare, ma poi… non è successo!". La guardai con un misto di lussuria e rammarico per non essere stato in grado di riempirle la bocca dopo che lei ci aveva provato con tanta passione. "Mi dispiace mamma…".
"Non dire così!", disse bruscamente. Poi, con voce più dolce: "Non è colpa tua, tesoro. Immagino che avrei dovuto aspettarmi che le tue palle fossero già abbastanza svuotate, ma dobbiamo far sparire il tuo arrapamento; quindi rilassati di nuovo e lascia fare a me…!".
"Oooh… cazzo…" esclamai mentre lei tornò ad ingoiarmi lentamente e a smerigliare con forza la mia asta con la lingua. Continuava a muoversi completamente su di me, premendo il naso e il mento nella mia pelle prima di staccarsi completamente per un breve periodo, tipo mezzo secondo, e poi ingoiarmi di nuovo. Gemevo e ansimavo per l'effetto delle sue labbra, della sua lingua e della sua gola.

Dopo quasi venti minuti si staccò da me.
"Tesoro, lo sento che si ingrossa!", mi disse sommessamente. "Il tuo gran bel cazzo sta diventando molto più duro! Dai, su, ora riempimi la bocca col tuo sperma!".
"Oh sì!".
Si tuffò di nuovo su di me e riprese i suoi frenetici sforzi orali. Vedere mia madre che si impegnava così tanto nel suo pompino solo per farmi sborrare, fu una vera e propria scarica mentale. Ed anche una sensazione fantastica! I suoi occhi mi guardavano mentre mi succhiava ancora una volta la mazza per tutta la sua lunghezza, ed io la sentivo gonfiarsi sempre di più.
"Oh cielo, mamma…!". I miei fianchi cominciarono a muoversi all'insù, e presto le stavo scopando la faccia mentre lei si muoveva di concerto con me. "Oh, cazzo!" ansimai.
"Um hmmm…".
"Opporc…!".
"Um hmmm!".
"OOOOH!".
"Pfhawwo!". Era "fallo", per caso?
"Nggghaaahhh!" gridai mentre le mie palle finalmente esplodevano sparando un potente getto di crema direttamente nella sua gola. Lei si tirò indietro finché non rimasero tra le sue labbra solo i primi due centimetri del mio cazzo, poi succhiò con forza mentre la sua lingua impazzava sulla mia punta. Cazzo, era così delizioso che mi faceva quasi male!
Mi aveva decisamente prosciugato lo scroto, eppure sentivo ancora lo stimolo di rilasciare altro sperma. Mia madre continuò la sua opera ancora per un buon minuto circa, prima di staccarsi da me. Deglutì due volte e poi mi fece un sorriso.
"Com'è stato, bel maschione?".
"Oddìo… mai avuto un pompino migliore! Ancora non ci credo! Grazie… grazie mille!".
"Sì, è proprio il caso di dirlo! È una cosa difficile da credere, in effetti, che una madre possa fare una cosa così a suo figlio…!".
Entrambi guardammo il mio cazzo che si afflosciava, abbattendosi sulla mia coscia. Lei sorrideva luminosa.
"Dico sul serio, mamma! Non so cosa avrei fatto senza di te!".
Sembrò arrossire, facendomi avvampare di calore. Notai una piccola goccia del mio sperma che era fuoriuscita dalla sua bocca e le colava lungo il mento. Dio, pensavo che fosse così arrapante in quel modo… e poi lo sentii.
I miei occhi caddero sul mio inguine, e i suoi li seguirono.
"Oh no! Cosa succede? Paolo!!! È un cazzo di scherzo?! Ti sta venendo di nuovo duro?!?!? Oh, figlio mio!".
"Dannazione… mi dispiace, mamma, ma non riesco a farci niente. Lo giuro!".
Lei mi lanciò uno sguardo triste e dimesso mentre entrambi fissavamo la mia virilità che tornava di nuovo dura come una roccia.
"Quant'è stato, quei cinque minuti in cui sei stato molle?".
"Sì, credo di sì. Forse un po' di più…".
"Oh, tesoro…!", disse dolcemente, mentre la sua mascella si muoveva nel tentativo di sciogliere i muscoli e guardava le sue mani, dove fletteva le dita. "Beh, merda…", borbottò mentre scivolava giù dal mio letto.
"Perdonami, mamma…".
"Smettila di dire così. So che non puoi farci niente, così come so che non hai preso le pillole sbagliate di proposito…".

Fece scivolare le dita fino al primo bottone della camicetta e lo aprì. Le sue dita scivolarono verso il basso e slacciarono quello successivo.
"Ahem… mamma?!?".
Le sue dita aprirono gli altri bottoni mentre mi guardava.
"Abbiamo fatto trenta, facciamo trentuno!", disse. La camicia le scivolò dalle spalle e lei allungò la mano all'indietro per slacciarsi il reggiseno (e non ho mai capito come facciano le donne a farlo così facilmente…) mostrandomi il suo incredibile petto nudo.
"Oh mamma, sei bellissima!" dissi scioccato. "Le tue tette sono incredibili… ma cosa… perché…?".
"Ti prego, non giudicarmi. Dobbiamo far smosciare il tuo uccello! Una madre deve aiutare suo figlio quando ha bisogno di lei, e tu in questo momento hai davvero bisogno di me!". Mentre parlava, le sue dita ancorarono i bordi dei pantaloni del suo pigiama e iniziarono a spingerli giù sui fianchi e lungo le gambe, prima di saltarne fuori. I suoi occhi guardarono i miei e poi scesero ancora una volta verso il mio cazzo, mentre lei sospirava e infilava i pollici sotto l'elastico delle mutandine, facendole scivolare rapidamente sui fianchi e facendole cadere a terra. Era depilata come il sedere di un bambino! "Credimi, figlio mio, non avrei mai pensato di dover fare questo con te, un giorno…" aggiunse, mentre i suoi piedi uscivano dalle mutandine.
"Sei… proprio sicura, mamma?…" borbottai mentre lei risaliva sul letto e si metteva a cavalcioni sui miei fianchi. "Hai davvero intenzione di…".
"Zitto, adesso. Sappiamo entrambi che non puoi rimanere duro così. Dobbiamo fare in modo che il tuo cazzo scenda e rimanga giù. Ti viglio bene, Paolo, e mi fa male vederti soffrire così…".

