La "maitresse".
di
Sir Wilfred
genere
etero
Nel tardo inverno del 1987, le difficoltà inerenti la mia tesi di laurea si stavano, via via, appianando, anche se, la "velocità di crociera" complessiva, non era proprio "quella" che avrei desiderato.
In un pomeriggio di fine febbraio, dopo una giornata di duro lavoro presso la Biblioteca Nazionale Centrale, decisi di concedermi il "riposo del guerriero" presso quella casa ove, tempo addietro, avevo incontrato la Signora Dina.
Mi venne ad aprire la solita, vecchissima, cameriera, la cui sola vista mi fece ripromettere di consigliare, a Donna Alessandra, di segnalarla, alla redazione di "Quark", o come fossile
vivente o come ultimo esemplare sopravvissuto di "Femmina di Uomo di Neanderthal".
Mi accomodai nella sala d'attesa, e quando vidi che, le riviste porno raccolte in bell'ordine sul tavolinetto basso, erano le stesse di due anni addietro, volsi lo sguardo, a tutta prima distratto, alla piccola libreria.
Non credetti ai miei occhi: una selezione dagli "Essais" di Michel de Montaigne, vi faceva bella mostra di sé, insieme alle opere di altre "teste coronate" della letteratura italiana e mondiale.
Non potei non notare, tra gli altri, i miei adorati "Il Gattopardo" ed "Il Romanzo di Ferrara".
Mi accorsi, subito, dal numero di orecchie che ornavano ogni singolo volume, che quella piccola biblioteca era stata raccolta tutt'altro che "ad pompam".
N. B.: non è una battuta.
Fu in quel momento, che Donna Alessandra fece il suo ingresso.
Indossava una mise da insegnante di liceo, maglione in cachemire beige a collo alto, pantaloni scuri e mocassini con tacco 5 cm., ben completata dai capelli castano ramati raccolti sulla nuca e da un trucco più che sobrio.
- Stupito signorino? - mi domando', per poi continuare:
- E se io le dicessi che i libri che lei vede qui sono stati, per anni, il mio pane quotidiano?
- Rimarrei di stucco...
- Per poi chiedersi, e chiedermi: perché?
- Proprio così:... perché?
- La risposta è semplice: la mia vita si può paragonare a quella di un buongustaio che, per una serie di fortunate "circostanze",riesca ad aprire un ristorante...
Nella fattispecie: una lontanissima parente, di cui ignoravo persino l'esistenza, mi lasciò in eredità la casa e... l'azienda. Essendo, da sempre, molto portata pel sesso, decisi di continuare, lasciando l'impiego di insegnante di lettere classiche...con ottimi guadagni: tutto qui.
- E la Polizia?...
- Basta avere gli agganci giusti...i miei li ho ereditati con l'azienda, ovviamente ampliandoli.
Fu allora che la cameriera rientrò e bisbigliò qualcosa all'orecchio della donna.
- Ho una brutta notizia per lei: la signora che sarebbe dovuta arrivare alle 16, ha avuto un contrattempo...
Feci per andarmene, ma mi fermai sulla porta della sala d'attesa; guardai negli occhi Donna Alessandra e le dissi:
- E se ci appartassimo noi due?
Le prometto che non tirerò sulla tariffa...
Ah, le ricordo che, qualora dovesse accettare la mia proposta, il "Divino Marchese" risulterà un "ospite" tutt'altro che "gradito"...
- Benone! Si accomodi pure in camera, la raggiungerò in dieci minuti.
Quando Donna Alessandra entrò nella stanza da letto, osservandone la trasformazione, quasi non credetti ai miei occhi: trucco sofisticato, ma non pesante, i lunghi capelli ramati sciolti sulle spalle, "lingerie" nera, sexy ma tutt'altro volgare, catenella girovita, sandaletti neri e, per concludere, avvolta in un profumo assai fresco.
Rimasi, letteralmente, di stucco: in nessuna rivista, o film, porno, in nessun altra "casa allegra", avevo mai visto una "mise" tanto elegante ma, tanto erotica, e, potrei scrivere, materna, ad un tempo.
