Accettare le condizioni - Capitolo 12
di
Glorfindel
genere
dominazione
CAPITOLO 12
Accompagnata da un lungo mugolo di dolore sommesso la donna venne rimessa in posizione sulla panca, io guardai tutta la scena fra l'affascinata e lo spaventata poi mi scossi e proseguii il mio piano. Tornai al tavolino dove presi gli ultimi strumenti che avevo preparato per Pamela, quando mi girai verso di lei avevo un grosso cazzo di plastica che mi pendeva davanti, lungo almeno venticinque centimetri e con un diametro di cinque e in mano tenevo l'ovetto vibrante. Pamela mi guardò, strabuzzò gli occhi poi li chiuse e parlò:
“vuoi vincere la gara uccidendomi? perché se mi infili dentro quel coso è quello che succederà e non credo sia molto regolare”
“ohh, ma no tesoro, questo è per il tuo culo, quel canale è libero no?”
Un lampo di rabbia apparve negli occhi della donna che aveva già superato il limite delle suppliche:
“quel coso non entrerà mai nel mio culo” abbassando lo sguardo sussurrò “non sono abituata”
“ohhhh, anche io pensavo la stessa cosa del mio culo fino a poco tempo fa ma ascolta, mi spiace molto ma, a meno che tu non ti arrenda ti assicuro che questo coso finirà dritto dentro il tuo culo e poi ti sodomizzerò fino a che non godrai”
Pamela tornò a fissare il soffitto, non capivo cosa le desse tanta tenacia ma non poteva resistere all'infinito. Presi una buona dose di lubrificante, lo spalmai bene sul fallo di gomma e poi mi spalmai una mano. Mi misi in posizione fra le sue gambe e iniziai a lavorare il suo stretto buchino. Ci girai attorno con calma con due dita, giri sempre più stretti poi iniziai a spingere, a forzarlo, era stretto, lei stringeva involontariamente i muscoli ma la lubrificazione mi permise di penetrarla facilmente. Feci scivolare le due dita fino alla base e poi iniziai a rigirarle. Lei stava immobile per impedire alle puntine di trafiggerla di più ma quando piegai le dita verso il suo sesso premendo sulla vagina rigonfia di acuminato metallo sentii chiaramente i piccoli oggetti spostarsi e Pamela imprecò maledicendomi in tutti i modi ma restò immobile. Fu in quel momento che si sentì la voce del Dottore:
“Tania, stai tirando la cosa un po' troppo per le lunghe, in effetti la tua prova prevedeva che Pamela avesse un orgasmo mentre per ora la stai solo torturando, inizia e tieni presente che se lei non si arrenderà e se tu non riuscirai a farla venire entro quindici minuti lei avrà superato la prova e in più io personalmente ti infliggerò una punizione per scorrettezza prima di continuare”
Avevo esagerato, abbassai lo sguardo a terra:
“si padrone, mi scusi”
Con rabbia infilai un terzo dito nell'ano della mia vittima che sussultò per l'improvvisa dilatazione cacciando un grido di dolore. Sentivo lo stretto ano spingere forte sulle dita nel tentativo di richiudersi, spinsi ancora più a fondo, con rabbia fino a sprofondare fino all'ultimo millimetro ma avevo appena iniziato a dilatare il culo della mia amica. In modo frettoloso rigirai le dita in lei per allargarla quanto mi serviva poi la liberai e puntai la grossa cappella del fallo di gomma. Pamela era veramente stretta, la punta non voleva entrare mentre lei frignava, dovetti spingere con tutte e due la meni, spingere ai lati, farmi spazio piano piano. Riuscivo a puntare appena l'attrezzo al suo culo per quanto lo avessi già dilatato con le dita, lo puntavo e spingevo verso il basso per far cedere i muscoli poi, risalendo, spingevo forte in avanti per forzarla. Ad ogni giro il suo sfintere cedeva di un pelo ma il palo che avevo fra le gambe era veramente grosso per lei. La donna rimaneva immobile ma si disperava per il dolore, facendo le mie manovre era inevitabile stimolare la zona piena di puntine e facendolo lei sussultava punta dagli infiniti aghi che aveva dentro. Dopo cinque minuti la cappella valicò lo stretto anello di carne facendo urlare la donna ma io avevo il tempo contato, non volevo essere punita, il dottore non sarebbe stato leggero e dopo di lui sarebbe toccato a Pamela infierire su di me. Afferrai le cosce della donna e senza troppi complimenti le feci sprofondare i venticinque centimetri di cazzo nello sfintere. Vidi il fallo sparire nel corpo della mia vittima in un tempo infinito, per quanto lo spinsi forte le scivolò dentro allargandola chiaramente in un modo che non aveva mai provato. Per tutto l'affondo la donna