Jessica - Solo per Amore

di
genere
dominazione

CAPITOLO 1

Jessica, mi spiace, non credo che funzioni.
Eravamo in quella casetta vicino al mare, angusta, solo due stanze e un piccolo bagno, una saletta con angolo cottura e una camera con un grosso letto, un’alcova con solo una finestra, una volta chiusa la porta eravamo completamente isolati, nessuno poteva vederci da fuori e nessuno comunque ci avrebbe provato, la casa era in un vecchio condominio che tranne che nei mesi estivi era completamente disabitato se non per qualche prostituta che li intorno svolgeva il suo lavoro. Era quello l’unico posto in cui ci vedevamo e ci vedevamo solo per fare sesso, il nostro rapporto finiva li.
Jessica, 19 anni, 1,75 cm, magra, con un seno che raggiungeva a stento una seconda, un sedere fantastico, tondo e tonico ma un viso non certo bellissimo.
Perché dici così? Hai deciso di farla finita con me?
Questo è quello che mi chiese ma la risposta era molto più complessa di quanto lei potesse immaginare e di quanto fosse pronta a sentire.
Te lo dico perché sono tre mesi che ci vediamo in questo posto, facciamo sesso e poi ci salutiamo. Non c’è nulla di più fra noi e questo non basta a creare un rapporto.
Si però in questi tre mesi non ti sei fatto problemi a scoparmi quasi tutti i giorni.
Era vero, in quei tre mesi avevamo fatto sesso quasi tutti i giorni ed era proprio quello il problema, in tre mesi, per quanto ci avessi provato, da lei non ero riuscito a tirare fuori più di qualche scopata e un paio di pompini strappati con i denti e durati non più di un paio di minuti, certo aveva una fichetta fantastica, tanto stretta che la prima volta che ero entrato dentro di lei mi sono chiesto se non fosse vergine. A parte quello però lei era inesperta e molto restia a fare nuove esperienze, più volte avevo cercato di avere quel bel culo, sicuramente la parte migliore di lei ma avevo trovato sempre un muro. Una volta, mentre la facevo venire leccandole la fica le avevo messo un dito dietro, in quel buco stretto tanto che il dito medio, ben infilato, quasi mi faceva male da quanto stringeva. Lei era venuta con un orgasmo travolgente, mai avuto prima ma poi, appena finiti gli spasmi si era messa seduta solo per dirmi con aria adirata:
“Ora sei contento, sei finalmente riuscito a infilarmi qualcosa dentro il culo”
Per quanto avessi cercato di farle notare l’intensità che aveva raggiunto il suo orgasmo era stata irremovibile:
“Non provarci mai più, a me queste cose non piacciono”
Continuai a parlare:
Jessica, fin dall’inizio, ti avevo detto che non ero convinto che potesse funzionare fra di noi ma tu hai insistito per provare e io ho fatto quello che mi hai chiesto ma ora è il momento di guardare in faccia la realtà, per me non è scattato nulla, io non ti amo e non credo che potrei innamorarmi di te.
Ero stato duro, lo sapevo, ma volevo chiudere il discorso.
Beh ci credo che non è scattato nulla, non siamo usciti mai da questo posto, di me conosci solo il sesso e null’altro, come fai a sapere che non ci sia altro, che non ci sia qualcosa che ti farebbe innamorare?
Ero esasperato, finiva sempre così, non mollava mai. Lo sapevo, lei era innamorata persa, per questo aveva accettato di essere solo un passatempo sessuale e nulla più, preferiva accontentarsi di quello pur di non perdere tutto ma il problema era proprio che come passatempo a letto era un disastro e io non ne potevo più, volevo liberarmi di lei e alla fine scoppiai e glielo dissi.
In te potrebbe essere racchiuso anche il mondo andata e ritorno ma il problema è proprio il sesso, non mi trovo, voglio una donna che non mi dica sempre no a tutto soprattutto perché a me piace poter avere il controllo completo sul corpo della mia compagna, mancando questo, non potrai mai arrivare al mio cuore. Voglio una schiava a letto, senza limiti o regole e quando la troverò sarò il suo principe fuori dalle lenzuola quanto il suo carnefice nell’intimità e tu non sarai mai una schiava.
