L'accappatoio (dialogo tra madre e figlio)
di
Ciro Esposito83
genere
incesti
MADRE La smetti, per favore?
FIGLIO Io? Non sto facendo niente, mamma!
MADRE Bugiardo.
FIGLIO Ti giuro.
MADRE Anche spergiuro.
FIGLIO Ma mamma, cosa sto facendo? Sono qui seduto accanto a te e non fiato.
MADRE Mi stai guardando dentro la scollatura dell’accappatoio.
FIGLIO Non è vero.
MADRE È vero.
FIGLIO No… non è colpa mia.
MADRE Come non è colpa tua? E di chi sarebbe? Mia forse?
FIGLIO Ecco. Sì. Sei tu che hai l’accappatoio chiuso male.
MADRE Questo ti da forse il diritto di sbirciare?
FIGLIO Non lo stavo facendo.
MADRE Ti ho visto con la coda dell’occhio.
FIGLIO Sì, ma solo per un istante.
MADRE E perché?
FIGLIO Non lo so.
MADRE Sì, che lo sai.
FIGLIO No.
MADRE Sì. Parla!
FIGLIO Ero solo curioso.
MADRE Perché? Non hai mai visto un seno nudo?
FIGLIO Sì, al mare.
MADRE E allora?
FIGLIO Allora niente.
MADRE Quindi lo guardavi ma non lo volevi vedere.
FIGLIO Sì. Cioè no. Uffa. Non lo so.
MADRE Ma perché devi essere sempre così contorto. Bastava che ammettessi che lo stavi guardando perché ne eri attratto.
FIGLIO No… Io… E va bene. Lo ammetto. Lo stavo guardando…
MADRE Ecco. Vedi? Non è stato poi così difficile. Bastava dire che volevi vedere un seno e hai approfittato che io fossi con indosso l’accappatoio e seduta di fianco a te.
FIGLIO È vero, mamma. Ti chiedo perdono.
MADRE Ma noi, dai, tesorino. Ti ho solo un po’ strapazzato perché voglio che tu sia sincero. Non c’è niente di male nell’essere curiosi di certe cose, alla tua età. Solo che devi capire che una tetta è una tetta, nulla di più. Ecco, ora ti dimostro che non c’è nulla di strano. Guarda, le scopro tutte e due… Visto? Sei contento?
FIGLIO …
MADRE Che c’è? Sei rimasto senza parole? Ti sei spaventato?
FIGLIO No, mamma. È solo che non me l’aspettavo.
MADRE Suvvia. Sono tua madre. Ti ho allattato al seno. Sono semplicemente due grosse ghiandole che producono latte e che stanno lì per il resto della vita a diventare sempre più flosce… anche se le mie sono ancora floride, per fortuna. Comunque sia, sono solo carne, anzi, grasso. Sono una parte del corpo come qualsiasi altra, come un braccio, una gamba, il sedere. Dai, non esserne intimorito. Vieni qui e tocca… Non mordono mica.
FIGLIO Come sono morbide, mamma.
MADRE Certo, non sono di cemento. Prova a strizzarle. Ecco, da bravo. Senti? Nulla di sconvolgente. Bravo… Prendi confidenza un po’… No, ecco, lì è meglio se lasci stare. Non è il caso che mi stringi anche i capezzoli.
FIGLIO Perché, mamma? Guarda come sono buffi. Diventano a punta.
MADRE Sì, lo so, ma sono molto sensibili.
FIGLIO Non gli faccio male.
MADRE Intendo un’altra cosa.
FIGLIO E cosa, mamma?
MADRE Ecco… è una cosa molto personale. Quando vengono stimolati, mi provocano come delle piccole scosse elettriche che attraversano il corpo.
FIGLIO E ti fanno male?
MADRE Non proprio. Si potrebbe dire che è quasi piacevole.
FIGLIO Allora posso continuare. Sono contento se faccio qualcosa che ti da piacere.
MADRE Certo, ma, vedi, è un piacere particolare. Non di quelli che un figlio dovrebbe far provare alla propria madre.
FIGLIO Eddai, mamma. Sei stata tu a dirmi che non c’era niente di male. Lasciami provare ancora un po’.
