Una ordinaria giornata da domestico di una MILF - Parte 3

di
genere
dominazione

Scendo velocemente. Esco sul patio che da sul grande e curatissimo giardino della villa. E' una giornata di sole bellissima. Ho già quasi tutto pronto, visto che la mattina mi devo alzare alle 6 per per preparare e sistemare i cibi e le bevande assieme a Rosmary. La Signora tutti i giorni quando scende a colazione vuole trovarsi come in quei grandi alberghi dove ha solo l'imbarazzo di scegliere cosa mangiare.
Così mi posiziono accanto al tavolo apparecchiato con cura e aspetto in piedi vicino la sedia.
Arriva Lei. E' ancora più bella e sexy. Ha scelto un tubino rosso a pois bianchi sopra il ginocchio e delle ballerine bianche. Ha i capelli raccolti a coda di cavallo e una fascia bianca sulla testa. Con movenze sensuali si avvicina al tavolo. Ha l'iphone all'orecchio, sta parlando con una delle sue amiche. Le sposto la sedia e la faccio accomodare. Si siede, accavalla quelle sue bellissime gambe e continua nella conversazione. Io sono li in piedi con due caraffe in mano. Lei mi indica quella con il succo di pompelmo e glielo verso in un bicchiere. Le metto davanti un piatto con dei croissant. La Signora stacca per un attimo la conversazione, con espressione annoiata guarda i croissant e mi fa: “Che sono questi?.”
Io: “Croissant caldi, Signora...come mi aveva ordinato ieri sera”
Lei: “Non li voglio...voglio le mie solite fette biscottate...dove sono?”
Io, deglutendo perchè già immagino cosa mi aspetta: “Ecco...Signora...ieri mi aveva detto che avrebbe voluto dei croissant per colazione...per questo non le ho preparate...”
Lei (prima rivolgendosi all'amica al telefono): “Aspetta Vale che siccome ho da fare con il mio domestico che è un deficiente...e che oggi ha deciso di farsi riempire di schiaffi quella faccia di minchia che ha...ti richiamo dopo (chiude e si rivolge a me, che a quelle parole già tremo!)...allora, coglionazzo...lo sai benissimo che la mattina a colazione voglio le mie quattro fette biscottate con burro e marmellata...o hai deciso tu che siccome avevo desiderio di croissant, non le devo mangiare?”

Io:”No Signora...non mi permetterei mai...e che...”
Lei, m'interrompe, mi afferra per un orecchio e per il dolore mi costringe ad abbassarmi: “ Come dici quella parola, Io pensavo...prima ti gonfio di schiaffi (mi arriva un ceffone sulla guancia) e poi ti faccio stare in ginocchio tutta la mattina con una delle mie ballerine in bocca..a costo di non uscire di casa!...hai capito pezzo di scemo!!??”
Io, mentre la Signora molla la presa: “Si Signora...si...le chiedo perdono...non la dirò mai...mai più...giuro...si, gliele vado a prendere subito e le preparo...”
Così corro subito in cucina. Prendo la confezione, torno e trovo la Signora che ha ripreso a parlare al cellulare con la sua amica, spiluccando uno dei croissant. Gamba accavallata e ballerina penzolante dal piede sospeso. Ho il cazzo durissimo!
Mi metto velocemente a preparare le fette biscottate. Lo devo fare io tutte le mattine, per lei è un fastidio condirsele da sola. Lei deve solo trovarle pronte e limitarsi a mangiarle: devono essere due con marmellata di albicocca e due con quella ai frutti di bosco.
Così mentre sto preparando la terza, improvvisamente mi si spezza fra le mani. La Signora, nonostante sia assorta nella conversazione telefonica, se ne accorge. Si gira di scatto di verso di me, serra gli occhi e mi punta. E' il solito suo sguardo che presagisce la tempesta. Io sbianco di paura. Si rivolge all'amica al telefono: “E niente, Vale...niente...devo staccare di nuovo perchè ormai è assodato...ho una testa di cazzo come domestico e oggi lo ammazzo!!...”

Chiude, poggia l'iphone sul tavolo e incazzata mi fa: “Che cazzo hai fatto?”
Io, terrorizzato: “No...no...non...non l'ho fatto a posta Signora...mi perdoni...gliene faccio un'altra...subito...Signora...ci starò più attento...Signora...le chiedo umilmente perdono...”
Sto per prendere una fetta biscottata dalla confezione, quando mi afferra di nuovo per l'orecchio. Mi avvicina a Lei. Me lo torce più forte di prima. Grido per il dolore e mi inginocchio.
Lei, continuando a tenermi l'orecchio: “Me ne fai un'altra?...un'altra?...cioè, hai rotto la mia fetta biscottata...e adesso oltre a costringermi ad aspettare te che me ne fai un'altra...hai pure sprecato la mia roba!?...tu, testa di cazzo inetto imbecille, sprechi la mia roba!?”
Io, quasi piangendo per il dolore: “Pietà Signora...pietà...non lo faccio più Signora...pietà”
Lei: “Pietà un cazzo!! (mi torce l'orecchio ancora più forte)...ora te la mangi tu perchè io roba non ne butto...e in ogni caso darla a te e come darla alla spazzatura...idiota incapace!”
Prende la fetta spezzata in due, già condita con burro e marmellata, e me la spiaccica in faccia. La fetta si rompe in altri pezzi, cade a terra e lei, togliendosi una scarpa, col piede nudo la frantuma ancora di più. Poi mi fa: “Adesso mangiala come i cani...prima mi lecchi il piede fino a quando non me lo pulisci dalla marmellata e dalle briciole...e poi continui con quella a terra...sbrigati, stronzo!”