Scoppio a piangere e scappò via, ero sicuro di aver raggiunto il mio scopo.
...
...
...
Passarono tre giorni in cui non ci sentimmo, lei mi fece qualche squillo a cui io non diedi alcuna risposta, ero convinto che si sarebbe stancata e alla fine avrebbe smesso. Il mio unico rimpianto era quello di non aver potuto aprire ben bene quello stupendo culo ma poi arrivò un SMS.
“OK, se avrò il mio principe sarò la tua schiava”
Il messaggio mi intrigò non poco andando a toccare la parte più sadica di me e decisi di rispondere.
“Io credo che vorresti farlo ma non penso che ci riusciresti”
Volevo provocarla, sapevo che era innamorata persa ma dubitavo che sarebbe riuscita a forzare la sua natura pudica, non era una a cui il sesso piacesse un gran che, certo le piaceva godere ma di fantasie ne aveva ben poche ( o almeno così credevo ), voleva solo evitare di perdermi ma al momento giusto ero sicuro che si sarebbe tirata indietro. Arrivò un altro messaggio.
“Ho detto che mi va bene, potrai fare quello che vuoi ma voglio essere la tua donna anche fuori da quella casa”
Non aveva la minima idea di dove potesse arrivare la mia perversione ma valeva la pena di provare, non avevo nulla da perdere. Le risposi.
“Sono stanco di questi tira e molla, se sei convinta allora prima dovrai essere la mia puttana, la mia schiava obbediente a tutto e se lo farai ti assicuro che ti tratterò come una regina. Se sei d’accordo domani sera alle 20:00 mi troverai nella nostra alcova. Vieni, non dire una parola, spogliati completamente, baciami appassionatamente e poi realizza ogni mio desiderio. Fino a domani sera non voglio più sentirti”
Sono le 20:00 in punto, suona il campanello, è arrivata, non avevo dubbi anche se sono convinto che non andrà bene. Le apro e lei entra, non dice una parola come richiesto e va verso la camera da letto, io la seguo, ha lo sguardo arrabbiato per quello che è costretta a fare ma si spoglia, un po’ in malo modo ma lo fa, rimane completamente nuda, si avvicina e mi bacia, a lungo, apre la bocca e lascia che la mia lingua entri in lei, che la frughi che cerchi la sua lingua poi mi stacco e resto in silenzio a guardarla in piedi davanti a me. Non cerca di coprirsi ma è rigida, quasi sull’attenti. Mi avvicino e con le mani, le faccio allargare le gambe, lei esegue, lo sguardo basso, le tocco la fica, cerco di aprirla, è completamente asciutta, la situazione non la eccita affatto, lo sta facendo solo per me ma non le va proprio.
All’improvviso mi toglie la mano, si gira e sale sul letto mettendosi a quattro zampe poi appoggia la faccia al materasso e con le mani si afferra il culo allargandolo e mi dice:
“Forza, tanto è questo che vuoi, fallo e basta”
Resto spiazzato e mi rendo conto che per quanto la tentazione sia forte, per quanto abbia desiderato quel buchetto così stretto e invitante non è quello che voglio, voglio una schiava sottomessa ma che desideri realizzare le mie fantasie, che voglia darsi a me per soddisfarmi mentre quella è solo una schiava da violentare e nulla più, non è proprio adatta.
“Alzati, non è questo che voglio, non hai capito, ora mettiti in ginocchio e vediamo se è vero che vuoi soddisfarmi, voglio ti lasci scopare la bocca, non devi fare nulla, solo stare li e lasciartelo infilare come e quanto voglio e quando verrò lo farò dentro la tua gola e tu dovrai ingoiare tutto, senza perdere una goccia e poi dovrai pulire il mio cazzo con la lingua”
Lei sbianca visibilmente, lo sapevo che chiederle questo sarebbe stato peggio che sodomizzarla e sono sicuro che cederà ma si mette in ginocchi e chiude gli occhi. Mi spoglio e salgo sul letto, mi metto davanti a lei che apre la bocca. Le dico di guardarmi in faccia e appena riapre gli occhio le infilo il cazzo in bocca, non sono superdotato ma ho un buon cazzo, circa 18 cm con una buona circonferenza, lei lascia entrare la cappella ma subito sento la lingua fare resistenza, non la usa per darmi piacere ma per impedirmi di entrare oltre, le prendo la testa con le mani e incomincio a spingere, a muovermi, è a disagio e si vede, le dico di lasciarmi entrare e spingo ma tutto crolla, si toglie subito, è arrabbiata, mi guarda e mi dice di non farcela, che non vuole.
