Inferno o paradiso Quinto episodio

di
genere
dominazione

La commissaria Marzia Adriani notò lo sconforto sul volto del ragazzo. Certo
che era strano. Pretendere di fumare davanti ad una poliziotta era veramente
assurdo. In nessuna parte del mondo una cosa del genere sarebbe stata
tollerata. D'accordo che negli ultimi anni i maschi avevano acquistato una
certa libertà soprattutto sessuale, ma certe cose erano proibite nell'impero
romano così come lo erano nelle altre parti del mondo. Filippo ormai era
nello sconforto più totale. Fece un rapido calcolo mentale. Se era vero
quello che sosteneva quella bellissima donna si trovava nell'anno 2764. Non
era un appassionato di storia antica, ma da buon romano sapeva che Roma era
stata fondata il 21 aprile del 753 avanti Cristo, che aggiunti ai 2011 anni
del calendario corrente faceva proprio 2764. Quindi non si trovava nel futuro.
Se tutto ciò che stava vivendo era vero e non era un sogno, si trovava in un
presente parallelo. O forse per essere più esatti in un mondo parallelo. Lui
che era appassionato di fantascienza aveva visto innumerevoli pellicole
dedicate ad un'eventualità del genere e ora forse la stava vivendo. Ripeté a
se stesso "un mondo parallelo" e rabbrividì. Doveva essere giunto
misteriosamente in quel mondo quando notò quella luce accecante. Sembrava
avere le stesse caratteristiche della sua Terra: aria respirabile, piante ed
esseri umani, ma l'evoluzione doveva essere stata completamente differente.
C'erano esseri umani, è vero, ma finora quelli che aveva conosciuto erano un
po' particolari. Si trattava di donne bellissime e fortissime che comandavano
sui maschi ai quali non era permesso neanche di fumare. Il sangue continuava a
raggelarsi nelle sue vene. Come uscirne fuori? Lui voleva tornare nel suo
mondo, un mondo che pur con tutti i suoi difetti, con la fidanzata che l'aveva
appena tradito, gli piaceva. Un mondo in cui gli uomini potevano fare ciò che
volevano e dove le donne, pur avendo raggiunto un notevole grado di
indipendenza, erano relegate in ruoli secondari e dove il rischio di essere
violentati lo correvano loro non certo un maschio. Marzia fissò di nuovo il
ragazzo
“Allora! Sto in attesa che tu mi dica quello che ti è accaduto veramente”
Filippo raccontò per filo e per segno tutto quello che era avvenuto
tralasciando solo la lite con la sua ragazza. Se avesse detto a quella
poliziotta che le aveva dato due ceffoni chissà cosa sarebbe potuto succedere.
Marzia ascoltò attentamente, poi quando il ragazzo terminò la sua storia
sembrò perdere la pazienza. Prese per il mento Filippo sollevandolo di
diversi centimetri fino a portarlo alla sua altezza e facendo così fece
cadere il cappotto che proprio lei gli aveva dato e che copriva le sue parti
intime
“Ora basta! Sono stanca di essere presa in giro da te. Sappiamo benissimo
tutti e due che mi stai raccontando solo bugie e non capisco che cos'hai in
mente” Filippo si sentì sollevare da quella donna che lo teneva alzato da
terra di diversi centimetri soltanto usando una mano e senza nessuno sforzo ed
il panico s'impossessò di lui.
“Io non capisco” balbettò
“ Non capisci? Eppure è tutto molto semplice. In nessuna parte del mondo i
maschi hanno il permesso di guidare un'automobile e questo dimostra che sei
soltanto un bugiardo”
Filippo ormai non riusciva più neanche a sorprendersi. Quella donna
bellissima continuava a tenerlo sollevato mentre si trovava mezzo nudo con il
pene completamente visibile e lui non aveva la più pallida idea di come
doveva comportarsi. La poliziotta alzò il braccio completamente e il ragazzo
venne portato ancora più in alto. Il panico aumentò ancora in Filippo.
