Una trans bellissima e dominante Seconda parte
di
Valerio sissy
genere
trans
Erano ormai due mesi che ero diventato lo schiavo di Lucrezia, la mia bellissima fidanzata padrona trans dotata di un cazzo enorme. Io l’amavo più della mia vita e non vedevo l’ora di terminare la mia giornata di lavoro per tornare a casa. Lei mi aspettava sempre vestita in modo sexy e provocante e io solo a vederla avevo un’erezione e un desiderio incontrollabile. La sua giornata era da vera padrona. Andava all’università dove a breve avrebbe preso la laurea in giurisprudenza e poi trascorreva almeno due ore in palestra per allenarsi. Era esperta di varie arti marziali ed era dotata di una forza fisica di gran lunga superiore alla mia. Quando lei si arrabbiava con me, io me la facevo sotto dalla paura. L’ultima volta, semplicemente per non averle preparato la cena come lei voleva, mi aveva afferrato per la gola sollevandomi. Ero nudo, come al solito in sua presenza
“ Pietà padrona” la implorai
“ Io sono la tua dea. Tu devi imparare a comportarti da vero schiavo nei miei confronti”
“ Sì mia dea, le chiedo perdono” Continuava però a stringere e avevo talmente tanta paura che mi pisciai sotto al suo cospetto. Lei rise di gusto
“ Sei patetico!” mi disse rimettendomi giù per poi indicare la pozza di piscio “Bevi tutto se non vuoi farmi incazzare” Feci quanto mi aveva ordinato. Era severissima e se le avessi disobbedito mi avrebbe picchiato senza pietà. Ma avevamo anche tanti momenti teneri. Come quando lei si sdraiava ad esempio sul divano a vedere la televisione. Era perfetta. Il viso bellissimo truccato perfettamente, a cominciare dal rossetto al quale non rinunciava mai, le tette che sembravano trasbordare dal suo minuscolo toppino, le sue gambe lunghissime visto che è alta 1.84. Rimanevo incantato ad ammirarla. Mi inginocchiai ai suoi piedi baciandoglieli
“ Io la amo pazzamente padrona” Mi sorrise e mi fece cenno di mettermi vicino a lei
“ E allora dimostramelo. Bacia tutto il mio corpo” Non me lo feci ripetere. Iniziai dalla sua bocca così dolce. Il sapore del suo rossetto era meraviglioso e la baciavo con tutto l’amore e l’ardore che possedevo. Scesi poi sul suo collo e le slacciai il minuscolo top che aveva indosso. I suoi seni erano duri come il marmo ed era eccitante leccarli. Poi scesi baciando la sua pancia piatta. Aveva degli addominali di ferro scolpiti dai suoi duri allenamenti e poi scesi trovandomi la sua sexy minigonna di pelle. Glie la sollevai e il suo meraviglioso cazzone venne fuori imperioso. Quanto amavo quel suo pene enorme. E lei era quasi sempre eccitata. Riusciva a venirsene anche quattro o cinque volte al giorno e il mio dovere era quello di soddisfarla. Lo leccai avidamente cercando inutilmente di mettermelo tutto in bocca. Lucrezia era abilissima a trattenere la sua eiaculazione e rimanevo a volte tantissimo tempo col suo cazzone in bocca e quando decideva di venirsene mi inondava la bocca col suo sperma. E poi rimanevamo abbracciati per il resto della serata a farci le coccole. Ovviamente, dovevo obbedire in fretta a ogni suo desiderio altrimenti era capace di afferrarmi e farmi il culo rosso a forza di sculacciate. Amavo prepararle la cena e servirla come una regina, accenderle la sigaretta e rimanere in ginocchio col portacenere in mano. Ogni momento trascorso con lei era meraviglioso.
Come ho detto, aveva preso il completo potere su di me compreso quello economico. Aveva preteso che le dessi tutti i soldi che avevo in banca, la mia macchina e si era fatta intestare la casa. Adesso era ricca mentre io dovevo passare a lei tutto quello che guadagnavo. Ma avevo talmente tanta paura di perderla che non fiatai. Quando mi baciava mi sentivo in paradiso e quando uscivamo insieme ero invidiato da tutti per stare con una ragazza così bella visto che nessuno sospettava che lei fosse una trans.
