Schiava di lei. Parte 17

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Eravamo al negozio, Giovanna era alle prese con alcune clienti, io come al solito ad impacchettare gli ordini, che ormai erano arrivati ad una ventina al giorno. Il negozio andava bene, Giò ci sapeva fare, e ormai venivano anche parecchie trav a trovarci, soddisfatte sia degli articoli che trovavano e sia della privacy. Mi telefonò Fulvio. Mi disse che stava con quel produttore di film porno, e se potevano passare a trovarci. Risposi di si, e dopo una mezz'ora arrivarono. Ci presentammo, e approfittando di un momento di calma cominciammo a parlare. In pratica al nostro produttore, Adriano si chiamava, gli serviva una location per girare video porno. Non film completi, ma video dalla durata di una ventina di minuti massimo. Disse che i film ormai non rendevano più come una volta, e i video su internet erano molto più appetibili. Ripensai con nostalgia a quando scaricavo da internet con le varie piattaforme, eMule prima e uTorrent dopo. Quanti ne scaricai…
Durante la pausa pomeridiana salimmo nell'appartamento e gli mostrammo le stanze che volevamo dargli un affitto. Rimase soddisfatto, aveva quello che gli serviva. Una camera da letto, un salottino, e un bagno. Ci avrebbe dato 500 euro per mezza giornata. Accettammo, e lui si prenotò per domenica pomeriggio. Sarebbe venuto con un paio di collaboratori per le riprese, più gli attori.
Domenica mattina io e Giò demmo una pulita alla casa, e poi aspettammo il loro arrivo. Puntuali alle 16 arrivarono. Adriano più due collaboratori e due attori. Erano una ragazza giovane e un uomo maturo. La scena si sarebbe dovuta svolgere in un salotto, dove un professore dava ripetizioni ad una studentessa. La ragazza si preparò, e dopo il trucco sembrava proprio una quindicenne. Il tipo maturo prese una pasticca di Viagra e si andò a fumare una sigaretta sul terrazzo. Chiacchierammo un po' io e la ragazza. Si chiamava Francesca, una ragazza molto bella, e aveva cominciato a fare film porno perche non aveva voglia di fare un lavoro comune, e logicamente era molto zoccola. Mentre aspettavamo il tipo, parlammo molto e ci facemmo un sacco di risate.
Poi quando fu tutto pronto cominciarono a girare le scene. In pratica era la storia di una studentessa che andava dal suo professore per delle ripetizioni, e per evitare la bocciatura si concedeva alle sue avances. Lei lo provocava, si strusciava mentre erano seduti affianco, si sbottonava la camicetta lamentandosi del caldo. E alla fine lui non resisteva più, e prima con una mano sulla spalla, e poi sulla coscia, si ritrova con lei che si inginocchiava e lo spompinava. Poi la scopata in mezzo ai libri…e alla fine la sborrata in pieno viso che chiudeva la scena. Io e Giovanna ci divertimmo molto, vedevamo gli operatori che si infilavano con macchina fotografica e cinepresa tra di loro per le riprese migliori, e Adriano che faceva anche da regista. Poi girarono qualche altra scena, fino a quando la pasticchetta faceva ancora effetto, dopo di che verso le 20 finirono tutto e si prepararono per andare via. Adriano ci pagò il pattuito, e ci disse che sarebbe tornato spesso. Mentre la troupe se ne stava andando, Giò chiese a Francesca se fosse rimasta a cena da noi. Lei accettò con entusiasmo. Aveva la macchina per conto suo, e non aveva problemi d'orario. Gli altri se ne andarono, soprattutto l'attore, un musone che non disse una parola per tutto il tempo. Però aveva un bel cazzo. Giò andò a preparare qualcosa, e io e Francesca ce ne andammo a fumare una sigaretta sul terrazzo. Oltre che bella era simpaticissima. Piccolina, un fisico perfetto, due tettine meravigliose. E poi due labbra carnose che facevano invidia. Una cascata di capelli ricci le scendevano sulle spalle. E poi il culo. Stupendo, due chiappette tonde e sode che invitavano a pensieri di ogni specie. La cena era pronta, e andammo a tavola.
