Il ricatto di Patrizia - parte prima
di
Ottobre Rosso 66
genere
dominazione
Patrizia, con un fagotto in mano, fa le scale lentamente. Arrivata in cima bussa alla porta del pianerottolo. Dopo qualche minuto apre un uomo in giacca da camera, sovrappeso, stempiato, con barba e occhiali tondi da intellettuale.
Patrizia, sfoderando un bianchissimo sorriso: “Buongiorno professore. Il suo pranzo.”
Il professore, prima l'ammira da capo a piedi, poi la fa entrare: “Ciao Patrizia...si grazie...entra...entra pure”
La ragazza si dirige sicura verso la piccola cucina. Posa il fagotto sulla tavola e inizia ad apparecchiarla. Il professore la segue lentamente da dietro mentre ne ammira, come estasiato, i movimenti, ma soprattutto i lineamenti. In particolare quello splendido culetto a mandolino a stento coperto da una gonnellina plissettata, che scopre delle gambe bellissime, rosa, lisce, perfette, che Patrizia muove con una sensualità assolutamente naturale, spontanea.
Patrizia, sorridente: “Tutto pronto, professore...si accomodi...”
Il professore, che continua a scannerizzarla da sopra a sotto con malcelata libidine: “Grazie sempre di tutto Patrizia...sempre così premurosa e...e bella, che non guasta”
Patrizia: “Grazie professore...lei sempre molto galante...”
L'uomo si accomoda. Si appresta a mangiare, ma si blocca. Si accorge che differenza degli altri giorni, in cui la ragazza si congedava velocemente, questa volta rimane a guardarlo come in attesa di qualcosa.
Professore: “Patrizia...hai bisogno o devi dirmi qualcosa?”
Patrizia: “No, niente...ma posso farle compagnia mentre pranza o disturbo?
Professore: “Ma per carità tesoro...ma che disturbi...mi fa piacere (la scannerizza di nuovo dal basso all'alto) la tua compagnia...ma che scherzi?”
L'uomo si alza velocemente e avvicina una sedia al tavolo: “Accomodati pure...dai...magari bevi qualcosa con me”
Patrizia sfodera un sorriso di soddisfazione. Con movimenti sensualissimi si siede accavallando le sue bellissime gambe e aggiustandosi i suoi lunghi capelli neri. Il Professore la guarda sempre più estasiato. Adesso ce l'ha di fronte. Può vedere le generosa scollatura della magliettina che contiene a stento due belle tette almeno da quarta misura. L'uomo suda freddo per nascondere l'eccitazione. Patrizia è bellissima e sprizza erotismo da ogni poro della sue pelle rosa e liscia, ed è li a guardalo.
Il professore cerca di rimettersi a magiare. Riuscendo molto stentatamente a tenere un contegno, gli chiede: “A...a...che devo il piacere della tua compagnia oggi?”
Patrizia, non risponde subito. Ci sono un paio di libri sulla tavola. Ne prende uno e poi l'altro. Ne legge distrattamente le prefazioni. Ne guarda le figure sulle copertine. Li appoggia di nuovo sul tavolo e in tono ironico risponde: “A niente di particolare...ho già pranzato, i miei sono usciti e non ho nulla da fare...così mi sono detta perchè non fare compagnia al nostro inquilino del piano di sopra. Al nostro professore di...di...teologia, no?...si chiama così, teologia, no?...il docente universitario professor Rastelli...che magari ad una ragazzina come me potrebbe, diciamo così dare tanto...la teologia, poi, mi ha sempre affascinato.”
Professore: “Ah si? Hai avuto un'ottima pensata a volermi fare compagnia...ma dimmi, cosa ti affascina precisamente della teologia?”
Patrizia, torna a spulciare nei libri. Trova dentro alcuni foglietti ne legge il contenuto. Li rimette tra le pagine. Punta i suoi grandi occhi neri sul professore e sempre mantenendo quel tono ironico risponde: “Beh...lo studio di Dio, no?...la religione e i suoi comandamenti...non commettere atti impuri, per dirne uno che mi ricordo dal catechismo ...ma diciamo pure...sarà lo studio, tramite l'osservazione, dei comportamenti delle persone...vero professore?”
Professore, con un sorrisino sarcastico: “In che senso Patrizia, i comportamenti?...forse la confondi con la sociologia”
Patrizia: “Ah si?”