MADRE Sì, cioè no, figliolo… Non così… Non capisco più niente. Ohhh. Insomma, preferirei che la smettessi… Ohhh che bello. Dai, piantala, per favore… Non tutti e due insieme. È troppo… Sto perdendo il controllo… Ohhh…
FIGLIO Mamma, per me è bellissimo. E anche i versi che fai sono particolari e mi fanno uno strano effetto.
MADRE Fammi controllare una cosa, tesoro… È proprio come immaginavo. Ti è diventato duro. Sì, dai, continua a toccarmi così. Non vuoi dare un bacio alle tette della tua mamma? Sì, amore. Succhia come quando eri piccolo. Intanto io ti aiuto col tuo problema lì sotto, perché non va bene che il tuo pisellino stia compresso nei pantaloni mentre è così gonfio. Lascia che io te lo liberi. Se tu dai piacere alla tua mamma, è giusto che poi lei faccia qualcosa per te.
FIGLIO Certo mamma. Volentieri. Anche perché mi dava veramente fastidio così. E poi mi piace come me lo massaggi. Non è che posso vedere anche la tua passerina.
MADRE Oh, figliolo. Se mi dici così mi fai sciogliere. Davvero la vuoi vedere? Sai, adesso è tanto bagnata.
FIGLIO Ti sei fatta la pipì addosso, mamma?
MADRE No, è un’altra cosa. Sta producendo un po’ di nettare perché tu l’hai stimolata.
FIGLIO Ma io non ho fatto niente.
MADRE Invece sì, mi hai toccata in un certo modo… Così bello e speciale. E non smettere di succhiarmi, intanto che io mi tolgo l’accappatoio… Ecco, figliolo, guarda. Lì, sotto la peluria. Vedi quelle piccole goccine? Sono il mio nettare per te. Vuoi assaggiare? Da bravo, vai tra le gambe della tua mamma e assapora… Ti piace? Davvero? È tutto per te. In cambio io voglio il tuo succo.
FIGLIO E come faccio a dartelo, mamma?
MADRE Non ti preoccupare, amore. Ci penso io. So come fare per farlo sgorgare. Lasciati andare alla tua mamma e vedrai come tutto sarà meraviglioso.
FIGLIO Io? Non sto facendo niente, mamma!
MADRE Bugiardo.
FIGLIO Ti giuro.
MADRE Anche spergiuro.
FIGLIO Ma mamma, cosa sto facendo? Sono qui seduto accanto a te e non fiato.
MADRE Mi stai guardando dentro la scollatura dell’accappatoio.
FIGLIO Non è vero.
MADRE È vero.
FIGLIO No… non è colpa mia.
MADRE Come non è colpa tua? E di chi sarebbe? Mia forse?
FIGLIO Ecco. Sì. Sei tu che hai l’accappatoio chiuso male.
MADRE Questo ti da forse il diritto di sbirciare?
FIGLIO Non lo stavo facendo.
MADRE Ti ho visto con la coda dell’occhio.
FIGLIO Sì, ma solo per un istante.
MADRE E perché?
FIGLIO Non lo so.
MADRE Sì, che lo sai.
FIGLIO No.
MADRE Sì. Parla!
FIGLIO Ero solo curioso.
MADRE Perché? Non hai mai visto un seno nudo?
FIGLIO Sì, al mare.
MADRE E allora?
FIGLIO Allora niente.
MADRE Quindi lo guardavi ma non lo volevi vedere.
FIGLIO Sì. Cioè no. Uffa. Non lo so.
MADRE Ma perché devi essere sempre così contorto. Bastava che ammettessi che lo stavi guardando perché ne eri attratto.
FIGLIO No… Io… E va bene. Lo ammetto. Lo stavo guardando…
MADRE Ecco. Vedi? Non è stato poi così difficile. Bastava dire che volevi vedere un seno e hai approfittato che io fossi con indosso l’accappatoio e seduta di fianco a te.
FIGLIO È vero, mamma. Ti chiedo perdono.
MADRE Ma noi, dai, tesorino. Ti ho solo un po’ strapazzato perché voglio che tu sia sincero. Non c’è niente di male nell’essere curiosi di certe cose, alla tua età. Solo che devi capire che una tetta è una tetta, nulla di più. Ecco, ora ti dimostro che non c’è nulla di strano. Guarda, le scopro tutte e due… Visto? Sei contento?
