Una trans bellissima e dominante

di
genere
trans

Il mio nome è Daniele, ho 25 anni e sono il figlio di un ricco industriale della zona. I soldi non mi erano mai mancati e ne approfittavo spesso per divertirmi dopo una giornata passata a lavorare nell’azienda di famiglia. Ma il lavoro veniva prima di tutto e quella sera ero dovuto andare a cena con un fornitore. Era stata quindi una cena d’affari e alle dieci di sera avevo concluso sia l’affare che la serata. Avevamo cenato nell’albergo che lui aveva scelto per pernottare e che si trovava a una cinquantina di chilometri dalla mia abitazione ma non avevo voglio di tornare a casa subito e mi diressi al bar di quell’albergo quando ebbi una visione. Al bancone del bar c’era la più bella ragazza che avessi mai visto. Anche se era seduta sullo sgabello si vedeva che era molto alta e indossava una minigonna in pelle che lasciava scoperte le sue lunghissime gambe, Il viso era perfetto, con la bocca dipinta da uno splendido rossetto rosso. I capelli biondi le scendevano lungo le spalle. Indossava anche uno striminzito top che metteva in mostra due tette da urlo, una quarta misura che sfidava le leggi di gravità. Pensai subito che fosse una escort. Mi avvicinai a lei
“ Posso offrirle qualcosa da bere signorina?” Lei mi sorrise
“ Certo. Prendo quello che prendi tu” mi rispose. Ordinai due martini che ci vennero portati dopo pochi secondi
“ Io mi chiamo Daniele. E tu?” Le chiesi per intavolare un discorso
“ Io mi chiamo Lucrezia”
“ Sei bellissima Lucrezia” le dissi
“ Anche tu sei molto carino” mi rispose. In realtà potevo considerarmi un ragazzo discreto. Non molto alto, 1.70, ma abbastanza proporzionato e con un viso regolare e capelli corti neri. Non mi sentivo quindi all’altezza di quella stangona ma pensai che se fosse stata una escort non avrebbe badato alla differenza di bellezza. Bevemmo i due martini e poi mi rivolsi di nuovo a lei
“ Senti Lucrezia, io abito a mezz’ora da qui. Ti andrebbe di farmi compagnia?”
“ Perché no? E’ un’idea molto allettante” Ci alzammo e la differenza di statura venne completamente fuori. Sarebbe stata molto più alta di me anche senza tacchi ma con quelle scarpe col tacco a spillo le arrivavo all’incirca all’altezza dei seni. Ero veramente in imbarazzo. Lei se ne accorse e sorrise
“ Sono alta 1.84 e coi tacchi arrivo quasi a due metri” Non dissi nulla e uscimmo da quell’albergo e la feci entrare nella mia macchina. Lei si accese una sigaretta
“ Allora Lucrezia, parlami un po’ di te”
“ Ho 22 anni e sono una studentessa di giurisprudenza. Ma vivo da sola e a volte… Beh, i soldi non bastano mai. Ma il prossimo anno mi laureo e farò un lavoro serio. Voglio diventare una principessa del foro”
“ Capisco. E cos’altro fai oltre a studiare e… Ehm, a cercare di guadagnarti un po’ di soldi?”
“ Sono molto sportiva e mi alleno molto” mi rispose. Io fui molto vago ma comunque era una ragazza deliziosa, intelligente e istruita e chiacchierare con lei era piacevole. Ma intanto eravamo arrivati. La feci scendere dalla macchina e le feci strada per salire su nel mio delizioso appartamento da scapolo. Appena fummo in casa mi gettai su di lei
“ Sei stupenda. Mi piaci davvero molto” Lei però si ritrasse
“ Aspetta, sei troppo precipitoso. Prima sarebbe meglio parlare un po’. Ad esempio, a te piace essere attivo o passivo?” Ci misi un po’ a comprendere ma poi la guardai spalancando gli occhi
“ Vuoi dire che tu… Tu sei una trans?”
“ Perché non l’avevi capito? Dove mi hai rimorchiata lo sanno tutti che non sono una femmina biologica” Non riuscivo a crederci. Era troppo bella. E invece mi aveva appena detto di essere una trans. La guardai pieno d’ira e le afferrai il braccio
“ Fuori da casa mia, brutto pervertito. Vattene se non vuoi che ti prendo a cazzotti”
“ Ok, ok, non ti arrabbiare. Me ne vado ma sono lontana da casa mia. Chiamami un taxi oppure accompagnami di nuovo all’albergo”
“ Te lo scordi. Vattene!”