Quella donna aveva una forza mostruosa e istintivamente il ragazzo capì che
doveva rivolgersi a lei in modo molto più deferente
“ La prego signora, non mi faccia del male. Devo essermi sbagliato. Forse sono
confuso” Il tono sottomesso del ragazzo parve calmare la donna che abbassò il
braccio riportando Filippo a terra per poi riadagiarlo sdraiato addosso
all'albero e ricoprirlo di nuovo con il suo cappotto. Il tutto senza fargli
male. Forse non erano cattive le intenzioni della donna ma il problema era che
Filippo non poteva sapere quali fossero le cose che l'avrebbero potuta far
arrabbiare. L'unica cosa certa era che doveva usare un tono molto dimesso. Era
questo ciò che quell'essere si aspettava da lui ed era quello il modo in cui
avrebbe dovuto comportarsi. Marzia però era ancora notevolmente adirata. Non
le andava proprio che un maschio si permettesse di comportarsi in una maniera
del genere. Prese da terra il grosso ramo con il quale Filippo si era aiutato
per camminare, lo spezzò in due neanche fosse di burro, gettò i due pezzi
lontano nella pineta e poi si rivolse di nuovo al ragazzo
“ La prossima volta che mi dici un'idiozia io ti farò fare la fine di quel
ramo. Sto perdendo la pazienza ed anche se capisco che devi essere frastornato
dopo aver passato un brutto momento come quello che hai vissuto, io non posso
più tollerare un comportamento simile. Io non voglio farti del male. Sono
contraria a tutte le donne che picchiano i maschi solo per una sciocchezza, ma
mi rendo conto che talvolta voi dimenticate il rispetto che dovete ad un
essere superiore come una femmina e allora bisogna farsi rispettare. Quindi
stai attento a quello che dici altrimenti potrei dimenticarmi che sei un
maschio debole ed indifeso. Parola di Marzia Adriani"
“ Come ha detto di chiamarsi?”
“ Marzia. Marzia Adriani. Perché?” Il ragazzo sorrise amaramente. Che strano
scherzo del destino. Si ritrovava di nuovo a doversi confrontare con una donna
di nome Marzia anche se questa era completamente diversa dalla sua ormai ex
fidanzata
“ Avevo una ragazza di nome Marzia” rispose infine Filippo sospirando
“ Dovevate sposarvi?”
“ Non era nei nostri programmi immediati. Dovevo prima laurearmi e cercarmi un
lavoro. Però ci siamo lasciati proprio stasera”
"Ancora una bugia" pensò la commissaria. Ma stavolta la prese con filosofia.
Erano bugie talmente evidenti che forse quel ragazzo aveva bisogno di cure.
Non le sembrava tanto una mancanza di rispetto, quanto un'alterazione della
propria personalità oppure un desiderio recondito di poter fare cose che ai
maschi erano giustamente proibite e che lo choc per gli avvenimenti di quella
strana serata aveva portato a galla. Decise quindi di non causargli ulteriori
sconvolgimenti picchiandolo o arrestandolo. Si inginocchiò di nuovo verso
Filippo guardandolo negli occhi
“ Mi spieghi perché credi di poter fare tutto quello che un maschio non ha il
permesso di fare?” disse sorridendo la commissaria “vuoi fumare, credi di
poter guidare un auto e ora addirittura di laurearti. Lo sai che in tutto il
mondo è vietato ai maschi sia il liceo che l'università? E che a tredici anni
devono abbandonare la scuola? Dopo aver imparato a leggere e scrivere voi
maschi dovete dedicarvi a ciò a cui siete destinati: curarvi della casa,
pulirla e cucinare per le femmine. A voi maschietti sono destinati solo i
lavori più umili e solo quando non c'è nessuna femmina che si prende cura di
voi oppure nei casi di povertà e di bisogno. Altrimenti tocca a noi donne
andare a lavorare e pensare al fabbisogno della famiglia. Possibile che tu non
sappia tutto questo?”
