Mali 3

di
genere
dominazione

Mari – tre

Sulla via del rientro, con la bambina addormentata distesa sul sedile posteriore, mio marito mi ha comunicato che aveva preso lì, al matrimonio, poco prima che uscissimo per la foto, nella confusione dell'alzarsi da tavola, una prenotazione per due giorni della settimana successiva, di una camera nel nostro B&b. La cosa mi era sfuggita perché sicuramente avvenuta mentre andavo a recuperare nostra figlia.

Chiedendogli chi fosse, chi avesse prenotato, alla sua risposta mi sono venuti i sudori freddi: -

Piero, il tipo che avevi seduto a fianco a tavola.-

Volevo dare la parvenza di tranquillità, non volevo che trapelasse nulla di quello che era successo durante il pranzo, ma l'istintivo leggero scatto per aggiustarmi sul sedile e la faccia perplessa ovviamente non sono sfuggite a Sandro (Alessandro, il mio lui). Anche se fossi stata lì con lui mentre il bastardo prenotava la camera, non so e non credo sarei riuscita ad oppormi. Avrei dovuto spiegare i motivi e non potevo certo dire che era pieno e non avevamo camere libere seppur siano solo tre. Noi non abitiamo lì, ma vicinissimo e io vado al mattino molto presto a preparare per la colazione

Alla sua domanda ovvia: - Che c'è? Cos'hai?- ho risposto con il classico banale: - niente, sono

stanca. Devo aver mangiato qualcosa che non dovevo, ho mal di pancia.-

Lui, dolcissimo: -Ci fermiamo?-

io: - no, vai, prosegui, tanto tra un po' arriviamo.

Lui: - Appena arriviamo ti metti a letto, alla bambina e al resto ci penso io.-

Abbiamo concluso con un bacio.

Ho provato a chiudere gli occhi, ma mi rivedevo in quel bagno e rivivevo sensazioni, odori, dolore dell'essere frugata dappertutto e di quell'amplesso fugace, duro, rozzo, ma dal piacere sconvolgente, così come sentivo ancora il tocco, prima leggero poi profondo, di quella mano durante la foto.

In quel momento avrei potuto e voluto dirgli tutto, tutta la verità su quello che era successo. Si, avremmo litigato di brutto, ma mi sarei liberata e dopo alcuni giorni .... tutto passa anche se la ferita rimane a lungo. Non me la sono sentita, avrei trovato un altro momento, ma poi non ho trovato più il coraggio e più passava il tempo, meno forte si faceva la spinta a confessare.

Gli ho chiesto spiegazioni si chi fosse Piero, al che, lui: -

Ti ricordi quando andavo ad aiutare Osvaldo mentre tirava su casa e lui veniva ad aiutarci quando stavamo ristrutturando, prima che si sposasse con tua cugina? Piero è una sorta di imprenditore edile.
Ha fatto ottenere tutto il materiale per i pavimenti e il placcaggio di bagno e cucina a prezzi bassissimi e a noi ha regalato il tavolo di cucina, la panca, le sedie e il marmo per il piano cottura. Ti ricordi che è venuto anche a darci una mano per sistemarlo?

Io: - Ah, si, hai ragione. Effettivamente non me lo ricordavo; anche se da appena l'ho visto mi era sembrata faccia già incontrata.
Si, Efisia, quando andavi ad aiutarli e gli altri ragazzi dicevano che ti eri preso una sbandata per lei pur essendo il mio uomo. Un po' più pienotta di me, belle tette, belle cosciotte e bel culo. Te la saresti fatta volentieri.-

Lui, Sandro: - Ancora con questa storia? Guarda che erano due o tre di loro che avevano delle mire su tua cugina. A me sei sempre bastata tu. Ti amavo e ti amo. Mi sei sempre piaciuta come donna e come femmina e basta con questa stronzata, per favore.-

L'abbiamo chiusa lì.

Mio marito, continuando: -comunque.... tornando a Piero...ti ricordi che l'abbiamo invitato ed era venuto anche all'inaugurazione del B&b?-

Io: - si, si, adesso mi ricordo.-

Lui: - È uno che ha le mai un po' dappertutto.-

Stava per scapparmi: -anche tra le cosce di tua moglie.- ma..... boccaccia mia, taci!

