Inferno o paradiso Trentaquattresimo episodio
di
Davide Sebastiani
genere
dominazione
La giovane ragazza vestita da soldatessa guardò Filippo. Il suo sguardo non prometteva niente di buono
“ Ti do l'ultima possibilità di parlare e dirmi ciò che mi interessa,
altrimenti ti prometto che quando avrò finito con te sarai irriconoscibile. E
poi parlerai ugualmente. Oh si se parlerai. Sono una soldatessa e tu dovresti
ben sapere quanto possiamo essere convincenti quando vogliamo” proseguì la
ragazza mettendosi in posa da combattimento
“ Io non voglio combattere contro di te” obiettò il giovane, ma Marzia lo
colpì con un pugno allo stomaco talmente violento che lo fece piegare in due
dal dolore
“ Ti conviene difenderti perché io non mi lascio certo intenerire”
Filippo, malvolentieri, si mise in posa anch'egli. Non era certo un esperto
nella lotta ma sapeva difendersi discretamente e non era un vigliacco, anche
se quella ragazza, Marzia o chiunque essa fosse, si muoveva con grazia e
velocità. La soldatessa era veemente nei suoi attacchi e il ragazzo si
trovò ben presto pressato dalla maggiore abilità della ragazza che dopo
appena poche schermaglie entrò nella sua guardia con un poderoso calcio
frontale bissato da un tremendo colpo portato con il lato esterno della mano.
Ambedue gli attacchi erano stati portati con velocità e con una potenza tale
che facevano denotare una splendida forma fisica e una forza di gran lunga
maggiore a quella di una qualunque donna e anche di molti uomini. Sicuramente
più di Filippo che pure non era scarso fisicamente. I due colpi lo avevano
comunque raggiunto al volto e lo avevano fatto stramazzare a terra con la
faccia piena di sangue. Il ragazzo era stordito e la soldatessa lo avrebbe
potuto finire con estrema facilità, ma attese invece che il giovane si
riprendesse quel tanto da potersi rimettere in piedi. Filippo nel frattempo si
era reso conto che contro quella ragazza aveva ben poche possibilità. Era
agile, veloce e molto forte ma doveva avere qualche punto debole. Era una
normale giovane donna, anche se molto allenata, non una femmina statuaria e
potente come quelle di quel mondo che aveva appena lasciato. Si lanciò a
testa bassa verso la ragazza. Forse se l'avesse presa alla sprovvista poteva
sperare di avere la meglio. Cercò disperatamente di colpire Marzia con dei
pugni che andarono però tutti miseramente a vuoto. La soldatessa sembrava
quasi scherzare con lui, tale era la sua superiorità. Quando decise di fare
sul serio per Filippo calò il buio totale. Marzia aspettò che il giovane
tentasse di nuovo di colpirla andandogli sfrontatamente di fronte a mani basse
e quando Filippo fece partire il pugno, Marzia diede la sua dimostrazione di
forza. Parò il cazzotto con la mano aperta e poi la richiuse immediatamente
cominciando a fare leva sul polso del ragazzo. Filippo sbiancò in volto.
Cercava disperatamente e con tutte le sue forze di liberarsi senza riuscire
minimamente a intaccare la leva che Marzia continuava a fare. Fu costretto ad
abbassarsi sempre di più fino ad inginocchiarsi davanti a lei. Solo con una
mano quella ragazza gli stava causando un dolore atroce. Ma Marzia non sapeva
cosa fosse la pietà. Era stata addestrata a non averne. Con un'ulteriore
torsione fece girare il braccio di Filippo spezzandoglielo e facendolo urlare
dal dolore. Ora piangeva il povero ragazzo, senza sapere che quello che stava
per arrivare sarebbe stato ancora peggio. Marzia ormai voleva distruggerlo
soprattutto psicologicamente, fargli capire a cosa sarebbe andato incontro se
non avesse parlato. Lo tirò su per i capelli e gli mise la mano sinistra
sulla gola e la destra all'altezza dell'inguine per poi sollevarlo sopra la
sua testa. Filippo era ormai terrorizzato. Sentiva la forte mano della ragazza
sulla sua gola e non ebbe neanche il coraggio di tentare di ribellarsi.
