Puffetta

di
genere
saffico

L’ultimo anno di liceo andammo in gita a Roma, la mia compagna di stanza era Federica ,che conosco sin dai tempi dell’asilo e che tranne le medie fatte in sezioni diverse siamo sempre state compagne di banco, c’è sempre stata una bella amicizia anche fuori da scuola condividendo tutte le prime esperienze,dalla prima sigaretta alla prima delusione d’amore .
Nella stanza con noi c’era anche Betty detta anche Puffetta la chiamavamo così per via della sua statura e per i capelli biondi , con lei fino a quella gita avevo meno confidenza, timidezza e riservatezza rendevano difficile avere un rapporto come con la spumeggiante Federica, tutto sommato però durante quella settimana si era formato un bel trio.
La gita tra musei e monumenti fu sempre piacevole e mai noiosa , la nostra professoressa di storia era giovane e carismatica il che rendeva divertenti anche gli argomenti più pallosi , ovviamente fin quando si rideva e scherzava era come una di noi ma nel momento in cui si calava nei panni della prof era severa ed esigente .
Comunque veniamo a noi:l’ultimo giorno ci fu lasciato il pomeriggio libero e dopo pranzo tutte e tre andammo a prendere qualche bottiglia e qualcosa da fumare , ritornammo in hotel con l’idea di fare serata , infatti dopo cena andammo in camera a fumare e bere, ad un certo punto però la vodka alla fragola iniziò a fare effetto e ci siamo ritrovate sedute per terra in intimo a parlare delle nostre esperienze sessuali e la timida Puffetta ci raccontó che da quasi un anno era l’amante di una quarantenne che lavorava nella scuola frequentata da sua sorella , essendo che spesso mi ritrovavo ad andare a prendere un mio cugino nello stesso istituto conoscevo anche se solo di vista la signora in questione e a giudicare dall’abbigliamento e dal portamento era chiaro che fosse lesbica , quindi la storia in se poteva benissimo essere vera.
Fino ad allora l’idea di andare a letto con una donna non mi era passata più di tanto per la testa , si per carità il pensiero c’era stato ma era relegato in un angolo come una di quelle esperienze che prima o poi avrei fatto ma che al momento non sentivo l’esigenza di provare, comunque essendo che per noi era la prima volta che conoscevamo una lesbica iniziammo a farle domande del tipo cosa facevano e cosa si provasse , lei ci descrisse dettagliatamente come si svolgevano i loro incontri ma soprattutto le sensazioni che provava, che preferiva di gran lunga il sesso con una donna, che era attratta dalle ragazze e non provava nulla per i ragazzi ,ci raccontò che inizialmente viveva malissimo questa cosa , si sentiva sporca e in colpa ma che grazie a lei aveva raggiunto e trovato la pace con se stessa anche se aveva paura di dirlo alla sua famiglia o di farlo sapere in giro.
Noi la rassicurammo che il suo segreto sarebbe stato al sicuro e che l’avremmo aiutata in caso di bisogno e così fu infatti , qualche anno dopo ospitammo Puffetta che era stata sbattuta fuori di casa dai genitori dopo aver fatto coming out , ma questa è un altra storia.
La serata proseguì bevendo e fumando con il racconto delle mie esperienze e quelle di Fede ma dopo quasi due bottiglie di vodka e non so quante canne eravamo veramente fuori e la serata cominciò a degenerare , Fede ormai si muoveva per la stanza con un equilibrio precario tipico degli ubriachi ,l’altra ormai delirava con parole senza senso mentre io non facevo altro che ridere come una deficiente per le cazzate dì tutte e due.
Alla fine l’equilibrio precario di Fede ebbe il sopravvento e cadde per terra come un sacco di patate, io andai a tirarla su e nel farlo mi uscì fuori una tetta , lei nella sua fattanza poggiò il dito medio sul capezzolo muovendolo
-ma ciao , lo sai che hai delle belle tette amore, posso baciarle.
Io la feci sedere sul bordo del letto e dandogli uno scappellotto gli dissi di smetterla.
Lei ormai era completamente fuori e dopo essersele tirate fuori cominciò a fare la stupida.
-perché le mie tette non sono belle come le tue uffa , dai su fammele vedere per bene.
Si avvicinò aggrappandosi al reggiseno e più cercavo di allontanarla e più lei tirava , nel frattempo Puffetta rideva come una matta .
-e tu che hai da ridere? Secondo me anche le tue tette sono più belle delle mie, dai su fammele vedere, dai su alla fine sei pure lesbica tirale fuori.