Poi si alza. Si dirige lentamente verso una delle finestre del piccolo appartamento. Ne scosta la tendina. Guarda fuori alcuni secondi. Si gira verso l'uomo che aveva appena messo in bocca una forchettata di pasta. Appoggia la schiena alla parete incrociando le belle gambe e in tono sicuro gli fa: “La teologia, quindi, no...insegna a camminare sulla retta via, allontanandoci dal peccato, come spesso le sento dire Professore, e ci avvicina a Dio...certo...quindi il senso di...di spiare nell'intimità della stanza di una sedicenne sarà solo per salvarla dal peccato...e no, magari...perchè vedendola spogliarsi e rivestirsi, la si desidera nonostante sia peccato mortale e gli possa venire pure figlia, no?”.
Il professore sputa di colpo quanto aveva in bocca. Arrossisce di vergogna mettendosi sulla difensiva: “Ma che stai dicendo Patrizia?...cosa...chi...spia?”
Patrizia, arrabbiata: “Lei professor Rastelli!...lei!!...il religiosissimo e moralizzatore, prof. Edoardo Rastelli...nonchè il nostro inquilino del piano di sopra, che evidentemente nell'accordo d'affitto con i miei, al vitto compreso...a proposito, buona la cucina di mia madre, vero professore?...ha inteso aggiungerci, a loro insaputa, spiare la loro figlia adolescente nell'intimità della propria stanza...”
Professore, pallido: “Ma che stai dicendo Patrizia?...non è vero...ma che vai dicendo?...”
Patrizia: “Che vado dicendo?...aspetta professore...”
Si scosta dalla parete. Si dirige verso l'ingresso. Poi ritorna in cucina con un sacchetto in mano. Lo mette sul tavolo e ne esce un orsacchiotto di peluche al quale manca un occhio.
Il professore deglutisce di colpo e sbianca ancora di più.
Patrizia, tornando a sedere: “Questo me lo ha regalato lei lo scorso Natale, ricorda?...Mi raccomando, mi disse, mettilo nella tua stanza bene in vista che ti porta fortuna...ricorda professore?...bene, ieri nel rassettare la mia stanza, inavvertitamente l'ho fatto cadere dalla mensola dove, appunto, lo avevo messo bene in vista...e mentre lo stavo risistemando sa cosa ho scoperto?...che uno degli occhi altro non era che una di quelle telecamerine in hd che inviano immagini al telefonino o al tablet...”. La esce dal sacchetto e la mette sul tavolo sotto gli occhi dell'uomo che nel frattempo sprofonda sempre di più nell'imbarazzo.
Il professore rimase in silenzio, pietrificato per la vergogna di essere stato scoperto da quella ragazzina che gli sembrava così ingenua e che invece, quasi da donna vissuta, lo aveva inchiodato alle sue responsabilità.
Così Patrizia lo incalza ancora di più: “Allora professor Rastelli...come la mettiamo adesso?...non dici nulla?...io l'ho notato fin dal primo giorno in cui sei venuto ad abitare qui, come sbavi per me...con quale libidine da porco maniaco mi guardi...tutte le volte che salgo a portati pranzo e cena...ma non potevo mai immaginare arrivassi a tanto”
Professore: “Cosa...cosa...vuoi che ti dica, Patrizia...cosa?...si...si..ho fatto una cazzata...si, lo ammetto...perchè...si vero...mi piaci da impazzire fin da quando ti ho visto...si!...ma devi capirmi...sono solo da anni e mi manca avere una donna...poi sei apparsa tu, così...così...bella, giovane, provocante...con quel tuo vestire sexy...non ho resistito...ma, appunto, avendo io cinquant'anni, per altro portati male, e tu solo sedici...sono consapevole che non mi guardi nemmeno...per cui l'unica cosa che potevo fare per averti era quella di spiarti...ecco la cazzata dell'orsetto spia...”
Patrizia, vistosamente soddisfatta per la confessione: “Lo sai che posso rovinarti per quello che hai fatto, vero?...lo sai che perderesti reputazione e lavoro?...ma soprattutto lo sai che sei un ipocrita, porco maniaco?”
Professore: “Lo so...so...e hai ragione...ma ti prego, Patrizia...non mi denunciare...ti prego...non rovinarmi...sono pronto a fare qualsiasi tu voglia se questa cazzata che ho fatto rimane un segreto fra noi...”