Continuava a pensare che non poteva essere vero quello che gli stava
capitando. Venire sollevato in quella maniera da quella giovane donna, carina
e femminile, malgrado la divisa che indossava era quanto di più anomalo gli
fosse mai capitato. Anche più di aver vissuto oltre due mesi in un mondo
dominato da donne. Questa Marzia infatti non dava proprio l'impressione di
poter fare ciò che stava effettivamente facendo. Alta leggermente al di sopra
della media, sfiorava infatti il metro e settanta, a prima vista dava l'idea
di essere piuttosto magra. Filippo d'altronde l'aveva vista nuda decine di
volte. Ma era la stessa ragazza? Questa sembrava molto più tonica, pur
mantenendo le stesse caratteristiche fisiche della ragazza con la quale era
stato insieme per tanto tempo. Quello che contava era comunque che lo stava
portando sopra la sua testa e che l'aria cominciava a mancargli. Marzia
continuò a portarlo in quella maniera per diversi secondi quasi in segno di
trionfo, poi decise di accelerare la questione. Prese una spinta con le
braccia e gettò il ragazzo addosso al muro del vecchio canile, come se si
trattasse di immondizia e non di un essere umano. Filippo già dolorante per la
rottura del braccio, dovette sopportare quest’ulteriore supplizio. Ormai
sentiva un gran dolore in tutto il corpo. Molte costole dovevano essersi
incrinate se non addirittura rotte e quando vide Marzia avanzare verso di lui,
cercò disperatamente di indietreggiare mentre il terrore ormai aveva invaso
la sua stessa essenza. La soldatessa sfoderò un ghigno osservando il
maldestro tentativo del giovane che, piangente e dolorante cercava di
sfuggirle. Con la mano sinistra prese Filippo per il maglione riportandolo in
piedi, mentre preparò il braccio destro in un pugno, per il momento soltanto
abbozzato, solo per incutergli paura. Ma non ce ne sarebbe stato neanche
bisogno. Filippo tremava e piangeva come un bambino. Si era ormai reso conto
della lampante superiorità della ragazza e sapeva benissimo che era totalmente
nelle sue mani e di questo Marzia se ne beava. Godeva nel vedere gli uomini
letteralmente strapazzati dalla sua indiscutibile superiorità fisica. Nel suo
lavoro gli era capitato decine di volte e mai nessuno era arrivato anche
minimamente ad impegnarla. Picchiare un uomo, ridurlo ai minimi termini,
vederlo piangere di paura come in questo caso, lo riteneva la giusta
ricompensa per tutte le ore di allenamento giornaliero al quale si dedicava.
“ Allora?” domandò con aria di superiorità “Sto aspettando che tu parli e mi
dica che intenzioni avevi? Stavi preparando un attentato nei miei confronti?
Soprattutto, come facevi a sapere il mio nome? Ti do qualche secondo di tempo
per rispondermi e poi proseguirò nella mia opera. Ti demolirò pezzo per
pezzo”
La ragazza attese qualche istante per sentire le risposte di cui aveva
bisogno. Ma quale risposte avrebbe potuto dare il povero Filippo? Non aveva la
più pallida idea di cosa stesse parlando la giovane donna
“ Ti prego” piagnucolò tremando il giovane “io non so niente”
Marzia decise che non valeva la pena attendere oltre. Quel ragazzo era
ostinato e lei lo avrebbe punito come meritava. Il pugno che aveva già
preparato da diversi secondi scattò violento e talmente veloce che Filippo
neanche lo vide partire. Ma lo sentì in modo spaventoso. La sua testa scattò
lateralmente quasi fosse quella di una marionetta ed il sangue uscì a flotte
dal naso e dalla bocca imbrattando il muro della casupola. Ma Marzia non era
ancora soddisfatta. Prima si lanciò in un calcio circolare eseguito con
maestria che devastò definitivamente il volto del ragazzo e quindi lo finì
colpendolo col dorso della mano. Filippo stramazzò di nuovo a terra in stato
di semi incoscienza, incapace di difendersi dalla furia della giovane donna
“ E così non vuoi parlare. Ti ritieni un duro eh. Ma io sono molto più dura
di te. E non sarà certo il rischio che uno dei tuoi accoliti possa provare a
farmi qualcosa, che mi farà perdere il sonno”
Marzia sollevò il malcapitato per i capelli ed ancora con un perfetto stile
di karate lo colpì con il palmo della mano. Stavolta Filippo non ebbe scampo.
