Villeggianti 10

di
genere
prime esperienze

Mamma ringraziò per il presente e lo poso' sulla vecchia credenza. Mentre tutti insieme apparecchiavamo la tavola Gisella disse a mia madre che la sera successiva sarei stata ospite io a casa sua. Mia madre non si oppose, così Gisella, incoraggiata dalla piega che aveva preso il dialogo, avanzo' una richiesta ulteriore : - mi piacerebbe che Carla trascorresse una giornata con me, sarebbe divertente. Lavoreremo con mia madre e poi dopo la cena potrebbe restare a dormire da me, ho una camera bella grande... - La guardai sbigottita, non mi aveva detto niente di questo, mia madre invece era rimasta in silenzio e ci osservava. Nonna, che aveva capito che mamma non avrebbe deciso, intervenne : - Sarà una bella esperienza, se non può farla qui, a casa di Gisella, che conosco benissimo, dove può farla? - non ha mai dormito fuori casa - rintuzzo'mia madre - beh, - replico' nonna - questa occasione sembra perfetta per provare - dopo un attimo di silenzio mamma mi guardò, poi, rivolgendosi a Gisella disse: - va bene, ma sei sicura che tua madre sarà d'accordo? - certo - rispose prontamente Gisella - le avevo già chiesto il permesso e lei è stata subito d'accordo.
Gisella mi guardò e sorrise, cenammo in allegria e mentre io sparecchiavo, mamma Ravvivo'i capelli di Gisella che, da sola, non era proprio capace di occuparsene.
Ci lasciammo dandoci appuntamento l'indomani, alle otto a casa sua.
Stentai a prendere sonno, era una nuova avventura per me. Mamma, quando eravamo in città, non mi aveva permesso mai di dormire fuori, nemmeno quando ero invitata ai pigiama party con le amichette di scuola.
Quando invece venivamo in villeggiatura allentava i controlli, forse convinta che lì la vita fosse meno "avvelenata".
Se solo avesse lontanamente sospettato.....
Mi svegliai da sola alle sette e, fatto lo zainetto, scesi in cucina dove nonna era già operativa. Mamma ancora dormiva con i miei fratelli.
Feci colazione e ringraziai di nuovo nonna per la sua opera.- ho detto solo la verità - si schermi'nonna - li conosco da sempre-
La baciai sulle guance e la salutai.
Faceva freddino, a maniche corte feci il piccolo tragitto fino a casa di Gisella con perenni brividi.
Appena apri' la porta sorrise : - si vede che sei abituata ad altri orari - non pensavo facesse così freddo replicai. - vagli a prendere un giacchino- intervenne la madre mentre mi invitava ad entrare.
Scambiammo quattro chiacchiere sulle nostre famiglie poi lasciai lo zaino a Gisella che lo porto' in camera sua ed uscimmo tutte.
Fu una giornata faticosa per me, per niente abituata a rimanere piegata troppo tempo, per giunta sotto il sole. Alla fine della mattinata di lavoro le due sembravano in ottima forma mentre io mi ero ammutolita per la stanchezza. Mangiammo in maniera frugale e riuscimmo per terminare il lavoro.
Sistemare le verdure nelle cassette era più semplice e, in tre, ce la sbrigammo con due ore.
Conquistammo la libertà che erano passate le cinque. Gisella mi portò in camera sua e preparò la doccia. Ne avevamo un estremo bisogno.
Entrai per prima e mi misi sotto il soffione, poi entrò lei. Aveva coperto i capelli perché intendeva conservare il lavoro di mia madre.
Prese una spugna e, senza fiatare, comincio' ad insaponarmi. Chiusi gli occhi e lasciai fare. Fu accurata ma senza insistere dove invece volevo io. Mi passò la spugna e feci altrettanto con lei poi uscìmmo e mettemmo l'accappatoio.
Si avvicinò al letto poi improvvisamente si lasciò cadere e a braccia larghe si distese.
Aveva la fica scoperta, Pelosissima e due capezzoli scurissimi.
Mi avvicinai in silenzio e le baciai la pancia, mi aspettava, lo sperava. Mi lasciò fare, baciai i suoi seni che sembravano tremare. Misi una mano tra le sue cosce e trovai la bava che conoscevo.
Volevo stupirla , mi portai ai piedi del letto e mi inginocchiai. Avevo la fica a pochi centimetri dalla faccia. Volevo baciarla ma mi mancava il coraggio. Poi lei alzò la testa, mi guardò negli occhi e senza dire niente mi mise la sua mano dietro la nuca e mi attrasse a se.
La mia bocca venne a contatto con la fica. Mi feci coraggio e socchiusi la bocca e tirai fuori la lingua. Aveva un sapore strano ma mi sembrava meglio del cazzo.
Cominciai a leccare convinta e Gisella cominciò a godere. Era bellissimo sentirla ansimare, meraviglioso sentirmi chiamare amore. Mi venne tra le labbra tremando. La baciai in bocca e dissi di amarla. Non sapevo se fosse la verità ma mi sembrava.
La madre ci chiamò mentre eravamo a coccolate intente a baciarci.
La cena era quasi pronta.
Mangiai da fare schifo ed il padre di Gisella, che era molto simpatico, ci fece bere mezzo bicchiere di vino. Passai il resto della serata a ridere come una cretina, poi il padre si congedo' lasciando noi donne a rassettare.
La madre ci risparmio' e ci mandò in camera a riposare, dandoci in anticipo la buonanotte.
Gisella chiuse la porta a chiave e si denudo' completamente. Feci lo stesso e mi avvicinai. Ci stringemmo forte e cominciammo a baciarci.
Ci sdraiammo sul letto senza staccarci mai. Poi lei si tirò su e si inginocchio' vicino ai miei fianchi. Era una posizione strategica, da lì poteva tenermi sotto tiro, tutta.
Mise decisa una mano sulla mia fica e la sua lingua sulla mia faccia. Mi aveva immobilizzata ed era bellissimo.
Poi cambiò posizione e comiciò a leccarmi la fica mentre le mani torturavano i miei capezzoli. Quelle mani non avevano pace, avevano esplorato tutta la mia superficie poi, un dito, in avanscoperta si era intrufolato dentro. Poche ore prima ci era entrato un cazzo senza testa e adesso quel dito invece, sapeva cosa fare. Allargai le cosce e con le mani la fica. Volevo godere e sentivo che poteva essere bellissimo. Le dita divennero due e cominciarono ad andare su e giù, poi si fermavano dentro e le prime falangi mi solleticavano qualcosa che mi stimolava la pipi'.
L'orgasmo che ne consegui' fu troppo intenso, ne ebbi paura. Le gambe tremavano e non riuscivo a fermare.
Gisella mi abraccio' riempiendomi di carezze.
- è stato bello? - chiese,- forse troppo amore mio - le avevo risposto senza pensarci troppo. - le tue dita dentro di me toccavano qualcosa che mi stimolava la pipi ma mi faceva impazzire. Ho goduto poche volte, in fondo, ma certo mai così.-
Vorrei provarlo anche io - disse Gisella - lo faremo- risposi - ma prima ti dovrai far scopare per perdere la verginità - lei mi guardò e poi sussurrò - vorrei che mi svervinassi tu.. - scoppiai a ridere - senza cazzo sarà difficile - obiettai.
- troveremo il modo, entro stanotte sarò tua - concluse Gisella.... Continua
scritto il
2024-08-25
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