Schiava di lei Parte 16

di
genere
trans

Instagram. lanottesabry
Quella domenica ci svegliammo tardi. Io ero rientrata alle 5 dal Princess, Giò aveva sistemato i nuovi arrivi al negozio, e aveva finito a mezzanotte. Dormiva quando sono rientrata, stava distesa su un fianco, un pigiama corto leggero, il seno che usciva fuori. Quel seno grande, morbido, da donna matura, di cui ero follemente innamorata. Facemmo colazione e il pomeriggio andammo in spiaggia. Non faceva così caldo da poter fare il bagno, ma stare un po' distese al sole ci avrebbe ricaricato un po'. Stavamo bevendo qualcosa quando mi arrivò la telefonata di Fulvio. Mi disse che uno dei suoi servizi fotografici che fece da noi era piaciuto ad un produttore di film porno, ma non tanto le foto, più che altro la location. In pratica l'appartamento sopra al negozio. E questo produttore gli chiese se avesse potuto affittarlo per una mezza giornata. Ne parlai con Giò, e decidemmo che si poteva fare. Gli avremmo concesso la camera da letto che di solito si usava per i servizi di Fulvio, il salottino e un bagno. Il resto, come sempre, sarebbe stato off limits. La nostra stanza che era sacra, la cucina e l'altro bagno. Il terrazzino per ovvie ragioni era meglio ignorarlo. Prendemmo accordi, e ci saremmo visti in settimana per conoscerci. Continuammo la giornata in spiaggia, e ci facemmo una passeggiata. Giò aveva un costume intero, un pareo intorno alla vita, un grande cappello, e quel seno prorompente che sembrava voler uscire fuori ad ogni passo. Io avevo solo il perizoma, i capelli sciolti sulla schiena, un paio d'occhiali da sole. Senza reggiseno, anche perché non ne avevo. Come sempre qualche curiosone insisteva con gli sguardi, sembravo una bella ragazza in topless…ma col petto piatto. E il perizoma non riusciva a contenere tutto il pacco. A mano a mano passeggiavamo in riva al mare, con le onde che si allungavano sulla sabbia per bagnarci i piedi. Raggiungemmo un posto isolato, vicino la pineta. Ci allungammo sugli asciugamani, Giò si abbassò la parte di sopra del costume, e mi disse di mettergli un po' di crema. Me la strofinai sulle mani e cominciai a massaggiargli il petto, i seni, e poi sulle gambe, massaggi lunghi, lenti, volevo sentire ogni cm del suo corpo. La osservavo affascinato. Ero stregato da quella donna, senza sapere nemmeno perché. Poi si sentì una voce che la chiamava, e avvicinandosi, una donna continuò…. Giovanna…ma sei proprio tu?
Giò la vide, e fece un gran sorriso.
Tesoro mio….come stai, e che fai da queste parti?
Era una vecchia amica di Giò, avevano lavorato insieme qualche stagione in albergo, e poi si erano perse di vista. Si abbracciarono e cominciarono a chiacchierare. Poi Gio indicandomi, mi presentò a lei dicendo che ero la sua figlioccia. Giorgia , così si chiamava, mi guardò attentamente…e poi disse: che bella che sei, sono veramente felice di conoscerti. Giò e l'amica continuarono a chiacchierare, ogni tanto sentivo che parlavano di me, e l'amica mi osservava incuriosita. Poi Giò mi chiese se poteva lasciarmi sola per fare una passeggiata con l'amica, ed io acconsentii. Ero felice che aveva ritrovato una collega a cui sembrava molto legata. Giò non aveva molti amici, anzi quasi nessuno, però a quei pochi età molto legata. A volte parlava al telefono per ore. Le vidi allontanarsi, e rimasi seduta sull'asciugamano. Mi guardai intorno, c'era un po' di gente. Qualche coppia, singoli…
Poi vidi un tipo, anche lui sull'asciugamano, nudo che mi osservava. Avrà avuto una sessantina d'anni, capelli bianchi, fisico asciutto. Ogni tanto incrociavo il suo sguardo, e mi sorrideva. Poi si alzò, e venne verso di me. Mi si mise davanti, con le mani sui fianchi e mi chiese se poteva farmi compagnia. Certo gli dissi, non ci sono problemi. Riprese il suo asciugamano e lo stese vicino al mio. L'avevo osservato, non era male, e su quella spiaggia mi era venuta anche una certa voglia. Cominciammo a chiacchierare un po', era simpatico, mi disse di essere solo perché la moglie aveva il turno all'ospedale. Gli chiesi se poteva spalmarmi un po' di crema, visto che il sole picchiava un po'. Non se lo fece ripetere due volte. Prese il tubetto, mentre io mi misi sdraiata a pancia in giù, mi tolsi il perizoma e appoggiai la testa sulla borsa. Lui fece scendere direttamente un po' di crema sulla schiena, e poi con la mano cominciò a stendermela su tutto il corpo. Sentivo la sua mano accarezzarmi le spalle, poi scendere giù, sui fianchi, poi sulle cosce, le gambe, e risalendo me la mise sul culo. Poi prese un altro po' di crema, e insisteva sulle chiappe. Ogni tanto sentivo un dito infilarsi in mezzo…sfiorarmi il buchetto, e sentiva che avevo qualche contrazione quando ci si soffermava sopra. Si era messo in ginocchio per essere più comodo. Io lo sbirciavo in mezzo le gambe, e vedevo il suo pisello che piano piano si induriva. Allungai un braccio, e glielo presi in mano. Lui continuava ad accarezzarmi il culo. Poi mi sussurrò all'orecchio… Andiamo in pineta, stiamo più tranquilli.