Patrizia, lentamente, rimette tutto nel sacchetto. Si alza e sempre lentamente si avvicina al professore. Lo fa girare sempre seduto. Con un colpo di gamba gli fa divaricare le sue. Gli mette un ginocchio su una delle cosce e avvicinandosi a pochi millimetri dalla sua faccia gli fa: “Immagino il rosario di...di...seghe ti sei fatto quando mi spoglio giocando a fare lo spogliarello davanti lo specchio...o quando esco dalla doccia e mi metto nuda sul letto...ma soprattutto...soprattutto...quando mi masturbo strusciando la fica sul cuscino stretto fra le cosce...eh?”
Il professore torna a sudare freddo. I due hanno i visi quasi attaccati. Patrizia, sempre col ginocchio che preme sulla coscia, ha un alito caldo e, per di più, fa un odore di femmina in calore irresistibile. Ma l'uomo continua a mantenere la calma.
Patrizia: “Eh...allora confessa...come ti seghi sognando di essere al posto del mio cuscino?...o essere li a massaggiarmi con le creme dopo la doccia sul letto? Come?...o forse ti piace solo guardarmi nuda e come mi spoglio?...eh?...confessa, dimmi che genere di porco sei!”
Il professore balbettando: “Tu...tu...tu...tutte e...e due le co...cose, Patrizia...tutte e due...e mi...mi...sego anche subito dopo che mi porti il pranzo e la cena...non appena te ne vai...estasiato da come ti muovi, dalle tue minigonne, dai tuoi leggins attillati...e dall'odore che fai quando mi passi vicino...”
Patrizia lentamente allontana il viso e il ginocchio da sopra la coscia del professore. E' soddisfatta della confessione. Rimanendo in piedi fra le sue gambe, gli fa: “Ti piace il mio odore?”
Professore: “Si...si...da impazzire Patrizia!”
Patrizia: “Sai...ieri quando ho fatto la scoperta...mi sono molto incazzata e ho provato pure schifo che un grassone peloso e porco come te ha violato la mia intimità...poi...poi...ci ho ripensato...e mi sono detta, perchè non dare una possibilità a quell'uomo, poveretto...solo e affamato di sesso...magari proponendogli uno scambio...chiamiamolo così, equo e solidale?”
Il professore: “Scambio equo e solidale? In che senso?”
Patrizia si china leggermente. Prende il naso dell'uomo, inizia a scuotergli la testa, e gli fa: “Beh...semplice...mio esimio porcellosissimo professor Rastelli...dunque ti spiego subito (e gli lascia il naso)...immagino che spiandomi avrai sentito le liti furibonde che ho con mio padre che mi vorrebbe ancora una bambina...mentre io invece sono una ragazza...una donna...che ama vestiti e scarpe alla moda...borse...gioielli...profumi...soldi per discoteche e pub con le amiche...per avere sempre il cellulare carico...
Professore, un po' più rilassato: “Si...le ho sentite...le ho sentite...e anche se non ho figli, da uomo maturo, posso capirlo tuo padre...ma effettivamente mi rendo pure conto che una bella ragazza come te avrebbe pure il diritto di vivere la propria femminilità...”
Patrizia: “Ecco bravo...esattamente...vivere la mia femminilità...proprio così, professor Edoardo Rastelli!!...dunque faremo così...se tu da questo momento in poi sarai molto generoso nei miei confronti...io sarò molto generosa anche con te...”
Professore: “Fammi capire meglio...il concetto di generosità, da parte mia e da parte tua...”
Patrizia: “Davvero non capisci? (e ride) ...ok ti spiego subito...tu finanzierai tutti i miei capricci e io non solo non dirò mai nulla, nemmeno sotto tortura, della telecamera piazzata nella mia stanza...ma io...ecco...io, in base al costo del capriccio, soddisferò tutte le tue voglie di porco depravato...che ne pensi?”
Professore:”Davvero?...”
Patrizia: “Certo...più sei generoso tu e più lo sono io...”
Professore: “...ah...ma se se ne accorgono i tuoi?...tuo padre soprattutto...come glieli giustifichi sti soldi facili?”
Patrizia rimette il ginocchio sulla coscia e riavvicina il viso a quello dell'uomo: “Non è un problema tuo...credimi...so quello che faccio...ed in ogni caso tu non verrai mai coinvolto, stai tranquillo...a meno che...”
Professore: “A meno che...cosa!?”
Patrizia: “A meno che tu voglia fare il furbo venendo, in qualche maniera, meno al nostro patto...beh...allora mi costringerai a vuotare il sacco e a rovinarti...”