Lanciato con una veemente violenza e da una distanza così ravvicinata, il
ragazzo vomitò sangue e cadde definitivamente nel mondo dei sogni. Marzia
guardò con disprezzo il giovane che era disteso a terra, stroncato dai suoi
perfetti colpi, amareggiata solo perché non aveva potuto ucciderlo con le sue
mani ed un po' meravigliata dalla facilità con la quale aveva distrutto la sua
resistenza. Certo, lei era perfettamente allenata e nessun uomo le avrebbe
potuto resistere a lungo, ma quel ragazzo si era fatta la nomea di duro e
invece si era arreso alla sua bravura nel breve volgere di pochi secondi.
Pensava che avrebbe dovuto faticare un pochino per aver ragione di lui, non si
aspettava neanche lei una lotta così impari. Comunque, pur piangendo, era
riuscito a tenere la bocca chiusa e questo non era mai accaduto. Ogni volta
che aveva dovuto estorcere qualcosa dalla bocca di un uomo c'era sempre
riuscita. Dopo qualche minuto di lotta con lei, anche il più cocciuto e
ostinato le aveva detto quello che lei voleva sentirsi dire. Era la più brava
di tutte quando si trattava di ridurre un uomo a un rottame sia fisico che
psicologico. Sapeva come spezzare le sue ossa senza ucciderlo, come farlo
tremare di paura al suo cospetto, come ridicolizzarlo dall'alto della sua
superiorità, e anche stavolta era riuscita in parte nel suo intento. Ma non
era riuscita a scucirgli una parola.
Flaminia le si avvicinò. Non era stupita ovviamente. Conosceva bene la sua
sergente e sapeva che pur essendo più giovane di lei era una furia
distruttrice quando si trattava di dover picchiare e umiliare un uomo.
L'aveva vista in azione anche contro diversi uomini, anche di stazza
superiore, e il risultato era sempre stato lo stesso
“ Certo che è strano sergente. Non riesco proprio a capire come sia stato
possibile catturarlo in una maniera simile. Un ricercato famoso come lui che
si mette a fare l'autostop completamente disarmato. Se avessi saputo una cosa
del genere l'avrei ridotto io stessa in questo modo. Non sarò brava come lei
ma sono una soldatessa anch'io e sono bene allenata. Non esiste un maschio che
può tenermi testa. E invece sono stata per tutto il tragitto col fiato
sospeso. Pensavo addirittura che si fosse imbottito di esplosivo e credevo di
saltare in aria da un momento all'altro. Non trova che sia assurdo tutto
questo?”
“ Lo è in effetti. Ma non fartene un cruccio. Lo so che avresti potuto
sconfiggerlo con facilità, ma da brava soldatessa hai obbedito agli ordini.
Per quanto riguarda lo strano modo in cui si è fatto prendere Filippo
Cancellieri non ho proprio una risposta da darti. Anche quando l'ho visto
nutrivo addirittura dei forti dubbi che potesse essere veramente lui. Ma poi
hai visto l'esito delle impronte digitali? C'è la certezza assoluta. Non ci
sono dubbi, si tratta proprio del nostro ricercato” rispose Marzia
“ E ora?” domandò ancora Flaminia
“ E ora faremo quello che deve essere fatto. Il generale ha dato un ordine e
noi lo eseguiremo”
Il sergente congedò Flaminia e ordinò alle altre tre soldatesse di far
rinvenire Filippo. Ci vollero però parecchi minuti prima che il ragazzo
riprendesse conoscenza. I colpi che gli aveva inferto la giovane donna erano
stati di violenza inaudita. Aveva il naso fratturato,la bocca e gli occhi erano talmente gonfi che riusciva a malapena a guardare intorno a sé ma soprattutto aveva il braccio rotto ed il dolore era talmente acuto che quasi si
sentiva svenire di nuovo. Le gambe, pur essendo l'unica parte del corpo ancora
integra, erano malferme e cadde di nuovo a faccia avanti dopo che le
soldatesse lo avevano aiutato a rialzarsi e dovettero di nuovo riprenderlo e
tirarlo in piedi, lasciandolo poggiato stavolta sul muro della casupola.
