Inferno o paradiso Sesto episodio

di
genere
dominazione

Lucio si svegliò e per prima cosa si massaggiò la mascella. Era ancora
dolorante e si trovava per terra senza ricordare come ci fosse arrivato.
Ricordava di aver aperto la porta di casa e poi.... E poi ricordò. Una donna
l'aveva colpito con un pugno che l'aveva scaraventato a diversi metri di
distanza. Raddrizzò la schiena per scrutare la situazione e si rese conto di
essere ancora in casa. Sperò per un attimo che si trattasse solo di una ladra
che dopo aver rubato se ne fosse andata via, ma dopo la vide. La donna era
seduta sulla poltrona preferita di sua moglie che osservava divertita la scena
“ Bentornato tra noi Lucio” gli disse
“ Chi è lei? Come fa a sapere il mio nome?”
“ Io so tutto di te. So come ti chiami, come si chiama tua moglie e che lavoro
fa. E so anche che non tornerà a casa prima di un'ora e mezza e che quindi per
tutto questo tempo saremo soli io e te” Lucio guardò la donna dirigersi verso
di lui e la osservò attentamente. Era abbastanza giovane, sui trent'anni, era
alta nella media, circa un metro e novanta, e aveva uno strano sguardo nei
suoi occhi ma quel che contava era che stava solo in casa con una femmina e
questo lo terrorizzò
“ La prego, non mi faccia del male” la implorò
“ Questo dipende da te” proseguì la donna “se tu sarai carino con me forse
potrei anche lasciarti vivo”
Lucio allora si rese conto. Aveva visto i notiziari e sapeva che c'era
un'assassina in giro per Roma che amava brutalizzare i maschi. Il terrore
continuò ad inondare il suo corpo e la sua mente. Cosa poteva fare? Quella
femmina poteva ucciderlo con un solo dito se voleva e lui era solo un maschio,
il sesso debole. Si guardò intorno mentre la femmina ormai era proprio sopra
di lui. La porta di casa non era lontana. Se solo avesse potuto raggiungerla e
se la donna non aveva inserito l'antifurto forse poteva farcela. Avrebbe
altrimenti dovuto inserire il codice di apertura nel pannello e questo gli
avrebbe fatto perdere troppo tempo. Decise comunque di provarci, non aveva
altra scelta e si alzò di scatto correndo verso la porta. La donna non reagì
neanche. Lasciò correre l'uomo fino alla porta nel suo patetico tentativo di
fuga quindi si avvicinò mentre vedeva il giovane che sbatteva inutilmente i
suoi pugni contro la porta godendosi la scena in ogni suo millesimo di
secondo. Infine lo raggiunse. Lo prese per il collo alzandolo e portandoselo
di nuovo nel salone mentre Lucio si dibatteva inutilmente e infine lo sbatté
contro il muro. Piangeva e si disperava il ragazzo ma questo non faceva altro
che accrescere la sua eccitazione. Adorava vedere il terrore negli occhi dei
maschi. Si chinò su di lui sussurrandogli all'orecchio
“ Sappiamo benissimo tutti e due che senza l'antifurto non puoi uscire di
casa. E anche che tutte le stanze sono insonorizzate e che quindi puoi urlare
e piangere come vuoi che tanto non ti sentirà nessuno. Te l'ho detto che mi
sono informata bene e che so tutto di te”
Lucio era ormai di fronte alla donna. Malgrado non portasse tacchi alti
c'erano oltre trenta centimetri di differenza di altezza tra i due. La femmina
dovette quindi alzarlo prendendolo ancora una volta da dietro il collo per
poterlo portare al suo livello quindi cominciò a cercare le sue labbra. Lucio
cercò di divincolarsi ma la differenza di forza tra i due era abissale. Alla
donna bastò stringere leggermente di più il collo per impedire al ragazzo
anche il minimo movimento in modo da poter continuare a baciarlo fino a che la
sua eccitazione sessuale divenne quasi spasmodica
“ Ora basta!” Disse staccando le sue labbra da quelle di Lucio “I giochi
sono finiti. Ora cominciamo a fare sul serio” La donna trasportò l'uomo per
alcuni metri sempre tenendolo per il collo provocando così al ragazzo un
dolore terribile, poi lo scaraventò per terra. Lo tenne fermo semplicemente
poggiando il suo piede sul corpo dell'uomo quindi rovistò nella borsa che
aveva portato con se estraendone infine una siringa. Si inginocchiò quindi a
fianco del ragazzo e con una mano fece a brandelli i pantaloni che indossava
e altrettanto fece con l'abbigliamento intimo, infine gli infilò la siringa
sul pene che era ormai completamente scoperto. Ci vollero solo pochi istanti e
la medicina ebbe effetto. Lucio ebbe un'erezione sotto gli occhi soddisfatti
