Villeggianti 8
di
Carcassone
genere
prime esperienze
Andai via da quel magazzino conscia di aver perso ogni certezza.
Amavo due persone di sesso opposto e le amavo da starci male.
Il giorno dopo la comitiva era al gran completo. Tutti presenti e tutti, più o meno vogliosi di fare qualcosa.
Mimmo sembrava essersi ripreso dal giorno prima e mi girava attorno nervosamente cercando, mi sembrava, un contatto.
Gisella si teneva in disparte osservando tutto con gli occhi luminosi.
Qualcuno ripropose il gioco del nascondino a coppie. Fu bocciato a favore di quello singolo.
Mi andai a nascondere nel luogo che meglio conoscevo, il fienile e attesi in silenzio.
Non ero sola, Mimmo mi aveva seguita e forse c'era qualcun altro.
Eravamo accovacciati vicini, in silenzio. Mimmo non perse tempo, improvvisamente porto' la mano destra sotto al mio culo e afferro' la fica. La Teneva tutta in mano, stringendola.
Si intrufolo' sotto le mutandine e comincio' a masturbarmi ferocemente.
Lo lasciai fare agevolandolo. Ero nella posizione tipica della femmina che urina e provai ad allargare le gambe al massimo.
Non mi fece godere, si tirò in piedi e lo cacciò. Sventolava il suo uccello davanti alla mia faccia e mi guardava. Sapevo cosa fare, lo strinsi con la mano e lo infilai in bocca. Non aveva un sapore buonissimo ma poco dopo sapeva solo della mia saliva.
Aveva chiuso gli occhi, avevo il controllo su di lui, o almeno lo credevo. Leccai quel cazzo come avevo imparato da Ginevra. Lei aveva dovuto sostenere una prova più difficile della mia. Armando aveva una resistenza che Mimmo poteva sognarsi.
Infatti poco dopo sentii il cazzo farsi più duro, la cappella aumentare di volume. Riprese il controllo, lo prese in mano e lo cacciò fuori, poi come indemoniato lo sego' a velocità folle. Improvvisamente si fermò, mi tenne per i capelli e bofonchio': - ti sburro in faccia - gli schizzi mi centrarono in pieno viso. Continuava a tenermi ferma mentre con la cappella viola faceva dei cerchi sulla mia faccia.
Mi lasciò i capelli e mi porse dei fazzolettini che imbrattai completamente.
Mi sistemai al meglio, coprii la fica che reclamava e feci per muovermi, Mimmo non la pensava così. Mi mise le mani sulle spalle e mi disse : - ancora, dai-il suo cazzo era ancora bello duro, aprii di nuovo la bocca e succhiai. - leccalo dai, puliscilo tutto- disse ansimando, poi, improvvisamenfe, mi Fermo', lo prese in mano e lo ripose.
Mi tirai su, lo abbracciai. Accostai la bocca alla sua ma si spostò baciandomi in fronte, poi mi disse : - ho una voglia matta di scoparti, ti va? - non lo so - risposi impaurita. - conosco un posto dove potremo stare tranquilli, daiii-insistette. - ci devo pensare - dissi - ho paura e poi non sono pronta - va bene dai - mi rassicuro' - tu vieni in quel posto con me, poi se non te la senti ci mssturberemo come al solito e via - avevo ancora la fica in fiamme, avrei dovuto, forse,
Soddisfarla prima di dare una risposta. - va bene,- dissi - benissimo - rispose Mimmo,- stasera verso le cinque passo sotto da te e andiamo insieme.
Si allontanò e riprendemmo il gioco.Mimmo riuscì a fare tana mentre io ero rimasta nascosta. Avevo sentito dei rumori all'inizio del gioco, in mezzo a quei covoni doveva esserci qualcuno.
Infatti apparve Gisella, per un attimo, poi scatto' ed andò a tana.
Il coglione che doveva trovarci decise che due tane dallo stesso posto erano troppe ed infatti fui facilmente catturata.