Scendo dal letto e incomincio a vestirmi, lei resta li immobile e allora con calma le dico:
“Non hai fatto nulla di male ma ormai dovresti aver capito che non sarai mai come ti voglio, rivestiti per favore, è ora di salutarci, così ti faccio solo del male”
Lei scoppia in lacrime, non sa cosa dire questa volta, sono stato chiaro in ciò che cerco e non c’è molto da ribattere ormai, la nostra storia finisce li ma non si riveste, continua a piangere, respiri profondi poi piano piano riprende il controllo. Io aspetto che si calmi, le lascio tempo, è giusto, in effetti non ha fatto nulla di male se non avermi fatto venire un gran dolore ai coglioni gonfi per l’eccitazione e per la delusione ma non è colpa sua.
Ora è calma e io, con dolcezza, le dico di rivestirsi, è ora. Lei mi guarda negli occhi e non ha più quello sguardo fiero di sempre, ha un’espressione che non ho mai visto, un’espressione vinta, sconfitta, l’espressione di una che ha preso una decisione e all’improvviso mi dice:
“Io ti amo e non riesco proprio a fare a meno di te, questi tre giorni in cui non ci siamo visti credevo di morire, lo so che non mi ami ma non voglio perderti, so anche di averti delusa questa sera, credevo di essere pronta a tutto ma alla fine mi sono tirata indietro come al solito però voglio… IO TI VOGLIO quindi, visto che non posso più convincerti con le parole ti dico un’ultima cosa e poi tu deciderai. CHE IO SAPPIA LE SCHIAVE CHE NON UBBIDISCONO NON SI CACCIANO VIA, SI PUNISCONO FINCHE’ NON IMPARANO A FARE LE BRAVE SCHIAVE”
Sono allibito, resto in silenzio per qualche minuto che sembra un’eternità ma alla fine penso, beh se proprio è quello che vuole allora vediamo e dico:
“Venti sculacciate sul culo, saranno forti e non voglio sentirti urlare, se sei d’accordo sdraiati a pancia in giù sulle mie gambe e non muoverti finché non avrò finito”
Mi siedo sul bordo del letto e lei, senza esitare, si alza, scende dal letto e si sdraia sulle mie gambe, prende un pezzo di lenzuolo e se lo mette in bocca stringendolo fra i denti, io stento a crederci. Le accarezzo il culo, quello stupendo culo e incomincio a sperarci, lo allargo un po’ con una mano e con l’altra le accarezzo il buchetto, lei non fa una piega poi alzo una mano e arriva il primo ciaf, non troppo forte, neanche io ero preparato a questa cosa e devo prenderci la mano, la verità è che è la prima volta che sculaccio qualcuno. Lei si irrigidisce ma non si muove e io dico “uno”, l’accarezzo ancora un po’ e poi ciaf “due”, un altro colpo un po’ più forte, lei non si muove, le accarezzo ancora la morbida pelle appena arrossata, mi calmo mentre mi godo il calore delle zone che ho colpito, il mio cuore rallenta dalla furiosa galoppata in cui mi ero trovato, aspetto di aver ripreso il controllo e le chiedo:
“sei pronta?”
Lei non molla il lenzuolo dai denti ma mi fa subito cenno di si con la testa, ciaf “tre”, questa volta è forte, lei si contorce ma non si sposta, il segno della mano è subito visibile sulla natica, io sorrido e continuo, ciaf, ciaf, ciaf… arrivo a dieci in rapida successione, le sue chiappe sono ora rosse, lei fa fatica a stare ferma e d’istinto allunga le mani a proteggersi le natiche mentre mugola per il dolore, io non parlo, la lascio fare e in pochi secondi lei ritrae le mani e con la coperta tra i denti la sento dire “SCUSA”, sono eccitatissimo, prendo aria un attimo per far riprendere anche lei e poi, accarezzandole la testa le dico:
“Sei bravissima, ora mancano le ultime dieci, te le darò tutte di seguito e tutte più forte che posso, sei pronta?”