Così la Signora molla la presa dal mio orecchio. Riaccavalla la gamba dove ha il piede imbrattato e io, frastornato dal dolore, comincio a leccarlo e a succhiare le dita. Poi prende il cellulare e fa una videochiamata, con la quale mostra fiera ed eccitata all'amica come mi sta umiliando. Mentre lecco il piede, sento l'amica ridere e sfottermi: “E' proprio un coglione...uh come lecca il cagnolino, di che razza è?!...”
La Signora: “Razza inutile e bastarda!”. E ride
L'amica: “...ma beata te però, l'avessi io un domestico così zerbino...dai, fatti leccare pure la ballerina che da qui mi pare di vedere pure sporca di marmellata...”
La Signora ancora ridendo: “Oh...sai che hai ragione, Vale?...(poi rivolgendosi a me)...basta col piede che l'hai pulito abbastanza, ogni tanto una buona la fai (ride)...lecca la ballerina deve tornare bianchissima e splendente...sbrigati, coglione!”
Così prendo la scarpa fra le mani e la lecco tutta, compreso l'interno, mentre le due amiche continuano a ridersela. Quando ritiene che è abbastanza pulita mi ordina di rimetterla al piede che prima devo baciare. Poi mi fa leccare la mattonella dove c'è il restante della fetta biscottata. Una volta che ritiene pulita pure la mattonella e finito di umiliarmi pubblicamente, mi fa alzare per continuare a farle fare colazione, mentre torna a parlare del più e del meno con l'amica al cellulare.

Sto sparecchiando la tavola col cazzo durissimo per quello che ho subito e ora per lo spettacolo della Signora che sta prendendo il sole al viso seduta con le gambe stese su una sedia, coi piedi nudi accavallati che fanno il solito gioco sensualissimo. Quando Lei mi fa: “Coglionazzo, quando ti ci vuole per sparecchiare una cazzo di tavola dove a mangiare c'è stata una persona sola?”
Io: “Sto finendo Signora...”
Lei: “Minchia quanto sei lento...ogni cosa che fai, anche la più semplice...o la sbagli o ci stati una vita... sbrigati che mi è venuta voglia di farti mettere al posto di questa sedia per i piedi...muoviti!”
Io: “Si subito Signora...corro”.
Così correndo porto le ultime cose in cucina e mi precipito dalla Signora che sta di nuovo parlando al cellulare. Appena mi vede accanto, con un calcio sposta la sedia. Mi fa segno di mettermi giù. Io mi posiziono a quattro piedi e lei subito mi mette i piedi violentemente sulla schiena. Provo un dolore tremendo. Rimango in quella posizione almeno una mezz'ora, tutto il tempo della telefonata, subendo in tutte le maniere il gioco dei suoi piedi: una volta accavallati, un'altra appoggiati con la pianta sulla schiena, un'altra mi da piccoli calci allo stomaco, sul collo e sulla faccia con la monta. Mi tratta come la sedia, se non peggio.
Una volta finita la telefonata e soddisfatta di avermi inflitto quest'altro supplizio, mi spinge con un piede come aveva fatto per la sedia. Io stramazzo a terra. Si rimette le ballerine e mi fa: “Hai 10 minuti di tempo per preparare la mia macchina...il tempo di darmi una rinfrescata...oggi vado a pranzo con le mie amiche al solito posto...muoviti deficiente e vedi di farmi trovare il clima acceso a palla che fa un caldo cane...vai!”

L'auto è pronta. Una lussuosissima Mercedes piena di ogni confort. Il climatizzatore pure. Io sono accanto lo sportello dei passeggeri del retro. Arriva Lei, capelli sciolti e quell'andatura sensualissima. E' ancora una volta bellissima. Ci ha messo molto di più dei 10 minuti minacciati, perchè si è cambiata. Ha messo l'altro vestito che le avevo preparato stamattina. Un completo Fendi con gonnellino corto plissettato e dei sandali alla schiava con tacco alto che le esaltano le gambe e quei piedi bellissimi.
Le apro lo sportello e si accomoda sul sedile. Veloce mi metto alla guida. Appena usciti in strada, la guardo dallo specchietto retrovisore e provo a farle un complimento: “Signora é bellissima...”
Lei: “Si...si...ma stai zitto che nessuno ti ha chiesto niente, cretino...piuttosto quando cazzo lo hai acceso sto clima...che sto sudando?...grandissimo idiota!”
Io: “Mi dispiace Signora...ma lo acceso subito dopo che lei è salita a cambiarsi, Signora...giuro!”
Lei: “Si certo...idiota, incapace...vedi invece almeno di non sbagliare strada come l'altra volta, cretino...”
Arriviamo davanti il ristorante. E' uno di quelli di gran lusso. Veloce scendo e le vado ad aprire lo sportello. La Signora scende. Nemmeno mi calcola, neppure uno sguardo, un saluto. Niente. S'introduce nel locale e sparisce. Io ritorno in auto, la sistemo all'interno del parcheggio riservato e rimango li in attesa che finisca il pranzo. Si, guai a me se mi muovo e se non controllo il cellulare tramite il quale potrebbe inviarmi un sms perchè ha bisogno di me.