“ Ascoltami. Non so nemmeno dove mi trovo e non credo di avere i soldi sufficienti per tornare a casa in taxi. Almeno pagami questo taxi e poi me ne vado. Mi dispiace che tu abbia frainteso”
“ Non ti do un cazzo” le dissi mettendogli le mani addosso per spingerla. Ero sempre più arrabbiato e la mente mi si era annebbiata. Cercai di colpirla con un pugno che però lei scansò abilmente. Ci riprovai ma ancora una volta, con molta agilità riuscì ad evitarlo. Provai di nuovo, sempre più arrabbiato. Ma stavolta non si limitò a schivare il mio pugno ma me lo bloccò e inizio a torcermi il polso
“ Adesso basta! Non volevo metterti le mani addosso ma meriti una lezione. Ti è andata male stasera. Hai incontrato una trans esperta di arti marziali” Cercavo di dibattermi ma non riuscivo a fare nulla. Aveva una forza incredibile e mi colpì anche con due schiaffi. Capii che per me si stava mettendo male
“ Ok, ok, ti pago il taxi” le dissi
“ Troppo tardi. Meriti una lezione, brutto stronzo” Continuò a torcermi il polso facendomi urlare dal dolore e poi mi colpì con altri due schiaffi. Cominciai a piangere
“ Ti prego, faccio quello che vuoi ma lasciami. Mi stai spezzando il braccio” piagnucolai. Mi lasciò in effetti ma solo per darmi un calcio alla base del collo in perfetto stile karateka. Barcollai e caddi a terra. Ero in suo potere. Mi rialzò come se fossi un fuscello
“ Adesso mi diverto. Spogliati!” Tremando per la paura le obbedii. E mi ritrovai nudo al suo cospetto. Lei si tolse la gonnellina e sotto mi apparve il cazzo più grosso che avessi mai visto. Non era dritto e mi immaginavo come sarebbe diventato quando fosse diventato dritto”
“ Ti prego, no” le dissi ma per tutta risposta mi arrivarono altri schiaffi che mi fecero girare la testa. Poi mi prese una mano e iniziò a stringerla. Urlai di nuovo dal dolore. Era troppo forte per me
“ Questo per farti capire con chi hai a che fare. Se mi fai incazzare ti ammazzo di botte. Se tu obbedirai te la caverai con poco” Mi afferrò da dietro il collo e mi costrinse a prenderglielo in bocca. Dopo pochi secondi lo sentii diventare gigante dentro la mia bocca. Dovevo farle quel pompino e cercai di farglielo bene per non farla arrabbiare “Bravo, così. Leccami bene la cappella” Obbedii. Era strano vedere quel corpo così femminile, quel viso bellissimo e quel cazzo così grosso. Quel cazzo mi riempiva la bocca per quanto era grosso. Ma, stranamente, non ero schifato. Se ne venne con una quantità di sperma incredibile e mi fece ingoiare tutto. Non era stato un incubo come avevo immaginato. Anzi, dovetti ammettere a me stesso che mi era piaciuto. La guardai sempre più impaurito
“ Va…Va bene così?” Mi afferrò per i capelli
“ Adesso devo pisciare. Apri bene la bocca” Mi pisciò in bocca e fui costretto ad ingoiare tutto e alla fine mi lasciò per terra col corpo impregnato del piscio che non ero stato in grado di bere tutto. Mi rannicchiai in un angolo impaurito ma nello stesso tempo affascinato e la guardai mentre si accendeva una sigaretta. Continuavo a vederla bellissima e malgrado avessi ben compreso come non fosse una femmina biologica, mi immaginai di poterla baciare, di poterle toccare quel seno meraviglioso e il mio cazzo diventò turgido. Lei se ne accorse
“ Ma guarda. Pare che ti sia piaciuto. Beh, non ho ancora finito con te. Prima vai a farti una doccia che puzzi di piscio e poi ricominciamo” Andai di corsa a farmi una doccia e dopo pochi minuto tornai da lei
“ Ti prego, non farmi male” la implorai”
“ Temo di non poterti accontentare. Ho deciso di incularti e ce l’ho troppo grosso per non farti male. E non provare a ribellarti altrimenti sarò costretta a picchiarti di nuovo” Non ci provai nemmeno perché avevo compreso che era troppo forte per me. Malgrado fossero trascorsi pochi minuti da quando lo avevo fatto venire col pompino, ce l’aveva di nuovo in tiro. Mi fece girare e poi allargare le gambe “Rimani sciolto e dilata l’ano altrimenti ti sfondo” Obbedii ma appena mise la punta dentro al mio ano il dolore fu insopportabile. Lucrezia però sapeva farci e pian piano me lo infilò tutto nel culo. Il dolore era enorme ma strinsi i denti perché altrimenti mi avrebbe picchiato. Mi sentivo sfondare ma poi insieme al dolore iniziai a sentire un certo piacere
“ Oh sì, sfondami tutto” Lei scoppiò a ridere
“ Ti piace il mio cazzone, troietta?”