Senza aggiungere altro, afferrò la mia asta e la posizionò al suo ingresso, poi si abbassò su di me, fermandosi con circa metà del mio cazzo dentro di lei.
"C'è… qualcosa che non va, mamma?".
"N… no… sì… oh, maledizione, speravo che non fosse così piacevole…!".
"Eh?!".
"Non ho mai tradito tuo padre. Non credo che questo sia un vero e proprio «tradirlo», ma accidenti, il tuo arnese dentro di me mi dà piacere. E se c'è piacere, allora potrebbe anche essere tradimento. Oh, merda!".
Le mie mani risalirono le sue braccia fino alle spalle.
"Se papà fosse qui, probabilmente approverebbe quello che fai…" le dissi dolcemente.
"Forse… non lo so…".
"E adesso?".
"Resta solo una cosa da fare…" e detto questo, mia madre affondò completamente sul mio missile rigido. Una volta completamente impalata su di me, rimase seduta ad occhi chiusi, senza muovere un muscolo, tranne che per le sue labbra che assunsero un leggero sorriso di soddisfazione. Alla fine i suoi fianchi risalirono di circa 15 centimetri, fino a quando solo la mia cappella rimase tra le sue labbra, poi si rilassò di nuovo su di me.
"Oh cielo… adoro il tuo cazzo dentro di me, Paolino…".
I nostri sguardi si bloccarono di nuovo l'uno nell'altro, e lei cominciò a muoversi su e giù sul mio cazzo con movimenti di circa cinque o sei centimetri, che aumentarono di intensità fino a quando il suo clitoride si schiantò contro il mio osso pubico a ogni spinta. Beh, anche se tutto questo stava accadendo con l'esplicito scopo di far sgonfiare il mio cazzo e di farlo rimanere giù, non potevo starmene lì impalato. In men che non si dica, rispondevo alle sue spinte verso il basso spingendo verso l'alto.

Nel giro di sei o sette minuti, le dita di mia madre si aggrapparono saldamente alle mie spalle e i suoi fianchi iniziarono un rapido movimento oscillatorio, mantenendo il suo inguine stretto contro il mio. Gli occhi le si rovesciarono all'indietro e gridò.
"Oddìo… oh merda… sto… sto venendo! Oh! Oh! Ooooh! Mmmmmh! Oh… oddìììooo!".
I suoi movimenti si bloccarono di colpo, e i suoi fianchi si sollevarono fino a farla sfilare quasi completamente da me. Il suo respiro era rapido e pesante, mentre piccoli gemiti le sfuggivano dalle labbra.
"Oh cavolo… non pensavo che sarebbe successo…!".
"Stai… cioè… va tutto bene, mamma?".
"No, non va bene! Ho appena avuto il miglior orgasmo della mia vita, e l'ho avuto mentre cavalcavo mio figlio! Questo non va bene!". Poi, lentamente, riportò la sua figa fremente su di me, sospirando.
"Ooooooddddììììooo…".
"Senti, che ne dici… andrebbe meglio per te se cambiassimo posizione?".
Non mi rispose, ma si rotolò insieme a me finché non mi sistemai sopra di lei. Le gambe di mia madre si avvolsero automaticamente intorno al mio sedere, tenendomi completamente infilato nella sua figa bollente. Era una sensazione davvero incredibile! I miei fianchi si tirarono indietro di circa quattro-cinque centimetri e poi tornai a penetrarla, e nel frattempo le sussurrai morbidamente: "Ti voglio bene…". Lei mi fece un mezzo sorriso.
Mi tirai indietro della stessa distanza e tornai a penetrarla con un altro: "Ti voglio bene… ti voglio bene… ti voglio bene…!", al ritmo del mio fuori e dentro… in breve tempo la stavo pompando con colpi a tutta lunghezza, con la mia punta che usciva appena dalla sua figa solo per perforare il suo ingresso con un'altra invasione incestuosa. Ogni pochi colpi le ricordavo: "Ti voglio bene…".
Dopo meno di cinque minuti lei sembrava ansimasse, poi afferrò il cuscino e ne morse l'angolo mentre il suo corpo tremolava più forte di prima. Mantenni lo stesso ritmo, non volendo compromettere il suo orgasmo. Sembrava che fosse venuta per un bel po', ma era difficile dirlo, anche quando la tua attenzione è rivolta alla donna sotto di te. Forse si rilassò per poi contrarsi di nuovo per un paio di volte.

Alla fine lasciò scivolare il cuscino dalla bocca e mi rivolse uno sguardo di sgomento.
"Io… oh merda… non sapevo di essere multiorgasmica…". La guardai con aria interrogativa, e lei continuò. "Voglio dire… non sono mai venuta per più di una volta facendo l'amore, chiunque fosse il mio partner…". Le rivolsi un altro sguardo interrogativo e lei precisò: "Sai, prima di mettermi con tuo padre stavo con un altro ragazzo…".
"Oh, cielo…!" alzai gli occhi verso il soffitto.
"Immaginavo di doverlo essere, però! È stato un piacere inaspettato!".
Borbottai qualcosa tra me, incapace di trovare qualcosa da dire a quella rivelazione.
Lei guardò in giù, dove i nostri sessi erano uniti tra loro.
"Oddìo, hai sborrato?", ansimò. Scossi la testa per dire di no. "Allora quella è roba mia! Wow, devo sentire che sapore ha…".
Mi spinse via da lei e poi si contorse nel tentativo di raggiungere il mio cazzo con le labbra. Ben presto mi mise in posizione supina e succhiò i primi due centimetri nella sua bocca, facendo roteare la lingua tutt'intorno.
"Accidenti, che buon sapore!". Poi si tuffò di nuovo su di me e presto mi ripulì a fondo per tutta la lunghezza. "WOW, mi piaccio davvero!", disse, e poi ridemmo entrambi.