Ma una sera rientrai in casa e la trovai insieme a un altro uomo che era in ginocchio mentre lei stava fumando una sigaretta
“ Ti presento Paolo. Anche lui è un mio schiavo e rimarrà qui con noi. Ti conviene non fiatare altrimenti prendi un sacco di botte e ti caccio via da casa” Mi inginocchiai ai suoi piedi
“ No padrona, la prego. Senza di lei non posso vivere”
“ Lo so che non puoi vivere senza di me. Mi ami troppo”
“ E’ così padrona. Io amo tutto di lei. Lei è una dea” Mi osservò con sicurezza mentre fumava in modo sensuale. Avrei fatto qualunque cosa per lei. Non potevo perderla pe niente al mondo. Finì la sua sigaretta e si alzò. Era maestosa e meravigliosa. Si spogliò rimanendo nuda. Il cazzo enorme era ancora moscio ma lo mise dentro la bocca di Paolo e divenne immediatamente turgido
“ Tu invece leccami il culo” mi ordinò. Amavo leccarle il culo ma nello stesso tempo invidiavo Paolo che glie lo stava prendendo in bocca. Entrambi la stavamo soddisfacendo perché sentivamo i suoi gemiti di piacere. Durò un’infinità di tempo e alla fine venne. Vedevo Paolo ripulirle il cazzo con la lingua e lei comprese il mio sconforto “Se ti comporterai bene, la prossima volta te lo metto in bocca a te. Contento?”
“ Sì padrona. Grazie” Ero ormai dipendente dal suo cazzone, dalla sua bellezza, dai suoi baci e dalla sua dominazione. Purtroppo dovevo dividerla con un altro uomo ma era lei a comandare, era lei la dea e non potevo far altro che obbedire. Ma prima ci volle dare una dimostrazione della sua forza. Ci afferrò entrambi per il collo e iniziò a stringere. Sentivo l’aria che mi cominciava a mancare e anche Paolo non respirava bene
“ Se vi comporterete bene vi terrò con me e vi farò il regalo di incularvi, di farmi dei pompini e di leccare il mio bellissimo culo. Ma voglio obbedienza e devozione assoluta. Vi metterò dei collari perché ormai mi appartenete, sarete i miei servi e i miei cessi personali. Adesso in ginocchio!” Ci lasciò e entrambi ci mettemmo in ginocchio di fronte a quella meravigliosa dea e le giurammo amore, devozione e sottomissione.
E così cominciò un’altra vita. Ero geloso di Paolo ma non potevo dire nulla. Potevo solo essere obbediente e comportarmi come lei voleva perché volevo essere io il prescelto per poter essere inculato e prenderglielo in bocca. E quando sceglieva l’altro, potevo solo assistere piangendo. Ma poi bastava un suo bacio, sentire le nostre lingue intrecciarsi e la mia felicità diventava enorme. Entrambi amavamo la nostra meravigliosa padrona e desideravamo il suo meraviglioso cazzo. Ma riusciva ad accontentarci entrambi. In fondo, lei ai nostri occhi era una dea ed era giusto che potesse avere quanti uomini voleva mentre noi avevamo solo lei nel nostro cuore e nella nostra mente.
“ Pietà padrona” la implorai
“ Io sono la tua dea. Tu devi imparare a comportarti da vero schiavo nei miei confronti”
“ Sì mia dea, le chiedo perdono” Continuava però a stringere e avevo talmente tanta paura che mi pisciai sotto al suo cospetto. Lei rise di gusto
“ Sei patetico!” mi disse rimettendomi giù per poi indicare la pozza di piscio “Bevi tutto se non vuoi farmi incazzare” Feci quanto mi aveva ordinato. Era severissima e se le avessi disobbedito mi avrebbe picchiato senza pietà. Ma avevamo anche tanti momenti teneri. Come quando lei si sdraiava ad esempio sul divano a vedere la televisione. Era perfetta. Il viso bellissimo truccato perfettamente, a cominciare dal rossetto al quale non rinunciava mai, le tette che sembravano trasbordare dal suo minuscolo toppino, le sue gambe lunghissime visto che è alta 1.84. Rimanevo incantato ad ammirarla. Mi inginocchiai ai suoi piedi baciandoglieli
“ Io la amo pazzamente padrona” Mi sorrise e mi fece cenno di mettermi vicino a lei
“ E allora dimostramelo. Bacia tutto il mio corpo” Non me lo feci ripetere. Iniziai dalla sua bocca così dolce. Il sapore del suo rossetto era meraviglioso e la baciavo con tutto l’amore e l’ardore che possedevo. Scesi poi sul suo collo e le slacciai il minuscolo top che aveva indosso. I suoi seni erano duri come il marmo ed era eccitante leccarli. Poi scesi baciando la sua pancia piatta. Aveva degli addominali di ferro scolpiti dai suoi duri allenamenti e poi scesi trovandomi la sua sexy minigonna di pelle. Glie la sollevai e il suo meraviglioso cazzone venne fuori imperioso. Quanto amavo quel suo pene enorme. E lei era quasi sempre eccitata. Riusciva a venirsene anche quattro o cinque volte al giorno e il mio dovere era quello di soddisfarla. Lo leccai avidamente cercando inutilmente di mettermelo tutto in bocca. Lucrezia era abilissima a trattenere la sua eiaculazione e rimanevo a volte tantissimo tempo col suo cazzone in bocca e quando decideva di venirsene mi inondava la bocca col suo sperma. E poi rimanevamo abbracciati per il resto della serata a farci le coccole. Ovviamente, dovevo obbedire in fretta a ogni suo desiderio altrimenti era capace di afferrarmi e farmi il culo rosso a forza di sculacciate. Amavo prepararle la cena e servirla come una regina, accenderle la sigaretta e rimanere in ginocchio col portacenere in mano. Ogni momento trascorso con lei era meraviglioso.