“ Sì mi piace e non l’avrei mai immaginato” le risposi. Anche lei però godeva e la sentii sussultare dentro di me
“ E brava la mia troietta. Mi hai fatto godere alla grande” Me lo tolse e quasi mi dispiaceva. Mi misi ai suoi piedi
“ E adesso?” Lei mi accarezzò la testa
“ Lo vorresti ancora?” Annuii
“ Io…Sì, mi piacerebbe” Sorrise compiaciuta
“ Chiedimelo in ginocchio e chiamami padrona. E forse ti accontenterò” Non ci pensai un attimo
“ Padrona, non se ne vada la prego. Vorrei essere di nuovo la sua troietta” Mi fece alzare e poi si abbassò per baciarmi. Era un bacio meraviglioso. Non avevo mai baciato una donna in quel modo. Sentivo il cuore che mi andava a mille e il cazzo che mi stava per esplodere. Si staccò per un attimo
“ Ti piacerebbe avere una femmina come me come padrona?”
“ Tantissimo. Sarebbe la mia dea” risposi cercando di nuovo le sue labbra meravigliose. Ero sempre più eccitato e Lucrezia lo comprese e me lo afferrò sempre continuando a baciarmi e me ne fece venire come mai me ne ero venuto prima. Poi mi mise le dita sporche di sperma dentro la bocca
“ Succhia schiavo” Le obbedii e leccai il mio sperma vedendo la soddisfazione nei suoi occhi “Adesso prendimi una sigaretta dentro la borsa” Ancora una volta le obbedii e le accesi la sigaretta mentre lei si era messa seduta sul divano. Mi inginocchiai ai suoi piedi e le baciai quelle altissime scarpe col tacco a spillo. Rimasi in ginocchio a baciarle i piedi smaltati di rosso e ad ammirarla. Era meravigliosa.
Quando terminò di fumare si alzò e me lo mise di nuovo in bocca. Era incredibile come fosse insaziabile. Con la lingua le leccai dolcemente la cappella, lo ingoiavo e lo leccavo e mi resi conto di quanto fosse meraviglioso soddisfare la mia splendida padrona. Questa volta durò molto di più e io potei bearmi delle straordinarie sensazioni che avere quel cazzo possente in bocca mi regalava. Poi venne e io ingoiai tutto con passione e alla fine lo ripulii con la lingua. Mi inginocchiai di nuovo ai suoi piedi
“ Padrona, io credo di amarla, non mi lasci, rimanga qui. Sarà la mia regina” Mi afferrò per il mento
“ Mi obbedirai sempre?”
“ Sì padrona. Esaudirò ogni suo desiderio, sarò il suo schiavetto e farò ogni cosa lei mi imporrà” Mi prese la mano ma poi me la strinse facendomi ricordare quanto fosse forte. Non si sforzava nemmeno ma io sentivo un dolore tremendo
“ Sarai il mio schiavo ma ad ogni sbaglio, ti picchierò. E’ chiaro?”
“ Sì padrona ma la prego, mi lasci. Ho capito che lei è troppo forte per me” Non mi lasciò e mi diede invece un altro schiaffo
“ Dormirò qui e domani mi porterai la colazione a letto e mi farai un pompino. Lo voglio ogni mattina. E guai a te se non me lo fai bene”
“ Sarà un onore e un piacere per me” Mi lasciò e poi mi baciò di nuovo “Lei è bellissima padrona, la più bella ragazza che io abbia mai visto” le dissi con amore. E da quella sera divenni il suo schiavo totale. Si impadronì di tutti i miei soldi ma ero felice come mai lo ero stato in vita mia. Io le preparavo la colazione, facevo un pompino al suo meraviglioso cazzone ingoiando il suo delizioso sperma e facevo tutto ciò che mi ordinava. E se sbagliavo erano botte, a volte anche molto pesanti. Vivevo per lei, per quella meravigliosa, fortissima e bellissima creatura. E quando mi inculava era una vera e propria gioia. E ogni giorno prego che lei non mi lasci mai. Io senza di lei non potrei più vivere.

FINE
scritto il
2023-03-15
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