Uscii fuori e andai verso gli altri. Gisella stava parlottando con Ginevra e la sorella, mentre Mimmo stava parlando con Armando e quest'ultimo gli dava delle continue pacche sulle spalle, poi mi videro, e si staccarono un po'.
Mentre tornavamo verso le nostre case mi avvicinò Gisella e parlando sotto voce mi disse : - cavoli, stai diventando brava! - la guardai con gli occhi interrogativi e continuò - ti ho vista nel fienile, Ginevra è stata una buona maestra.... - annuii arrossendo, poi le dissi : - vuole scopare con me, che faccio? -, vuoi provare? - rispose lei - non lo so - replicai - ho paura ma.... Si, vorrei - allora fallo - tanto, prima o poi... Dove vuole farlo? - non lo so, dissi, - ha detto che conosce un posto. - si, il posto di Armando, il suo nuovo amichetto - il nostro cinema? - sussurrai, - si, disse lei, sembra proprio che daranno un nuovo film. Forse andro' a vederlo, che ne dici? - la fissai per un attimo poi dissi : - spero che sarà di tuo gradimento - e le tirai un bacino.
Il pomeriggio non riposai affatto. Scelsi il vestito da mettere. Un vestitino intero con dei bottoni davanti e le solite Converse bianche che adoravo.
Lavai la fica con attenzione. La feci soffrire perché ad ogni passaggio sembrava dover scoppiare.
Decisi di non godere.
Mimmo venne puntuale, lo vidi e scesi le scale salutando i miei che risposero distrattamente.
Camminammo in silenzio per quasi cinque minuti.
Non conoscevo quel posto, non c'ero mai stata, delusa, seguii Mimmo che sembrava sapere dove andare. Passammo in mezzo a delle strettoie invase da materiali di ogni tipo e ci trovammo davanti ad una vecchia porta bianca.
La aprì' e mi fece strada. Riconobbi subito la stanza di Armando, solo la prospettiva era diversa ma era il nostro cinema.
Vidi la fessura da dove spiavamo Ginevra e decisi che avrei dovuto fare in modo che lo spettacolo fosse indimenticabile.... Continua
Amavo due persone di sesso opposto e le amavo da starci male.
Il giorno dopo la comitiva era al gran completo. Tutti presenti e tutti, più o meno vogliosi di fare qualcosa.
Mimmo sembrava essersi ripreso dal giorno prima e mi girava attorno nervosamente cercando, mi sembrava, un contatto.
Gisella si teneva in disparte osservando tutto con gli occhi luminosi.
Qualcuno ripropose il gioco del nascondino a coppie. Fu bocciato a favore di quello singolo.
Mi andai a nascondere nel luogo che meglio conoscevo, il fienile e attesi in silenzio.
Non ero sola, Mimmo mi aveva seguita e forse c'era qualcun altro.
Eravamo accovacciati vicini, in silenzio. Mimmo non perse tempo, improvvisamente porto' la mano destra sotto al mio culo e afferro' la fica. La Teneva tutta in mano, stringendola.
Si intrufolo' sotto le mutandine e comincio' a masturbarmi ferocemente.
Lo lasciai fare agevolandolo. Ero nella posizione tipica della femmina che urina e provai ad allargare le gambe al massimo.
Non mi fece godere, si tirò in piedi e lo cacciò. Sventolava il suo uccello davanti alla mia faccia e mi guardava. Sapevo cosa fare, lo strinsi con la mano e lo infilai in bocca. Non aveva un sapore buonissimo ma poco dopo sapeva solo della mia saliva.
Aveva chiuso gli occhi, avevo il controllo su di lui, o almeno lo credevo. Leccai quel cazzo come avevo imparato da Ginevra. Lei aveva dovuto sostenere una prova più difficile della mia. Armando aveva una resistenza che Mimmo poteva sognarsi.
Infatti poco dopo sentii il cazzo farsi più duro, la cappella aumentare di volume. Riprese il controllo, lo prese in mano e lo cacciò fuori, poi come indemoniato lo sego' a velocità folle. Improvvisamente si fermò, mi tenne per i capelli e bofonchio': - ti sburro in faccia - gli schizzi mi centrarono in pieno viso. Continuava a tenermi ferma mentre con la cappella viola faceva dei cerchi sulla mia faccia.