Come ho detto, aveva preso il completo potere su di me compreso quello economico. Aveva preteso che le dessi tutti i soldi che avevo in banca, la mia macchina e si era fatta intestare la casa. Adesso era ricca mentre io dovevo passare a lei tutto quello che guadagnavo. Ma avevo talmente tanta paura di perderla che non fiatai. Quando mi baciava mi sentivo in paradiso e quando uscivamo insieme ero invidiato da tutti per stare con una ragazza così bella visto che nessuno sospettava che lei fosse una trans.
Ma una sera rientrai in casa e la trovai insieme a un altro uomo che era in ginocchio mentre lei stava fumando una sigaretta
“ Ti presento Paolo. Anche lui è un mio schiavo e rimarrà qui con noi. Ti conviene non fiatare altrimenti prendi un sacco di botte e ti caccio via da casa” Mi inginocchiai ai suoi piedi
“ No padrona, la prego. Senza di lei non posso vivere”
“ Lo so che non puoi vivere senza di me. Mi ami troppo”
“ E’ così padrona. Io amo tutto di lei. Lei è una dea” Mi osservò con sicurezza mentre fumava in modo sensuale. Avrei fatto qualunque cosa per lei. Non potevo perderla pe niente al mondo. Finì la sua sigaretta e si alzò. Era maestosa e meravigliosa. Si spogliò rimanendo nuda. Il cazzo enorme era ancora moscio ma lo mise dentro la bocca di Paolo e divenne immediatamente turgido
“ Tu invece leccami il culo” mi ordinò. Amavo leccarle il culo ma nello stesso tempo invidiavo Paolo che glie lo stava prendendo in bocca. Entrambi la stavamo soddisfacendo perché sentivamo i suoi gemiti di piacere. Durò un’infinità di tempo e alla fine venne. Vedevo Paolo ripulirle il cazzo con la lingua e lei comprese il mio sconforto “Se ti comporterai bene, la prossima volta te lo metto in bocca a te. Contento?”
“ Sì padrona. Grazie” Ero ormai dipendente dal suo cazzone, dalla sua bellezza, dai suoi baci e dalla sua dominazione. Purtroppo dovevo dividerla con un altro uomo ma era lei a comandare, era lei la dea e non potevo far altro che obbedire. Ma prima ci volle dare una dimostrazione della sua forza. Ci afferrò entrambi per il collo e iniziò a stringere. Sentivo l’aria che mi cominciava a mancare e anche Paolo non respirava bene
“ Se vi comporterete bene vi terrò con me e vi farò il regalo di incularvi, di farmi dei pompini e di leccare il mio bellissimo culo. Ma voglio obbedienza e devozione assoluta. Vi metterò dei collari perché ormai mi appartenete, sarete i miei servi e i miei cessi personali. Adesso in ginocchio!” Ci lasciò e entrambi ci mettemmo in ginocchio di fronte a quella meravigliosa dea e le giurammo amore, devozione e sottomissione.
E così cominciò un’altra vita. Ero geloso di Paolo ma non potevo dire nulla. Potevo solo essere obbediente e comportarmi come lei voleva perché volevo essere io il prescelto per poter essere inculato e prenderglielo in bocca. E quando sceglieva l’altro, potevo solo assistere piangendo. Ma poi bastava un suo bacio, sentire le nostre lingue intrecciarsi e la mia felicità diventava enorme. Entrambi amavamo la nostra meravigliosa padrona e desideravamo il suo meraviglioso cazzo. Ma riusciva ad accontentarci entrambi. In fondo, lei ai nostri occhi era una dea ed era giusto che potesse avere quanti uomini voleva mentre noi avevamo solo lei nel nostro cuore e nella nostra mente.
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