Villeggianti 6

di
genere
prime esperienze

Prevedibilmente il giorno dopo la bronchite mi venne a trovare. Sapevo che avrei corso il rischio ma lo spettacolo era imperdibile e tutto il resto.... Di più.
Mimmo passò sotto il mio balcone insieme alla sorella di Ginevra e ai due romani casinari.
Li salutai dicendogli che sarei uscita dopo qualche giorno, Mimmo mi lancio' due baci, era carino, ero contenta di essere la sua Fidanzata.
Nel pomeriggio, verso le cinque mi venne a trovare Gisella. Ormai era quasi di casa. Quando entrò in cameretta insieme a lei entro'la freschezza.
-Mi dispiace - disse - che perderemo puntate importanti del nostro film preferito - ma tu puoi andare - obiettai- sei ancora in tempo-lei mi guardò negli occhi e mi disse - preferisco il tempo con te - si alzò in piedi e poggio' la sua fronte sulla mia. I capelli scesero formando un drappeggio che nascondeva i nostri visi. La sua bocca si poggio' sulla mia e la forzo'. Cedette subito, risposi come meglio potevo. Lei allungo'la mano sotto il lenzuolo e cominciò a carezzarmi la fica. Rispose subito, come sempre. Venni, con la sua lingua in bocca ed il suo alito buonissimo.
Si ricompose, era rossa, sistemo', i capelli e respiro'profondamente.
-sei pazza - gli dissi ridendo, - e se entra qualcuno? -
Fui assalita da una crisi di tosse mentre finivo la frase. Lei non sapeva che fare mi guardava stringendomi la mano, poi mi calmai. Gisella Poggio' la mano sul mio petto, proprio al centro, sembrava cercare il modo per guarirmi. Le presi la mia mano e la spostai sul seno destro. Avevo il capezzolo turgido e lei lo vide subito. Lo catturo' con il pollice e l'indice e cominciò a torturarlo. Fui sopraffatta dalla voglia di nuovo. Improvvisamente scatto'in piedi senza un apparente motivo. Si avvicino' alla porta e mise la testa fuori sembrava stesse origliando, poi si girò verso di me e mi sussurro' di aspettare. Uscì e chiuse la porta.
Allungai la mano fra le mie gambe e constatai che la situazione era drammatica. Avevo prodotto più bava di cento lumache. Guardai la mano, era tutta lucida e aveva un odore forte di sesso e di pipi.
Poco dopo la porta si riapri'. Gisella aveva un piatto con su due bicchieri di latte.
Entro', li posò sul como' poi, guardandomi negli occhi disse :-via libera - e si portò ai piedi del mio letto. Tirò via le coperte e si getto' sulla mia fica con la faccia - è sporca, - protestai, lei tenendomi per i fianchi alzò per un attimo gli occhi, sembrava un demone, - questo è tutto quello che voglio - e riabbasso' lo sguardo.
Mi arresi, allargai le cosce e mi feci invadere dalla sua bocca caldissima. Quando rialzo' la testa io avevo goduto quattro volte, avevo il cuore in gola ed il fiato cortissimo. Lei era una maschera, aveva le guance rosse ed era lucida dei miei umori. La guardai è le dissi :-tu sei pazza- hai ragione - replico'. Poi prese il bicchiere del latte e ne beve un bel sorso. Posò il bicchiere e si avvicino' baciandomi con dolcezza. Restituii il suo bacio che aveva un sapore inedito per me.
Si sedette sul letto accanto a me e mentre mi accarezzava la testa sussurrò : - il fatto è che credo proprio di amarti - anche io ti amo-, replica - ma credo di amare anche Mimmo, sono confusa- già - replico' Gisella - capisco, vedremo.
Se ne andò, poco dopo con un velo di tristezza negli occhi, mi diede un bacino in fronte e mi salutò dandomi appuntamento a presto.
