Giada

di
genere
incesti

'Ho parlato con mamma. Scusa papà, ma ho cambiato idea.'
Siamo arrivati all'ultimo giorno di vacanza, partiamo domani mattina all'alba. Finito di ripulire casa, Giada mi è venuta vicino con il luccicone agli occhi.
'Ehi, cos'hai?'
'Niente, è stato bello.'
Le carezzo le guance.
'Mi porti alla spiaggetta, voglio rivederla un'ultima volta.'
Sono le otto di sera. Okay, anch'io voglio tornarci, faccio per avvisare gli altri.
'No, solo noi due.'
Scendiamo in silenzio. La caletta è deserta, il mare smeraldo, è bellissima. Ci sediamo sul materassino, osserviamo il nulla in silenzio. Ce l'ho contro, l'abbraccio in spalla, sento il suo respiro e il suo rimpianto.
'In questi giorni mamma è cambiata con me, per la prima volta abbiamo potuto parlare e mi ha ascoltata. Ci siamo detto tutto senza litigare, con calma, abbiamo anche parlato di te. Le ho detto che so che non sei mio padre, che ho fatto le analisi del Dna.'
'E lei?'
'Mi ha raccontato delle cose, ma mi ha fatto promettere di non dirti nulla e ha detto che non conta nulla. Sai che ti vuole bene? Mi ha detto un sacco di cose belle di te e dice che sono fortunata.'
Mi si stringe.
'Che sono stata fortunata di averti come papà.'
Mi si mette cavalcioni in braccio, mi mette le mani al collo e mi guarda coi suoi occhioni da cerbiatta.
'Ho cambiato idea, resto da mamma. Provo ancora un anno. È meglio anche per te, papà.'
'Non è vero, a me sta benissimo che vieni a stare da me. E sono contento.'
'No tu hai Mia, io ti romperei solo le palle.'
'Cosa centra Mia?'
Sorride maliziosa. 'So che ti piace far giochini con lei.'
Ho il cazzo duro nei bermuda, ho smesso di ragionare. Le carezzo il collo e le slaccio il costume, il reggiseno cade. Piega indietro la testa per gonfiare le tettine, le do due dita da ciucciare e le bacio il seno. Troppo facile eccitare una puttanella diciottenne, smania dalla voglia, le mani sotto mi stringono il cazzo. Si lascia cadere all'indietro, le gambe annodate al mio bacino. Me la sfrega contro.
È bella come il sole, la pelle scura sa di vacanza, è stesa di schiena sul materassino, la schiena incurvata, le carezzo i seni e il pancino stretto.
Sciolgo i laccetti degli slip e lei mi si arrampica addosso con le gambe, le appoggia sulle spalle e mi stringe la testa fra le cosce. Lecco e succhio la figa, la faccio impazzire, impazzisco, l'ho vista scopare con tutti, anche con Jacques, anche con la nerchia da cavallo, l'ho vista trombare in spiaggia, sul divano, in camera, in acqua, succhio e la faccio impazzire.
'Scopami, papà, ti prego.'
Le sono sopra, il cazzo scivola da solo nel suo pancino. Giada mi stringe forte con la gambe, non vuole farmi scappare, sono suo, si aggrappa al collo. La scopo con calma, glielo spingo e muovo dentro premendo forte. Geme, mi aiuta a spingere con le gambe, mi stringe le natiche anche con le mani. Le succhio i seni e lei si contorce ululando. Troppo facile eccitare una puttanella.
'Sbattimi!'
La sbatto peggio del suo negro. Ora tiene le gambe ritte, puntate al cielo, la fotto pesante in fica aggrappato alle sue cosce. Giada ansima ad ogni botta. Ha le palpebre abbassate e le labbra dischiuse.
Sto per venire, mi tiro indietro. Giada sbarra spaventata i suoi occhioni da cerbiatta e si gira in un lampo, si mette ginocchioni, testa sul materassino e mani che le allargano le chiappette. Glielo punto e spinge indietro lei. È una soddisfazione sentirla soffrire, fa fatica, le fa male dice, la faccio godere e troppo largo, ma non smette di spingere, piange e ride, si lamenta e gode.
Questa si prende in culo il cazzo di Jacques e io ho i coglioni che esplodono, non posso aspettare. glielo ficco fino alle palle che già sborro in pressione. Giada urla da cagna, ha la schiena rigida, mi balla attorno al cazzo, ha un orgasmo che può avere solo una diciottenne con cazzone in culo. Suda, si contorce, trema mentre schizzo a ripetizione, mentre mi svuoto i coglioni nel suo culetto stretto. Crolla sul materassino, io su di lei, mi spremo in culo le ultime schizzate stanche.
L'inculata della mia vita.
Le carezzo i capelli e faccio per levarmi.
'No papà, aspetta, è bellissimo.'
Ha il mento poggiato sulle mani, guarda il mare.
Mi ridistendo sulle sue chiappette, il cazzo baciato dal suo buchetto.
Guardiamo insieme il mare. È finita l'estate.
scritto il
2024-10-16
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