La sfida al convitto - 2^ parte

di
genere
dominazione

Rosario, sornione: “Si madre...ha ragione...io vorrei essere come gli altri...ma è più forte di me...ho sempre tanta, troppa, voglia e non so resistere alla tentazione...questa mattina poi..poi...poi è stata talmente tanta la voglia di avere una donna che fare da solo non mi bastava più...così ho coinvolto Antonio che è un po'...diciamo ecco...un po' effeminato...ed ho peccato, si...lo so...madre...lo so...e ho coinvolto quel povero ragazzo...sono imperdonabile (facendo gli occhi da micione) mi aiuti lei madre a non peccare più...”
Questa ammissione di colpa, ma più che altro questa richiesta di aiuto, sembra placare l'ira di suor Adalgisa che gli fa: “Mi fa piacere che hai preso coscienza delle tue colpe...e che soprattutto...soprattutto, ecco...chiedi finalmente aiuto alla sottoscritta...ed io, come consacrata a Iddio misericordioso, ti aiuto...”
Rosario, da consumato attore: “...oh grazie madre santissima...grazie (le prende le mani e gliele bacia)...io anelo ad essere corretto da lei...a sottomettermi alla sua volontà...mi indichi la via, mi dica quello che devo fare...qual è la penitenza che dovrò affrontare..che io la faccio”

Suor Adalgisa, vistosamente lusingata, soprattutto per quel baciamani, tira un sospiro, si appoggia rilassata alla spalliera della poltrona, ci pensa un attimo su, lo guarda e gli fa: “...beh...tanto per cominciare...dopo pranzo prenderai il necessario dalla camerata e ti trasferirai altrove...”
Rosario: “Altrove...dove?”
Suor Adalgisa: “...quello che hai fatto stamattina, ti ho già detto, ha passato ogni limite e io sono stanca di starti dietro così impotente...di spiarti con questi aggeggi diabolici (indicando il sistema di video sorveglianza sul suo tavolo)...quindi se non ti allontano non solo da Antonio ma dagli altri ragazzi, tu ne porterai altri alla perdizione...dunque...senza che tu lo dica ad alcuno, nella massima riservatezza, ti trasferirai nei miei alloggi...così solo potrò tenerti a portata di mano e correggerti...”
Rosario, da premio oscar: “Oh si madre santissima...lo farò subito, in silenzio e mi sottometterò ad ogni suo volere...grazie madre santa...grazie (e gli ribacia le mani)...sono sicuro che mi trasformerà da pecora nera ad un agnellino docile e obbediente...”
Suor Adalgisa, contenendo a stento il piacere per le lusinghe ricevute dal ragazzo: “Benissimo Rosario...allora, intanto vai in classe...poi alle tre ti aspetto nei miei appartamenti...”

