Schiava di lei Parte 6

di
genere
trans

Purtroppo ho sbagliato a scrivere, questa è la parte 5.

Mentre cenavamo, Giovanna cominciò a parlare: questa potrebbe essere una cosa interessante, tu continui a battere normalmente, con il tuo annuncio, però poi ne possiamo fare un altro. Mamma matura insieme alla figlia trav. Che ne pensi?
Sarebbe fantastico…le dissi…magari facciamo delle foto insieme per l'annuncio, e poi la tariffa sarebbe molto diversa. Credo che potremmo avere successo. Non si incontrano tutti i giorni mamma e figlio, soprattutto trav, che battono insieme.
Finimmo di cenare, e a letto mettemmo a punto alcuni particolari.
Il giorno dopo, finito il lavoro, uscimmo per comprare alcune cose per lei.
Prendemmo delle calze da reggicalze, dei perizoma, e alcune vestagliette di raso nere, qualcuna attillata e qualcuna meno.
La sera, dopo che erano venuti un paio di clienti per me, cominciammo a fare alcune foto insieme. Preparò la macchinetta fotografica con l'autoscatto, si preparò in maniera molto provocante, e ci mettemmo a letto. Ci abbracciavano, ci baciavamo, ci toccavamo….tutto mentre lei con il telecomando faceva foto a raffica.
Dopo un po' ci fermammo, e lei se ne andò al computer per selezionare le foto migliori da mettere sul sito.
Giovanna mi sbalordì parecchio. Non era più quella semplice governante d'albergo che puliva le stanze dei clienti, ma si stava dimostrando una efficiente donna d'affari.
Ormai ruotava tutto intorno al mio ruolo di puttana. Cambiava le foto sul sito, rispondeva on line ai clienti, mi organizzava gli appuntamenti, se per caso telefonavano mentre io stavo già scopando, rispondeva lei e mi prendeva un altro appuntamento. C'erano momenti in cui i clienti entravano ed uscivano in continuazione. Un sabato riuscì a farmi fare una quindicina d'appuntamenti.
Poi si prendeva cura di me, ed io di lei.
Mi faceva massaggi, mi faceva la ceretta, mi truccava prima di un incontro, mi sistemava la camera, cambiando asciugamani e lenzuola.
Eravamo diventati una piccola azienda.
Però adesso sarebbe subentrata anche lei, e la cosa diventava molto eccitante.
La vedevo al computer che armeggiava, ogni tanto imprecando contro la tecnologia, io mi divertivo moltissimo. Da dietro le massaggiavo le spalle, e ogni tanto la baciavo. A volte si girava, e i nostri baci duravano un eternità. Adoravo baciarla, mi eccitava da morire, e quando mi apriva le sue gambe andavo in estasi.
Mise l'annuncio di coppia on line, specificando che eravamo disponibili tutte e due solo il sabato e la domenica. Gli altri giorni ero sola, per via del fatto che lei staccava abbastanza tardi, e poi non potevamo fare troppo tardi, la mattina dovevamo andare al lavoro abbastanza presto.
Arrivò sabato, e la mattina verso le 10 arrivò la prima telefonata.
Un signore sulla cinquantina aveva letto l'annuncio di coppia, e voleva vederci. Io pensavo che la cifra era spropositata, 200 euro, invece al tipo andava bene, e come mi accorsi poi in seguito, parecchie persone non ci fecero caso, pur d'incontrare una mamma con la figlia travestita.
E poi io e Giovanna sembravamo davvero mamma e figlia. Quando andavamo in giro per negozi o a mangiare fuori ce lo dicevano spesso. Poi magari ci vedevano in atteggiamenti ammiccanti….e ci ripensavano. Io ero orgoglioso di lei, e lei di me. Non nascondevamo mai il fatto che stavamo insieme.
Ci preparammo insieme per l'incontro.
Eravamo emozionate, eccitate. Mentre si preparava la osservavo.