Il mio scettro scattò subito, "pronto al dovere" e, quando Donna Alessandra lo vide, ridendo, disse:
- Me lo avevano detto, Milena ed Eleonora, che lei aveva un sesso di tutto rispetto...
Ci sdraiammo sul letto e spegnemmo la luce. Quando la stanza giacque nella penombra, ormai del primo pomeriggio, attrassi a me Donna Alessandra e la baciai, la baciai a lungo e profondamente...
- È da quando venni qui, la prima volta, che sogno un momento come questo...- le dissi mentre la denudavo.
L'abbracciai e con le dita iniziai a carezzarle tutto il corpo, mentre le mie labbra omaggiavano ogni centimetro quadro della sua pelle che, nella sua sua interezza, mostrava, come i suoi capelli, una pigmentazione dai riflessi ramati. Impossibile, poi, tralasciare le larghe aureole, scure, che ornavano i suoi seni generosi ed il suo clitoride, eretto all'inverosimile, quasi pronto ad esplodere.
Nel contempo, l'indice ed il medio della mia mano destra, esploravano, a fondo, il suo sfintere.
- Ancora, ancora...
Bisbigliava Donna Alessandra, facendomi eccitare ancora di più. Poi, "d'emblee", mi fece mettere supino, sulla sponda del letto, con i piedi in terra; lei si alzò per andarsi a sedersi, sui talloni, a cavallo del mio bacino, dandomi le spalle.
Un lungo sospiro, ed iniziò a scatenarsi.
Sembrava, letteralmente, come posseduta da uno spirito, o da un demone, che la costringeva, pur impalata sul mio sesso, a danzare come se fosse stata invasata, mentre il suo corpo si imperlava di sudore.
- Io sono l'Amazzone Alexandra...ti annientero', ti annientero', giovane guerriero, reso presuntuoso dalle dimensioni del suo orgoglio maschile!
Farò di te il mio schiavo, il mio eunuco...tu non hai ancora conosciuto la forza delle Amazzoni...- delirava Donna Alessandra
Mi venne fatto di pensare:
- Ride, o meglio, gode bene chi gode per ultimo...oh Amazzone...
Ad un certo punto, si sdraiò sopra di me, muovendo ritmicamente il bacino, ed io cominciai a toccarle le mammelle e, nel contempo, a farle un succhiotto a calor bianco sulla spalla destra.
Mi trattenevo all'inverosimile: volevo essere io, veramente, ad annientarla...
Dopo che aveva goduto una mezza dozzina di volte, fui io che, digrignando i denti, le dissi:
- Sto vendendo, sto venendo...
- No! Trattieniti, trattieniti giovane guerriero: oggi voglio nutrirmi di te...
Gridò Donna Alessandra, e staccatasi dal mio corpo, restando in piedi, si piegò sino ad introdursi il mio scettro tra le labbra: il colpo di grazia della rossa amazzone all'avversario ormai a terra...
Fece appena in tempo a succhiarmelo un paio di volte che esplosi; mi sembrava che il mio corpo si stesse liberando di un oceano di sperma, fin quasi a disidratarsi.
Quando finì, giacqui sul letto, come assassinato.
Credo di essermi addormentato per circa un'ora: al mio risveglio, vidi Donna Alessandra, fresca di doccia ed indossati, di nuovo, i panni ed il trucco "professorali", che mi porgeva una tazza di thè caldo.
- Bevi, ne hai bisogno...
Disse con voce materna.
Bevuti che ebbi i primi caldi sorsi, volsi lo sguardo a Donna Alessandra e le dissi:
- Lei è unica...
Poi aggiunsi:
- Eleonora?
- Si sta per laureare: le dovrebbe mancare pochissimo, ormai...la sua tesi è pressoché completa...
- Ma lei...come l'ha conosciuta?
- Come allieva, per dir così: frequentava lo stesso liceo ove io insegnavo, seppur in un diverso corso.
Diventammo amiche...
- Amanti?...