"Ora prendimi a pecora…", disse poi, mentre si metteva in posizione davanti a me.
"Con piacere…" dissi mentre spingevo la mia capocchia bulbosa tra le labbra della sua figa e affondavo dentro di lei con una sola spinta. Entrambi gememmo mentre riprendevo a scoparla con forza e a fondo. Poche spinte dopo ci ruotammo di 90 gradi, incastrati l'uno nell'altra, per evitare che il letto sbattesse contro il muro ad ogni mia spinta. Credo che in quella posizione abbiamo appreso entrambi che lei aveva un grande controllo dei suoi muscoli vaginali, dato che mi ha massaggiato il cazzo mentre la scopavo.
Stavamo prendendo un bel ritmo quando la sua mano destra andò alla ricerca frenetica del cuscino. Trovatolo, se lo infilò in bocca, un attimo prima che il suo corpo cominciasse a sbattersi in convulsioni davanti a me. Le mie palle pulsavano, e il mio cazzo sussultava invano mentre venivo con forza senza eiaculare nulla. Il nostro climax reciproco terminò, e mamma lasciò cadere il cuscino mentre ansimava per respirare.
"Sei venuto? Mi è sembrato di sì…".
"Beh, l'orgasmo c'è stato, ma non credo che ci fosse più sperma…" dissi onestamente.
I miei fianchi si muovevano ancora piano dentro di lei, che emise un gemito di piacere.
"Beh, sei ancora duro come sempre. Voglio stare di nuovo sopra…!".

Mi distesi sulla schiena, poi mamma mi succhiò il cazzo, ripulendomi ancora una volta da tutto il suo nettare. "Accidenti, non smetterei mai di assaggiarmi…", mi disse, subito prima di montare di nuovo a cavalcioni su di me, scivolare sulla mia colonna Traiana e cominciare a scoparmi lentamente, con passione, quasi amorevolmente.
Dopo un certo tempo, guardò la mia radiosveglia.
"Oh santo cielo! Paolino, sono le 6:30 passate!", ansimò.
"Buongiorno, mamma!".
"Molto divertente!". Ondeggiò i suoi fianchi contro di me, la mia punta premuta contro la sua cervice, e mi sorrise. "Hai ragione, comunque. Questo è un buon giorno…", disse, mentre me lo strizzava tra le pareti della figa, "…un ottimo giorno!".
Le mie mani persero ogni timidezza, e finalmente esplorai con esse ogni angolo del suo corpo mentre scopavamo illuminati dal primo sole del mattino. Per quanto tempo abbiamo fatto l'amore non so, ma era così incredibilmente fantastico!
Sembrava che le piacesse tanto quanto a me, soprattutto quando le strofinavo, strizzavo e titillavo le tette e i capezzoli. Imparai a capire quando si stava avvicinando, e scoprii che non solo veniva squirtando se le strofinavo il clitoride proprio in quel momento, ma esplodeva anche se le mordicchiavo la nuca proprio all'attaccatura dei capelli. E una volta è quasi saltata via da me, in preda a uno shock epocale, quando le ho accarezzato con un dito la parte inferiore del piede proprio mentre iniziava a godere!
Fu la prima volta che si abbandonò alle urla, non avendo avuto il tempo di raggiungere il cuscino prima di gridare. La sua figa si aggrappava a me più forte che mai.
"Oh cazzo… mamma, sto per…" gemetti, mentre lei era ancora in pieno orgasmo.
"Mmmmhh… fallo, figliolo… aaaahhh!".
"Ooooohh… vengo…oooaaaaagggh!" ansimai mentre le mie palle finalmente eruttavano in quella calda sauna che era la sua figa.
Lei gridò forte, con il mio cuscino fuori portata. Tre rapidi respiri e: "Oddìo, vengo ancoooraaaaa!".
Pochi secondi dopo si abbattè su di me, respirando a fatica e decisamente arrossata.

Mi sembrava di aver sentito un rumore da qualche parte in casa, ma non ne ero sicuro. Mamma sollevò la testa da dove si era afflosciata contro il mio petto.
"Cazzo, è stato intenso! Questa volta mi hai farcita con la tua crema! E credo che siamo anche riusciti a fartelo ammosciare di nuovo…". La mia verga, che si stava restringendo, uscì fuori da lei, e lei esclamò felicemente. "Sì! Ce l'abbiamo fatta!".