Sono le 15 in punto. Suor Adalgisa nella sua stanza è in agitazione per l'arrivo del ragazzo. Quel bel giovane siciliano, effettivamente, le è sempre piaciuto turbandola non poco. L'idea che adesso, dopo mesi che lo sogna, si sia consegnato così docilmente nelle sue mani, la eccita parecchio. Finalmente non si accontenterà più di masturbarsi davanti quel monitor che lo spia mentre si trastulla il cazzo, ma quel bel cazzo grosso lo avrà suo in carne e ossa, anzi solo carne, dura come l'acciaio. Ma è pur sempre una religiosa, non può esporsi con facilità come fosse una donna comune, deve darsi un tono, un contegno ed agire d'astuzia. Quindi non appena ne percepisce l'arrivo si fionda sull'inginocchiatoio sotto la statua della madonna fingendo di pregare. Intanto Rosario, puntuale, è arrivato e si ferma sulla soglia.
Rosario: “E' permesso madre? Eccomi...”
Suor Adalgisa, dopo qualche secondo, si alza da quella posizione, si gira e lo accoglie sorridente: “Vieni caro...vieni...entra...pregavo per te...posa da qualche parte la tua roba... (mentre il ragazzo esegue) ...ecco...adesso per prima cosa mi pulirai la camera e il bagno, riempirai il cesto con la mia biancheria che andrai a lavare in lavanderia...perchè i lavori, quelli più umili soprattutto, allontanano le tentazioni e avvicinano alla grazia del signore...del resto non a caso si dice che l'ozio è il padre dei vizi..dunque, su...datti da fare e falli bene o te li farò rifare fino a quando non sarò soddisfatta...”
Rosario, così, eseguì e si dette parecchio da fare sotto l'occhio vigile ed eccitato di suor Adalgisa, che da una poltroncina si godeva lo spettacolo di quel bel giovane al suo servizio.
Poi quando fu l'ora di raccogliere la biancheria sporca nel cesto, si avvicinò come furtivamente a Rosario che faceva la cernita dei vari indumenti e col fiato sul collo gli fa: “Vedo che ti soffermi sulle mie mutande...sui miei reggiseno...sulle mie calze...sono sicura che il loro odore ti sta eccitando, vero?”
Rosario: “...oh no madre, no...non mi permetterei mai...sto solo mettendo le cose assieme per lavarle meglio...”
Suor Adalgisa: “ah no? Si certo...stai solo facendo una cernita?...pensi che io sia una fessacchiotta che la me la bevo...io ti conosco benissimo...tu sei un porco peccatore e sei eccitato dalla mia biancheria intima sporca!...alzati e fammi vedere come sei li sotto...muoviti, ubbidisci!”
Il ragazzo si alza. Lentamente abbassa i pantaloni, le mutande e le mostra il cazzo, effettivamente, eretto e duro.
Suor Adalgisa, fingendosi scandalizzata: “Oh signore iddio mio (si fa veloce il segno della croce)...lo vedi che ho ragione!!...sei un porco peccatore...meriti una punizione!!”

Prende una verga sul comodino e inizia a frustaglielo. Rosario subisce i colpi accennando solo leggermente una protezione con le mani, perchè il piacere di quell'umiliazione prende il sopravvento: “...oh si madre mi punisca...sono un porco..si..mi umili...faccia del mio cazzo quello che vuole..è suo...”
Suor Adalgisa: “...ah ti eccita che ti frusto? ...mettiti in ginocchio porco peccatore...in ginocchio!!(Rosario esegue) ...adesso faccia a terra girata da un lato...faccia a terra!! (Rosario esegue, la suora si toglie uno dei sandali e gli mette la pianta del piede nudo sulla guancia a schiacciare)...ti schiaccio demonio maledetto...ti schiaccio come Maria fece col serpente!!”
Rosario: “...oh si, il suo piede in faccia...si...me lo merito...si mi metta sotto i piedi, madre santissima...se vuole glieli lecco per umiliarmi ancora...”
Suor Adalgisa: “...ah...e allora fallo...fallo, subito!”. Si siede sul letto togliendosi l'altro sandalo, mette i piedi nudi a mezz'aria e Rosario eccitatissimo glieli inizia a leccare. Le lecca le piante, tra le dita, gliele succhia, poi se li fa strofinare in faccia, mentre il cazzo gli diventa sempre più grosso e duro.
Rosario: “...oh madre...madre santissima...penso che tra poco vengo, anzi esplodo...senza che me lo tocchi...mi aiuti la prego...mi salvi dal demonio!”
Suor Adalgisa: “...allora alzati subito (Rosario esegue)...vieni avvicinati!”
Appena vicino, la suora glielo prende in mano cercando di mascherare il piacere: “Oddio quanto ce l'hai duro...e quanto l'ho sognato!!...ops, volevo dire, sognato di aiutarti...ora non te lo..ehm...non ti lascio più!”. Lo masturba un po' e poi glielo prende in bocca. Parte con un pompino a crescere: prima dolce e lento, poi veloce e robusto. Rosario, dopo un po', le esplode in bocca una sborrata paurosa e la suora la ingoia!