- Già...fui io ad introdurla nei "giardini di Saffo", anche se Eleonora, in fondo, è nata...per "esercitare" questa "professione".
Mi accorsi che Donna Alessandra avrebbe voluto dire:
- È nata puttana...
Sono sicuro che, se cambiò, all'ultimo momento, le sue parole, lo fece in un soprassalto di quella dignità, ed amor proprio, della quale nessun essere umano può, e deve, prescindere.
Donna Alessandra riprese:
- L'anno successivo a quello in cui Eleonora ebbe conseguita la maturità, ottenni il trasferimento a Roma ed andammo a vivere insieme.
Quando ereditai questa casa, le proposi di lavorare qui. In un primo tempo lo fece, ma, a lungo andare, ella preferì limitarsi a fare la escort nei week-end: l'università l'assorbiva troppo...
- Ma perché cambiò facoltà?
- Perché, appunto, continuando a frequentare la facoltà di Lettere, non poteva essere una "studentessa - lavoratrice"...
- Curiosità: l'Avv. *** era vostro cliente?
- Certamente: fin dalla precedente "gestione". La mia dante causa, mi lasciò una sorta di "schedario" ove erano riportati i nomi e le "preferenze" dei clienti più importanti. Quando fui io a subentrare, Eleonora divenne subito la sua "favorita", soprattutto grazie alla sua approfondita conoscenza, sia "letteraria", che..."pratica", del "Divino Marchese".
- "De gustibus"...
Fu proprio l'Avv.***, a consigliarle di iscriversi alla Facoltà di Giurisprudenza...
- Ma...- domandai con voce preoccupata...
- Niente paura: l'estorsione mai fu di casa qui; del resto sarebbe del tutto controproducente, non trova?...
Molte cose mi furono, a queste parole, chiare, chiare come la luce del sole.
"In primis" che "Lady D" era, od era stata, effettivamente, l'amante dell'Avv.***...ma c'era un altra cosa che, nonostante tutto, continuava a rimanere nell'ombra.
- Mi dica una cosa, se può: Eleonora, nei momenti più "intimi", sembra che si immerga nel profondo del "mare del piacere", quasi a cercarvi, e trovarvi, qualcosa di recondito; quasi a voler entrare, ancora una volta, in una antica stanza segreta...
- Glielo dirò ma...
- Stia pur tranquilla...
- Verso la fine della sua adolescenza, relativamente poco tempo prima che ci conoscessimo, Eleonora conobbe, e si fidanzò, con un uomo di più di dieci anni più grande di lei...un bellissimo uomo: tipo Sean Connery, mi spiego? Eleonora mi mostrò una sua foto in costume da bagno...
- Il..."primo", immagino...
Donna Alessandra annuì, in silenzio.
-Fino a quel momento, Eleonora aveva vissuto come una monaca: niente trucco, vestiti assolutamente pudichi, tacchi bassissimi, casa e scuola...fu Roberto, così si chiamava, a portare alla luce la donna, o meglio, la femmina si nascondeva in lei.
Si amarono molto, e "liberamente"; progettavano di sposarsi dopo che Eleonora avesse conseguito la maturità: in tal caso, si sarebbe trasferita in Lombardia.
Si erano conosciuti in vacanza...lui viveva in un altra città e, durante l'inverno, ogni tanto si incontravano nella cittadina ove viveva lei, o qui a Roma.
Poi, un brutto giorno lui morì, in un incidente.
Eleonora lo seppe per puro caso, da un giornale della città di Roberto dimenticato su di un autobus.
Quel che fu peggio è che Eleonora venne a sapere, dalla lettura di quello stesso giornale, che lui era sposato: il "coup de grace" lo ebbe quando, grazie ad un cugino, ispettore di Polizia, seppe che Roberto mai avrebbe potuto divorziare, causa un contratto matrimoniale capestro...
- Eleonora quasi impazzì...
Capii: Lady D, durante gli amplessi, riviveva i suoi momenti d'amore con il suo "fidanzato"...
Intanto, si era "fatta quell'ora": provai ad alzarmi e le mie articolazioni, "en bloc", sollevarono, sonoramente, le loro obiezioni.