FIGLIO …
MADRE Che c’è? Sei rimasto senza parole? Ti sei spaventato?
FIGLIO No, mamma. È solo che non me l’aspettavo.
MADRE Suvvia. Sono tua madre. Ti ho allattato al seno. Sono semplicemente due grosse ghiandole che producono latte e che stanno lì per il resto della vita a diventare sempre più flosce… anche se le mie sono ancora floride, per fortuna. Comunque sia, sono solo carne, anzi, grasso. Sono una parte del corpo come qualsiasi altra, come un braccio, una gamba, il sedere. Dai, non esserne intimorito. Vieni qui e tocca… Non mordono mica.
FIGLIO Come sono morbide, mamma.
MADRE Certo, non sono di cemento. Prova a strizzarle. Ecco, da bravo. Senti? Nulla di sconvolgente. Bravo… Prendi confidenza un po’… No, ecco, lì è meglio se lasci stare. Non è il caso che mi stringi anche i capezzoli.
FIGLIO Perché, mamma? Guarda come sono buffi. Diventano a punta.
MADRE Sì, lo so, ma sono molto sensibili.
FIGLIO Non gli faccio male.
MADRE Intendo un’altra cosa.
FIGLIO E cosa, mamma?
MADRE Ecco… è una cosa molto personale. Quando vengono stimolati, mi provocano come delle piccole scosse elettriche che attraversano il corpo.
FIGLIO E ti fanno male?
MADRE Non proprio. Si potrebbe dire che è quasi piacevole.
FIGLIO Allora posso continuare. Sono contento se faccio qualcosa che ti da piacere.
MADRE Certo, ma, vedi, è un piacere particolare. Non di quelli che un figlio dovrebbe far provare alla propria madre.
FIGLIO Eddai, mamma. Sei stata tu a dirmi che non c’era niente di male. Lasciami provare ancora un po’.
MADRE Sì, cioè no, figliolo… Non così… Non capisco più niente. Ohhh. Insomma, preferirei che la smettessi… Ohhh che bello. Dai, piantala, per favore… Non tutti e due insieme. È troppo… Sto perdendo il controllo… Ohhh…
FIGLIO Mamma, per me è bellissimo. E anche i versi che fai sono particolari e mi fanno uno strano effetto.
MADRE Fammi controllare una cosa, tesoro… È proprio come immaginavo. Ti è diventato duro. Sì, dai, continua a toccarmi così. Non vuoi dare un bacio alle tette della tua mamma? Sì, amore. Succhia come quando eri piccolo. Intanto io ti aiuto col tuo problema lì sotto, perché non va bene che il tuo pisellino stia compresso nei pantaloni mentre è così gonfio. Lascia che io te lo liberi. Se tu dai piacere alla tua mamma, è giusto che poi lei faccia qualcosa per te.
FIGLIO Certo mamma. Volentieri. Anche perché mi dava veramente fastidio così. E poi mi piace come me lo massaggi. Non è che posso vedere anche la tua passerina.
MADRE Oh, figliolo. Se mi dici così mi fai sciogliere. Davvero la vuoi vedere? Sai, adesso è tanto bagnata.
FIGLIO Ti sei fatta la pipì addosso, mamma?
MADRE No, è un’altra cosa. Sta producendo un po’ di nettare perché tu l’hai stimolata.
FIGLIO Ma io non ho fatto niente.
MADRE Invece sì, mi hai toccata in un certo modo… Così bello e speciale. E non smettere di succhiarmi, intanto che io mi tolgo l’accappatoio… Ecco, figliolo, guarda. Lì, sotto la peluria. Vedi quelle piccole goccine? Sono il mio nettare per te. Vuoi assaggiare? Da bravo, vai tra le gambe della tua mamma e assapora… Ti piace? Davvero? È tutto per te. In cambio io voglio il tuo succo.
FIGLIO E come faccio a dartelo, mamma?
MADRE Non ti preoccupare, amore. Ci penso io. So come fare per farlo sgorgare. Lasciati andare alla tua mamma e vedrai come tutto sarà meraviglioso.
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