Rosario soddisfatto: “...oh grazie madre...grazie madre santissima...che è stato bello...”
Suor Adalgisa, ricomponendosi e asciugandosi la bocca, tornando a recitare la parte della suora: “Ma che bello e bello...non pensare che lo abbia fatto per piacere mio, l'ho fatto per salvare un'anima di Dio...facendo sesso con me non hai commesso peccato, perchè l'abito che indosso lo annulla...l'ho fatto solo per quello...adesso rivestiti, va a fare i compiti...ci vediamo stasera dopo cena...vai!”
Rosario lasciò la stanza. Non appena si assicurò che si fosse allontanato definitivamente, Suor Adalgisa chiuse velocemente la porta a chiave, si spogliò, si stese sul letto, allargò le cosce e si masturbò pensando a Rosario, a quello che avevano fatto, ma soprattutto al suo cazzo grosso e duro.

Dopo cena, dunque, il ragazzo si ripresenta nella stanza di Suor Adalgisa che sta facendo la doccia. Dal bagno gli ordina di dare una sistemata alla stanza e preparare il letto per la notte. Quando la donna torna in stanza, indossando solo una camicia da notte bianca lunga, vede Rosario sistemare le ultime cose e gli fa: “Non appena finisci, va a farti una doccia...perchè oltre lo spirito è necessario purificare il corpo...poi indossa questa in segno di purezza (gli porge una camicia da notte bianca che teneva in un cassetto del comò)..ma senza nulla sotto...mutande e calze...solo questa, chiaro?”
Rosario: “Si madre...però...però...ecco, non vedo il mio letto...”
Suor Adalgisa: “Dormirai nel mio...con me...come vedi è una piazza e mezza...ci stiamo assieme perfettamente...vai sbrigati...io nel frattempo prego la vergine Maria che ci assista questa notte... “
Rosario eseguì. Tornato in stanza con indosso la sola camiciola da notte, trovò Suor Adalgisa ancora inginocchiata a pregare, che senza girarsi, gli disse di mettersi a letto ed aspettarla.

Rosario era eccitatissimo. Stava realizzando la fantasia di scoparsi quella suora sudamericana che lo intrigava tanto e poi perchè avrebbe vinto la sfida lanciata da Antonio. Così si mise sotto le lenzuola, cercando di mettere a bada il suo cazzo già grosso e duro che senza le mutante era incontenibile, e aspettò.
Suor Adalgisa arrivò dopo qualche minuto. Si mise sotto le lenzuola e subito si girò verso il ragazzo abbracciandolo. Coi piedi gli accarezzò le gambe, poi gli mise piano una mano sul ginocchio e dolcemente accarezzando tutta la coscia interna, arrivò a prendergli i testicoli. Glieli massaggiò dolcemente e salì al cazzo trovandolo già duro come la pietra.
Suor Adalgisa: “...ma sei già eccitatissimo...ce l'hai durissimo...tieni proprio fede alla nomina che avete voi siciliani...o mamma mia...”
Rosario: “...oh si madre...è l'effetto che mi fa lei...faccia del mio uccello e di me quello che vuole...”
Suor Adalgisa, iniziando a masturbare il ragazzo: “...ah si...puoi starne certo...anche se lo faccio per salvarti l'anima...non credere certo perchè sono peccaminosamente attratta da te...(il ragazzo si voltò verso di lei e rise perchè la bugia era clamorosa) ...va beh...un po' si, ma è pur sempre un sacrificio quello che faccio...non pens....”

A quel punto, Rosario le tappò la bocca con un bacio e iniziò a toccarla dappertutto, mentre la suora continuava a masturbarlo. Cominciò dalle tette, passò alle cosce e arrivò alla fica, dove le praticò un ditalino che per la goduria le fece perdere ogni freno inibitorio portandola finalmente a confessare: “Oh siii Rosario...sono pazza di te...lo sono sempre stata, fin dai primi giorni in cui sei entrato in istituto...mi hai fatto mettere in discussione la mia vocazione...ma chi se ne frega...oddio quanto ho sognato questo momento...quanto ti ho sognato...e quanti ditalini per te Rosario...fammi tua senza pietà...scopami come una troia...ti prego!!”
A quel punto, Rosario le montò sopra e la penetrò, da prima piano poi in crescendo sbattendola come voleva lei: “si madre...la scopo come una troia...la mia troia!!”. Venne tipo eruzione vulcanica fino a che la riempì con tanta di quella sborra che traboccò dalla fica, mentre suor Adalgisa urlava per l'orgasmo raggiunto.