Quando, cigolando come una vecchia armatura ossidata, giunsi sull'uscio, Donna Alessandra mi disse:
- La tua fama di maschio è tutt'altro che usurpata!
Milena ed Eleonora avevano ragione: complimenti!
A proposito: hai un ottimo sapore...
- Non faccio per vantarmi, ma me l'hanno già detto...ma mi dica: allora, chi ha vinto il duello?
Il giovane, e ben dotato, guerriero o l'amazzone dai capelli di fuoco?
- Diciamo...che, quando i due contendenti si sono guardati fissi negli occhi, il duello è finito in parità...ecco.
A queste parole, ci baciammo, sensualissimamente, ed uscii.
Quando giunsi in strada pensai:
- Che si stia innamorando di me?
A parte tutto, sarebbe terribile, con i genitori che mi ritrovo...
e poi, le ferite infertemi non sono del tutto guarite: guai se Donna Alessandra le aprisse di nuovo... speriamo bene!
* * *
EPILOGO.
Negli anni a venire, anche successivi al mio matrimonio con Lady Rowena, ripensai, non poche volte, a Donna Alessandra.
Giunsi alla conclusione che, se da una parte aveva barattato un nobile impiego di insegnante con la "libertà" ed il "potere" che da il dirigere una "casa allegra", dall'altra rimaneva vivo, in fondo al suo animo, il desiderio, ardente, di confrontarsi con, e sottomettere, il "maschio".
La sua netta inclinazione al sadismo, nonché i suoi deliri "da amazzone", la dicevano lunghissima.
E cosa dir mai sulla sua amicizia saffica con "Lady D" la quale, a sua volta, vedeva, nella sua predilezione pel "Divino Marchese" una punizione del suo, tra l'altro, defunto fidanzato per i suoi inganni?
Sono pronto a scommettere che, se Donna Alessandra fosse stata "sconfitta", senza sottomissione od umiliazione alcuna, in un combattimento leale, la fiamma dell'amore, avrebbe, forse per la prima volta, forse di nuovo, arso, nel suo cuore, a beneficio del suo vincitore...
In un pomeriggio di fine febbraio, dopo una giornata di duro lavoro presso la Biblioteca Nazionale Centrale, decisi di concedermi il "riposo del guerriero" presso quella casa ove, tempo addietro, avevo incontrato la Signora Dina.
Mi venne ad aprire la solita, vecchissima, cameriera, la cui sola vista mi fece ripromettere di consigliare, a Donna Alessandra, di segnalarla, alla redazione di "Quark", o come fossile
vivente o come ultimo esemplare sopravvissuto di "Femmina di Uomo di Neanderthal".
Mi accomodai nella sala d'attesa, e quando vidi che, le riviste porno raccolte in bell'ordine sul tavolinetto basso, erano le stesse di due anni addietro, volsi lo sguardo, a tutta prima distratto, alla piccola libreria.
Non credetti ai miei occhi: una selezione dagli "Essais" di Michel de Montaigne, vi faceva bella mostra di sé, insieme alle opere di altre "teste coronate" della letteratura italiana e mondiale.
Non potei non notare, tra gli altri, i miei adorati "Il Gattopardo" ed "Il Romanzo di Ferrara".
Mi accorsi, subito, dal numero di orecchie che ornavano ogni singolo volume, che quella piccola biblioteca era stata raccolta tutt'altro che "ad pompam".
N. B.: non è una battuta.
Fu in quel momento, che Donna Alessandra fece il suo ingresso.
Indossava una mise da insegnante di liceo, maglione in cachemire beige a collo alto, pantaloni scuri e mocassini con tacco 5 cm., ben completata dai capelli castano ramati raccolti sulla nuca e da un trucco più che sobrio.
- Stupito signorino? - mi domando', per poi continuare:
- E se io le dicessi che i libri che lei vede qui sono stati, per anni, il mio pane quotidiano?
- Rimarrei di stucco...
- Per poi chiedersi, e chiedermi: perché?
