Villeggianti 5

di
genere
prime esperienze

Va da sé che quella sera, nella doccia, maltrattai la mia fica. Ero venuta una prima volta appena messo piede nel piatto doccia, ma, insaponandomi avevo scoperto che non era sufficiente. Poggiai l'indice all'ingresso della vagina e lo mandai in perlustrazione. Il canale ere strettissimo e sembrava interrotto.
Pensai al cazzo di Armando, come poteva entrare?
Presi la spazzola e strusciai il manico su e giù, come avevo visto fare, per poi soffermarmi con la testa del manico all'ingresso della galleria, ripetei quel gesto due o tre volte ma dovetti fermarmi corrosa dalla voglia di infilare
la spazzola tutta dentro.
Mollai la spazzola, presi la vecchia strada e venni di nuovo.
A cena mi sentivo uno straccio. Ero stanchissima ed accaldata. Misurai la febbre di nascosto, avevo 37,8...che fare? Se lo avessi detto a mamma o a nonna mi avrebbero obbligata a stare a casa ed io non volevo. Speravo solo che la temperatura non si alzasse troppo.
Andai a letto con la scusa del mal di testa. Nonna volle togliermi per forza il malocchio con il suo piatto acqua e olio, decreto' che davvero qualcuno mi aveva fatto il maleficio, era il lasciapassare per evitare ulteriori indagini.
Durante la notte ebbi dei picchi di febbre con sfebbrate improvvise che mi debilitarono ulteriormente. La mattina successiva avevo ancora la stessa febbre. Scesi a fare colazione ostentando uno stato fisico falso.
Fortunatamente i miei fratellini assorbivano tutte le energie di mamma e nonna, io ormai ero grande, potevo cavarmela da sola.
La mattina non uscii. Sotto il balcone passo' Mimmo con i due romani. Gli dissi che avevo da fare e che ci saremmo rivisti il giorno dopo.. Mi lanciò un bacio e prosegui'.
Pochi minuti dopo passo' Gisella, da sola. La feci salire, ero felice di vederla.
La portai in cameretta e le dissi della febbre. Lei mi guardò e mi disse :- quindi non verrai? - come no? - risposi - mi sto riguardando proprio per essere presente, verrò anche mezza morta- e ridemmo di gusto.
Aveva un bel sorriso, la scrutai e mi venne una idea. - ti va se ti faccio sistemare i capelli da mamma? - lei mi guardò e arrossendo disse : - ma no dai, tua madre è in vacanza- ok, è deciso, si va - e la presi per mano.
Mamma stava leggendo una rivista vicino alla finestra, mentre nonna, come al solito, cucinava.
Gli presentai Gisella e poi le chiesi se poteva sistemargli i capelli.
Mamma lo faceva per mestiere, accettò senza pensarci e subito portò Gisella al lavandino per il lavaggio. Meno di due ore dopo una ragazza con i capelli lucidi ed ondulati si guardava allo specchio dubitando di quello che vedeva.
Era bellissima, quella faccetta scavata sembrava di una diva, senza un filo di trucco. La convinsi a restare con me in attesa di uscire insieme per lo spettacolo.
Passammo due ore a conoscerci. Aveva la mia età ma non andava più a scuola. Non ce ne stavano di vicine ed il padre le aveva vietato di prendere la corriera.
Quella decisione l'aveva ferita ma si era arresa.
-andiamo al cinema? - le chiesi rompendo quel momento triste, mi guardo' e poi disse : - siiii dai che fra poco comincia mi misurai la febbre di nuovo, 38, misi una tuta e uscimmo.
Sedemmo ai nostri posti ed aspettammo in silenzio. Io avevo molto freddo e tremavo.
Arrivarono puntuali, Ginevra sembrava allegra. Molto meno sottomessa delle altre volte. Spinse contro il muro Armando che lasciò fare. Si inginocchio' e calo'i pantaloncini del ragazzo. La solita mazza, puntava verso il cielo. Ginevra la prese in bocca senza mani e senza le spinte di Armando fece affondare il cazzo fin dove poteva. Lo aveva fatto quasi sparire poi si tiro' su tossendo e ridendo e chiese :- sto diventando brava? - senza aspettare la risposta ripete' l'esercizio, era sparito tutto, sembrava che attaccate al mento ci fossero due enormi palle. Risali' e rise di nuovo. Armando era sconvolto e felice. Si riebbe e prese in mano la situazione. Piego' Ginevra verso la porta, abbasso' le mutande e cominciò a leccare. Vedevamo benissimo quella lingua corta e tozza separare le labbra e raccogliere il liquido che usciva copioso. Ginevra, al solito, venne subito. Armando si mise in piedi lasciandola piegata e, senza preavviso, le affondo' il cazzo nella figa. Le gambe di Ginevra si piegarono per un attimo poi ripresero la posizione. Il pisello di Armando prese a stantuffare, dal nostro punto di osservazione era fantastico. Ogni tanto usciva lasciando la vagina allargata per poi affondare di nuovo. Poi decise di cambiare, la fece sdraiare con il culo verso di noi e la fece rannicchiare un po. Le prese la chiappa in alto e la tiro' su mettendo a nudo la fica fradicia e slabbrata ed un fiorellino rosa scuro. Punto'la cappella sulla vagina e la squasso'. Sembrava una trivella, perforava quella cavità estraendone liquidi in continuazione. Sembrava stesse stantuffando anche noi, avevamo il fiatone e faceva caldissimo.
La scena era davvero forte, i piccoli seni di Ginevra vibravano ad ogni botta di bacino di Arnaldo. Ginevra godeva in continuazione con gli occhi sparati al soffitto e le gote rosse.
Bollivo e forse non era solo la febbre. Poi un tocco fresco mi accarezzò le natiche, superando agevolmente l'elastico della tuta. Mi girai di scatto, Gisella mi guardava e intanto faceva scendere la sua mano fresca tra le mie chiappe.
Così, mentre Armando slargava a suo piacimento la fica di Ginevra, le dita di Gisella giunsero a meta sulla mia vagina. Non sapevo cosa fare, bollivo e la testa mi scoppiava, sentivo che di lì a poco avrei lasciata libera la mia fica di godere,, non potevo evitarlo, Gisella ansimava sulle mie orecchie ed intanto Armando sfilo' il cazzo dalla fica sfondata di Ginevra e lo poggio' sulla sua bocca sborrando a fiotti intensi. La fica di Ginevra era impressionante,, due giorni prima era una fessura e ora aveva l'aspetto di una pianta carnivora. Mentre pensavo questo, smanacciata da Gisella, mi girai. Incontrai la sua bocca che si schiuse lentamente profumando l'aria. Aprii la mia e aderii. Sentii di amare quella bocca, quella dolcezza che non avevo mai sperimentato.
Quando ci staccammo i due attori non c'erano più. Restammo sole con la nostra vergogna.
Ci alzammo e ci avviammo verso l'uscita, in silenzio. Gisella cerco' la mia mano, la trovò, la strinsi forte poi, uscimmo all'aria aperta.... Continua 4
scritto il
2024-08-17
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