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Proprio mentre si chinava per darmi un bacio, la porta della mia camera da letto si aprì e apparve mia sorella diciottenne in camicia da notte.
"Mamma, che cosa stai facendo qui, nella stan…", disse, poi il suo viso fece capolino dietro la porta e lei sussultò: "…OH MIO DIO!" e fece un balzo all'indietro, inorridita.
Il mio cazzo divenne una trave d'acciaio in meno di un secondo, facendo urlare nostra madre.
"No, Patty, fermati, non te ne andare!".
Patty si guardò lentamente intorno, trasalendo quando ci vide nudi e sudati, io sulla schiena e mamma spalmata sul mio petto e sul mio inguine.
"Ma… oh mio dio…" ripetè la mia sorellina, portandosi la mano alla bocca.
"Per favore, tesoro, vieni qui…", disse mamma con uno sguardo supplichevole.
Lentamente mia sorella, arrossendo come un peperone, si spostò a metà strada tra la porta e il letto.
"Ho bisogno del tuo aiuto, Patty… tuo fratello ha bisogno del tuo aiuto!".
Rapidamente mamma le spiegò che avevo preso per sbaglio tre pillole di Viagra di papà, e il mio cazzo non scendeva e non rimaneva giù. Per sottolinearlo, si spostò sulle mie ginocchia ed espose il mio fallo rigido.
"Oh mio dio!" Patty esclamò ancora una volta bruscamente, mentre faceva un passo indietro.
"Davvero cara, non sto scherzando, è una cosa molto seria!…", mamma le lanciò un altro sguardo supplichevole mentre continuava: "…Stiamo cercando di farlo stare giù da…".
"…Dalle quattro di stanotte" mi inserii.
"E pensavo di averlo finalmente domato una volta per tutte, ma appena sei entrata si è rialzato, proprio come adesso…".
"Dalle quattro?" Patty disse/chiese. Guardò il mio orologio e rabbrividì, facendo voltare anche me e la mamma a guardare.
"Oh, povero figlio mio, devi essere davvero esausto…", disse la mamma mentre io sbattevo le palpebre sui numeri verdi che segnavano le 7:47. Gemetti.
"Ma… non dovrebbe essere in ospedale? Non dicevano qualcosa sul fatto che deve rimanere duro per meno di quattro ore…?".
"È vero, Patty, ma l'ho fatto andare giù almeno tre volte. Il problema è che resta moscio solo per pochi minuti, e poi torna solido come una roccia. Proprio così…" e mi diede una manata scherzosa che fece oscillare il mio pilastro a destra e a sinistra.
"Ma… io cosa posso fare?" chiese Patty, fissando il mio cazzo stalagmitico.
"Aiutami a farlo ammosciare e a farlo rimanere lì…", disse mamma con decisione.
"Ma… è mio fratello!".
"Eh già, e si dà il caso che sia anche mio FIGLIO! Ma io ho fatto del mio meglio per aiutarlo a risolvere questo problema. Ma è un problema piuttosto grosso…".
"È grosso, siamo d'accordo…" intervenne Patty.
"Un problema che a questo punto solo entrambe possiamo gestire! Per favore, aiutami ad aiutare tuo fratello…".
"Ti prego, sorellina…" aggiunsi. Lei stava fissando il mio cazzo, che aveva scelto proprio quel momento per trasudare un piccolo flusso di liquido prostatico… anzi, credo che fosse piuttosto una residua goccia di sperma, mentre si contraeva bruscamente.

Patty gemette a quella vista, poi sussultò quando la mamma tenne il mio cazzo tra il pollice e l'indice, mentre si chinava e prima leccava la mia corona, poi succhiava i primi due centimetri mentre la sua lingua vorticava allegramente intorno alla mia punta.
"MAMMA!".
"Non dirmi «mamma», signorina! Lo sto scopando e succhiando da quasi quattro ore, quindi ogni timidezza è fuori luogo. Ma sono davvero sfinita…", mi guardò e sorrise, "…totalmente e completamente!". Guardò di nuovo mia sorella. "Se non vuoi aiutarmi, allora dovrò montare di nuovo su di lui, ma avrei davvero bisogno del tuo aiuto!".
"Tu… tu vuoi che io…", il suo sguardo si spostò rapidamente da nostra madre a me e viceversa, "…che io mi scopi Paolo?!? Vuoi davvero che mi scopi mio fratello?!".
"Sappiamo entrambe che non sei più vergine…", disse la mamma mentre io guardavo scioccata la mia sorellina più piccola, "…quindi non fare la santarellina con me. Fidati di me, una volta che ci sarai dentro non ti dispiacerà…" disse la mamma e mi diede una strizzatina proprio in quel momento.

Patty rimase lì come una statua, così la mamma scivolò giù dal letto e prese i suoi vestiti che erano sparsi in giro. Diede un bacio a Patty sulla guancia e ne soffiò uno a me.
"Vi lascio soli, intanto preparo un'altra caffettiera…" disse. Poi uscì dalla mia stanza e chiuse la porta.
Mi sentivo un po' strano a stare sdraiato senza niente addosso, mentre il mio obelisco, simile a una colonna di granito, oscillava impercettibilmante al ritmo del mio battito. Non sapendo cosa dire, rimasi in silenzio e lasciai che Patty decidesse da sola. Il suo labbro si arricciò e lo mordicchiò leggermente mentre rifletteva sulla situazione. Questo mi fece capire il perché di quel famoso detto: pentola sorvegliata non bolle mai… la suspense mi stava uccidendo. Fece un passo avanti, poi si fermò.
"È folle…", disse così piano che la sentii a malapena.
I suoi occhi vagavano per la stanza, verso il mio orologio, poi verso il mio cazzo, il mio viso, l'orologio, il mio viso, l'orologio, il mio cazzo, l'orologio, il mio cazzo.
"Dalle quattro di stamattina?".
"Già!" risposi tristemente. Il mio cazzo si agitò da solo.
"Ti fa male?".
"Non ancora…".
"Buon dio, Paolo…".
"Che vuoi che ti dica…?!".
Si avvicinò di un altro passo. Poi un altro. Un altro ancora. Ora era a circa un metro e mezzo dal mio letto.
"Non posso credere che mamma… nostra madre… mi stia chiedendo di fare questo!". Per un tempo lunghissimo, forse due minuti, Patty rimase lì a riflettere sul mio cazzo che dondolava leggermente e che si mirava al soffitto, mentre lei si giocherellava i capelli.
Alla fine non ce la feci più.
"Ti prego, sorellina! Ho davvero bisogno del tuo aiuto!".
"Ma… dovrei scopare solo con qualcuno che amo, e che mi ama. Come il mio ragazzo…".
"Ma io ti amo, sorellina… è un amore fraterno, ma pur sempre amore".
"Certo! Anch'io ti amo, Paolo. Ma non credo sia la stessa cosa…".
"Ti capisco. Senti, puoi dire a mamma di tornare qui? Grazie lo stesso, sorellina…".
"Cosa vuoi dire?".
"Che se non vuoi aiutarmi, non ti costringerò. Ti voglio troppo bene per farlo! Quindi chiedi alla mamma se può tornare qui e…".
"Oh no, tu non…!", disse mia sorella mentre si tirava su la camicia da notte e la faceva svolazzare sul pavimento. "Hai appena dimostrato che mi ami davvero! E poiché ti amo davvero, è giusto che io faccia la mia parte!".
"Ne sei sicura?" chiesi mentre lei si spostava sul letto e mi toccava dolcemente le palle, poi fece scivolare le sue dita sempre più delicatamente sul mio cazzo fino alla sua cresta, poi di nuovo giù.
"Dannato stronzo…!", disse mentre una piccola lacrima si formava sull'occhio sinistro e le colava lungo la guancia. "Sì, ne sono sicura!".