- Proprio così:... perché?
- La risposta è semplice: la mia vita si può paragonare a quella di un buongustaio che, per una serie di fortunate "circostanze",riesca ad aprire un ristorante...
Nella fattispecie: una lontanissima parente, di cui ignoravo persino l'esistenza, mi lasciò in eredità la casa e... l'azienda. Essendo, da sempre, molto portata pel sesso, decisi di continuare, lasciando l'impiego di insegnante di lettere classiche...con ottimi guadagni: tutto qui.
- E la Polizia?...
- Basta avere gli agganci giusti...i miei li ho ereditati con l'azienda, ovviamente ampliandoli.
Fu allora che la cameriera rientrò e bisbigliò qualcosa all'orecchio della donna.
- Ho una brutta notizia per lei: la signora che sarebbe dovuta arrivare alle 16, ha avuto un contrattempo...
Feci per andarmene, ma mi fermai sulla porta della sala d'attesa; guardai negli occhi Donna Alessandra e le dissi:
- E se ci appartassimo noi due?
Le prometto che non tirerò sulla tariffa...
Ah, le ricordo che, qualora dovesse accettare la mia proposta, il "Divino Marchese" risulterà un "ospite" tutt'altro che "gradito"...
- Benone! Si accomodi pure in camera, la raggiungerò in dieci minuti.
Quando Donna Alessandra entrò nella stanza da letto, osservandone la trasformazione, quasi non credetti ai miei occhi: trucco sofisticato, ma non pesante, i lunghi capelli ramati sciolti sulle spalle, "lingerie" nera, sexy ma tutt'altro volgare, catenella girovita, sandaletti neri e, per concludere, avvolta in un profumo assai fresco.
Rimasi, letteralmente, di stucco: in nessuna rivista, o film, porno, in nessun altra "casa allegra", avevo mai visto una "mise" tanto elegante ma, tanto erotica, e, potrei scrivere, materna, ad un tempo.
Il mio scettro scattò subito, "pronto al dovere" e, quando Donna Alessandra lo vide, ridendo, disse:
- Me lo avevano detto, Milena ed Eleonora, che lei aveva un sesso di tutto rispetto...
Ci sdraiammo sul letto e spegnemmo la luce. Quando la stanza giacque nella penombra, ormai del primo pomeriggio, attrassi a me Donna Alessandra e la baciai, la baciai a lungo e profondamente...
- È da quando venni qui, la prima volta, che sogno un momento come questo...- le dissi mentre la denudavo.
L'abbracciai e con le dita iniziai a carezzarle tutto il corpo, mentre le mie labbra omaggiavano ogni centimetro quadro della sua pelle che, nella sua sua interezza, mostrava, come i suoi capelli, una pigmentazione dai riflessi ramati. Impossibile, poi, tralasciare le larghe aureole, scure, che ornavano i suoi seni generosi ed il suo clitoride, eretto all'inverosimile, quasi pronto ad esplodere.
Nel contempo, l'indice ed il medio della mia mano destra, esploravano, a fondo, il suo sfintere.
- Ancora, ancora...
Bisbigliava Donna Alessandra, facendomi eccitare ancora di più. Poi, "d'emblee", mi fece mettere supino, sulla sponda del letto, con i piedi in terra; lei si alzò per andarsi a sedersi, sui talloni, a cavallo del mio bacino, dandomi le spalle.
Un lungo sospiro, ed iniziò a scatenarsi.
Sembrava, letteralmente, come posseduta da uno spirito, o da un demone, che la costringeva, pur impalata sul mio sesso, a danzare come se fosse stata invasata, mentre il suo corpo si imperlava di sudore.
- Io sono l'Amazzone Alexandra...ti annientero', ti annientero', giovane guerriero, reso presuntuoso dalle dimensioni del suo orgoglio maschile!
Farò di te il mio schiavo, il mio eunuco...tu non hai ancora conosciuto la forza delle Amazzoni...- delirava Donna Alessandra
Mi venne fatto di pensare:
- Ride, o meglio, gode bene chi gode per ultimo...oh Amazzone...