Si alzò, mi prese per mano e ci incamminammo all'interno. Appena fummo lontani da sguardi indiscreti ci fermammo dietro un grosso pino. Mi mise con le spalle appoggiate all'albero, mi si avvicinò con la testa e mi diede un bacio in bocca. Io schiusi le labbra…e.mi infilò tutta la lingua in bocca. Ci abbracciammo, continuammo a pomiciare mentre le sue mani perlustravano tutto il mio corpo. Mi toccava i capezzoli, le sentivo sul culo, mi tiravano il pisello… Mu staccai dalla sua bocca, lo baciavo sul collo, scesi sui capezzoli….sulla pancia, alla fine ero in ginocchio e avevo il suo cazzo duro davanti la faccia. Mi mise una mano in testa, con l'altra si prese il pisello in mano e me lo spinse in bocca. Cominciai a succhiarlo, era davvero un bel cazzo duro, lo presi in mano, gli leccavo la cappella, poi lo infilavo tutto in bocca, cercavo di farlo entrare tutto, adoravo sentirmelo fino in gola. Continuavo a leccarglielo e con una mano mi segavo. Poi si abbassò anche lui, ci baciammo di nuovo, e mi fece girare. Eravamo tutti e due in ginocchio, lui dietro di me che si stringeva. Le sue mani su tutto il corpo. Io mi misi le mani dietro sulle chiappe, e le allargai per invitarlo ad entrare. Si bagnò due dita e me le infilò dietro. Poi puntò la cappella sul buco e spinse. Me lo sentì entrare dentro completamente, mi ero appoggiata all'albero, e facevo avanti e dietro per facilitare l'inculata. Lui mi strinse per la pancia con una mano, e con l'altra mi segava. Lo sentivo ansimare dietro di me, dicendomi…puttana…troia….zoccola…ti piace prenderlo nel culo…sei proprio una mignotta. Ad un certo punto mi accorsi che c'era un altro uomo. Si stava segando di fianco a noi. Poi si avvicinò e mi si mise davanti. Mi fece togliere le mani appoggiate all'albero e le mise su di lui. Avevo un altro cazzo davanti, duro, che mi puntava. Mi prese per i capelli e me lo infilò in bocca. Era grosso, non troppo lungo, facevo fatica a prenderlo tutto.
Dai…esclamò…apri bene la bocca puttana, fallo entrare tutto. La spalancai, e lui prese a scoparmi in bocca. Mi aveva preso per i capelli e muoveva velocemente il suo cazzo nella mia bocca. L'altro dietro continuava ad incularmi sempre più forte, e mi stringeva sempre di più il cazzo nelle sue mani. Stavo per venire, quello dietro era entrato bene, mi stava facendo godere come una cagna, e sentire il sapore dell'altro pisello in bocca mi mandava in estasi. Sborrai sulle gambe del tipo di fronte, gemendo e ansimando di piacere. E il tipo di fronte me lo tolse dalla bocca, e segandosi sempre più forte con la mano, mi schizzò sul viso, per poi rimetterlo in bocca, finendo di sborrare. Glielo pulii bene con la lingua, e poi se ne andò. Quello dietro a quel punto mi spinse a terra, e standomi sempre sopra, mi inculava spingendo sempre di più. Ero sdraiata per terra, a gambe allargate, lui in mezzo che continuava ad incularmi. E lo sentii venire, sentivo il suo cazzo pulsare dentro il culo, mentre lo sperma caldo prese a scivolarmi sulle cosce. Mi diede ancora qualche colpo e si fermò accsciandosi sopra di me. Sentivo il suo fiato sul collo, era sfinito. Poi me lo tolse dal culo, e se ne tornò verso la spiaggia. Mi rialzai, cercai di rimettermi un po' a posto, e mi diressi verso la spiaggia, proprio mentre Giovanna con l'amica stava tornando. Rimettemmo a posto le varie cose nelle borse, Giò salutò l'amica, che mi fece un occhiolino, e tornammo verso casa. Giò mi chiese se mi ero annoiata. Io risposi di no, anzi, avevo trovato chi mi aveva offerto un bel gelato.
Non posso lasciarti un attimo sola…. continuò…sei troppo puttana. Mi misi a ridere, l'abbracciai e ci incamminammo verso casa.
scritto il
2023-04-30
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