Ricordo che già allora faceva lo stupido con allusioni sul mio essere una bella ragazza, una bella donna, tanto che mio marito una volta l'ha dovuto zittire in maniera decisa e in un'altra occasione, mentre eravamo un po' distanti dagli altri, mi ha chiaramente detto che se non fossi stata sposata mi avrebbe corteggiata, ma che anche le donne sposate lo attraevano.
Ricordo vagamente di avergli dato una risposta come -Se una donna non vuole, non si fa toccare- e non c'è stato un seguito.
Insomma: uno dei soliti galletti che una donna decisa riesce tranquillamente a tenere a bada.

Adesso questi ricordi affioravano. Situazioni che avevo rimosso, ma che tornano prepotenti ga un non nulla. Come durante la festa di apertura dell'attività passando tra gli invitati per assicurarmi che tutto andasse bene, avevo intercettato un discorso tra lui e altri tre o quattro uomini a cui diceva che un suo cliente non gli stava pagando il materiale di cui lo aveva fornito ed era dovuto andare a casa sua trovandoci la moglie. A quel punto facendo attenzione a non farmi notare da loro, mi interessava capire come la cosa fosse finita e a quanto diceva il cosiddetto imprenditore edile, aveva concesso loro una importante rateizzazione dell'importo in cambio di una scopata lì, seduta stante con la signora e in altre occasioni in cui era tornato a trovarla o lei o aveva raggiunto in ufficio. Aggiungendo che non era l'unica mogliettina o fidanzata che si era fatto, anzi, come aggiunta ha precisato che di solito si portava dietro un ragazzino figlio di suoi parenti a cui i genitori, vista la scarsa volontà di studiare del ragazzo, gli avevano imposto come alternativa il lavoro e in almeno due occasioni lo aveva lasciaro a casa della signora a ultimare le misurazioni mente lui, titolare si spostava per altri affari. Una volta si era assentato per un'ora circa, un'altra quasi per tutta la mattina. Poi in macchina insistendo aveva ottenuto dal ragazzo la confessione: la prima volta era riuscito a costringere la donna a fargli un pompino, mentre la seconda era stata lei a portarselo in camera da letto e a scoparselo sullo stesso letto in cui si concedeva al marito.

Ho chiesto immediatamente ma senza allarmismi se avessimo ancora qualche pendenza con qualcuno per i lavori effettuati al b&b e lui mi ha rassicurato dicendomi che era tutto a posto, ricordandomi che avevamo ricevuto i complimenti dalla banca per la puntualità con cui pagavamo le rate del prestito e tutti i fornitori ci hanno detto che quando volevamo potevamo tranquillamente contare di di loro. Eravamo considerati tutt'altro che cattivi pagatori.

Mi ha chiesto il perché di quella domanda; mi sono salvata dicendogli che ricordo bene i sacrifici fatti in quel periodo e che non poche volte pensavamo che non ce l'avremo fata ad onorare gli impegni presi, ma fortunatamente tutto era andato bene. Non era da molto che avevamo finito i lavori e concluso i pagamenti. Così......Una domanda tanto per avere certezza ulteriore su una situazione della quale ero già sicura.

In effetti, quei ricordi mi facevano paura, ma non potevo impedire all'eccitazione che mi provocavano di farmi sentire ancora l'umido tra le gambe, nonostante tutto quello che era successo poco prima: la mano di quel porco che mi frugava sapiente e insistente e la soddisfazione che gli avevo dato in quel bagno praticamente pubblico, oltre alla mano durante la foto che ha aggiunto benzina al fuoco.
M è poi arrivato in giorno in cui lui, il maiale, è arrivato. C 'era anche mio marito, meno male. Ha cenato con noi (soldi in più che entrano).
Fino a cena non era successo niente. Seduti a tavola, lui sulla panca la cui spalliere è appoggiata al muro, mio marito a capo tavola, io di fronte all'ospite dando le spalle al piano cottura per essere libera di alzarmi a servire le pietanze.