Si chinò e mi baciò sulle labbra con un bacio a stampo, poi si abbassò e baciò allo stesso modo la testa del mio cazzo. Gemetti. Patty mi guardò tenendo le labbra sulla punta, poi sorrise prima di abbassare le labbra intorno alla mia cappella. La sua lingua si mosse lentamente intorno a tutta la mia punta, e poi lei mi succhiò ferocemente prima di staccarsi con un forte »pop«.
"È da molto tempo che volevo farlo, ma non ho mai avuto l'opportunità o il coraggio di farlo. È un bel cazzo il tuo, fratellone…".
"Okay, se vogliamo commentare le parti del corpo, tu hai un corpo davvero sexy… che non ricordavo tu avessi l'ultima volta che sono stato a casa…".
Mettendosi dritta e spingendo il petto in fuori, rise leggermente.
"Grazie… finalmente sono sbocciata!". Si mise a coppa i seni e li strizzò. "Che ne dici? In meno di un anno sono passata da appena una seconda scarsa a una bella quarta!".
Le mie mani scivolarono su per il suo corpo e spinsero via le sue. Le sollevai e le strinsi con forza, prima di dare una strizzatina a entrambi i capezzoli, facendoli diventare istantaneamente dei proiettili. Lei ansimò mentre le tormentavo le tette.
"Devo ammetterlo: sono belle tette. Davvero belle. Mi piacciono!".
"Grazie, sono contento che ti piacciano. Ma giocare con le mie tette non te lo farà andare giù, quindi…!" e si chinò sul mio cazzo, costringendomi a togliere le mani dai suoi seni. "Uhmm…", gemette mentre prendeva sempre più del mio cazzo in bocca.

Si tirò indietro, lasciandomi scivolare tra le sue labbra, la sua lingua passò intorno alle labbra, mentre si rimetteva in piedi.
"È strano. Ho assaggiato il tuo sperma quando è uscito dalla tua punta e mi è piaciuto. Ma poi ho sentito un sapore diverso più in basso su di te, e il tuo cazzo ne è ricoperto…".
"Beh, quella roba più in basso è di mamma. È esplosa come un petardo su di me!".
"Ma non mi dire!". Patty si chinò e leccò tutto intorno alla mia base ripulendomi dalla sostanza biancastra di mamma. "Quella roba è BUONA!". Guardò me e poi il mio cazzo nella sua mano. "Non riesco a fare l'ingoio con un cazzo delle tue dimensioni, quindi dovrò fare così…" e si chinò di nuovo a leccare la mia asta completamente pulita.
"Possiamo fare un sessantanove se vuoi, sai, solo per prepararti…" dissi speranzoso.
"Magari più tardi. Sono così eccitata in questo momento che mi sembra di perdere un litro al minuto!".
Dopo aver finalmente ripulito la mia mazza dall'essenza di nostra madre, Patty si mise a cavalcioni sul mio cazzo e lo guidò nella sua fessura. Chiuse gli occhi e disse dolcemente: "…Perdonami, Ricky…" prima di lasciarmi entrare in lei fino alla base. Aveva ragione, la sua figa era bagnatissima!
"Oh cielo, sorellina, è così bello averti sopra di me. Scusa… chi è Ricky?".
"Oh… è il mio… ooooh… è il mio ragazzo…", ondeggiò i fianchi in cerchio intorno alla mia lancia, poi si fermò e mi sorrise. "Stai proprio bene dentro di me, fratellone. Hai proprio un bel cazzo. Oh sì, che bella sensazione…".
"Wow…" dissi, mentre iniziavamo a scoparci a vicenda.

Non dicemmo un'altra parola per lunghi minuti, concentrati come eravamo sui nostri movimenti e sulle incredibili sensazioni che ci stavamo trasmettendo a vicenda. Decisi che mi piaceva baciare e succhiare le sue fantastiche tette sode da adolescente, due delle migliori tette che avessi mai incontrato! Patty sembrò apprezzare i miei sforzi su di esse tanto quanto me.