Per commenti, scrivete a
davidmuscolo@tiscali.it
“ Ti do l'ultima possibilità di parlare e dirmi ciò che mi interessa,
altrimenti ti prometto che quando avrò finito con te sarai irriconoscibile. E
poi parlerai ugualmente. Oh si se parlerai. Sono una soldatessa e tu dovresti
ben sapere quanto possiamo essere convincenti quando vogliamo” proseguì la
ragazza mettendosi in posa da combattimento
“ Io non voglio combattere contro di te” obiettò il giovane, ma Marzia lo
colpì con un pugno allo stomaco talmente violento che lo fece piegare in due
dal dolore
“ Ti conviene difenderti perché io non mi lascio certo intenerire”
Filippo, malvolentieri, si mise in posa anch'egli. Non era certo un esperto
nella lotta ma sapeva difendersi discretamente e non era un vigliacco, anche
se quella ragazza, Marzia o chiunque essa fosse, si muoveva con grazia e
velocità. La soldatessa era veemente nei suoi attacchi e il ragazzo si
trovò ben presto pressato dalla maggiore abilità della ragazza che dopo
appena poche schermaglie entrò nella sua guardia con un poderoso calcio
frontale bissato da un tremendo colpo portato con il lato esterno della mano.
Ambedue gli attacchi erano stati portati con velocità e con una potenza tale
che facevano denotare una splendida forma fisica e una forza di gran lunga
maggiore a quella di una qualunque donna e anche di molti uomini. Sicuramente
più di Filippo che pure non era scarso fisicamente. I due colpi lo avevano
comunque raggiunto al volto e lo avevano fatto stramazzare a terra con la
faccia piena di sangue. Il ragazzo era stordito e la soldatessa lo avrebbe
potuto finire con estrema facilità, ma attese invece che il giovane si
riprendesse quel tanto da potersi rimettere in piedi. Filippo nel frattempo si
era reso conto che contro quella ragazza aveva ben poche possibilità. Era
agile, veloce e molto forte ma doveva avere qualche punto debole. Era una
normale giovane donna, anche se molto allenata, non una femmina statuaria e
potente come quelle di quel mondo che aveva appena lasciato. Si lanciò a
testa bassa verso la ragazza. Forse se l'avesse presa alla sprovvista poteva
sperare di avere la meglio. Cercò disperatamente di colpire Marzia con dei
pugni che andarono però tutti miseramente a vuoto. La soldatessa sembrava
quasi scherzare con lui, tale era la sua superiorità. Quando decise di fare
sul serio per Filippo calò il buio totale. Marzia aspettò che il giovane
tentasse di nuovo di colpirla andandogli sfrontatamente di fronte a mani basse
e quando Filippo fece partire il pugno, Marzia diede la sua dimostrazione di
forza. Parò il cazzotto con la mano aperta e poi la richiuse immediatamente
cominciando a fare leva sul polso del ragazzo. Filippo sbiancò in volto.
Cercava disperatamente e con tutte le sue forze di liberarsi senza riuscire
minimamente a intaccare la leva che Marzia continuava a fare. Fu costretto ad
abbassarsi sempre di più fino ad inginocchiarsi davanti a lei. Solo con una
mano quella ragazza gli stava causando un dolore atroce. Ma Marzia non sapeva
cosa fosse la pietà. Era stata addestrata a non averne. Con un'ulteriore
torsione fece girare il braccio di Filippo spezzandoglielo e facendolo urlare
dal dolore. Ora piangeva il povero ragazzo, senza sapere che quello che stava
per arrivare sarebbe stato ancora peggio. Marzia ormai voleva distruggerlo
soprattutto psicologicamente, fargli capire a cosa sarebbe andato incontro se
non avesse parlato. Lo tirò su per i capelli e gli mise la mano sinistra
sulla gola e la destra all'altezza dell'inguine per poi sollevarlo sopra la
sua testa. Filippo era ormai terrorizzato. Sentiva la forte mano della ragazza
sulla sua gola e non ebbe neanche il coraggio di tentare di ribellarsi.