Filippo ascoltò attentamente. Al termine della spiegazione di Marzia non era
neanche particolarmente meravigliato. Ormai aveva intuito un'eventualità del
genere. Guardò la donna che si ergeva in tutta la sua statuaria figura e ne
osservò il volto. Era bellissimo, perfetto in ogni dettaglio ma anche
particolarmente dolce nello sguardo. Si era arrabbiata pensando che la stesse
prendendo in giro, ma malgrado questa supposizione, non gli aveva torto un
capello ed anzi si era presa cura di lui. Quindi pensava che se avesse
misurato bene le parole poteva dirle quello che aveva intuito
“ Io vorrei dirle una cosa. Le giuro che non sto dicendo bugie. Forse sono
pazzo e sicuramente non crederà a quello che le dirò ma devo farlo“ Aspettò
che Marzia le desse il consenso di proseguire e appena la donna glie lo
concesse proseguì “Io non provengo da questo mondo. Non so come sia potuto
accadere ma devo essere stato trasportato qui. Probabilmente quella luce
accecante di cui le parlavo doveva essere una specie di porta
spazio-temporale. Lei è una poliziotta e potrà prendere facilmente
informazioni. Vedrà che non provengo da nessuna parte del mondo, almeno di
questo mondo”
Marzia ascoltò Filippo con molto interesse. Non le era mai capitato un
maschio che affrontasse dei discorsi in un modo così articolato. Il suo
dialetto era appena comprensibile ma i concetti erano, pur nella loro
assurdità, estremamente affascinanti
“ Parli di un mondo parallelo. Ma tu sembri non conoscere niente del mio
mondo. Non mi sembra tanto parallelo”
“ E' vero! Non conosco niente perché i nostri mondi devono avere avuto
un'evoluzione completamente differente l'uno dall'altro. Ma vedo la luna e
questa non può essere altro che la Terra”
“ Certo che è la Terra” sorrise Marzia “ed è l'unico pianeta abitato che si
conosca. Quindi tu sostieni di venire da un'altra Roma. La stessa città, la
stessa lingua, ma parlata in maniera diversa. Questo come lo spieghi?”
“ Probabilmente perché anche l'italiano, la lingua che io parlo, proviene dal
latino e forse lei parla semplicemente un latino modernizzato che poi ha
seguito un percorso leggermente diverso da quello della mia lingua”
La commissaria rimase a bocca aperta. Quel bel ragazzo aveva una fantasia
strepitosa. Addirittura pensare a mondi paralleli. Aveva sentito parlare
diverse volte di una simile eventualità nei racconti di fantascienza, ma
pensare che una cosa simile potesse essere reale era veramente pazzesco. Era
comunque affascinata dalla dialettica di quel ragazzo. Oltre ad essere bello
possedeva un'immaginazione talmente fervida e un modo di parlare così
accattivante che la cosa se non fosse stata talmente inverosimile sarebbe
potuta essere addirittura credibile
“ E dimmi allora! In questo fantomatico mondo come funziona? Scommetto che gli
uomini detengono il potere e le donne se ne stanno a casa a pulire ed a
cucinare” Disse allora Marzia sottolineando col tono della voce l'ironia e
l'assurdità della cosa
“ Lo so che può sembrare strano a lei ma è così. Anche a me tutto questo
sembra strano, anzi pazzesco. Le donne però sono più libere nel nostro
mondo. Possono fumare naturalmente, guidare l'auto e ormai hanno raggiunto
quasi del tutto la parità nei nostri confronti. Spesso addirittura fanno
lavori più importanti e guadagnano di più degli uomini”
“ Addirittura ci sono donne che guadagnano più degli uomini” continuò ad
ironizzare la commissaria “Insomma, un mondo perfetto dove c'è quasi una parità
assoluta. E magari nel tuo mondo i maschi sono anche più forti delle femmine.
Non è vero?” Filippo annuì e Marzia proseguì sorridendo ironicamente “Questo
non riesco proprio a crederlo. Le femmine hanno almeno dieci volte la forza di
un maschio. E tu, anche se sei nettamente superiore alla media, non potrai mai
essere potente come una donna”
La poliziotta si allontanò di alcuni metri fino ad arrivare alla macchina
delle tre violentatrici, mise una mano sotto la vettura e poi cominciò a
sollevarla come se fosse la cosa più normale del mondo. Dopo qualche secondo
aveva portato la strana auto in posizione verticale con il muso rivolto verso
il cielo, quindi pian piano riportò la vettura nella posizione di partenza e
ritornò verso Filippo
“Allora? Nel tuo mondo gli uomini possono fare questo?” Filippo rimase per
l'ennesima volta sconvolto e fece con il capo cenno di no. Nessun uomo poteva
fare quello che aveva appena visto. Forse qualche forzuto, qualcuno di quegli
uomini che si divertono a battere i primati, ma Marzia l'aveva fatto con una
tale semplicità e con una tale naturalezza che, immaginava, quella macchina se
la sarebbe potuta caricare sulle spalle e mettersi a correre perché per lei
pesava poco più di niente.