Per tre giorni rimasi a casa, la tosse sembrava essersi ritirata. Le uniche visite che avevo avuto, puntuali, furono quelle di Mimmo, accompagnato sempre da qualcuno, che da sotto la finestra mi lanciava baci.
La mattina che mamma decise che la reclusione poteva bastare fui la prima a presentarsi al nostro ritrovo. Faceva caldo, seduta all'ombra aspettai che arrivassero tutti. Le dinamiche non erano cambiate un granché. Ginevra ormai faceva coppia con Armando e la sorella di lei, pur detestandolo, aveva accettato la cosa. Nessun altro sembrava flirtare, Mimmo aveva gli occhi brillanti, mi guardava in silenzio e mi accarezzava le mani. Pensai che forse le persone si dividono in due grandi gruppi. Quelli per cui il sesso è una parte marginale della vita, così piena di tante altre cose e di quelli che invece attorno al sesso costruiscono il resto della vita. La mia fica, bussando, fece coming out sulla mia appartenenza.
La maggioranza, quella mattina, decise per il fiume. Io restai vestita seduta per terra con la schiena poggiata su un grosso tronco caduto. Li guardavo ridere e scherzare, come sempre, si schizzavano l'acqua ghiacciata e si rincorrevano. Sentivo forte l'assenza di Gisella. Avevo chiesto ad una sua vicina di casa se l', avesse vista e mi aveva risposto che gli era sembrato di vederla dare una mano ai genitori nel loro orto.
Poi Mimmo fini'di fare il bagno e venne da me. Mi accarezzo' il viso con le mani freddissime poi getto una tovaglia per terra e mi si sedette vicino .
Aveva bisogno di baci, mi prese la testa e la porto'a se. Mi tempesto' di baci dappertutto poi penetro' la mia bocca. Rovistava come se stesse cercando qualcosa. La sua lingua saettava sui miei denti, lottava con la mia, era una furia. Mi trovai a fare un raffronto con Gisella ma lei aveva la primavera in bocca.
Poi mi mise una mano sulla fica, in silenzio lo agevolai e scostai le mutandine, smise finalmente di baciarmi e abbassò lo sguardo cercando di vedere quello che faceva. Lo sorpresi afferrando il suo cazzo attraverso le mutande. La sua mano su di me aveva preso a tremare e ad aumentare il ritmo, venni subito, come al solito, ma riuscii a controllarmi.
Lasciai per un attimo il suo cazzo, scostai le mutande fredde che aveva e lo liberai . Era durissimo con tanta pelle davanti, mi riempiva la mano e ne usciva un po'. Cominciai a segarlo e vidi che la pelle poteva scendere, come una guaina. Il cazzo di Armando era sempre sguainato ecco perché quello di Mimmo mi era sembrato strano.
Scesi la pelle e ne venne fuori un fungo viola e bollente. Cominciai a segarlo e mentre lo facevo ripensavo a Ginevra e ai suoi lavori di bocca. Decisi al momento, chinai la testa è lo presi tra le labbra. Era caldo e vibrava, sapevo cosa fare e lo feci. Leccai quel cazzo facendolo sparire di continuo nella mia bocca. La sborrata mi colse di sorpresa, Mimmo era rimasto in silenzio, incredulo e quando aveva sentito salire il godimento aveva deciso di non avvertirmi. Sentii la cappella gonfiarsi e spararmi in gola uno schizzo potente seguito da altri tre più piccoli. Il primo andò giù da solo, gli altri due li riversai sul suo cazzo che sembrava un cono gelato sotto al sole.
Rimase sconvolto lo guardai e gli dissi :- ti è piaciuto? - da morire - rispose - ma lo avevi già fatto, vero? - che dici? Gli risposi arrabbiata - sei matto? - lui restò in silenzio, poi mi dette un bacio sulla guancia si alzò ed andò a fare il bagno. Rimasi da sola, con la bocca impastata a pensare che forse mi ero spinta troppo in là non potendogli confessare che avevo seguito dei "corsi" insieme a Gisella..... Continua
scritto il
2024-08-20
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