Circa dieci minuti dopo aver iniziato a muoversi su di me, ripiegò la testa all'indietro, schiacciando la sua fica contro la mia base. "Oddìo… SÌÌÌÌÌ…!", gridò, "…oh mio dio… Paolo… sto venendo! Dio, sto venendo scopandomi mio fratello! Non riesco a crederci…". Si muoveva violentemente con la sua figa avanti e dietro su di me, mentre io facevo del mio meglio per pompare dentro di lei a tempo con i suoi movimenti. "CAZZOOOO!", urlò quando improvvisamente fermò ogni movimento con la sua figa saldata alla base del mio cazzo, con i muscoli interni che spasimavano intorno al mio membro duro!
Alla fine si rese conto che le sue dita stavano scavando profondamente nei miei bicipiti dove si era aggrappata mentre veniva. Fissandomi negli occhi, borbottò delle scuse, poi chiuse gli occhi e rabbrividì mentre diceva a malapena: "Porca puttana!".
"Cosa c'è che non va?" le chiesi.
"Eh??" chiese lei inspirando profondamente. "Oh, io… ehm… non sono mai venuta così, prima! Voglio dire, i miei ragazzi sono sempre venuti prima di me, quindi dovevo sempre prendermi cura di me stessa dopo essere tornata a casa. Ma questo…! È stato… è stato semplicemente fantastico, Paolo! Grazie".
"No, sono io che devo ringraz…".
"Stronzate. Questa volta possiamo ringraziarci a vicenda. Ora so che non hai ancora sborrato, quindi fammi rotolare e scopami come si deve!".
"Come vuoi…" dissi mentre la ribaltavo, portandomi sopra di lei. "Che ne pensi di così?…" le chiesi mentre mi tiravo indietro quasi del tutto e poi mi rischiaffavo dentro di lei. Patty gemette di piacere. "E così?…" chiesi mentre il mio ritmo accelerava fino a quando non stavo sbattendo il mio cilindro di marmo nella sua figa fradicia ma strettissima.
"Oh dio… sì, è proprio così che lo voglio! Oh dio, Paolo, scopami! Scopami forte e fammi sborrare di nuovo! Cazzo, sì, che belloooo!".
"Sì, lo è…" dissi appena prima di baciarla, con le nostre lingue che duellavano ferocemente in ogni direzione, senza fermarci… così non fui sorpreso quando, pochi minuti dopo, ansimò tra le mie labbra: "Vengo… godo… oooh!".
Mi sollevai su di lei e mi concentrai a stantuffare potentemente la mia asta nella sua figa fremente. Ogni volta che mi schiacciavo col pube contro di lei, facendo pressione con la mia base sul suo clitoride, lei gemeva forte mentre i nostri occhi si fissavano. Proprio mentre lei raggiungeva il culmine, le mie palle si contrassero invano nel tentativo di pompare altro sperma da me. Il mio cazzo si gonfiava e pulsava mentre venivamo insieme, e la sua umidità compensava la mia mancanza di eiaculazione.

Pochi istanti dopo, eravamo sdraiati insieme in un bagno di sudore, con le sue braccia e le sue gambe ancora avvolte intorno alla mia schiena. Dopo tre tentativi falliti, Patty riuscì finalmente a parlare.
"Oh mio Dio, è stato fantastico! Sei venuto? Voglio dire, ti ho sentito sborrare, ma non ti ho sentito sborrare. Ha senso?".
"Sì, ha senso. E la risposta è: sì, l'ho fatto, ma no, non l'ho fatto. Le mie palle sono ancora vuote, anche se è stato incredibile!".
"Sì…!", disse lentamente tra i suoi ansimi. "Lo sei stato. Incredibile, voglio dire…".
Le sue braccia si strinsero più forte intorno alle mie spalle, mentre le sue gambe si arpionarono alle mie chiappe. Entrambi gememmo di piacere mentre sentivo la sua testa girarsi di lato.
"MERDA!".
"Cosa…?" inspirai in reazione.
"Noi… stiamo scopando da quasi due ore?!?!! Com'è possibile?".
Sollevai la testa e vidi che l'orologio segnava le 9:33.
"Immagino che sia così. Tu stai bene, sorellina?".
"Se io sto bene?! Come stai TU! Tutto bene?!".
"Beh, il mal di testa da cui è partito tutto questo è passato da un pezzo, e il mio cazzo viene massaggiato proprio in questo momento da una figa incredibile, che appartiene a una delle femmine più belle e sensuali che ho il piacere di avere intorno. Quindi, a parte un piccolo problema, direi che sto abbastanza bene!".
"Grazie per la leccaculata, fratellone, ma devo dirti che il tuo problema non è piccolo. E comunque dobbiamo fare in modo che si sgonfi, così ora tocca a me stare sopra…!".
"Se lo dici tu…" dissi, mentre Patty ribaltava entrambi ancora una volta.
"Sì, lo dico io, fratellone stallone! Wow, non riesco ancora a capire come è successo, ma di sicuro mamma aveva ragione, mi piace un sacco farlo…".
"Davvero?".
"Sì! Non ho mai goduto così tanto prima d'ora!". Cominciò a muovere i fianchi in ogni tipo di movimento possibile. "Ora tocca a me far sentire bene entrambi! Una di queste volte ti sentirò sparare la tua roba dentro di me! Non vedo l'ora!".
"Spero che tu prenda la pillola, sorellina…".
"Da tre anni ormai!", si chinò e mi baciò a lungo e con forza, le nostre lingue si intrecciarono ancora una volta. Alla fine ruppe il nostro bacio e strofinò il naso sul mio. "Voglio scoprire se quella cosa funziona davvero, anche se in questo momento non mi dispiacerebbe avere un figlio tuo!", disse con tono imbronciato.
"Davvero?!".
"Beh, non farci caso, il mio cervello pensa cose strane quando sono così eccitata…".
Si mise in posizione seduta su di me e cominciò a darsi da fare con la sua fighetta stretta attorno al mio cazzo. Sembrava posseduta dal demone del piacere mentre mi scopava più forte di chiunque altro, compresa nostra madre qualche ora prima.