Continuava a pensare che non poteva essere vero quello che gli stava
capitando. Venire sollevato in quella maniera da quella giovane donna, carina
e femminile, malgrado la divisa che indossava era quanto di più anomalo gli
fosse mai capitato. Anche più di aver vissuto oltre due mesi in un mondo
dominato da donne. Questa Marzia infatti non dava proprio l'impressione di
poter fare ciò che stava effettivamente facendo. Alta leggermente al di sopra
della media, sfiorava infatti il metro e settanta, a prima vista dava l'idea
di essere piuttosto magra. Filippo d'altronde l'aveva vista nuda decine di
volte. Ma era la stessa ragazza? Questa sembrava molto più tonica, pur
mantenendo le stesse caratteristiche fisiche della ragazza con la quale era
stato insieme per tanto tempo. Quello che contava era comunque che lo stava
portando sopra la sua testa e che l'aria cominciava a mancargli. Marzia
continuò a portarlo in quella maniera per diversi secondi quasi in segno di
trionfo, poi decise di accelerare la questione. Prese una spinta con le
braccia e gettò il ragazzo addosso al muro del vecchio canile, come se si
trattasse di immondizia e non di un essere umano. Filippo già dolorante per la
rottura del braccio, dovette sopportare quest’ulteriore supplizio. Ormai
sentiva un gran dolore in tutto il corpo. Molte costole dovevano essersi
incrinate se non addirittura rotte e quando vide Marzia avanzare verso di lui,
cercò disperatamente di indietreggiare mentre il terrore ormai aveva invaso
la sua stessa essenza. La soldatessa sfoderò un ghigno osservando il
maldestro tentativo del giovane che, piangente e dolorante cercava di
sfuggirle. Con la mano sinistra prese Filippo per il maglione riportandolo in
piedi, mentre preparò il braccio destro in un pugno, per il momento soltanto
abbozzato, solo per incutergli paura. Ma non ce ne sarebbe stato neanche
bisogno. Filippo tremava e piangeva come un bambino. Si era ormai reso conto
della lampante superiorità della ragazza e sapeva benissimo che era totalmente
nelle sue mani e di questo Marzia se ne beava. Godeva nel vedere gli uomini
letteralmente strapazzati dalla sua indiscutibile superiorità fisica. Nel suo
lavoro gli era capitato decine di volte e mai nessuno era arrivato anche
minimamente ad impegnarla. Picchiare un uomo, ridurlo ai minimi termini,
vederlo piangere di paura come in questo caso, lo riteneva la giusta
ricompensa per tutte le ore di allenamento giornaliero al quale si dedicava.
“ Allora?” domandò con aria di superiorità “Sto aspettando che tu parli e mi
dica che intenzioni avevi? Stavi preparando un attentato nei miei confronti?
Soprattutto, come facevi a sapere il mio nome? Ti do qualche secondo di tempo
per rispondermi e poi proseguirò nella mia opera. Ti demolirò pezzo per
pezzo”
La ragazza attese qualche istante per sentire le risposte di cui aveva
bisogno. Ma quale risposte avrebbe potuto dare il povero Filippo? Non aveva la
più pallida idea di cosa stesse parlando la giovane donna
“ Ti prego” piagnucolò tremando il giovane “io non so niente”
Marzia decise che non valeva la pena attendere oltre. Quel ragazzo era
ostinato e lei lo avrebbe punito come meritava. Il pugno che aveva già
preparato da diversi secondi scattò violento e talmente veloce che Filippo
neanche lo vide partire. Ma lo sentì in modo spaventoso. La sua testa scattò
lateralmente quasi fosse quella di una marionetta ed il sangue uscì a flotte
dal naso e dalla bocca imbrattando il muro della casupola. Ma Marzia non era
ancora soddisfatta. Prima si lanciò in un calcio circolare eseguito con
maestria che devastò definitivamente il volto del ragazzo e quindi lo finì
colpendolo col dorso della mano. Filippo stramazzò di nuovo a terra in stato
di semi incoscienza, incapace di difendersi dalla furia della giovane donna
“ E così non vuoi parlare. Ti ritieni un duro eh. Ma io sono molto più dura
di te. E non sarà certo il rischio che uno dei tuoi accoliti possa provare a
farmi qualcosa, che mi farà perdere il sonno”
Marzia sollevò il malcapitato per i capelli ed ancora con un perfetto stile
di karate lo colpì con il palmo della mano. Stavolta Filippo non ebbe scampo.