La presi per mano con l’intento di portarla in bagno e farla riprendere un po’ magari facendola vomitare , lei si butto addosso e provó a baciarmi, comunque con l’aiuto di puffetta riuscimmo a fargli sciacquare il viso e a farla riprendere quel tanto che bastava per farla smettere di fare la scema e quando si addormentò andammo a letto anche noi, Fede dormiva russando come un maialino nel letto singolo,
Io e Puffetta eravamo nel lettone , anche noi eravamo ubriache ma non ai livelli di quell’altra .
Chiara vedi che ti è rimasta la tetta fuori.
Allungò timidamente una mano rimettendo la tetta dentro il reggiseno , ne tocco solo la stoffa e non sfioro minimamente la mia pelle ma quel gesto mi diede un brivido , lei lo percepì e si scusò.
Io gli diedi un bacio sulla guancia e la rassicurai che non c’erano problemi e che non aveva fatto nulla di male , era di una timidezza allucinante.
Gli arruffai i capelli e mi girai cercando di prendere sonno e di fare ordine nella mia testa, il brivido che provai quando Puffetta tocco il mio reggiseno mi aveva turbato non poco e non riuscivo a prendere sonno così andai alla finestra e accesi la mezza canna rimasta nel posacenere, mi rimisi a letto ancora pensierosa.

-Tutto bene Chiara .
Mi fa Puffetta.
-Si tutto bene… a proposito ti chiedo scusa io per quello che ti ha detto quella stordita, ti assicuro che non voleva offenderti.

-Fa niente, alla fine sono solo le parole di un’ubriaca.

Si vedeva chiaramente però che quelle parole l’avevano ferita e che bastava un soffio per farla scoppiare a piangere, mi venne spontaneo abbracciarla e appena lo feci le lacrime iniziarono ad scendere copiose.
-quando dicevo che ormai vivo bene con me stessa non era vero … mi sento sbagliata e infelice , ho pensato più volte anche di….. farla finita, ma non ho il coraggio.
Gli diedi un ceffone dicendogli di smetterla di dire quelle cose , che era una ragazza stupenda e questo a prescindere dai suoi gusti.
-Fregatene dei giudizi altrui e vivi la vita come ti pare .
Lei singhiozzava , le sue lacrime bagnavano la mia spalla mi si spezzò il cuore vederla cosi e mi venne spontaneo prendere il suo viso tra le mani e baciarla sulle labbra, sentii come una scarica elettrica.

-Ti voglio bene .

Gli dissi quelle parole sottovoce asciugandogli le lacrime con un dito , ci addormentammo abbracciati , al mio risveglio tutte e due si stavano già preparando per la partenza e scendemmo a fare colazione come se nulla fosse successo, col sorriso e la spensieratezza che si hanno a 19 anni.
Qualche giorno dopo ero sola in casa e stavo fumando una sigaretta sul terrazzo, dal fondo della stradina vidi Puffetta venire verso casa mia con passo incerto, la seguii con lo sguardo curiosa di sapere dove stesse andando ,quando arrivò al cancelletto sotto casa mia si guardò intorno e poco prima che suonasse mi feci vedere e la salutai fecendogli segno venire su .
Intanto che lei saliva le scale andai in bagno diedi una sistemata veloce ai capelli e mi infilai una caramella in bocca , anche se non c’era un apparente motivo mi sentivo come una ragazzina al suo primo appuntamento con salivazione azzerata e cuore che batte a mille.
Aprii la porta e la invitai ad entrare.

-Cosa ci fai da queste parti

Passavo di qui e mi sono chiesta …. Se potevi farmi un favore ….

Inizió a guardare per terra ed era rossa in viso .

-ho bisogno di una mano per il compito di domani.

Io la portai in camera mia e iniziai a tirare fuori i libri che servivano , eravamo seduti una vicino all’altra e dopo qualche minuto l’imbarazzo sul suo viso sparì , era chiaro che non aveva bisogno di me per il compito anzi se mai fu lei a spiegarmi le cose , comunque per le successive due ore studiammo insieme e quando finimmo eravamo mano nella mano , io me ne accorsi solo in quel momento ed ero imbarazzatissima quanto lei.

-oh scusa non ti ho chiesto se vuoi qualcosa da bere .

Andai in cucina e tornai con due lattine di coca che bevemmo in terrazzo e dopo aver fumato una sigaretta entrammo in camera , eravamo sedute sul bordo del letto e proprio in quel momento le nostre mani si incontrarono ancora e questa volta senza imbarazzo , ci avvicinammo ancora di più e alla fine mi decisi e presi l’iniziativa, le diedi un bacio le nostre lingue si toccarono , lei si lasciò andare sul mio letto e io mi ritrovai sopra di lei, aveva un sapore bellissimo e le sue labbra erano dolci e morbide sentivo il suo seno caldo sul mio , ma la porta d’ingresso che si apriva interruppe quel momento magico , era mia madre che rientrava dal lavoro , ci ricomponemmo e andammo in cucina, Puffetta era rossa in viso e scappó subito via dicendo che si era fatto tardi.
Dopo qualche minuto mi arrivò un sms “ è stato bellissimo ti voglio bene Betty “
……Continua……
scritto il
2023-03-21
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