In quel momento la porta si aprì completamente e nostra madre ci guardò.
"Come state voi due?".
"Credo che ci siamo, mamma…" Patty disse, quasi senza fiato.
"Paolino?".
"Beh… sono ancora duro come una roccia, ma credo che la sorellina abbia ragione…".
La mamma intervenne a metà strada.
"Fammi vedere…" disse. Patty si sollevò lentamente da me, fermandosi con la mia punta ancora dentro di lei. "Hmm… sembra come quando l'ho lasciato!". Patty si riabbassò con un sospiro, mentre la mamma la guardava. "Hai bisogno che ti sostituisca?".
"No, mamma, grazie, per ora sono a posto così. E poi, per una volta, voglio sentire il cazzo di Paolo che non spara a salve! Finora ha avuto solo orgasmi a secco…".
"Va bene, allora! Chiamatemi se avete bisogno di me".
"Grazie mamma…" dicemmo quasi all'unisono mentre la mamma usciva dalla mia stanza, lasciando la porta spalancata.
"Pensi che voglia ascoltarci?…" chiese Patty.
"Cazzo…" dissi con una spinta decisa verso l'alto.
"Uuuuuhh…!", ansimò lei.
"Sì!", terminai con una seconda spinta ancora più forte.
"Continua così e verrò talmente in fretta…".
"Come tu desideri…" le dissi, mentre iniziavo a stantuffare la sua figa da sotto.
Non più di una decina di spinte più tardi, lei serrò il mio cazzo con i muscoli stretti della sua figa, quasi schiacciandomelo, mentre si teneva stretta sui miei fianchi.
"Oddìo, ecco che arrivaaaa…!", gridò mentre spingevo il mio cazzo nella sua fica superstretta e supereccitata. Con un urletto che pareva volermi spaccare le orecchie, Patty avvolse le gambe intorno alle mie, serrandosi coi talloni dietro le mie cosce, e si aiutò a spingersi più giù sul mio cazzo, mentre tutto il suo corpo tremava violentemente sopra di me. Non ero nemmeno vicino al mio orgasmo, quindi continuai a stantuffarla finché non fu completamente sopraffatta dal suo orgasmo esplosivo.
"Stai bene, sorellina?".
"Cazzo…", rispose lei molto dolcemente.
"Tutto bene?".
"Cazzo…".
"Ancora? Adesso?" e ricominciai a pompare dentro di lei.
"Oooh, cazzo…! Fermati!".
Mi bloccai e le sorrisi, mentre lei guardava con sguardo svuotato verso il basso. Le sue labbra si mossero come per parlare, ma non uscì nulla. Le leccò e ci riprovò. Ancora niente. I suoi occhi si mossero da una parte all'altra, deglutì con forza e poi riprovò.
"Cazzo, fratellone, è stato bestiale!", disse la sua voce debole e tremolante. Si guardò intorno nella stanza e poi tornò a guardare me. "Come stai, sei lì lì?". Scossi la testa. "Oh… accidenti, forse avrei dovuto lasciare che fosse la mamma a occuparsene…".
La tirai giù verso di me e le baciai la fronte, il naso e infine, con dolcezza, le sue labbra frementi. Le sue mani si muovevano lentamente su e giù per il mio petto, finché non mi strinse le braccia al collo e mi tenne stretto al suo viso.
"Non ho mai pensato di poter essere scopata così… mai! Quindi credo che forse debba essere la mamma a prendere in mano la situazione…".
"No, sorellina…", i nostri occhi si bloccarono a circa cinque centimetri di distanza.
"No?".
"No. Se scopare non ha funzionato, forse fare l'amore funzionerà. Voglio farlo con dolcezza con te… e vediamo di mettere alla prova quelle pillole!" le sorrisi.
"Oh…" ci guardammo negli occhi per alcuni secondi; il mio cazzo le pulsava dentro, mentre la sua figa continuava a stringersi e a mungermi senza sosta, "…ci sto, Paolo. Facciamo l'amore…", sussurrò infine, muovendo i fianchi.
"Con vero piacere!".

I suoi fianchi iniziarono a muoversi lentamente, avanti e indietro, con brevi spinte di pochi centimetri, mantenendo così il mio cazzo per lo più incastrato dentro di lei. Allo stesso tempo, lei si chinò e cominciò a baciarmi dolcemente su tutto il viso… non saltò nemmeno un punto. La ricambiai, baciandola lungo il collo e poi fino alle orecchie, cosa che le piacque molto.
Quando ebbi finito con il viso e il collo erano passati quindici minuti, e i suoi colpi di bacino erano ormai di una decina di centimetri in avanti e all'indietro, sempre con la mia base che sfiorava il suo clitoride. Patty sollevò le braccia come se stesse cercando di appendersi da qualche parte. Io alzai il busto e le baciai dolcemente le labbra.
Poco dopo, dovetti rallentare i suoi movimenti per evitare di spingerla oltre il limite. Sì, stavo davvero bene dentro di lei, ma le mie palle non erano affatto pronte a fare la loro parte. Mentre lei continuava a pompare senza sosta i suoi fianchi sopra di me, le mie mani scivolarono leggere sulla sua vita, fermando il suo movimento oscillante.
"È così bello, Paolo" mi sorrise e sussurrò. "Ti amo…".
"Lo so…" risposi, "…come un fratello".
Si sdraiò su di me e mi lanciò un'occhiata leggermente imbronciata, poi mi diede un bacio.

Con delicatezza la feci rotolare sotto di me, poi le afferrai le gambe e le sollevai fino a farle appoggiare sulle mie spalle. Una volta che entrambe furono lassù, mi tirai quasi completamente indietro e poi spinsi lentamente la mia asta d'acciaio di nuovo dentro di lei.
"Oh sì, quanto è bello…" fu la sua reazione, poi cominciò a gemere "…che bello…" a ogni mio colpo. Il mio ritmo non andava mai più veloce di un colpo ogni due secondi circa, anche se a volte rallentavo ancora di più. Volevo farlo lentamente, quindi non mi importava.

Un'altra decina di minuti e le mie palle cominciavano a muoversi nella loro sacca. Le afferrai le gambe per le caviglie e gliele spinsi delicatamente sul viso, senza fermarmi finché le ginocchia non furono ai lati delle orecchie.
I miei fianchi si spinsero in avanti, facendo sussultare Patty.
"Oh dio, è così in fondo! Oh sì, possiedimi, fratellone! Fammi sentire il tuo sperma dentro di me!".
"Presto, Patty, presto…".
"Lo voglio così tanto!".
Finimmo con le labbra unite, le nostre lingue che danzavano su una musica silenziosa da bocca a bocca. La sua figa stava ricominciando a strozzarmi l'asta, ma sapevo che mi stavo avvicinando. Continuammo per altri lunghi minuti, mentre mi avvicinavo alla perfetta fusione dei nostri orgasmi.
Patty continuava a trattenere il respiro mentre la sua passione saliva a livelli mai provati prima.
"Oh, ti prego, Paolo…", implorava, "…ti prego, riempimi!".