Ad un certo punto, si sdraiò sopra di me, muovendo ritmicamente il bacino, ed io cominciai a toccarle le mammelle e, nel contempo, a farle un succhiotto a calor bianco sulla spalla destra.
Mi trattenevo all'inverosimile: volevo essere io, veramente, ad annientarla...
Dopo che aveva goduto una mezza dozzina di volte, fui io che, digrignando i denti, le dissi:
- Sto vendendo, sto venendo...
- No! Trattieniti, trattieniti giovane guerriero: oggi voglio nutrirmi di te...
Gridò Donna Alessandra, e staccatasi dal mio corpo, restando in piedi, si piegò sino ad introdursi il mio scettro tra le labbra: il colpo di grazia della rossa amazzone all'avversario ormai a terra...
Fece appena in tempo a succhiarmelo un paio di volte che esplosi; mi sembrava che il mio corpo si stesse liberando di un oceano di sperma, fin quasi a disidratarsi.
Quando finì, giacqui sul letto, come assassinato.
Credo di essermi addormentato per circa un'ora: al mio risveglio, vidi Donna Alessandra, fresca di doccia ed indossati, di nuovo, i panni ed il trucco "professorali", che mi porgeva una tazza di thè caldo.
- Bevi, ne hai bisogno...
Disse con voce materna.
Bevuti che ebbi i primi caldi sorsi, volsi lo sguardo a Donna Alessandra e le dissi:
- Lei è unica...
Poi aggiunsi:
- Eleonora?
- Si sta per laureare: le dovrebbe mancare pochissimo, ormai...la sua tesi è pressoché completa...
- Ma lei...come l'ha conosciuta?
- Come allieva, per dir così: frequentava lo stesso liceo ove io insegnavo, seppur in un diverso corso.
Diventammo amiche...
- Amanti?...
- Già...fui io ad introdurla nei "giardini di Saffo", anche se Eleonora, in fondo, è nata...per "esercitare" questa "professione".
Mi accorsi che Donna Alessandra avrebbe voluto dire:
- È nata puttana...
Sono sicuro che, se cambiò, all'ultimo momento, le sue parole, lo fece in un soprassalto di quella dignità, ed amor proprio, della quale nessun essere umano può, e deve, prescindere.
Donna Alessandra riprese:
- L'anno successivo a quello in cui Eleonora ebbe conseguita la maturità, ottenni il trasferimento a Roma ed andammo a vivere insieme.
Quando ereditai questa casa, le proposi di lavorare qui. In un primo tempo lo fece, ma, a lungo andare, ella preferì limitarsi a fare la escort nei week-end: l'università l'assorbiva troppo...
- Ma perché cambiò facoltà?
- Perché, appunto, continuando a frequentare la facoltà di Lettere, non poteva essere una "studentessa - lavoratrice"...
- Curiosità: l'Avv. *** era vostro cliente?
- Certamente: fin dalla precedente "gestione". La mia dante causa, mi lasciò una sorta di "schedario" ove erano riportati i nomi e le "preferenze" dei clienti più importanti. Quando fui io a subentrare, Eleonora divenne subito la sua "favorita", soprattutto grazie alla sua approfondita conoscenza, sia "letteraria", che..."pratica", del "Divino Marchese".
- "De gustibus"...
Fu proprio l'Avv.***, a consigliarle di iscriversi alla Facoltà di Giurisprudenza...
- Ma...- domandai con voce preoccupata...
- Niente paura: l'estorsione mai fu di casa qui; del resto sarebbe del tutto controproducente, non trova?...
Molte cose mi furono, a queste parole, chiare, chiare come la luce del sole.
"In primis" che "Lady D" era, od era stata, effettivamente, l'amante dell'Avv.***...ma c'era un altra cosa che, nonostante tutto, continuava a rimanere nell'ombra.
- Mi dica una cosa, se può: Eleonora, nei momenti più "intimi", sembra che si immerga nel profondo del "mare del piacere", quasi a cercarvi, e trovarvi, qualcosa di recondito; quasi a voler entrare, ancora una volta, in una antica stanza segreta...