“Quindi cerca di evitare di dirmi certe scemenze alle quali non potrei mai
Credere” Marzia appoggiò una mano addosso all'albero sotto il quale era
sdraiato Filippo. Peccato che fosse mezzo pazzo quel ragazzo perché era anche
straordinariamente bello malgrado avesse la barba incolta. Non le era mai
piaciuta la barba sulle guance dei maschi ma non poteva fare a meno di notare
come su di lui avesse un fascino particolare. E poi aveva un fisico statuario
e soprattutto aveva potuto ammirargli il pene che era di dimensioni
straordinarie anche se era a riposo. Insomma qualcosa di anomalo ce l'aveva
veramente. I suoi pensieri erotici furono interrotti dalla sirena
dell'ambulanza che finalmente si stava avvicinando. Filippo osservava tutto
con aria trasognata. Aveva appena assistito ad una prova di forza eccezionale
fatta dalla donna più bella che aveva mai potuto ammirare ed ora si era
fermato un veicolo che definire strano era un eufemismo. Sembrava una
mongolfiera che viaggiava su quattro ruote e dall'abitacolo ne scesero due
donne. Inutile dire che erano di dimensioni gigantesche, soprattutto una delle
due che doveva sfiorare addirittura i due metri di altezza, La gigantessa
parlottò con la commissaria e dopo venne verso di lui e lo sollevò con
facilità ma con delicatezza mettendoselo in braccio.
"E tre" pensò Filippo: Era la terza donna che in poco tempo lo sollevava e lo
trasportava. Il ragazzo venne portato all'interno di quello strano veicolo ed
adagiato su una specie di lettiga
“ Ora vedremo subito che cos'hai” disse la donna chinandosi su di lui. Non
riusciva a dare un'età a quella donna che sembrava leggermente più avanti
negli anni rispetto a quelle che aveva visto finora ma era anch'ella
straordinariamente bella. Il suo corpo sembrava essere sviluppato alla
perfezione e chinandosi gli aveva messo il suo seno di notevoli dimensioni
quasi sul volto. Doveva trattarsi di una dottoressa o di un'infermiera, ma era
lontana anni luce dalla figura che Filippo aveva di medici e paramedici e
assomigliava, fatte le debite proporzioni dovute soprattutto all'altezza, a
uno di quei personaggi dei film anni 70 imperniato su sexi-infermiere. La
donna comunque ordinò a Filippo di non muoversi e quindi spinse il lettino
dentro ad un macchinario che sembrava assomigliare a quello per la risonanza
magnetica. Nel frattempo erano arrivate anche le due vetture della polizia
fatte intervenire da Marzia. Dalle due auto scesero quattro poliziotte che
salutarono con deferenza la loro commissaria e alle quali Marzia spiegò cosa
era avvenuto. Tre di loro s'inoltrarono nella pineta dove trovarono ancora
addormentate Cornelia e le sue due amiche, le sollevarono e le portarono di
peso dentro le auto della polizia che si allontanarono velocemente. Marzia
attese alcuni istanti e la donna che aveva portato Filippo nell'ambulanza
uscì dal veicolo
“ Non ha nulla di grave. Solo un ginocchio rotto e alcune contusioni
compatibili con ciò che sostiene il ragazzo”
“ Bene! Credo che posso andarmene a casa allora”
“ Certo commissaria. Noi lo portiamo all'ospedale. Sarà operato stasera stessa
e credo che già da domani potrà essere dimesso”
Le due donne si salutarono e Marzia salì sulla sua automobile. Finalmente
poteva concludersi quell'interminabile serata ed andarsene a casa. Era ancora
stordita dall'incontro con quel ragazzo però. Non aveva mai trovato un
maschio che le piacesse in quel modo, anche se aveva dimostrato di non avere
tutti i neuroni al posto giusto. Doveva comunque informare la donna che ne
aveva la responsabilità in modo che l'indomani, quando Filippo sarebbe stato
dimesso, poteva prendersi cura di lui. E se non ci fosse stata nessuna donna
come aveva ipotizzato il ragazzo? A quel punto non le sarebbe dispiaciuto
affatto assumersi lei la responsabilità. E magari anche qualcos'altro.
Arrivò finalmente a casa sua. Con il telecomando aprì il box per
parcheggiare la vettura e stava per entrare quando il telefono squillò. Era
una poliziotta del suo commissariato. Marzia ascoltò attentamente poi
richiuse il box senza entrarci. Non era destino che lei potesse riposare
quella notte. Fece marcia indietro. La aspettava una lunga passeggiata fino
alla parte opposta di Roma.

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davidmuscolo@tiscali.it
scritto il
2023-05-04
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