Giovanna era abbastanza alta, circa 1,70, e nonostante l'età, aveva 53 anni, si manteneva bene. Aveva sempre lavorato, e il divorzio dal marito l'aveva un po' segnata. Ma aveva un viso dolcissimo, e vederla adesso vestita così in maniera provocante mi eccitava da morire.
Gli avevo messo lo smalto ai piedi, soffiavo un po' per farlo asciugare, e mi provocava. Mi strusciava il pisello con un piede, e con l'altro mi stuzzicava il viso, le labbra. Era seduta sul divano, allargava le gambe per farmi vedere la figa.
Troia smettila….le dissi ridendo…altrimenti qui finiamo prima dell'appuntamento.
L'aiutai a indossare le calze, di un bel colore ambrato, di nylon, e non potei fare a meno di baciarle i piedi.
Eravamo pronte e aspettavamo il nostro primo cliente.
Sei pronta?...Si, tranquilla…non preoccuparti… e mi fece un sorriso.
Suonò il campanello, e lei andò ad aprire mentre io aspettai in salotto.
Lo fece accomodare e il tipo ci fece subito i complimenti.
Che meraviglia…. esclamò. Siete bellissime…
Ci sedemmo sul divano mentre " mamma " andò a preparare un caffè.
Parlammo un po' io e Fausto, così si chiamava. Era un classico uomo d'affari, gestiva un paio di negozi d'abbigliamento a Ravenna, ed era rimasto incuriosito dal nostro annuncio. Mi accarezzava le gambe, mi toccava il culo e il pisello, mi stava spogliando quasi sul divano.
Poi bevemmo il caffè è ce ne andammo in camera. Io e Giovanna ci stendemmo sul letto mentre lui si spogliava.
Poi si venne a mettere in mezzo a noi.
Lui accarezzava Giovanna mentre io lo toccavo, gli accarezzavo le gambe, il pisello, dietro il culo. Era una bella persona, pulita, e aveva anche un bel cazzo. Leccava le tette di lei, poi si chinò per leccargli la figa, poi si voltò verso di me, mi mise una mano in testa…e me l'abbassò sul cazzo. Glielo presi in bocca…e cominciai a succhiarlo.
Si aggiunse anche Giovanna, lo succhiavano insieme e ogni tanto le nostre lingue si toccavano. Ci guardavamo negli occhi mentre lo succhiavamo insieme. Eravamo veramente innamorati.
Adesso ce l'aveva veramente duro, girò Giovanna facendola mettere a pecorina, si mise il preservativo e cominciò a scoparla da dietro. Sentivo lei ansimare, gemiti di piacere ad ogni colpo. Poi mi fece mettere dietro di lui, e dopo aver messo anch'io il preservativo, glielo appoggiai tra le chiappe. Gliele allargai….e poi lo penetrai. Emise un urlo di piacere…diede ancora qualche colpo…e poi venne.
Rimanemmo qualche istante così, lui dentro di lei, ed io dentro di lui.
Poi ci demmo una sistemata e ce ne andammo in cucina a fumare una sigaretta.
Era simpaticissimo, divertente, e rimanemmo volentieri a scambiare qualche parola.
Voleva sapere come avevamo cominciato a battere insieme.
Ci inventammo una storia, dicendo che era capitato per caso, ma poi divenne un abitudine.
Poi il telefono squillò…e ci preparammo per il prossimo incontro.
Quel sabato finimmo di battere alle 2 di notte, vennero a trovarci 6-7 persone, più altre 3-4 che mi feci da sola.
Eravamo sul letto, avevamo contato 1750 euro.
La guardai seriamente, e le dissi…
Tu a lavorare in quel posto di merda non ci andrai più, da domani ti dedicherai soltanto a me, e a noi.

scritto il
2023-03-26
2 . 9 K
visite
1
voti
valutazione
8
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Schiava di lei Parte 4

racconto sucessivo

Schiava di lei Parte 6 bis
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.