restò con la bocca e gli occhi spalancati, senza respirare. Quando il cazzo le doveva essere ormai arrivato allo stomaco sentii il mio ventre sbattere sulle sue chiappe e allora diedi un'altra, violenta, spinta con cui cacciai tutto l'arnese nel suo culo fino all'ultimo millimetro. Lei caccio un urlo disperato ricominciando a respirare. Passando il fallo andò a mescolare tutte le puntine dentro il sesso e in contemporanea le spalancò il canale anale, lei urlava come una disperata, tremava tutta come in preda alle convulsioni mentre pronunciava parole incomprensibili. Schiava del tempo non potei godermi la cosa come avrei voluto, accesi l'ovulo alla massima vibrazione e con una mano glielo premetti forte contro il clitoride mentre iniziavo a sodomizzarla con vigore. Avevo ancora la possibilità di vincere, cercai di sfruttare al massimo le puntine che le avevo messo dentro, facevo uscire il fallo quasi fino alla fine in modo che la punta andasse a premere il sesso di Pamela dall'interno rimescolando gli appuntiti oggettini. Un paio di volte indietreggiai troppo uscendo da lei e mi ritrovai a doverle forzare di nuovo lo stretto anello dell'ano ma non potevo permettermi la delicatezza avuta la prima volta quindi puntai e spinsi più forte che potevo sprofondando in lei. Pamela dal canto suo sembrava in trans, piangeva, si disperata e si dibatteva per quanto le corde le permettevano, dovevo stare attenta a non lasciarla cadere a terra mentre le pompavo in culo con tutta la forza che potevo ma piano piano l'ovulo che le stimolava con forza il clitoride iniziò a fare effetto. Ad ogni lungo affondo nel culo sentivo la sua voce cambiare, i suoi muscoli, prima tesi e contratti iniziavano a vibrare, come a tremare, vidi la sua schiena inarcarsi come se inconsciamente cercasse di farsi penetrare ancora di più. Avrei potuto togliere l'ovulo ma lo sguardo del dottore mi congelò quasi avesse intuito cosa avevo in mente e allora potei solo continuare a impalarla il più forte possibile. Ero sudata, i muscoli mi facevano male, erano quasi dieci minuti di seguito che sfondavo il culo della donna come una pazza e lei, trafitta nel sesso, aperta oscenamente nell'ano stava ormai ansimando vistosamente, tremava tutta, si mordeva le labbra. Sconfitta sgancia il pene dalle cinghie che lo legavano a me e continuai a pomparglielo nel culo a forza con entrambe le mani mentre mi abbassavo con la bocca sul suo sesso. Mi misi a leccarla furiosamente, percorsi il suo sesso ovunque, la lingua le entrò dentro tanto che incontrai le puntine che si rimescolavano in lei senza sosta poi mi concentrai sul clitoride, lo accolsi fra le labbra, lo succhiai, lo allungai fino ad afferrarlo e serrarlo fra i denti in modo da poterne lappare la punta con la lingua in modo sempre più intenso. Lei si agitava e gemeva sempre di più in quel misto di dolore e piacere in cui l'avevo portata e alla fine lasciai che esplodesse in un devastante orgasmo fra le mie labbra e ingorda succhiai avidamente tutti i suoi umori.
“la prova è finita, Pamela l'ha superata, liberatela, adesso è il turno di Tania subire ma ci prederemo una mezz'ora di pausa per dare il tempo alla nostra amica di ricomporsi un po’”
Avevo perso e non me lo aspettavo, in più avevo esagerato e ora sarei stata ripagata con la stessa moneta, me ne stavo li, seduta ai piedi della poltrona del Dottore che mi carezzava i capelli, alzai lo sguardo e trovai quello di Pamela, sadico, incattivito mentre si toglieva, ad una ad una le puntine da dentro il sesso…
…CONTINUA. IL RACCONTO TI E' PIACIUTO? LO HAI ODIATO O ALTRO? DARE UN'OPINIONE AIUTA A MIGLIORARSI glorfindel75@gmail.com
Accompagnata da un lungo mugolo di dolore sommesso la donna venne rimessa in posizione sulla panca, io guardai tutta la scena fra l'affascinata e lo spaventata poi mi scossi e proseguii il mio piano. Tornai al tavolino dove presi gli ultimi strumenti che avevo preparato per Pamela, quando mi girai verso di lei avevo un grosso cazzo di plastica che mi pendeva davanti, lungo almeno venticinque centimetri e con un diametro di cinque e in mano tenevo l'ovetto vibrante. Pamela mi guardò, strabuzzò gli occhi poi li chiuse e parlò:
“vuoi vincere la gara uccidendomi? perché se mi infili dentro quel coso è quello che succederà e non credo sia molto regolare”
“ohh, ma no tesoro, questo è per il tuo culo, quel canale è libero no?”
