Inferno o paradiso Trentatreesimo episodio

di
genere
dominazione

Per qualche istante, Filippo osservò la giovane donna vestita da soldato e con i gradi di sergente. Non riusciva a credere ai suoi occhi. La guardava esterrefatto ma non c’erano dubbi. Si trattava di Marzia, non la splendida, meravigliosa Marzia di cui si era innamorato, bensì la sua ex ragazza, quella che, oltre due mesi prima, gli aveva confessato di aver baciato un altro ragazzo. La traditrice. Ma che ci faceva vestita come un soldato, armata di tutto punto e con un tono di voce piuttosto autoritario?
“ Marzia?” esclamò infatti il giovane completamente basito
La soldatessa fece un passo avanti
“ E tu come fai a sapere il mio nome? Parla se non vuoi che ti faccia pentire
amaramente di essere nato”
“ Come faccio a conoscere il tuo nome? Ma sono io, Filippo! Non è possibile
che tu ti sia dimenticata di me. Siamo stati insieme fino a due mesi fa.
Piuttosto, ma che ci fai vestita da soldatessa?”
La donna avanzò di nuovo verso Filippo, sempre con il mitra in mano, arma che
poi fece roteare e con la quale colpì violentemente il giovane su un fianco
“ Io insieme a te? Devi essertelo sognato. Non potrei mai mettermi con uno
della tua risma” disse la donna rivolgendosi al ragazzo che intanto si era
piegato in due contorcendosi dal dolore. Mille domande si affacciavano nella
sua mente sconvolta, ma dalla sua bocca uscì solo un rantolo. Ci mise diversi
secondi prima di riprendersi e riuscire quindi a replicare
“ Ma che fai? Sei impazzita? Ti prego, aiutami a capire cosa sta succedendo.
Io non ci capisco più niente” Filippo guardò il piccolo gruppo di soldati
schierati davanti a lui. O per meglio dire, di soldatesse. Anche le altre due
erano infatti delle donne e il giovane ebbe la sensazione di trovarsi in
mezzo ad un incubo. Marzia, il sergente, non si degnò nemmeno di rispondergli
e si rivolse invece alle sue subalterne
“ Ok ragazze, non mi sembra il caso di continuare qui davanti a tutti. Stiamo
dando spettacolo” fece il sergente riferendosi alle macchine che continuavano
a sfrecciare proprio vicino a loro e che rallentavano per curiosare correndo
il rischio di procurare qualche incidente “Portatelo dietro la casupola
lontano da occhi indiscreti. Voglio lavorarmelo per bene per farmi dare le
informazioni di cui ho bisogno”
Filippo, sotto la minaccia delle armi, fu costretto a dirigersi dietro il
vecchio canile abbandonato dove ritrovò anche Flaminia che era rimasta là
dietro, intenta ad osservare l'evolversi della situazione
“ Ora accertiamoci che sia proprio lui, anche se a questo punto mi sembra
quasi superfluo. L'ha ammesso proprio lui di chiamarsi Filippo. Comunque
prendiamogli le impronte e confrontiamole con quelle in nostro possesso”
Una delle soldatesse entrò nella casupola per uscirne qualche secondo dopo
con uno zaino dal quale estrasse l'occorrente per rilevare le impronte
digitali mentre Filippo si sentì quasi sollevato. Adesso avrebbero scoperto
che stavano prendendo un granchio e lo avrebbero lasciato andare, anche se
rimaneva il mistero di Marzia sergente dell'esercito. E se si trattasse di uno
scherzo? O per meglio dire di una vendetta per quei due schiaffi ricevuti due
mesi prima? Non sembrava però plausibile una cosa del genere. Come avrebbe
potuto sapere che stava tornando a casa se neanche lui fino ad un paio d'ore
prima ne era a conoscenza? C'era qualcosa che gli sfuggiva. Ma intanto la
soldatessa gli fece mettere l'indice su un vetrino sotto il quale passava un
laser che rilevava i dati e li memorizzava in un database generale. Pochi
secondi dopo il risultato era pronto. Marzia si avvicinò per leggere l'esito
e non nascose un gesto di esultanza. Si avvicinò quindi a Flaminia dandole
una pacca sulla spalla
“ Ora possiamo dirlo senza timore di sbagliare. Grazie a te abbiamo catturato
un pericoloso terrorista. Brava soldatessa! Sei stata veramente in gamba”
Filippo rimase di stucco. In quegli ultimi due mesi gli era capitato di tutto,
ma questo era veramente troppo. Ma di che stavano parlando? Doveva esserci un
errore, uno scambio di persona
“ State sbagliando. Marzia ti prego, tu mi conosci. Io un terrorista? Io non
ho mai fatto del male a nessuno”
Ancora una volta Marzia sembrò non ascoltarlo, prestando ascolto invece alla
replica e alle spiegazioni di Flaminia
“ Grazie sergente. Devo dire che non mi sembrava proprio vero. C'era il famoso