A quel punto si allontana dal professore. Mette una mano dentro la maglietta ed esce un cellulare. Ci smanetta velocemente su e fa partire l'audio. E' la registrazione della conversazione appena fatta.
Patrizia con un sorriso beffardo: “Come stai sentendo ho registrato la tua confessione...che aggiungerò alla prova del peluche con videocamera...e con la somma ti rovino per sempre!...ok?”
Professore: “Va bene...va bene...va bene...Patrizia...va bene...(la scannerizza nuovamente)...alla faccia della bambina! ...ok, avvicinati e dimmi quello che vuoi...”
Patrizia esegue. Posa il telefonino. Mette la punta di un dito in bocca. Fa un espressione da bambina maliziosa e lentamente gli si avvicina. E' di nuovo in piedi tra le gambe del professore che immediatamente la cinge ai fianchi mettendogli le mani sul culo.
Professore: “oddiomio!!...fantastico...il tuo culo sodo tra le mie mani...un sogno che si realizza!! “
Ma la ragazza repentinamente gliele toglie e si scosta: “Giù le mani, professore...per ora non mi tocchi!”
Professore stupito: “Come?...ma perchè no?...ma non...”
Patrizia interrompendolo: “Per mettermi le tue mani da porco addosso...c'è un prezzo...se vuoi che ti tocco io, ce n'è un altro...un altro ancora se vuoi usare la lingua su di me...così come uno per la mia bocca sul tuo cazzo...fino ad arrivare ad un altro per scopare...dove potrai farmi fare di tutto ed io farti di tutto...ma lì, ti avverto prima, ti costerà molto”
Professore: “E' quant'è il prezzo?”
Patrizia: “Calma...calma...Edoardo Rastelli...calmino!...tutto a suo tempo...per ora mi ricarichi il credito sul telefonino...mi fai il massimo...ed io in cambio ti faccio uno spogliarello dei miei e tu ti potrai masturbare davanti a me...oggi solo questo, nei giorni prossimi...beh...vedremo...ho un paio di cosette sott'occhio che vorrei comprarmi”
Professore: “ah ok, lo faccio subito (e si mette a smanettare sul suo cellulare)...fatto!...dai che ce l'ho già duro...guarda (mostrandogli con una mano il rigonfiamento in mezzo alle cosce)...dai su!”.
Patrizia tira le tende alla finestra, si mette ad una certa distanza dal professore ed inizia, in maniera sensuale, a togliersi la magliettina. La tira addosso all'uomo che l'afferra al volo e nel frattempo si inizia a toccare. Adesso è in reggiseno, rosso di pizzo. Lo stacca da dietro e tira pure quello sul professore che lo prende. Se lo porta alla bocca per baciarlo e laccarlo dentro e fuori.
Le tette, bellissime grosse e sode come solo una donna di quell'età può avere, sono nude davanti all'uomo che adesso si sta abbassando i pantaloni fremente di voglia.
Il Professore se lo esce. Ha un cazzo bello grosso. Se lo masturba dolcemente mentre Patrizia ondulando il corpo ed il bacino si sta togliendo lentamente la gonnellina. Lancia pure questa al professore che con la mano libera l'afferra portandosela al naso. La ragazza si gira di spalle e si piega in modo da mostrare bene il suo splendido culetto a mandolino coperto a stento da degli slip rossi a merletti.
Il professore è letteralmente in estasi. Un rivolo di saliva gli scende dalla bocca. Aumenta il ritmo della sega, mentre Patrizia si rivolta lentamente per mostrargli la figa che traspare dagli slip.
Adesso se li sfila dolcemente e li lancia ancora al professore che li afferra. Prima li bacia, poi li annusa lungamente, li lecca nella parte che poggia sulla fica e infine sbavando se li mette sul cazzo ormai durissimo e pronto ad esplodere. Patrizia adesso è completamente nuda. E' bellissima e si muove in maniera sensuale avanzando verso l'uomo. Ma si ferma a pochissima distanza. L'uomo si masturba sempre più velocemente. Patrizia si prende le tette fra le mani e gliele mostra. Il professore esplode con una sborrata che colpisce la ragazza in faccia.
Patrizia pulendosi il viso con la mano: “Che schifo...porco merdoso che sei!”
Professore: “Scusa...Patrizia...ma mi hai fatto impazzire di goduria...”
Patrizia, si asciuga con un tovagliolo, raccoglie le sue cose, si riveste e una volta finito gli fa: “Scusa un cazzo...lardoso di merda...comunque ci vediamo domami sera...prepara un bel po' di grana che ho delle cose da comprare...chiaro?”