Un lampo di rabbia apparve negli occhi della donna che aveva già superato il limite delle suppliche:
“quel coso non entrerà mai nel mio culo” abbassando lo sguardo sussurrò “non sono abituata”
“ohhhh, anche io pensavo la stessa cosa del mio culo fino a poco tempo fa ma ascolta, mi spiace molto ma, a meno che tu non ti arrenda ti assicuro che questo coso finirà dritto dentro il tuo culo e poi ti sodomizzerò fino a che non godrai”
Pamela tornò a fissare il soffitto, non capivo cosa le desse tanta tenacia ma non poteva resistere all'infinito. Presi una buona dose di lubrificante, lo spalmai bene sul fallo di gomma e poi mi spalmai una mano. Mi misi in posizione fra le sue gambe e iniziai a lavorare il suo stretto buchino. Ci girai attorno con calma con due dita, giri sempre più stretti poi iniziai a spingere, a forzarlo, era stretto, lei stringeva involontariamente i muscoli ma la lubrificazione mi permise di penetrarla facilmente. Feci scivolare le due dita fino alla base e poi iniziai a rigirarle. Lei stava immobile per impedire alle puntine di trafiggerla di più ma quando piegai le dita verso il suo sesso premendo sulla vagina rigonfia di acuminato metallo sentii chiaramente i piccoli oggetti spostarsi e Pamela imprecò maledicendomi in tutti i modi ma restò immobile. Fu in quel momento che si sentì la voce del Dottore:
“Tania, stai tirando la cosa un po' troppo per le lunghe, in effetti la tua prova prevedeva che Pamela avesse un orgasmo mentre per ora la stai solo torturando, inizia e tieni presente che se lei non si arrenderà e se tu non riuscirai a farla venire entro quindici minuti lei avrà superato la prova e in più io personalmente ti infliggerò una punizione per scorrettezza prima di continuare”
Avevo esagerato, abbassai lo sguardo a terra:
“si padrone, mi scusi”
Con rabbia infilai un terzo dito nell'ano della mia vittima che sussultò per l'improvvisa dilatazione cacciando un grido di dolore. Sentivo lo stretto ano spingere forte sulle dita nel tentativo di richiudersi, spinsi ancora più a fondo, con rabbia fino a sprofondare fino all'ultimo millimetro ma avevo appena iniziato a dilatare il culo della mia amica. In modo frettoloso rigirai le dita in lei per allargarla quanto mi serviva poi la liberai e puntai la grossa cappella del fallo di gomma. Pamela era veramente stretta, la punta non voleva entrare mentre lei frignava, dovetti spingere con tutte e due la meni, spingere ai lati, farmi spazio piano piano. Riuscivo a puntare appena l'attrezzo al suo culo per quanto lo avessi già dilatato con le dita, lo puntavo e spingevo verso il basso per far cedere i muscoli poi, risalendo, spingevo forte in avanti per forzarla. Ad ogni giro il suo sfintere cedeva di un pelo ma il palo che avevo fra le gambe era veramente grosso per lei. La donna rimaneva immobile ma si disperava per il dolore, facendo le mie manovre era inevitabile stimolare la zona piena di puntine e facendolo lei sussultava punta dagli infiniti aghi che aveva dentro. Dopo cinque minuti la cappella valicò lo stretto anello di carne facendo urlare la donna ma io avevo il tempo contato, non volevo essere punita, il dottore non sarebbe stato leggero e dopo di lui sarebbe toccato a Pamela infierire su di me. Afferrai le cosce della donna e senza troppi complimenti le feci sprofondare i venticinque centimetri di cazzo nello sfintere. Vidi il fallo sparire nel corpo della mia vittima in un tempo infinito, per quanto lo spinsi forte le scivolò dentro allargandola chiaramente in un modo che non aveva mai provato. Per tutto l'affondo la donna restò con la bocca e gli occhi spalancati, senza respirare. Quando il cazzo le doveva essere ormai arrivato allo stomaco sentii il mio ventre