della donna che si spogliò completamente e si posò su di lui e dopo aver
vinto con facilità le resistenze del ragazzo lo possedette. Per quasi tutto il
tempo dello stupro Lucio aveva continuato a piangere, a strepitare e a
divincolarsi senza capire che questo eccitava ancora di più la donna che lo
schiaffeggiò ripetutamente e dolorosamente muovendo al contempo i suoi
possenti muscoli vaginali infliggendo altro dolore al povero maschio. Lucio
chiuse gli occhi e smise di divincolarsi. Le sue misere forze erano allo
stremo e si arrese allo strapotere fisico della femmina. Immaginò però che
sopra di lui ci fosse sua moglie Valeria. Quanto era dolce sua moglie. Lo
possedeva sempre dolcemente, accarezzandolo in continuazione e guardandolo
negli occhi. Ma ora una strana sensazione lo attanagliava. Si vergognava
terribilmente di quello che stava accadendo e si sentiva quasi in colpa di
stare sotto quella donna. Doveva aver fatto qualcosa che aveva attirato
l'attenzione di quella femmina ed ora ne pagava le conseguenze. La
violentatrice intanto rallentò il suo ritmo per poi fermarsi definitivamente.
Aveva avuto orgasmi a ripetizione e ora era finalmente sazia. Lo stupro era
durato esattamente un'ora, il tempo della durata della medicina, e lei aveva
voluto godersela tutta quanta quell'ora. Si alzò soddisfatta giusto in tempo
per vedere il pene di Lucio perdere di rigidità. Ma lei non aveva ancora
terminato. Alzò per i capelli il povero Lucio, poi con sole due dita lo tenne
di nuovo fino al suo livello di altezza, ma stavolta strinse le dita con
violenza frantumandogli la mascella in numerosi frammenti. Lo lasciò solo per
qualche secondo per riprenderlo poi in un abbraccio fatto con una violenza
inaudita. Tutte le ossa del ragazzo si stavano rompendo e la donna provò un
folle brivido di piacere nel sentire quel rumore. Adorava il rumore delle ossa
che si rompevano e continuò imperterrita in preda al raptus. Lucio sentiva
che la sua vita lo stava abbandonando. Pensò un'ultima volta a sua moglie e
un sorriso si dipinse sul suo volto martoriato. In fondo forse era un bene che
stesse per morire almeno non avrebbe vissuto con il rimorso di essere stato di
un'altra, sia pure con violenza. Lucio era morto già da alcuni secondi ma la
femmina proseguì nella sua opera distruttrice fino a che sentì l'orgasmo
più potente della serata inebriarle il corpo e la mente. Come tutte le altre
volte che aveva ucciso. Lasciò Lucio che come una marionetta cadde per terra.
Guardò l'orologio e vide che aveva ancora diversi minuti a disposizione prima
che rientrasse Valeria. Poteva divertirsi ancora un po' e quindi prese il
corpo, lo sollevò di nuovo, stavolta con due mani e se lo alzò sopra la
testa, alzò il ginocchio e poi fece scendere con violenza il corpo sopra di
esso fracassando quel poco che era ancora sano. Andò quindi in cucina, prese
il coltello più affilato che vide ed infine tornò nel salone dove giaceva il
corpo senza vita di Lucio infierendo senza misericordia su di lui. Una, due,
tre coltellate fino a perdere il conto. Il corpo del ragazzo era ormai un
ammasso di carne, il suo sangue era schizzato su tutte le pareti del salone,
anche quella più lontana e naturalmente ne era piena lei, la donna, che si
risollevò in piedi, il volto deformato dall'estasi che aveva provato. Si
ricompose, si rivestì, prese il congegno elettronico ed aprì la porta di
casa dileguandosi nell'oscurità. Era soddisfatta di sé stessa e la sua sfida
personale con la polizia continuava. Aveva lasciato la casa piena di impronte
e inondata del suo dna grazie ai numerosi orgasmi ma lei si reputava troppo
furba e intelligente per essere scoperta. Ed ora doveva pensare al futuro,
Doveva individuare la sua prossima vittima, un altro uomo da scoparsi e poi da
massacrare.

Marzia appoggiò con rabbia la mano sul volante della sua vettura. La
telefonata che aveva appena ricevuto l'aveva informata che un altro uomo era
stato stuprato e ucciso probabilmente dalla stessa mano omicida degli altri
delitti. Un altro povero maschio indifeso assassinato, un'altra moglie che
piangerà la scomparsa del proprio marito. Sgommò verso il luogo del delitto.
Era giunto il momento di porre fine a questa barbarie.
scritto il
2023-05-06
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