Ancora la sua testa fa segno di si, Ciaf, ciaf, ciaf. La mia mano è indolenzita ma siamo arrivati alla ventesima sculacciata, il suo culo sembra illuminarsi da quanto è rosso, quella candida pelle non era mai stata trattata così e alcune lacrime rigano il suo viso ma non ha emesso un fiato. Mi metto ad accarezzarle il fondoschiena delicatamente, molto molto lentamente, con affetto, mi insinuo nel solco fra i glutei e scendo piano piano fino a raggiungere il suo sesso, resto allibito, è fradicia, seguo i suoi umori che sono colati fino alle ginocchia e poi risalgo ad accarezzarle la fica, lei è come in trans, allarga un po’ le gambe per facilitarmi il compito. Io la carezzo lentamente ma in modo deciso, bastano pochi tocchi e sento arrivare in lei l’orgasmo e mentre gli spasmi muscolari la invadono, proprio sul culmine dell’orgasmo, le prendo il clitoride gonfio tra le dita e la pizzico in modo deciso, lei esplode, il lenzuolo vola fuori dalla bocca a lasciare spazio ad un urlo lacerante, di liberazione, di sofferenza, di piacere, si contorce sulle mie gambe per un periodo lunghissimo, infine cade a terra, ancora tremante, io la trattengo un po’ per adagiarla sul pavimento delicatamente, fa fatica a riprendersi, è sconquassata e gli spasmi non sembrano finire, resto li ad osservarla per almeno cinque minuti nei quali il suo respiro piano piano si placa e lei riprende il controllo di se, alza la testa, mi guarda negli occhi e poi scende a guardare il mio cazzo, è durissimo, senza che dica un parola si mette in ginocchio, appoggia le braccia sulle mie gambe, apre la bocca e guardandomi negli occhi incomincia a succhiarmelo, lo fa entrare più che può, le viene qualche conato di vomito tanto lo manda giù ma non smette, non si può dire certo che sia brava ma lo fa con passione, succhia, lecca e poi incomincia a fare su e giù con la testa, non usa affatto le mani e da sola da un ritmo molto veloce a quell’insperato pompino. Sono eccitatissimo e in poco sento l’orgasmo salire, le prendo la testa fra le mani e la spingo giù, lei non fa resistenza e una densa e copiosa sborrata le si riversa in gola, chiude gli occhio ma non fa nulla per togliersi, fa uscire di un pelo il cazzo dalla bocca solo per riuscire a deglutire, manda giù tutto e poi con calma succhia le ultime gocce, lo tira fuori dalla bocca e con la lingua lo pulisce tutto, dalle palle al glande. La guardo in faccia, non è uscito nulla, il suo viso è pulito.
Mi butto all’indietro nel letto e le dico:
“Mi sono sbagliato, sei stata eccezionale oggi”
Lei si sdraia al mio fianco, a pancia sotto, il culo le deve fare un gran male, comincia a piangere leggermente ma poi vede il mio sguardo deluso e subito mi dice:
“Sto piangendo di felicità, solo perché sono contenta di averti soddisfatto, sono pronta a tutto ma ti prego, quando sbaglierò, quando non ce la farò, non cacciarmi, puniscimi come credi finché non avrò imparato ad essere perfetta per te”
Sono strabiliato, mai me lo sarei aspettato e dopo qualche minuto di silenzio le dico:
“Ho fame, ti va di farmi compagnia? L’abito con cui sei arrivata mi pare che vada bene per una principessa”
Lei sorride e si abbraccia forte a me sussurrandomi “GRAZIE PADRONE”


...CONTINUA. IL RACCONTO TI E' PIACIUTO? LO HAI ODIATO O ALTRO? DARE UN'OPINIONE AIUTA A MIGLIORARSI glorfindel75@gmail.com
scritto il
2025-02-18
1 . 5 K
visite
1 9
voti
valutazione
6.8
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.