sbattere sulle sue chiappe e allora diedi un'altra, violenta, spinta con cui cacciai tutto l'arnese nel suo culo fino all'ultimo millimetro. Lei caccio un urlo disperato ricominciando a respirare. Passando il fallo andò a mescolare tutte le puntine dentro il sesso e in contemporanea le spalancò il canale anale, lei urlava come una disperata, tremava tutta come in preda alle convulsioni mentre pronunciava parole incomprensibili. Schiava del tempo non potei godermi la cosa come avrei voluto, accesi l'ovulo alla massima vibrazione e con una mano glielo premetti forte contro il clitoride mentre iniziavo a sodomizzarla con vigore. Avevo ancora la possibilità di vincere, cercai di sfruttare al massimo le puntine che le avevo messo dentro, facevo uscire il fallo quasi fino alla fine in modo che la punta andasse a premere il sesso di Pamela dall'interno rimescolando gli appuntiti oggettini. Un paio di volte indietreggiai troppo uscendo da lei e mi ritrovai a doverle forzare di nuovo lo stretto anello dell'ano ma non potevo permettermi la delicatezza avuta la prima volta quindi puntai e spinsi più forte che potevo sprofondando in lei. Pamela dal canto suo sembrava in trans, piangeva, si disperata e si dibatteva per quanto le corde le permettevano, dovevo stare attenta a non lasciarla cadere a terra mentre le pompavo in culo con tutta la forza che potevo ma piano piano l'ovulo che le stimolava con forza il clitoride iniziò a fare effetto. Ad ogni lungo affondo nel culo sentivo la sua voce cambiare, i suoi muscoli, prima tesi e contratti iniziavano a vibrare, come a tremare, vidi la sua schiena inarcarsi come se inconsciamente cercasse di farsi penetrare ancora di più. Avrei potuto togliere l'ovulo ma lo sguardo del dottore mi congelò quasi avesse intuito cosa avevo in mente e allora potei solo continuare a impalarla il più forte possibile. Ero sudata, i muscoli mi facevano male, erano quasi dieci minuti di seguito che sfondavo il culo della donna come una pazza e lei, trafitta nel sesso, aperta oscenamente nell'ano stava ormai ansimando vistosamente, tremava tutta, si mordeva le labbra. Sconfitta sgancia il pene dalle cinghie che lo legavano a me e continuai a pomparglielo nel culo a forza con entrambe le mani mentre mi abbassavo con la bocca sul suo sesso. Mi misi a leccarla furiosamente, percorsi il suo sesso ovunque, la lingua le entrò dentro tanto che incontrai le puntine che si rimescolavano in lei senza sosta poi mi concentrai sul clitoride, lo accolsi fra le labbra, lo succhiai, lo allungai fino ad afferrarlo e serrarlo fra i denti in modo da poterne lappare la punta con la lingua in modo sempre più intenso. Lei si agitava e gemeva sempre di più in quel misto di dolore e piacere in cui l'avevo portata e alla fine lasciai che esplodesse in un devastante orgasmo fra le mie labbra e ingorda succhiai avidamente tutti i suoi umori.
“la prova è finita, Pamela l'ha superata, liberatela, adesso è il turno di Tania subire ma ci prederemo una mezz'ora di pausa per dare il tempo alla nostra amica di ricomporsi un po’”
Avevo perso e non me lo aspettavo, in più avevo esagerato e ora sarei stata ripagata con la stessa moneta, me ne stavo li, seduta ai piedi della poltrona del Dottore che mi carezzava i capelli, alzai lo sguardo e trovai quello di Pamela, sadico, incattivito mentre si toglieva, ad una ad una le puntine da dentro il sesso…
…CONTINUA. IL RACCONTO TI E' PIACIUTO? LO HAI ODIATO O ALTRO? DARE UN'OPINIONE AIUTA A MIGLIORARSI glorfindel75@gmail.com
9
voti
voti
valutazione
6.2
6.2
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
Una storia vera - Cap 4racconto sucessivo
Accettare le condizioni - Capitolo 13
Commenti dei lettori al racconto erotico