Ricordo, infatti, la prima volta che le feci da autista. Volle essere accompagnata dal suo parrucchiere / estetista e centro benessere. Ingenuamente mi venne spontaneo chiederle: “Signora a che ora vengo a prenderla?”
Lei, mi guardò con l'aria di chi ha sentito una bestemmia e rispose: “Stai scherzando vero?...cioè, io quando finisco dovrei aspettare te che mi vieni a prendere!?...stai scherzando o sei ubriaco?”
Io: “No...Signora...io dicevo così per...”
Lei, sempre più inviperita: “Per cosa, idiota!?...quindi, fammi capire...io finito tutto, devo prendere il cellulare, fare il tuo numero, chiamarti e poi aspettare che col tuo porco comodo arrivi?...magari, che dici, per agevolarti...mi metto pure ad aspettare il signorino fuori in piedi, sia mai non c'è posto per parcheggiare, no? Eh che dici!?”
Io: “No Signora...non volevo dire questo...Signora non mi permetterei mai...le chiedo scusa se l'ho offesa, non era mia intenzione...”
Lei: “Ascolta...testina di cazzo...per questa volta passa, perchè è la prima volta che mi fai da autista...ma non ci sarà una seconda volta ...o le cose le capisci al volo...o alla prossima ti do un calcio in culo e ti rispedisco al tuo paesello del cazzo dove pascolavi le pecore...allora, tu quando mi accompagni...ovunque ti ordino di andare...mi aspetti in macchina e per di più col telefonino sotto gli occhi perchè potrei mandarti un ordine via sms...e stai li! Che manchi dieci minuti, un'ora, una giornata intera o pure un mese o un anno...tu non ti devi muovere, nemmeno per pisciare...io in qualsiasi momento finisco devo trovare la mia auto pronta e il mio autista con lo sportello aperto che mi fa salire...è chiaro adesso?...le tue sinapsi sono collegate?”
Io: “Si Signora è stata chiarissima...le chiedo scusa...non succederà più, glielo giuro...”

Adesso sono già tre ore che sto in macchina. Devo fare la pipì. Non resisto e mando un sms di permesso, appunto, alla Signora che non mi risponde subito. Passano i minuti, ma di Lei nessuna notizia. Lo stimolo aumenta. Resisto a stento. All'improvviso arriva il messaggio. “Sbrigati e ritorna subito in macchina. E non osare mai più disturbarmi, stronzo!”. Così volo in bagno. Mi consente pure di magiare qualcosa al volo, e ritorno di corsa in auto ad aspettarla.
Lo so benissimo che lo fa a posta a farmi quasi pisciare addosso, per Lei più soffro e più mi umilia e più gode. Mentre faccio questa riflessione, lisciandomi la patta dei pantaloni perchè ho il cazzo durissimo per quanto godo pure io ad essere maltrattato, una ragazza si avvicina al finestrino della macchina. E' straniera, una turista, molto carina dev'essere giapponese o coreana. Mi chiede un'informazione, non parla l'italiano. Io stento a capirla. Per questo scendo dall'auto e a furia di gesti e di inglese improvvisato, riesco ad aiutarla.
Sto per rientrare nell'abitacolo che mi arriva un sms della Signora: “Ho finito. Subito davanti l'ingresso. Se non ti trovo saranno cazzi tuoi!”
Metto in moto e velocissimo, sgommando, mi posteggio dove l'ho fatta scendere all'andata. Di corsa mi posiziono davanti lo sportello. Lo apro e aspetto. Pochi secondi ed esce Lei che ancora parla e scherza con le amiche che mi lanciano un'occhiata fra un saluto e lo scherno.

Le conosco bene le sue amiche del cuore. Altroché se le conosco bene. Sono tre, Valeria, Sonia e Samantha, anche loro ultra cinquantine,separate, molto belle, ricchissime, ma soprattutto porche e sadiche. Come si suol dire: Dio le fa e tra loro si ritrovano. Quando la Signora le invita a casa per il the o per una cena, per me l'inferno si triplica. Ma anche il paradiso. Perchè in più prendo sei piedi in faccia, tre fiche da leccare e da scopare. Ma quanta fatica fare avanti indietro perchè per divertirsi mi fanno cambiare ciò che precedentemente hanno ordinato, o per ripulire ciò che sporcano a posta, bagni compresi. E quanti insulti umilianti mi becco.
FINE TERZA PARTE - CONTINUA
scritto il
2022-05-02
2 . 2 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.