Ho sentito distintamente la pianta del suo piede liberato dalla scarpa, poggiarsi e strofinarsi sullo stinco. Poi il dorso cercare il mio polpaccio. Mi sono immediatamente alzata con la scusa di prendere altre posate e risiedendomi di sbieco lasciavo le gambe al lato della sedia non raggiungibili dal suo piede.
Possibile fosse così sfrontato da provarci con me anche in solo di mio marito? Non eravamo più in un contesto in cui lui poteva essere distratto da altri o da altro Evidentemente si; lo era! Certo, anch'io potevo ribellarmi, non l'ho fatto limitandomi a spostarmi. Che questo lo abbia incoraggiato a non desistere come sicuramente l'avermi posseduta l'aveva spinto a cercarmi ancora?
Appena finito di cenare, andando via, ho telefonato alla ragazza che ci da una mano per chiederle se l'indomani mattina potesse farsi trovare lì alle 07,00 per preparare e servire la colazione al cliente, ma come risposta ho ottenuto un: -stavo per chiamarvi e chiedervi un giorno o almeno la mattina libera per portare mio padre all'ospedale perché poco fa ha avuto un malore che adesso sembra essere passato.
Riferendo a mio marito, lui: - Amore, che problema c'è? Vai tu e alla bambina ci penso io, come altre volte. Non ne era consapevole, ma mi stava mandando a concedermi ad un altro uomo.

Non c'era verso; l'indomani mattina me la sarei dovuta sbrigare io con il bastardo.

07:05 appena entrata in cucina tiro fuori da stipetti e frigo l'occorrente per una colazione sostanziosa che dia energie per la giornata: marmellata, cioccolata da spalmare e in tavoletta, spremute e quant'altro. In attesa che il cliente si svegli comincio a riordinare. Dopo una ventina di minuti, un :

buongiorno-

proveniente dalle scale. Rispondo al saluto chiedendogli se preferisce te, latte, cappuccino per la colazione. Mi dice che un cappuccino va benissimo scomparendo verso la camera. Naturalmente credo sia andato a prepararsi e vestirsi, passati cinque minuti mentre ero intenta a prendere le tazze dall'armadietto sopra il piano cottura. Voltandomi lo vedo in tuta da ginnastica e scarpe da tennis. Tanto per spezzare l'atmosfera chiedo: -sgambata mattutina?- non posso comunque fare a meno di notare il bozzo nei pantaloni attillati della tuta. Era più che evidente. Naturalmente cerco di andare oltre.
Lui, rispondendomi mentre si avvicina: -vedo il tempo e decido-.

Io: -il cielo è sereno c'è il sole. Un po' freddino a quest'ora, ma una corsetta ci sta.-

Lui, mentre mi si avvicina: -ma prima un po' di ginnastica la vorrei fare con te. Siamo soli vero? Ti ho vista dalla finestra mentre arrivavi . Si davvero una gran bella femmina e non immagini quanto ti ho pensata in “momenti particolari”.-

Sentendomi afferrare una natica coperta dai pantaloni cerco di allontanarlo con una gomitata.

- no dai.... per favore, la smetta!-

Tutto inutile, la mano dalla natica si sposta e sento il dito sulla figa mentre con l 'altra mi strizza un seno poi scende e con il braccio mi cinge la vita. la mano che mi sta toccando dietro mi si infila del tutto tra le cosce. So che se insiste mi arrendo.

Lui: - mmmmmmm... di mattina sei ancora più morbida, profumata..... Sei calda! Senti come mi piaci.... e gli piaci....-

prendendomi un polso si porta la mia mano sul pene. È davvero molto, molto duro e mi sembra abbia anche una consistenza maggiore rispetto al giorno in ristorante.

Mi chiede sotto voce all'orecchio: -con tuo marito lo avete fatto ieri notte o stamattina? Gliel'hai data? So che mi farai felice.... e piacerà anche a te. Ci divertiremo anche di più che al matrimonio.

Non gli rispondo, non lo guardo. I suoi movimenti lenti, le sue parole... mi stanno drogando. Mi mordo il labbro inferiore, se ne accorge e me lo fa capire con un ampio sorriso.

Mi si posiziona dietro, sento il suo arnese sul solco tra le natiche. Con entrambe le mani cerca di sbottonarmi i pantaloni e tirarmi giù la cerniera. Voglio impedirglielo. Provo a fermarlo.

-No, non lo faccia... dai basta si fermi. No dai per favore.....!-

-Lasciami fare; rilassati. Tanto lo so che ti piacerà.-

I miei pantaloni aperti e calati appena sotto le natiche, le mutandine color nocciola in vista, il suo arnese che mi si piazza ancora sul solco tra le chiappe, lo sento bene; stavolta il glande è verso l'alto. Lo sento tutto, in verticale. Le sue labbra catturano il lobo del mio orecchio. Guardo leggermente verso destra e questo lo facilita. I suoi baci sul collo.