Francesca parlò per tutto il tempo, ci raccontò tutta la sua storia. Scappata di casa più volte per colpa di un padre violento, che abusò di lei quando aveva 12 anni, trovò rifugio presso una casa famiglia. Poi a 18 anni se ne andò e conobbe Adriano, che gli propose prima di fare la modella e poi di girare porno amatoriali, fino a farla diventare un attrice molto richiesta sul web. La sua faccia da bambina e un corpo da adolescente l'aiutarono ad affermarsi. Finita la cena rimanemmo a chiacchierare nel salotto. Mi chiese come era stata la mia adolescenza, i miei primi incontri, come l'avevano presa in famiglia la mia omosessualità. Più parlavamo e più la osservavo. Indossava un paio di pantaloncini corti, molto aderenti, una canottiera corta e scollata che lasciava intravedere quelle due piccole tettine…meravigliose. Poi volle sapere di me e di Giovanna, come ci eravamo conosciute e com'era nata la nostra storia. Disse di invidiarci moltissimo, che anche a lei gli sarebbe piaciuto avere una madre, anche per finta, ma che gli volesse bene. La sua era stata completamente assente. Eravamo tutte e tre sul divano, e mentre Giovanna raccontava di noi, lei si strinse a me, e l'abbracciai. Poi arrivò una telefonata a Giò, e lei se ne andò in cucina. Rimanemmo io e Francesca, che la stringevo tra le braccia. Poi si rivolse verso di me, mi guardò negli occhi, avvicinò le sue labbra alle mie…e mi diede un bacio sulla bocca. La.presi e la sdragliai sul divano, mi misi sopra, e la baciai. Ci eravamo abbracciate, ci stringevamo forte, le nostre lingue che si cercavano. Gli misi le mani sotto la canottiera e le presi le tette in mano. Lei mi allungò la mano sotto la minigonna, la infilò dentro il perizoma e mi prese il pisello in mano. Continuavamo a baciarci, a stringerci, toccarci. Le sbottonai i pantaloncini e glieli sfilai, rimase con una mutandina rosa di pizzo. Continuai a baciarla…scesi sui seni, capezzoli duri come marmo, poi sulla pancia, infine gli misi la faccia in mezzo le gambe. Gli mordevo la passera attraverso le mutandine, lei le tirò giù, e vidi la sua fica, bellissima, carnosa, tutta depilata. Mi ci tuffai dentro con la lingua. Era dolcissima, le leccavo le labbra, e poi la infilavo dentro cercando i suoi punti più sensibili. Lei si contorceva dal piacere, muoveva le gambe, mi stringeva le cosce sul viso. Mi prese la testa con le mani e mi strofinava il viso contro la sua vagina. Poi mi disse basta….scopami. Si girò e mi mise il culo in faccia. Gli presi le chiappe tra le mani, le allargai e infilai la lingua anche dentro quel forellino meraviglioso. Poi mi misi in ginocchio dietro di lei, gli feci alzare un po' il bacino, e gli infilai il cazzo dentro. Me lo aveva fatto diventare duro come poche. Scivolò dentro senza forzarlo, la sentì gemere di piacere. L'afferrai per i fianchi e cominciai a fotterla. Colpi secchi e decisi, sempre più forti. Urlava ad ogni colpo, si dimenava e faceva avanti e indietro per aiutarmi a scoparla. Era infoiata. Poi si girò, mi fece allungare e si mise sopra. Prese a cavalcarmi scatenata, la toccavo sui fianchi, le tette…e lei che saltava su di me. Senza che ce ne accorgessimo era tornata Giovanna. Ci osservava divertita mentre scopavano. Senza dire nulla si avvicinò e si mise di fianco a Francesca. Si scoprì un seno e lo avvicinò alla sua bocca. Lei ci si avventò sopra. Cominciò a succhiarle le tette e gli mise una mano tra le gambe. Io continuavo a scoparla, poi Giò gli mise una mano dietro la schiena, la fece scendere sotto, e gli palpava il culo. Con l'altra mano la prese sul viso e la baciò in bocca. Io ero in estasi, le vedevo baciarsi mentre Francesca saltellava sul mio cazzo. Poi Giò gli infilò due dita nel culo. Lei strillò di piacere…si abbracciò Giovanna e venne tra le sue braccia. Mentre strillava e gemeva Giò se la strinse tra le sue tette. Ci fermammo per darle un attimo di tregua. Era stremata. Si mise in un angolo del divano, e si abbracciò le gambe. Giò mi guardò, e mi disse…e tu puttanella non vuoi godere. Si inginocchiò e me lo prese in bocca. Quando sentivo la sua bocca calda che mi avvolgeva l'uccello andavo in estasi. Alzai una gamba sullo schienale del divano, Giò me lo prese in mano e mi masturbò facendo andare la mano molto velocemente. Dopo infilò anche a me due dita dietro nel culo…e sborrai. Giò riusciva sempre ad accorgersene un attimo prima, e se lo prese in bocca, pronta a ricevere la sborra. Rimanemmo esausti, io allungata sul divano, Francesca, e Giovanna che raccoglieva i vestiti. Su ragazzi…a letto, esclamò Giovanna. Posso dormire da voi…ci chiese Francesca. Certo, dai andiamo. Ci mettemmo tutte e tre nel grande letto matrimoniale, ci abbracciamo e ci addormentammo come se fossimo state una vera famiglia.
scritto il
2023-05-08
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