- Glielo dirò ma...
- Stia pur tranquilla...
- Verso la fine della sua adolescenza, relativamente poco tempo prima che ci conoscessimo, Eleonora conobbe, e si fidanzò, con un uomo di più di dieci anni più grande di lei...un bellissimo uomo: tipo Sean Connery, mi spiego? Eleonora mi mostrò una sua foto in costume da bagno...
- Il..."primo", immagino...
Donna Alessandra annuì, in silenzio.
-Fino a quel momento, Eleonora aveva vissuto come una monaca: niente trucco, vestiti assolutamente pudichi, tacchi bassissimi, casa e scuola...fu Roberto, così si chiamava, a portare alla luce la donna, o meglio, la femmina si nascondeva in lei.
Si amarono molto, e "liberamente"; progettavano di sposarsi dopo che Eleonora avesse conseguito la maturità: in tal caso, si sarebbe trasferita in Lombardia.
Si erano conosciuti in vacanza...lui viveva in un altra città e, durante l'inverno, ogni tanto si incontravano nella cittadina ove viveva lei, o qui a Roma.
Poi, un brutto giorno lui morì, in un incidente.
Eleonora lo seppe per puro caso, da un giornale della città di Roberto dimenticato su di un autobus.
Quel che fu peggio è che Eleonora venne a sapere, dalla lettura di quello stesso giornale, che lui era sposato: il "coup de grace" lo ebbe quando, grazie ad un cugino, ispettore di Polizia, seppe che Roberto mai avrebbe potuto divorziare, causa un contratto matrimoniale capestro...
- Eleonora quasi impazzì...
Capii: Lady D, durante gli amplessi, riviveva i suoi momenti d'amore con il suo "fidanzato"...
Intanto, si era "fatta quell'ora": provai ad alzarmi e le mie articolazioni, "en bloc", sollevarono, sonoramente, le loro obiezioni.
Quando, cigolando come una vecchia armatura ossidata, giunsi sull'uscio, Donna Alessandra mi disse:
- La tua fama di maschio è tutt'altro che usurpata!
Milena ed Eleonora avevano ragione: complimenti!
A proposito: hai un ottimo sapore...
- Non faccio per vantarmi, ma me l'hanno già detto...ma mi dica: allora, chi ha vinto il duello?
Il giovane, e ben dotato, guerriero o l'amazzone dai capelli di fuoco?
- Diciamo...che, quando i due contendenti si sono guardati fissi negli occhi, il duello è finito in parità...ecco.
A queste parole, ci baciammo, sensualissimamente, ed uscii.
Quando giunsi in strada pensai:
- Che si stia innamorando di me?
A parte tutto, sarebbe terribile, con i genitori che mi ritrovo...
e poi, le ferite infertemi non sono del tutto guarite: guai se Donna Alessandra le aprisse di nuovo... speriamo bene!
* * *
EPILOGO.
Negli anni a venire, anche successivi al mio matrimonio con Lady Rowena, ripensai, non poche volte, a Donna Alessandra.
Giunsi alla conclusione che, se da una parte aveva barattato un nobile impiego di insegnante con la "libertà" ed il "potere" che da il dirigere una "casa allegra", dall'altra rimaneva vivo, in fondo al suo animo, il desiderio, ardente, di confrontarsi con, e sottomettere, il "maschio".
La sua netta inclinazione al sadismo, nonché i suoi deliri "da amazzone", la dicevano lunghissima.
E cosa dir mai sulla sua amicizia saffica con "Lady D" la quale, a sua volta, vedeva, nella sua predilezione pel "Divino Marchese" una punizione del suo, tra l'altro, defunto fidanzato per i suoi inganni?
Sono pronto a scommettere che, se Donna Alessandra fosse stata "sconfitta", senza sottomissione od umiliazione alcuna, in un combattimento leale, la fiamma dell'amore, avrebbe, forse per la prima volta, forse di nuovo, arso, nel suo cuore, a beneficio del suo vincitore...
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