La sua figa si contrasse in spasmi fortissimi, stringendosi attorno alla mia mazza come una morsa, rendendo quasi impossibile estrarla o muovermi dentro di lei. Ciononostante, mi dimenai con forza e spinsi il mio cazzo più a fondo che mai nella sua figa.
"Sì!", gridò lei.
"Oh cielo, Patty… sto… sto venendo!".
"Dio, sì! RIEMPIMIIII!". Mentre gridava, i fianchi di Patty rimbalzavano sotto di me mentre io usavo spinte più leggere per mantenermi affondato il più possibile, lasciando che le mie palle la riempissero finalmente del mio sperma tanto atteso.
"Uuuuuhhh…" gemetti.
Le sue mani mi afferrarono il viso e guidarono le nostre bocche mentre mi baciava con tutto il suo corpo e la sua anima! Fortuna volle che i nostri orgasmi si esaurissero quasi nello stesso momento, permettendoci di fermarci ansimando e aggrappandoci l'uno all'altra. Rimanemmo insieme così, con i nostri corpi abbrancati l'uno all'altro, per diversi momenti. Non si lamentò mai.

Sapendo che per lei ero un fardello pesante da reggere, le liberai il corpo e le abbassai le gambe accanto alle mie. Poi la strinsi forte e la feci rotolare, rimanendo sotto.
"Grazie…", disse con voce sommessa. Borbottai qualcosa. "È stato così bello! Voglio dire… cazzo!".
"Vorrei ben dire!!".
Entrambi guardammo nel punto da cui nostra madre aveva parlando, sorprendendoci nel vederla seduta, senza essere notata, sulla sedia della mia scrivania.
"Patty, figlia mia adorata… quanto avrei voluto essere al tuo posto durante quella… quella… scopata incredibile! È stata di un erotismo incredibile! Sei così fortunata…".
"Mamma, non sono stata scopata…" Patty la interruppe, "…sono stata AMATA! Sono stata amata così bene! Oddìo, Paolo, ho i formicolii dappertutto! Guarda che pelle d'oca!".
"Beh…", disse mia madre, "…comunque ho preparato un'altra caffettiera, sperando che questa volta il tuo uccello si sia ritirato. Ce l'hai fatta, Patty?".
Patty la guardò e poi guardò me.
"Non ne sono sicura… spero di no!" rise. Poi si sollevò lentamente e si staccò da me, con una marea di sperma che usciva dalla sua figa spalancata quando ci separammo.

Sulla mia coscia giaceva floscio il mio uccello, che sembrava completamente morto per il mondo e ben svuotato.
"Sembra che alla fine lo abbia domato, mamma!".
"Ben fatto, tesorina mia…", le disse mamma con una certa sorpresa.
"Grazie, sorellina! Anche tu mamma! Grazie a tutte e due…" esclamai sollevato.
Ci spostammo tutti quanti dal letto. Patty abbassò lo sguardo sul suo sesso infiammato e sussultò, facendoci guardare entrambe.
"Accidenti mamma, guarda! La mia figa non riesce a chiudersi! Pensa che a riempirla c'era una grossa colonna di carne, fino a poco fa!".
"Dovrai cercarne un'altra da qualche altra parte, ora…" le dissi ridendo.
"Forse se ti faccio un pompino posso trovarne una proprio qui!".
"Abbi pietà, sorellina. Sono un po' dolorante, al momento!".
"Sto scherzando, fratellone!", disse lei allungando la mano e dandomi una leggera stretta prima di mollarmelo rapidamente.

Pochi istanti dopo le raggiunsi in cucina dopo essermi fermato per fare una necessaria pipì (accidenti… faceva un male cane quel flusso che veniva da un'altra fonte!). Mi sedetti dove una tazza di caffè piena mi aspettava.
Fu allora che notai il flacone con le pillole rimaste.
"Che idea è questa?".
"Beh, tuo padre è molto attento nei confronti delle sue pillole. Si accorgerà che ne mancano tre! Così ho chiamato la farmacia e ho ordinato una nuova confezione di pillole. Quante ne sono rimaste lì dentro?".
Ho aperto il flacone e ho dato un'occhiata all'interno.
"Ne sono rimaste quattro…".
"Bene! Domani andrò a ritirare le nuove pillole. Rimettero le 3 che mancano nel flacone di tuo padre, e quelle che rimangono sono tue…".
"Ma… perché, mamma?".
"Vedi, ho chiamato tuo padre e gli ho detto che eri a casa, e lui mi ha detto che lassù hanno ordinato i pezzi sbagliati, e che questo ritarderà i lavori di un paio di giorni! Gli ho detto di stare tranquillo, e che ci saremmo visti una volta sistemato tutto". Mamma mi guardò, poi guardò Patty, poi di nuovo me. "Penso che non sarà difficile per te trovare una o due femmine da queste parti che vorrebbero fare un'altra maratona di sesso con te. Solo una pillola alla volta però, stavolta!".
La guardai scioccato, mentre Patty batteva le mani e gridava: "Sì, sì, sì!".
"Sai, me la cavo abbastanza bene anche senza le pillole…" dissi con una faccia seria.
"Seee… spaccone!" disse Patty ridendo.
"Non tanto quanto CON loro, però!" aggiunse mia madre, guardandomi negli occhi.
Mi preoccupai un attimo quando sentii il mio cazzo moscio ravvivarsi, ma poi abbassai lo sguardo e lo vidi contrarsi e poi ricadere inerte. Uff!

Mia madre mi si avvicinò e mi baciò sulla guancia destra, mentre Patty mi baciò la sinistra, tenendo ciascuna il mio cazzo moscio in mano. Ci abbracciammo e ridemmo.
«…Che bello essere a casa…!», pensai.
scritto il
2024-08-04
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