eversore Filippo Cancellieri che faceva l'autostop. Roba da non credere.
Quello era là davanti e io non avevo neanche un'arma con me in quanto
tornavo da una licenza. Non ho mai avuto dubbi che si trattasse di lui. Avevo
visto la sua faccia un migliaio di volte e ora che potevo catturarlo ero
disarmata e non potevo certo immaginare che lo fosse anche lui. Mi sarei
mangiata il fegato per la rabbia. Per fortuna ho avuto il buon senso di
telefonarle e il suo consiglio è poi risultato giusto. Bisognava farlo salire
in macchina come se niente fosse. Certo, per tutto il tragitto ho avuto un po'
di timore che poi è scemato quando mi sono accorta che, malgrado la sua fama
sanguinaria, se ne stava buono e tranquillo. Però non le nascondo che non
vedevo l'ora che arrivasse il luogo del nostro appuntamento, il vecchio canile
abbandonato”
“ Anche noi non vedevamo l'ora. Volevamo fare tutto senza dare troppo
nell'occhio e le mie superiori mi hanno ordinato di non mettere neanche i
posti di blocco. Poteva essere troppo pericoloso per te se si fosse
insospettito. Certo, nessuna di noi poteva immaginare che se ne andasse in
giro disarmato altrimenti ce lo avresti portato bello ed impacchettato in
caserma. Comunque non valeva la pena rischiare. Ascoltavamo tutto tramite il
tuo telefonino che hai lasciato intelligentemente acceso e anche noi ci siamo
rese conto che l'arresto di Filippo Cancellieri era meglio portarlo a termine
in modo indolore”
Filippo aveva ascoltato la conversazione tra le due giovani donne rimanendo
sempre più trasecolato mentre continuava ad essere guardato a vista dalle
altre tre soldatesse armate di tutto punto. Era completamente incapace di
comprendere cosa gli stesse accadendo. Doveva trattarsi di un incubo e tra
poco si sarebbe svegliato tutto sudato a fianco della sua bellissima
fidanzata. Macché. Il dolore al fianco era terribilmente autentico e questo
non lasciava adito a dubbi. Stava effettivamente vivendo quella situazione
paradossale.
Nel frattempo, Marzia, smesso di parlare con Flaminia, prese una radio
trasmittente dalla tasca del suo pantalone e si allontanò dalle altre per
rimanere in disparte
“ Ce l'abbiamo generale” disse appena sentì una voce dall'altro capo
“ Perfetto sergente. Lei sa cosa deve fare”
“ Sissignora!”
“ Bene! Farò in modo che sia lei che la soldatessa che l'ha raccolto possiate
avere un encomio e una promozione. Avete reso un servigio allo Stato”
“ Troppo buona generale. Abbiamo fatto solo il nostro dovere”
Marzia ripose la radio e questa volta soffermò il suo sguardo su Filippo e
dopo aver sistemata la sua arma a tracolla si posizionò con le mani sui
fianchi. Era uno sguardo carico di disprezzo
“ Ma guardalo il nemico pubblico numero uno. Tremante e vestito da pagliaccio.
E tu saresti l'uomo che vuole sovvertire la nostra democrazia?”
Filippo ormai era sull'orlo di una crisi nervosa continuando a non
raccapezzarsi di fronte a quello che stava accadendo
“ Ti prego Marzia, se è uno scherzo facciamola finita qua. Mi sto sentendo
male”
Il sergente si avvicinò al ragazzo prendendolo per il mento gettandolo
addosso al muro della casupola
“ Prima di obbedire al mio generale voglio sapere da te come fai a conoscere
il mio nome. Stavi per caso progettando di uccidermi? Chi ti ha fornito la
notizia che ero io il sottufficiale che aveva l'incarico di scovarti ed
arrestarti?”
“ Io ucciderti? Io non ucciderei nemmeno una mosca. Ma come è possibile che ti
sia dimenticata di me? Ci conosciamo da sempre e siamo stati insieme fino a
due mesi fa”
“ Ancora con questa storia. Vorrei proprio sapere cos'hai in mente e dove ti
vuoi appigliare. Comunque, visto che non vuoi parlare, non mi resta che usare le
maniere forti” disse il sergente porgendo la sua arma ad una delle soldatesse
e togliendosi poi sia la giacca che l'elmetto. Rimase in canottiera malgrado
il freddo fosse sceso pungente e Filippo notò come la giovane donna
possedesse una notevole muscolatura, al contrario della sua ex ragazza che
invece aveva una linea molto morbida. Possibile che in poco più di due mesi
fosse diventata così? Eppure era lei, lo stesso volto, la stessa voce e lo
stesso nome. Era tutto assurdo, tremendamente assurdo.

Per i vostri commenti, scrivete a
davidmuscolo@tiscali.it
scritto il
2023-07-07
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