I due stramazzarono sul letto esausti e soddisfatti. Suor Adalgisa però non si saziò del tutto. Dopo un po' riabbracciò Rosario tornando ad accarezzarlo dolcemente: “Ora che ti ho confessato tutto...ho ancora voglia di te...e poi, un'altra cosa...quando siamo soli chiamami Adalgisa...dammi del tu...”
Rosario con aria trionfante: “...oh si certo...però a me eccita darti del lei e chiamarti madre anche in privato, perchè mi fa sentire sottomesso a te...mi piace essere il tuo...anzi...il suo servo da ammaestrare, madre...io la tratto da troia, ma lei mi tratti da schiavo...che ne pensi?”
Suor Adalgisa: “Che è fantastico, Rosario...vuoi essere il mio schiavo?...e sia...(molla il ragazzo e indica verso i piedi del letto)...allora vai a metterti ai miei piedi...voglio che me li lecchi come hai fatto oggi pomeriggio...vai, ubbidisci schiavo!”
Rosario ubbidì velocemente. La suora gli mise i piedi in faccia, in modo da avere il cazzo del ragazzo in mano e cominciò a masturbarlo mentre lo umiliava in faccia coi piedi.

In breve tempo, il cazzo di Rosario tornò grosso e duro. Quando la suora lo ritenne maturo abbastanza, gli montò sopra infilandoselo tutto su per la fica e iniziò a cavalcare mentre il ragazzo steso sotto gli palpava le tette. Quando in crescendo arrivarono all'unisono all'orgasmo, Suor Adalgisa di nuovo con la fica inondata di sborra, stramazzò soddisfatta sul letto lasciando il ragazzo dalla parte dei piedi. Così i due si addormentarono definitivamente per la notte.
La mattina Rosario aprendo gli occhi, si trovò la pianta di uno dei piedi di Suor Adalgisa sulla faccia. Glielo leccò, facendo svegliare la suora che con la voce impastata di sonno gli fa: “...buongiorno schiavetto...uuhm di prima mattina già stai servendo la tua padrona?..bravo...lecca lecca...(gli mise anche l'altro piede a disposizione) ...ecco...lecca...e poi vieni a scoparmi ancora...”
Così fece Rosario. Leccò i piedi un po', poi si mise a missionario tra le cosce allargate di suor Adalgisa e se la chiavò di nuovo prepotentemente riempendola ancora di sborra.

Finalmente soddisfatti, si rilassarono sul letto prima di alzarsi e tornare ognuno alle proprie incombenze. Prima di lasciarsi suor Adalgisa fa al ragazzo: “...mi hai fatto passare una notte e un'alba da favola...anche più di quello che avevo immaginato...bellissimo, Rosario...ma lo rifacciamo ancora vero?”
Rosario: “Certo Adalgisa...certo...ehm ehm...volevo dire, madre santissima...il suo umile servo e schiavetto sarà a sua disposizione come e quando lei lo riterrà opportuno...soprattutto quando avrà bisogno di essere punito e corretto...”
Suor Adalgisa, ridendo: “...sicuro...schiavo...sicuro...ho in serbo certe punizioni per te...”
Quindi Rosario corse subito da Antonio a raccontargli tutto. La sfida era vinta e stravinta, non restava altro che riscuotere la vincita. Così, quel pomeriggio stesso subito dopo pranzo, i due ragazzi si chiusero nel ripostiglio della palestra e in mezzo ai materassi Antonio, in estasi per la felicità, prima lo prese in bocca e poi Rosario gli sfondò quel bel culetto grasso e rosa.

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2023-01-13
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