Villeggianti 2

di
genere
prime esperienze

A casa feci la doccia e lavai bene quella strana bava. Avrei dovuto dirlo a mia madre, forse era una malattia. Ma non potevo dirgli di Mimmo, quindi dopo cena mi misi subito a letto e pregai Gesù affinché mi facesse guarire.
Il giorno dopo mi svegliai nervosa ma non avevo perdite. Feci colazione e poi, come ogni giorno mi recai al nostro ritrovo.
Sembravano essersi svegliati tutti presto perché io ero l'ultima. Uno dei fratelli Berti, Mauro, mi stupi' chiedendomi se stessi bene. Gli risposi che era stato solo un malore passeggero e lo ringraziai. Gli altri, come sempre, erano sistemati in gruppetti e chiacchieravano.
Notai che una delle due sorelle torinesi, Ginevra, teneva la mano ad Armando che però sembrava tenergliela come la si tiene ad un bambino.
Ginevra guardava la sorella, era eccitata da quella situazione, forse,si sarebbe fidanzata.
I filarini erano una novità, forse qualcuno negli anni si era innamorato ma nella comitiva non ci erano mai stati fidanzamenti,, sempre presi a giocare.
Mentre prendevo posto su una staccionata mi si affianco' Mimmo e a bassa voce mi disse : - quando torno a Napoli dirò al mio amico che aveva ragione, che tra le gambe, voi donne, siete morbidissime e.... Calde - arrossii e poi lo guardai negli occhi, mi sembrava diverso, più solare. Gli dissi che ero stata male che avevo avuto delle perdite strane e una strana pressione proprio lì. Lui sostenne il mio sguardo poi, sempre a bassa voce, mi disse : - Carla so quello che ti è successo. Quel mio amico di cui ti parlavo mi aveva avvertito. Mi aveva detto che se avessi toccato quella fessura e fossi stato fortunato da lì sarebbe uscito un liquido che avrebbe reso la parte ancora più morbida. Purtroppo io ti ho toccata da sopra le mutandine e non l'ho sentito. Ma non hai avuto dolori, vero? - feci di no con la testa e rimasi in silenzio. Mi piaceva Mimmo, non ci avevo mai pensato, era sempre cupo ma adesso mi sembrava un altro e poi... Eravamo complici.
Nel pomeriggio i romani vollero di nuovo giocare a nascondino a coppie. Dopo qualche discussione si cominciò. Le torinesi avrebbero dovuto cercarci. I loro vestiti le facevano sembrare due damigelle piuttosto che cacciatrici.
Io e Mimmo andammo allo stesso posto. Era ampio e pieno di vie di fuga.
Sentimmo delle grida, qualcuno era già stato preso, dalla voce dovevano essere i brufolosi di Milano.
Cercai lo sguardo di Mimmo ma i suoi occhi erano fissi sul mio sedere. Lo toccai e, in silenzio, lo interrogai con gli occhi. Lui avvicinò la sua bocca al mio orecchio e sussurrò : - ripensavo a ieri, a quanto ero stato fortunato a far uscire il liquido e a quanto ero stato sfortunato a non poterlo sentire, lo guardai bene, mi sembrava triste, mi venne spontaneo accarezzargli la faccia, lui socchiuse gli occhi e mi fisso' con quelle due fessure facendomi arrossire.
Mi sentivo in subbuglio e mi sembrava di sentire tutti gli odori, compreso il suo alito caldo che sapeva di buono.
: - puoi riprovare se vuoi, scostero' le mutandine ma se sentirò dolore ti fermerai,, promesso? - aveva gli occhi fiammeggianti e la faccia rossa, fece giuringiurello con l'indice ed il medio della mano destra e si avvicinò.
Rimasi in piedi, tirai su la gonna e provai a scostare le mutandine. Era troppo complicato così le tirai giù fino alle ginocchia. Chiusi gli occhi e aspettai. Mimmo si mise quasi di fronte a me,, avvicinò la bocca al mio orecchio e chiese se potessi divaricate le gambe. Lo feci e aspettai. La sua mano si poggio' su di me, sembrava sicura, andava su e giù e si soffermava sul bottoncino che mi bussava. Mi sentivo avvampare e avevo un solletico enorme lì sotto. Poi sentii un rumore strano, come uno sciacquettio. Mimmo aveva aumentato la velocità e intanto con la bocca soffiava sul lobo del mio orecchio. Improvvisamente sentii crescere un piacere sconosciuto, troppo forte per me. Piegai le ginocchia e tentai di chiudere le gambe mentre Mimmo continuava a fare su e giù. Lo pregai di smettere, avevo il cuore che sembrava scoppiare e il bottoncino che mi faceva male e... Bene. Mi inginocchiai poggiando il culo nudo sul fieno. Mi sentivo strana, ma era stato bellissimo. Mi toccai sotto, ero un lago. Guardai Mimmo e mi sembro' di essermi innamorata. - come è stato? - mi chiese - non lo so, - risposi mi sembrava di morire ma... È stato bellissimo - poi continuai - allora? È morbida la mia patatina?- Lui mi guardò e mi stampo' un bacio in bocca. Rimasi immobile.
Mi ero innamorata di Mimmo, ne ero sicura, poi lui sussurrò : - Carla, vuoi essere la mia ragazza? - lo guardai, poi arrossendo feci si con la testa. Lui mi baciò di nuovo, ma con la bocca aperta, sapeva di buono ed era bravo. Di nuovo però la bava aveva ripreso a scendere...
scritto il
2024-08-12
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