Una trans bellissima e dominante Settima parte
di
Valerio sissy
genere
trans
Ero tutto nudo in attesa che tornasse Padrona Lucrezia, la bellissima trans di cui ero schiavo e come sempre non vedevo l’ora che lei facesse il suo regale ingresso in casa. Non sapevo dove fosse andata e non potevo certo chiederglielo. Se l’avessi fatto mi avrebbe picchiato e considerato che lei aveva almeno il doppio della mia forza ed era un’esperta in varie arti marziali, correvo grossi rischi a farla arrabbiare. Finalmente sentii la chiave nella toppa e mi inginocchiai in attesa che lei entrasse. Quando apparve dinanzi ai miei occhi mi sentii quasi mancare. Dio quanto era bella! Indossava un pantalone di lattice nero aderentissimo che metteva in evidenza le sue forme perfette, un top che faticava a tenere i suoi floridissimi seni e scarpe con 15 centimetri di tacco che la facevano arrivare a due metri di altezza. Perfetta!
“ Vai a prepararmi la cena. Ho fame”
“ Subito padrona” le risposi andando subito in cucina. Amavo servirla. Per me era una dea scesa in terra e l’amavo più della mia vita. Dopo una decina di minuti avevo preparato la sua cena e la portai in salone dove lei si era accomodata. Assaggiò un boccone e poi sputò nel piatto
“ Che cazzo mi hai preparato, brutto idiota?” Mi sentii morire e fui pervaso dal terrore. E ne avevo tutti i motivi perché Padrona Lucrezia si alzò e mi afferrò per la gola. Con la sua straordinaria potenza mi sollevò con una sola mano. Scoppiai a piangere
“ La prego, bellissima padrona, mi perdoni” la implorai terrorizzato. Ero coi piedi penzoloni a mezzo metro da terra, alla mercè dei suoi umori. Avrebbe potuto uccidermi semplicemente stringendo un po’ di più ma alla fine mi lasciò andare per colpirmi però con uno schiaffo potentissimo che mi fece volare per la stanza. Ero intontito, incapace di rialzarmi ma sentivo lei avvicinarsi. Vidi poi che si toglieva i suoi pantaloni di lattice e il suo cazzone meraviglioso di 22 centimetri ergersi dinanzi a me. Mi afferrò per il collo avvicinando la mia testa al suo poderoso membro
“ Bevi!” mi ordinò iniziando a pisciare nella mia bocca. Lo feci nel modo migliore possibile e poi leccai le gocce lasciate sul pavimento. Poi mise il suo splendido culi sulla mia faccia. Sapevo quel che dovevo fare e leccai l’ano della mia padrona con passione. Se non l’avessi fatto mi avrebbe picchiato ancora. Rimasi non so quanto tempo a leccare. Non avevo più saliva ma non potevo staccarmi. Mi sembrava che fosse trascorsa un’ora ma forse era stato solo una quindicina di minuti quando mi tolse il suo sedere dalla faccia. La vidi risistemarsi e poi sedersi di nuovo al tavolo per mangiare la cena che le avevo preparato con tanto amor. Aprì la sua borsa e vidi che si rimetteva il rossetto sulle sue splende labbra carnose dopodiché schioccò le dita. Voleva fumare e le presi una sigaretta e glie l’accesi. Mi usò come portacenere senza degnarmi di una parola, poi, spenta la sigaretta sulla mia lingua, mi indicò la cucina
“ Vai a pulire”
“ Subito padrona” Dopo circa mezz’ora avevo sistemato di nuovo tutta la casa quando sentii la sua voce imperiosa che mi ordinava di farmi una doccia veloce per poi tornare da lei. Obbedii e ne approfittai per pulirmi bene la bocca e lavarmi accuratamente la bocca. Infine tornai da lei. Appena mi vide si alzò e venne di fronte a me afferrando il mio viso tra le sue mani per poi baciarmi appassionatamente. Sentivo il mio cazzo pulsare dal desiderio mentre assaggiavo quelle labbra dolcissime intrise di rossetto
“ Ho dovuto punirti” mi disse dopo con voce melodiosa “Devi ancora imparare ad essere lo schiavo che io voglio”
“ Mi perdoni, padrona, sono un inetto”
“ Imparerai altrimenti dovrò insegnarti a forza di sganassoni”
“ Sono ancora intontito. La sua forza è incredibile” Mi baciò di nuovo mentre mi afferrava le mani per portargliele sul suo corpo. Dovetti fare uno sforzo enorme per non venirmene. Poi si tirò giù nuovamente i pantaloni
“ Voglio farti un regalo” mi disse voltandomi. Mi infilò il suo cazzone nel culo mandandomi in paradiso. Mi possedeva con forza. Anche se ormai ci ero abituato, la sua misura enorme sembrava dovermi sfondare in due. Mi inculò a lungo. Lei aveva una resistenza di ferro e sapevo che dopo amava concludere in un altro modo. Tolse infatti il suo enorme pene dal mio sederino e me lo mise in bocca. Leccai avidamente tutto quello che c’era da leccare, dalla cappella all’asta fino a scendere alle palle e risalire. Prima la sua asta dura come il marmo per poi cercare di ingoiare tutto. E infine sentii il membro sussultare dentro la mia bocca e una quantità enorme di sperma depositarsi nella mia bocca. Ingoiai tutto e poi ripulii per bene il cazzo alla mia padrona. La osservavo estasiato mentre si rivestiva. Poi diede un’occhiata anche al mio cazzo eretto. Non era una misura piccola ma accanto al suo spariva letteralmente. Mi sorrise
“ Ti do il permesso di venire” mi disse regalandomi l’ennesimo bacio. E a me un bacio della mia padrona faceva più effetto di cento fiche. Me ne venni subito e poi ripulii con la lingua lo sperma caduto sul pavimento.