Patrizia, sfoderando un bianchissimo sorriso: “Buongiorno professore. Il suo pranzo.”
Il professore, prima l'ammira da capo a piedi, poi la fa entrare: “Ciao Patrizia...si grazie...entra...entra pure”
La ragazza si dirige sicura verso la piccola cucina. Posa il fagotto sulla tavola e inizia ad apparecchiarla. Il professore la segue lentamente da dietro mentre ne ammira, come estasiato, i movimenti, ma soprattutto i lineamenti. In particolare quello splendido culetto a mandolino a stento coperto da una gonnellina plissettata, che scopre delle gambe bellissime, rosa, lisce, perfette, che Patrizia muove con una sensualità assolutamente naturale, spontanea.
Patrizia, sorridente: “Tutto pronto, professore...si accomodi...”
Il professore, che continua a scannerizzarla da sopra a sotto con malcelata libidine: “Grazie sempre di tutto Patrizia...sempre così premurosa e...e bella, che non guasta”
Patrizia: “Grazie professore...lei sempre molto galante...”
L'uomo si accomoda. Si appresta a mangiare, ma si blocca. Si accorge che differenza degli altri giorni, in cui la ragazza si congedava velocemente, questa volta rimane a guardarlo come in attesa di qualcosa.
Professore: “Patrizia...hai bisogno o devi dirmi qualcosa?”
Patrizia: “No, niente...ma posso farle compagnia mentre pranza o disturbo?
Professore: “Ma per carità tesoro...ma che disturbi...mi fa piacere (la scannerizza di nuovo dal basso all'alto) la tua compagnia...ma che scherzi?”
L'uomo si alza velocemente e avvicina una sedia al tavolo: “Accomodati pure...dai...magari bevi qualcosa con me”
Patrizia sfodera un sorriso di soddisfazione. Con movimenti sensualissimi si siede accavallando le sue bellissime gambe e aggiustandosi i suoi lunghi capelli neri. Il Professore la guarda sempre più estasiato. Adesso ce l'ha di fronte. Può vedere le generosa scollatura della magliettina che contiene a stento due belle tette almeno da quarta misura. L'uomo suda freddo per nascondere l'eccitazione. Patrizia è bellissima e sprizza erotismo da ogni poro della sue pelle rosa e liscia, ed è li a guardalo.
Il professore cerca di rimettersi a magiare. Riuscendo molto stentatamente a tenere un contegno, gli chiede: “A...a...che devo il piacere della tua compagnia oggi?”
Patrizia, non risponde subito. Ci sono un paio di libri sulla tavola. Ne prende uno e poi l'altro. Ne legge distrattamente le prefazioni. Ne guarda le figure sulle copertine. Li appoggia di nuovo sul tavolo e in tono ironico risponde: “A niente di particolare...ho già pranzato, i miei sono usciti e non ho nulla da fare...così mi sono detta perchè non fare compagnia al nostro inquilino del piano di sopra. Al nostro professore di...di...teologia, no?...si chiama così, teologia, no?...il docente universitario professor Rastelli...che magari ad una ragazzina come me potrebbe, diciamo così dare tanto...la teologia, poi, mi ha sempre affascinato.”
Professore: “Ah si? Hai avuto un'ottima pensata a volermi fare compagnia...ma dimmi, cosa ti affascina precisamente della teologia?”
Patrizia, torna a spulciare nei libri. Trova dentro alcuni foglietti ne legge il contenuto. Li rimette tra le pagine. Punta i suoi grandi occhi neri sul professore e sempre mantenendo quel tono ironico risponde: “Beh...lo studio di Dio, no?...la religione e i suoi comandamenti...non commettere atti impuri, per dirne uno che mi ricordo dal catechismo ...ma diciamo pure...sarà lo studio, tramite l'osservazione, dei comportamenti delle persone...vero professore?”
Professore, con un sorrisino sarcastico: “In che senso Patrizia, i comportamenti?...forse la confondi con la sociologia”
Patrizia: “Ah si?”
Poi si alza. Si dirige lentamente verso una delle finestre del piccolo appartamento. Ne scosta la tendina. Guarda fuori alcuni secondi. Si gira verso l'uomo che aveva appena messo in bocca una forchettata di pasta. Appoggia la schiena alla parete incrociando le belle gambe e in tono sicuro gli fa: “La teologia, quindi, no...insegna a camminare sulla retta via, allontanandoci dal peccato, come spesso le sento dire Professore, e ci avvicina a Dio...certo...quindi il senso di...di spiare nell'intimità della stanza di una sedicenne sarà solo per salvarla dal peccato...e no, magari...perchè vedendola spogliarsi e rivestirsi, la si desidera nonostante sia peccato mortale e gli possa venire pure figlia, no?”.
