Inferno o paradiso Ventisettesimo episodio

di
genere
dominazione

Patrizia e Filippo giacevano sul letto esausti. La donna ancora non riusciva a
credere a quello che aveva appena fatto. Ore ed ore a fare sesso con orgasmi a
ripetizione mai avuti in precedenza. Neanche uccidere le aveva provocato un
piacere simile. Avvicinò il suo volto a quello del ragazzo assaggiandone di
nuovo le labbra. Anche i suoi baci erano diversi da quelli degli altri maschi.
Suo marito ad esempio sembrava un ghiacciolo a confronto della passione che ci
metteva Filippo
“Sai a cosa sto pensando?” gli disse poi mentre continuava ad accarezzarlo
“ Non ne ho idea signora. A cosa sta pensando?”
“ Che vorrei averti incontrato prima. Ora saremmo felici insieme come una
coppia normale non come due che debbono nascondersi agli occhi del mondo. E
sono sicura che anche tu hai un bisogno intenso di una donna come me. Una vera
donna, una donna che ti protegga, non come ha fatto quella poliziotta che non
ha saputo difendere il tuo ed il suo onore. Io invece lotterei con tutte le
mie forze, saprei farmi obbedire e rispettare come si conviene, ma sarei
pronta anche a darti tutte quelle tenerezze di cui hai bisogno. Non lo credi
anche tu?”
“ Io ho sempre creduto a questo” rispose Filippo “Da quando l'ho vista per la
prima volta ho sperato che lei si accorgesse di me e che un giorno potessi
essere suo e ho subito pensato che solo con lei avrei potuto scoprire la
felicità”
Era una bugia ovviamente. Ma era parte integrante del suo piano. Dapprima
sconvolgerla con comportamenti inusitati per poi fingersi innamorato nella
speranza che anche lei potesse sentire un sentimento nei suoi confronti. E
tutto sembrava riuscito alla perfezione nel giro di una sola giornata. E ora
la sua carceriera giaceva accanto a lui in vena di coccole e tenerezze. Ma in
verità non si sarebbe mai sognato di restare con una donna del genere pur con
tutta la sua prorompente bellezza. Troppo instabile emotivamente, con tendenze
paranoiche e voglie omicide per poter vivere una vita stabile accanto a lei.
Con Marzia invece, donna di pari bellezza ma dai valori contrapposti, si che
ci avrebbe trascorso il resto della sua vita. Non aveva voluto ammetterlo
neanche con se stesso fino a quel momento, ma quella donna aveva fatto breccia
nel suo cuore nell'arco di una sola settimana. Non riusciva a capire come
fosse potuto accadere che trovasse piacevole obbedire alla propria donna,
averne talvolta addirittura timore, non avere neanche il coraggio di
affrontare il suo sguardo quando era arrabbiata con lui, dipendere
economicamente e completamente da lei. Erano tutte cose lontane un mondo e
non era solo un modo di dire, dalle sue idee, dalla sua concezione di donna
ideale, ma ne era stato ugualmente sconvolto e affascinato. Era tutto assurdo
e paradossale ma era così. All'inizio pensava di essere attratto da Marzia
sia ovviamente per la sua bellezza stratosferica, sia per il fatto nuovo di
sentirsi protetto e desiderato intensamente. Credeva anche che quel batticuore
che lo accompagnava ogni qualvolta la vedeva fosse dovuto appunto a quelle
sensazioni. Ma ora stava facendo pulizia nella sua mente e nel suo cuore e si
stava ricredendo. Anzi, si era già ricreduto. Si trattava di amore, quello che
sentiva per la sua poliziotta, ne era certo. Doveva però continuare a fingere
interesse verso quest'altra donna se voleva salvarsi. Lo aveva deciso appena
constatato che sarebbe stato impossibile fuggire da Patrizia. Ma ora i sensi
di colpa nei confronti di Marzia per quello che aveva fatto con Patrizia, per
aver goduto intensamente del sesso con lei, erano venuti tutti a galla
facendolo star male.