-gran bella ficona che sei...... gran femmina, tutta da godere...!-

La sua mano sposta l'elastico delle mutandine, scende verso la peluria. Il suo polpastrello sul clitoride; ci gioca. Istintivamente arretro con il bacino e incollo ancora di più il mio sedere al pene.
La mano continua a scendere e il dito si insinua nella vagine. È dentro. Lo sento... tutto. Ho un sussulto.

Lui: - Rilassati! Sei bollente! Hai un forno tra le cosce. Sei meravigliosa.-

Le mie unghie sul dorso della sua mano; la mia mano sulla sua, ma non so più se voglio fermarla o spingere quel dito ancora più in profondità nelle mie carni. Sento che lo sto avvolgendo bene. Comincio a risucchiarlo in fondo, sempre meglio. Non vorrei, ma è cosi.

Lui. -Mmmmsssiiii. Se stringi così un dito, figuriamoci con un cazzo ben infilato tutto dentro! Oggi mi farai impazzire. La volta scorsa mi sono goduto il tuo culo pazzesco, ma anche con la figa sono sicuro che sai dare enorme piacere.-

Lo sfila, esce. Sta per scapparmi un immenso. NOOOOOOOOOOOO-, ma mi blocco. Non capisco
Mi porta al tavolo e mi ci stende di schiena, mi libera di pantaloni e mutandine, come calze ho i gambaletti, non gli interessano.
Si fionda con la testa tra le mie cosce e incolla la bocca alla figa. Stavolta il mio -AHHHH- non è bloccato. Si spande per la cucina, per tutta la casa. Siamo soli, meno male. Mi mordicchia il clitoride, mi succhia, affonda la lingua più dentro, la sua barba mi punge nella parte più polposa e delicata delle cosce che catturano la testa dell'uomo e gli si stringono attorno non riesco ad aprirle. Marilena cervello, ragione, non vorrebbe, Marilena femmina, istinto invece gode, vuole, sempre di più.

Improvviso; stravolgente, un terremoto arriva l'orgasmo. Tremo distesa su quel tavolo. Il mio bacino ha degli scatti violenti, incontrollabili. Le mie mani premono su quella testa come a volerla far entrare. Le mie cosce la catturano ancora di più stringendoglisi attorno ancora meglio. Lo inondo. Gli inondo la bocca, la faccia, bagno il tavolo. Lui non si stacca, continua a leccare infilare succhiarmi clitoride e ninfee e gli ci vuole davvero poco a scaldarmi nuovamente. È esperto, ci sa fare. Mi porta sull'orlo di un secondo orgasmo

Riprendo a muovere sedere cosce, fianchi senza neanche rendermene conto. Lui, sollevandosi, in piedi sempre in mezzo alle mie gambe si afferra il cazzo e mi spennella le labbra gonfie di voglia. Su e giù, su e giù. Sono io che gli dico

Ti prego, non ce la faccio più: entra; affonda!-

Non se lo fa ripetere, con una stoccata entra, fino a metà, sta fermo u n po' così, non e stata particolarmente dolorosa, m a al secondo colpo di reni, entrando fino in fondo, con i testicoli che si incollavano alle mie natiche e il glande a sbattermi l'utero.. un dolore lancinante mi ha ricordato la particolarità di quel cazzo: non eccessivo dal glande fino a metà, una cappella a punta che si infilava agevolmente, ma la seconda parte del pene, grossa, larga. Non mio veniva difficile pensare che sverginandomi lui, niente di strano se fossi dovuta ricorrere a dei punti di sutura. Non ho capito più nulla per alcuni attimi; dov'ero e chi ero. Il secondo orgasmo è esploso appena il pene mi ha riempito la vagina. Stava fermo con il cazzo tutto dentro, in profondità in attesa che mi calmassi. Poi sfilato il pene dalla vagina, mi ha preso in braccio e mi ha portato dentro la camera che abbiamo a pian terreno in cui a fianco vi è il bagno allestito per le persone con disabilità. Evidente che si era studiato la disposizione della Struttura.

...Continua

Commenti, scambi di idee opinioni o altro MaryCambury@libero.it
scritto il
2022-01-13
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