Il professore sputa di colpo quanto aveva in bocca. Arrossisce di vergogna mettendosi sulla difensiva: “Ma che stai dicendo Patrizia?...cosa...chi...spia?”
Patrizia, arrabbiata: “Lei professor Rastelli!...lei!!...il religiosissimo e moralizzatore, prof. Edoardo Rastelli...nonchè il nostro inquilino del piano di sopra, che evidentemente nell'accordo d'affitto con i miei, al vitto compreso...a proposito, buona la cucina di mia madre, vero professore?...ha inteso aggiungerci, a loro insaputa, spiare la loro figlia adolescente nell'intimità della propria stanza...”
Professore, pallido: “Ma che stai dicendo Patrizia?...non è vero...ma che vai dicendo?...”
Patrizia: “Che vado dicendo?...aspetta professore...”
Si scosta dalla parete. Si dirige verso l'ingresso. Poi ritorna in cucina con un sacchetto in mano. Lo mette sul tavolo e ne esce un orsacchiotto di peluche al quale manca un occhio.
Il professore deglutisce di colpo e sbianca ancora di più.
Patrizia, tornando a sedere: “Questo me lo ha regalato lei lo scorso Natale, ricorda?...Mi raccomando, mi disse, mettilo nella tua stanza bene in vista che ti porta fortuna...ricorda professore?...bene, ieri nel rassettare la mia stanza, inavvertitamente l'ho fatto cadere dalla mensola dove, appunto, lo avevo messo bene in vista...e mentre lo stavo risistemando sa cosa ho scoperto?...che uno degli occhi altro non era che una di quelle telecamerine in hd che inviano immagini al telefonino o al tablet...”. La esce dal sacchetto e la mette sul tavolo sotto gli occhi dell'uomo che nel frattempo sprofonda sempre di più nell'imbarazzo.
Il professore rimase in silenzio, pietrificato per la vergogna di essere stato scoperto da quella ragazzina che gli sembrava così ingenua e che invece, quasi da donna vissuta, lo aveva inchiodato alle sue responsabilità.
Così Patrizia lo incalza ancora di più: “Allora professor Rastelli...come la mettiamo adesso?...non dici nulla?...io l'ho notato fin dal primo giorno in cui sei venuto ad abitare qui, come sbavi per me...con quale libidine da porco maniaco mi guardi...tutte le volte che salgo a portati pranzo e cena...ma non potevo mai immaginare arrivassi a tanto”
Professore: “Cosa...cosa...vuoi che ti dica, Patrizia...cosa?...si...si..ho fatto una cazzata...si, lo ammetto...perchè...si vero...mi piaci da impazzire fin da quando ti ho visto...si!...ma devi capirmi...sono solo da anni e mi manca avere una donna...poi sei apparsa tu, così...così...bella, giovane, provocante...con quel tuo vestire sexy...non ho resistito...ma, appunto, avendo io cinquant'anni, per altro portati male, e tu solo sedici...sono consapevole che non mi guardi nemmeno...per cui l'unica cosa che potevo fare per averti era quella di spiarti...ecco la cazzata dell'orsetto spia...”
Patrizia, vistosamente soddisfatta per la confessione: “Lo sai che posso rovinarti per quello che hai fatto, vero?...lo sai che perderesti reputazione e lavoro?...ma soprattutto lo sai che sei un ipocrita, porco maniaco?”
Professore: “Lo so...so...e hai ragione...ma ti prego, Patrizia...non mi denunciare...ti prego...non rovinarmi...sono pronto a fare qualsiasi tu voglia se questa cazzata che ho fatto rimane un segreto fra noi...”
Patrizia, lentamente, rimette tutto nel sacchetto. Si alza e sempre lentamente si avvicina al professore. Lo fa girare sempre seduto. Con un colpo di gamba gli fa divaricare le sue. Gli mette un ginocchio su una delle cosce e avvicinandosi a pochi millimetri dalla sua faccia gli fa: “Immagino il rosario di...di...seghe ti sei fatto quando mi spoglio giocando a fare lo spogliarello davanti lo specchio...o quando esco dalla doccia e mi metto nuda sul letto...ma soprattutto...soprattutto...quando mi masturbo strusciando la fica sul cuscino stretto fra le cosce...eh?”