Patrizia si era addormentata accanto alla sua preda. Erano entrambi ancora
completamente nudi dopo le gioie del sesso, ma mentre Filippo, malgrado le
manette che lei gli aveva dovuto nuovamente infilare dormiva stranamente
placido, la donna si muoveva sul letto in un sonno agitato e pieno di strane
sensazioni. Si era rammaricata di aver dovuto ancora una volta incatenare il
ragazzo al letto ma non aveva potuto fare altrimenti. Non si fidava ancora
completamente di lui. Sembrava tutto troppo bello per essere vero.
Un lieve rumore proveniente dall'esterno destò intanto completamente la donna
i cui sensi evidentemente erano allertati. Si alzò dal letto e si
affacciò alla finestra che dava proprio sull'ingresso della casa senza però
riuscire a notare nulla d'insolito. Ma qualcosa non la convinceva. Tornò
accanto al letto e mettendo una mano davanti alla bocca di Filippo per
impedirgli di far rumore lo svegliò
“ Zitto! Non far rumore altrimenti ti spezzo il collo” gli disse. Accortasi
poi che il ragazzo le obbediva docilmente lasciò la presa sulla sua bocca e
spezzò la catena di ferro che teneva il ragazzo legato al letto e quindi
aprì le manette sempre con le mani. Il tutto con una facilità estrema che
impressionò il giovane ancor di più di quanto lo fosse stato fino a quel
momento
“ Che sta succedendo?” bisbigliò Filippo meravigliato
“ Ora ce ne andiamo da qua” riprese Patrizia sussurrando e prendendo il
ragazzo per la mano trascinandoselo appresso.
Al di fuori della casa nel frattempo, le poliziotte avevano circondato
l'abitazione posizionandosi ai quattro angoli con le pistole in pugno,
nascoste quasi completamente dall'oscurità della notte. Anche Marzia e le
altre tre agenti rimaste erano pronte. Anche questa, come l'abitazione della
precedente irruzione, sembrava essere di facile penetrazione. Era una semplice
casa di campagna fatta di mattoni e con la porta di legno. Nessun ostacolo
sembrava frapporsi. La commissaria aveva però notato una donna completamente
nuda affacciarsi alla finestra e poi rientrare. Era difficile che avesse
potuto scorgere qualcosa in quanto erano tutte ben nascoste, ma probabilmente
dovevano aver fatto rumore e questo aveva causato l'allerta della donna. Ormai
non potevano più perdere tempo e dovevano rompere gli indugi. La casa era
circondata e se fosse stata quella giusta, l'assassina era in trappola. Marzia
iniziò il countdown con le mani iniziando da tre, ed allo zero Domiziana fece
partire un potente calcio che sgretolò completamente la porta di legno.
Entrarono cautamente. Era una normale casa di campagna, magari un po'
squallida, ma nient'altro. Un paio di divani con delle poltrone, un lungo
tavolo di legno con sei sedie disposte correttamente, un camino che sembrava
inutilizzato da anni ed un paio di enormi quadri di nessun valore alla parete,
ma nessun essere vivente.
“ So che sei in casa” urlò la commissaria “vieni fuori a mani alzate, non hai
nessuna possibilità di fuggire” Ormai non aveva più senso evitare di far
rumore dopo il trambusto causato per distruggere la porta. Marzia avanzò per
il salone con il cuore in gola seguita dalle altre agenti. Aveva il terrore
di trovare Filippo nello stesso stato in cui aveva trovato gli altri maschi e
questo le faceva quasi mancare il respiro. Prego’ in cuor suo che cosi’ non fosse e prosegui’ ad avanzare alla testa delle sue poliziotte. Doveva compiere il suo dovere e nello stesso tempo salvare il ragazzo che amava. Sapeva che non sarebbe stato facile ma avrebbe dovuto farlo. Era in ballo la sua vita.

Per commenti, scrivete a
davidmuscolo@tiscali.it
scritto il
2023-06-23
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