Non era cominciata bene la serata ma dopo era stata meravigliosa grazie alla mia bellissima padrona. Ce ne andammo poi a letto e mi strinsi a lei, sempre più devoto e innamorato.
“ Vai a prepararmi la cena. Ho fame”
“ Subito padrona” le risposi andando subito in cucina. Amavo servirla. Per me era una dea scesa in terra e l’amavo più della mia vita. Dopo una decina di minuti avevo preparato la sua cena e la portai in salone dove lei si era accomodata. Assaggiò un boccone e poi sputò nel piatto
“ Che cazzo mi hai preparato, brutto idiota?” Mi sentii morire e fui pervaso dal terrore. E ne avevo tutti i motivi perché Padrona Lucrezia si alzò e mi afferrò per la gola. Con la sua straordinaria potenza mi sollevò con una sola mano. Scoppiai a piangere
“ La prego, bellissima padrona, mi perdoni” la implorai terrorizzato. Ero coi piedi penzoloni a mezzo metro da terra, alla mercè dei suoi umori. Avrebbe potuto uccidermi semplicemente stringendo un po’ di più ma alla fine mi lasciò andare per colpirmi però con uno schiaffo potentissimo che mi fece volare per la stanza. Ero intontito, incapace di rialzarmi ma sentivo lei avvicinarsi. Vidi poi che si toglieva i suoi pantaloni di lattice e il suo cazzone meraviglioso di 22 centimetri ergersi dinanzi a me. Mi afferrò per il collo avvicinando la mia testa al suo poderoso membro
“ Bevi!” mi ordinò iniziando a pisciare nella mia bocca. Lo feci nel modo migliore possibile e poi leccai le gocce lasciate sul pavimento. Poi mise il suo splendido culi sulla mia faccia. Sapevo quel che dovevo fare e leccai l’ano della mia padrona con passione. Se non l’avessi fatto mi avrebbe picchiato ancora. Rimasi non so quanto tempo a leccare. Non avevo più saliva ma non potevo staccarmi. Mi sembrava che fosse trascorsa un’ora ma forse era stato solo una quindicina di minuti quando mi tolse il suo sedere dalla faccia. La vidi risistemarsi e poi sedersi di nuovo al tavolo per mangiare la cena che le avevo preparato con tanto amor. Aprì la sua borsa e vidi che si rimetteva il rossetto sulle sue splende labbra carnose dopodiché schioccò le dita. Voleva fumare e le presi una sigaretta e glie l’accesi. Mi usò come portacenere senza degnarmi di una parola, poi, spenta la sigaretta sulla mia lingua, mi indicò la cucina
“ Vai a pulire”
“ Subito padrona” Dopo circa mezz’ora avevo sistemato di nuovo tutta la casa quando sentii la sua voce imperiosa che mi ordinava di farmi una doccia veloce per poi tornare da lei. Obbedii e ne approfittai per pulirmi bene la bocca e lavarmi accuratamente la bocca. Infine tornai da lei. Appena mi vide si alzò e venne di fronte a me afferrando il mio viso tra le sue mani per poi baciarmi appassionatamente. Sentivo il mio cazzo pulsare dal desiderio mentre assaggiavo quelle labbra dolcissime intrise di rossetto
“ Ho dovuto punirti” mi disse dopo con voce melodiosa “Devi ancora imparare ad essere lo schiavo che io voglio”
“ Mi perdoni, padrona, sono un inetto”
“ Imparerai altrimenti dovrò insegnarti a forza di sganassoni”
“ Sono ancora intontito. La sua forza è incredibile” Mi baciò di nuovo mentre mi afferrava le mani per portargliele sul suo corpo. Dovetti fare uno sforzo enorme per non venirmene. Poi si tirò giù nuovamente i pantaloni
“ Voglio farti un regalo” mi disse voltandomi. Mi infilò il suo cazzone nel culo mandandomi in paradiso. Mi possedeva con forza. Anche se ormai ci ero abituato, la sua misura enorme sembrava dovermi sfondare in due. Mi inculò a lungo. Lei aveva una resistenza di ferro e sapevo che dopo amava concludere in un altro modo. Tolse infatti il suo enorme pene dal mio sederino e me lo mise in bocca. Leccai avidamente tutto quello che c’era da leccare, dalla cappella all’asta fino a scendere alle palle e risalire. Prima la sua asta dura come il marmo per poi cercare di ingoiare tutto. E infine sentii il membro sussultare dentro la mia bocca e una quantità enorme di sperma depositarsi nella mia bocca. Ingoiai tutto e poi ripulii per bene il cazzo alla mia padrona. La osservavo estasiato mentre si rivestiva. Poi diede un’occhiata anche al mio cazzo eretto. Non era una misura piccola ma accanto al suo spariva letteralmente. Mi sorrise
“ Ti do il permesso di venire” mi disse regalandomi l’ennesimo bacio. E a me un bacio della mia padrona faceva più effetto di cento fiche. Me ne venni subito e poi ripulii con la lingua lo sperma caduto sul pavimento.
Non era cominciata bene la serata ma dopo era stata meravigliosa grazie alla mia bellissima padrona. Ce ne andammo poi a letto e mi strinsi a lei, sempre più devoto e innamorato.
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