Il professore torna a sudare freddo. I due hanno i visi quasi attaccati. Patrizia, sempre col ginocchio che preme sulla coscia, ha un alito caldo e, per di più, fa un odore di femmina in calore irresistibile. Ma l'uomo continua a mantenere la calma.
Patrizia: “Eh...allora confessa...come ti seghi sognando di essere al posto del mio cuscino?...o essere li a massaggiarmi con le creme dopo la doccia sul letto? Come?...o forse ti piace solo guardarmi nuda e come mi spoglio?...eh?...confessa, dimmi che genere di porco sei!”
Il professore balbettando: “Tu...tu...tu...tutte e...e due le co...cose, Patrizia...tutte e due...e mi...mi...sego anche subito dopo che mi porti il pranzo e la cena...non appena te ne vai...estasiato da come ti muovi, dalle tue minigonne, dai tuoi leggins attillati...e dall'odore che fai quando mi passi vicino...”
Patrizia lentamente allontana il viso e il ginocchio da sopra la coscia del professore. E' soddisfatta della confessione. Rimanendo in piedi fra le sue gambe, gli fa: “Ti piace il mio odore?”
Professore: “Si...si...da impazzire Patrizia!”
Patrizia: “Sai...ieri quando ho fatto la scoperta...mi sono molto incazzata e ho provato pure schifo che un grassone peloso e porco come te ha violato la mia intimità...poi...poi...ci ho ripensato...e mi sono detta, perchè non dare una possibilità a quell'uomo, poveretto...solo e affamato di sesso...magari proponendogli uno scambio...chiamiamolo così, equo e solidale?”
Il professore: “Scambio equo e solidale? In che senso?”
Patrizia si china leggermente. Prende il naso dell'uomo, inizia a scuotergli la testa, e gli fa: “Beh...semplice...mio esimio porcellosissimo professor Rastelli...dunque ti spiego subito (e gli lascia il naso)...immagino che spiandomi avrai sentito le liti furibonde che ho con mio padre che mi vorrebbe ancora una bambina...mentre io invece sono una ragazza...una donna...che ama vestiti e scarpe alla moda...borse...gioielli...profumi...soldi per discoteche e pub con le amiche...per avere sempre il cellulare carico...
Professore, un po' più rilassato: “Si...le ho sentite...le ho sentite...e anche se non ho figli, da uomo maturo, posso capirlo tuo padre...ma effettivamente mi rendo pure conto che una bella ragazza come te avrebbe pure il diritto di vivere la propria femminilità...”
Patrizia: “Ecco bravo...esattamente...vivere la mia femminilità...proprio così, professor Edoardo Rastelli!!...dunque faremo così...se tu da questo momento in poi sarai molto generoso nei miei confronti...io sarò molto generosa anche con te...”
Professore: “Fammi capire meglio...il concetto di generosità, da parte mia e da parte tua...”
Patrizia: “Davvero non capisci? (e ride) ...ok ti spiego subito...tu finanzierai tutti i miei capricci e io non solo non dirò mai nulla, nemmeno sotto tortura, della telecamera piazzata nella mia stanza...ma io...ecco...io, in base al costo del capriccio, soddisferò tutte le tue voglie di porco depravato...che ne pensi?”
Professore:”Davvero?...”
Patrizia: “Certo...più sei generoso tu e più lo sono io...”
Professore: “...ah...ma se se ne accorgono i tuoi?...tuo padre soprattutto...come glieli giustifichi sti soldi facili?”
Patrizia rimette il ginocchio sulla coscia e riavvicina il viso a quello dell'uomo: “Non è un problema tuo...credimi...so quello che faccio...ed in ogni caso tu non verrai mai coinvolto, stai tranquillo...a meno che...”
Professore: “A meno che...cosa!?”
Patrizia: “A meno che tu voglia fare il furbo venendo, in qualche maniera, meno al nostro patto...beh...allora mi costringerai a vuotare il sacco e a rovinarti...”
A quel punto si allontana dal professore. Mette una mano dentro la maglietta ed esce un cellulare. Ci smanetta velocemente su e fa partire l'audio. E' la registrazione della conversazione appena fatta.
Patrizia con un sorriso beffardo: “Come stai sentendo ho registrato la tua confessione...che aggiungerò alla prova del peluche con videocamera...e con la somma ti rovino per sempre!...ok?”