Mi lasciò i capelli e mi porse dei fazzolettini che imbrattai completamente.
Mi sistemai al meglio, coprii la fica che reclamava e feci per muovermi, Mimmo non la pensava così. Mi mise le mani sulle spalle e mi disse : - ancora, dai-il suo cazzo era ancora bello duro, aprii di nuovo la bocca e succhiai. - leccalo dai, puliscilo tutto- disse ansimando, poi, improvvisamenfe, mi Fermo', lo prese in mano e lo ripose.
Mi tirai su, lo abbracciai. Accostai la bocca alla sua ma si spostò baciandomi in fronte, poi mi disse : - ho una voglia matta di scoparti, ti va? - non lo so - risposi impaurita. - conosco un posto dove potremo stare tranquilli, daiii-insistette. - ci devo pensare - dissi - ho paura e poi non sono pronta - va bene dai - mi rassicuro' - tu vieni in quel posto con me, poi se non te la senti ci mssturberemo come al solito e via - avevo ancora la fica in fiamme, avrei dovuto, forse,
Soddisfarla prima di dare una risposta. - va bene,- dissi - benissimo - rispose Mimmo,- stasera verso le cinque passo sotto da te e andiamo insieme.
Si allontanò e riprendemmo il gioco.Mimmo riuscì a fare tana mentre io ero rimasta nascosta. Avevo sentito dei rumori all'inizio del gioco, in mezzo a quei covoni doveva esserci qualcuno.
Infatti apparve Gisella, per un attimo, poi scatto' ed andò a tana.
Il coglione che doveva trovarci decise che due tane dallo stesso posto erano troppe ed infatti fui facilmente catturata.
Uscii fuori e andai verso gli altri. Gisella stava parlottando con Ginevra e la sorella, mentre Mimmo stava parlando con Armando e quest'ultimo gli dava delle continue pacche sulle spalle, poi mi videro, e si staccarono un po'.
Mentre tornavamo verso le nostre case mi avvicinò Gisella e parlando sotto voce mi disse : - cavoli, stai diventando brava! - la guardai con gli occhi interrogativi e continuò - ti ho vista nel fienile, Ginevra è stata una buona maestra.... - annuii arrossendo, poi le dissi : - vuole scopare con me, che faccio? -, vuoi provare? - rispose lei - non lo so - replicai - ho paura ma.... Si, vorrei - allora fallo - tanto, prima o poi... Dove vuole farlo? - non lo so, dissi, - ha detto che conosce un posto. - si, il posto di Armando, il suo nuovo amichetto - il nostro cinema? - sussurrai, - si, disse lei, sembra proprio che daranno un nuovo film. Forse andro' a vederlo, che ne dici? - la fissai per un attimo poi dissi : - spero che sarà di tuo gradimento - e le tirai un bacino.
Il pomeriggio non riposai affatto. Scelsi il vestito da mettere. Un vestitino intero con dei bottoni davanti e le solite Converse bianche che adoravo.
Lavai la fica con attenzione. La feci soffrire perché ad ogni passaggio sembrava dover scoppiare.
Decisi di non godere.
Mimmo venne puntuale, lo vidi e scesi le scale salutando i miei che risposero distrattamente.
Camminammo in silenzio per quasi cinque minuti.
Non conoscevo quel posto, non c'ero mai stata, delusa, seguii Mimmo che sembrava sapere dove andare. Passammo in mezzo a delle strettoie invase da materiali di ogni tipo e ci trovammo davanti ad una vecchia porta bianca.
La aprì' e mi fece strada. Riconobbi subito la stanza di Armando, solo la prospettiva era diversa ma era il nostro cinema.
Vidi la fessura da dove spiavamo Ginevra e decisi che avrei dovuto fare in modo che lo spettacolo fosse indimenticabile.... Continua
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