Spiaggia nudisti 16

di
genere
incesti

Dopo una settimana in Sardegna e una qui, mia figlia Giada ha preso un colorito meraviglioso, è bellissima, ma l'ho sentita lamentarsi con le due altre puttanelle che le è rimasto un triangolino bianco accecante, sarebbe bello trovare una spiaggia per noi soli.
'Perché non andiamo in quella caletta che vediamo sempre?'
'Ci si arriva solo in barca, non c'è sentiero.'
Ma il giorno dopo ci proviamo, Leo ha trovato quello che sembra un sentiero che scende la scogliera. È molto difficile, siamo stracarichi tra ombrelloni, materassini e cibo e in paio di punti dobbiamo far catena per passarci Elena, la sorellina di Mia in infradito. La puttanella non ha paura però, ad ogni passaggio di mano ringrazia palpando i coglioni.
Finalmente arriviamo in paradiso. È una caletta bianca fra gli scogli e l'acqua smeraldo trasparente. È piccolissima, poco più d'un campo da tennis ma ci sono un sacco di massi dove distendersi e una parte sempre in ombra per non morire stramazzati per il caldo.
Ci spogliamo e ci buttiamo in acqua. Forse il bagno più bello della mia vita. Non ho nessun imbarazzo ad essere nudo di fronte a Giada, non ho mai avuto problemi con mia figlia, e qui mi hanno già visto tutti nudo. Anche Luca, il boy di Elena, mi ha visto nudo, ma è l'unico (insieme a Giada) a non avermi mai visto nudo a cazzo duro.
Decidono che questa sarà la nostra spiaggia! Ce ne impossessiamo e se arriviamo al mattino presto non arriverà più nessuno in barca. Per non ammazzarci tutte le volte, decidiamo di nascondere materassini, ombrelloni e canoa gonfiabile dietro un masso all'inizio della salita. Il giorno dopo hanno portato un rastrello ed abbiamo ripulito tutto. Tre sacchi d'immondizia.
Qui passiamo giornate fuori dal mondo. Ore di silenzio, ognuno con un libro, Elena e Giada sempre coi dannati cellulari connessi. Ma anche tanto nuoto e partitelle di calcio e volley.
Giada è ormai coppia fissa con Jacques, l'atleta di colore che si divide con Mia, ma non ha dimenticato Tommy e il suo amico. Un pomeriggi mentre scendevo in spiaggia l'ho vista dall'alto china sui due amici sdraiati. Mi sono fermato a vedere. Li ha spompinati fino alla sborrata in bocca.
Per far le squadre e decidere a sorte i compiti (tipo a chi tocca tornare in paese a comprare qualcosa) Elena ha sempre con sé un sacchetto con palline colorate.
'Facciamo un gioco! Chi becca la pallina nera deve prenderlo in bocca a tutti e dare tre succhiate. Ci state?'
'E a voi?'
'Okay, chi perde deve anche dare tre leccate, maschietto o femminuccia che sia.'
È una cagnara, ma poi cominciano a estrarre. Io prendo per primo, conosco la statistica delle probabilità e in effetti estraggo una pallina rossa. Luca subito dopo di me si becca la nera. Siamo tutti sorpresi, Luca, il ragazzo di Elena, è il più tranquillo del gruppo. Qui ormai tutti hanno fatto tutto con tutti. Lui s'è solo scopato Elena con Leo.
Non fa problemi, comincia con me e dà due succhiate da indurirmelo. Giada mi guarda divertita anche mentre Luca continua il giro dei cazzi. Tre succhiate ciascuno. Poi lecca la patatina di Giada e di sua sorella Mia. Per ultima Giada che gli tiene la testa tra le cosce e mi guarda.
Altri tiri. Mia, che forse non l'ha ancora ciucciato a Luca e poi tocca a Tommy, l'ex fidanzatino di Giada, che è la vera puttanella del gruppo, un frocetto che se li è già presi tutti. Poi la pallina nera la tira fuori Giada.
Per primo si succhia il suo Jacques. Mi si stringono le budella se penso che si prende quel cazzo nero in culo. Poi con una sacco di moine lecca e succhia le due sorelle, Mia e Elena. Fa scena, vuole farsi vedere da me. A Luca lo stringe forte alla base e dà tre tironi da paura. Le osservo le guance incavarsi. Elena finge di incazzarsi.
'Ehi, è miooo!'
Giada si diverte troppo a fare la puttanella davanti a me. A Tommy e Leo li succhia insieme. Un tirone ad uno e un tirone all'altro e, già che c'è, una bella leccata ai coglioni.
Tocca a me. Cala la tensione, tutti vogliono vedere se lo fa anche a a suo padre, ma il viso di Giada è rilassato. È allegra come in un gioco. Io sono combattuto dentro e mi sento in colpa di avere il cazzo duro. Mi gattona incontro, tra le gambe, e senza esitazione china le testa. Io guardo in alto, il cielo azzurro. Le carezzo la guancia mentre mi dà i tre tironi di penitenza.
scritto il
2024-10-10
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