Professore: “Va bene...va bene...va bene...Patrizia...va bene...(la scannerizza nuovamente)...alla faccia della bambina! ...ok, avvicinati e dimmi quello che vuoi...”
Patrizia esegue. Posa il telefonino. Mette la punta di un dito in bocca. Fa un espressione da bambina maliziosa e lentamente gli si avvicina. E' di nuovo in piedi tra le gambe del professore che immediatamente la cinge ai fianchi mettendogli le mani sul culo.
Professore: “oddiomio!!...fantastico...il tuo culo sodo tra le mie mani...un sogno che si realizza!! “
Ma la ragazza repentinamente gliele toglie e si scosta: “Giù le mani, professore...per ora non mi tocchi!”
Professore stupito: “Come?...ma perchè no?...ma non...”
Patrizia interrompendolo: “Per mettermi le tue mani da porco addosso...c'è un prezzo...se vuoi che ti tocco io, ce n'è un altro...un altro ancora se vuoi usare la lingua su di me...così come uno per la mia bocca sul tuo cazzo...fino ad arrivare ad un altro per scopare...dove potrai farmi fare di tutto ed io farti di tutto...ma lì, ti avverto prima, ti costerà molto”
Professore: “E' quant'è il prezzo?”
Patrizia: “Calma...calma...Edoardo Rastelli...calmino!...tutto a suo tempo...per ora mi ricarichi il credito sul telefonino...mi fai il massimo...ed io in cambio ti faccio uno spogliarello dei miei e tu ti potrai masturbare davanti a me...oggi solo questo, nei giorni prossimi...beh...vedremo...ho un paio di cosette sott'occhio che vorrei comprarmi”
Professore: “ah ok, lo faccio subito (e si mette a smanettare sul suo cellulare)...fatto!...dai che ce l'ho già duro...guarda (mostrandogli con una mano il rigonfiamento in mezzo alle cosce)...dai su!”.
Patrizia tira le tende alla finestra, si mette ad una certa distanza dal professore ed inizia, in maniera sensuale, a togliersi la magliettina. La tira addosso all'uomo che l'afferra al volo e nel frattempo si inizia a toccare. Adesso è in reggiseno, rosso di pizzo. Lo stacca da dietro e tira pure quello sul professore che lo prende. Se lo porta alla bocca per baciarlo e laccarlo dentro e fuori.
Le tette, bellissime grosse e sode come solo una donna di quell'età può avere, sono nude davanti all'uomo che adesso si sta abbassando i pantaloni fremente di voglia.
Il Professore se lo esce. Ha un cazzo bello grosso. Se lo masturba dolcemente mentre Patrizia ondulando il corpo ed il bacino si sta togliendo lentamente la gonnellina. Lancia pure questa al professore che con la mano libera l'afferra portandosela al naso. La ragazza si gira di spalle e si piega in modo da mostrare bene il suo splendido culetto a mandolino coperto a stento da degli slip rossi a merletti.
Il professore è letteralmente in estasi. Un rivolo di saliva gli scende dalla bocca. Aumenta il ritmo della sega, mentre Patrizia si rivolta lentamente per mostrargli la figa che traspare dagli slip.
Adesso se li sfila dolcemente e li lancia ancora al professore che li afferra. Prima li bacia, poi li annusa lungamente, li lecca nella parte che poggia sulla fica e infine sbavando se li mette sul cazzo ormai durissimo e pronto ad esplodere. Patrizia adesso è completamente nuda. E' bellissima e si muove in maniera sensuale avanzando verso l'uomo. Ma si ferma a pochissima distanza. L'uomo si masturba sempre più velocemente. Patrizia si prende le tette fra le mani e gliele mostra. Il professore esplode con una sborrata che colpisce la ragazza in faccia.
Patrizia pulendosi il viso con la mano: “Che schifo...porco merdoso che sei!”
Professore: “Scusa...Patrizia...ma mi hai fatto impazzire di goduria...”
Patrizia, si asciuga con un tovagliolo, raccoglie le sue cose, si riveste e una volta finito gli fa: “Scusa un cazzo...lardoso di merda...comunque ci vediamo domami sera...prepara un bel po' di grana che ho delle cose da comprare...chiaro?”
5
voti
voti
valutazione
3.6
3.6
Continua a leggere racconti dello stesso autore
racconto precedente
La confessioneracconto sucessivo
Il ricatto di Patrizia - parte seconda
Commenti dei lettori al racconto erotico