Lanciato con una veemente violenza e da una distanza così ravvicinata, il
ragazzo vomitò sangue e cadde definitivamente nel mondo dei sogni. Marzia
guardò con disprezzo il giovane che era disteso a terra, stroncato dai suoi
perfetti colpi, amareggiata solo perché non aveva potuto ucciderlo con le sue
mani ed un po' meravigliata dalla facilità con la quale aveva distrutto la sua
resistenza. Certo, lei era perfettamente allenata e nessun uomo le avrebbe
potuto resistere a lungo, ma quel ragazzo si era fatta la nomea di duro e
invece si era arreso alla sua bravura nel breve volgere di pochi secondi.
Pensava che avrebbe dovuto faticare un pochino per aver ragione di lui, non si
aspettava neanche lei una lotta così impari. Comunque, pur piangendo, era
riuscito a tenere la bocca chiusa e questo non era mai accaduto. Ogni volta
che aveva dovuto estorcere qualcosa dalla bocca di un uomo c'era sempre
riuscita. Dopo qualche minuto di lotta con lei, anche il più cocciuto e
ostinato le aveva detto quello che lei voleva sentirsi dire. Era la più brava
di tutte quando si trattava di ridurre un uomo a un rottame sia fisico che
psicologico. Sapeva come spezzare le sue ossa senza ucciderlo, come farlo
tremare di paura al suo cospetto, come ridicolizzarlo dall'alto della sua
superiorità, e anche stavolta era riuscita in parte nel suo intento. Ma non
era riuscita a scucirgli una parola.
Flaminia le si avvicinò. Non era stupita ovviamente. Conosceva bene la sua
sergente e sapeva che pur essendo più giovane di lei era una furia
distruttrice quando si trattava di dover picchiare e umiliare un uomo.
L'aveva vista in azione anche contro diversi uomini, anche di stazza
superiore, e il risultato era sempre stato lo stesso
“ Certo che è strano sergente. Non riesco proprio a capire come sia stato
possibile catturarlo in una maniera simile. Un ricercato famoso come lui che
si mette a fare l'autostop completamente disarmato. Se avessi saputo una cosa
del genere l'avrei ridotto io stessa in questo modo. Non sarò brava come lei
ma sono una soldatessa anch'io e sono bene allenata. Non esiste un maschio che
può tenermi testa. E invece sono stata per tutto il tragitto col fiato
sospeso. Pensavo addirittura che si fosse imbottito di esplosivo e credevo di
saltare in aria da un momento all'altro. Non trova che sia assurdo tutto
questo?”
“ Lo è in effetti. Ma non fartene un cruccio. Lo so che avresti potuto
sconfiggerlo con facilità, ma da brava soldatessa hai obbedito agli ordini.
Per quanto riguarda lo strano modo in cui si è fatto prendere Filippo
Cancellieri non ho proprio una risposta da darti. Anche quando l'ho visto
nutrivo addirittura dei forti dubbi che potesse essere veramente lui. Ma poi
hai visto l'esito delle impronte digitali? C'è la certezza assoluta. Non ci
sono dubbi, si tratta proprio del nostro ricercato” rispose Marzia
“ E ora?” domandò ancora Flaminia
“ E ora faremo quello che deve essere fatto. Il generale ha dato un ordine e
noi lo eseguiremo”
Il sergente congedò Flaminia e ordinò alle altre tre soldatesse di far
rinvenire Filippo. Ci vollero però parecchi minuti prima che il ragazzo
riprendesse conoscenza. I colpi che gli aveva inferto la giovane donna erano
stati di violenza inaudita. Aveva il naso fratturato,la bocca e gli occhi erano talmente gonfi che riusciva a malapena a guardare intorno a sé ma soprattutto aveva il braccio rotto ed il dolore era talmente acuto che quasi si
sentiva svenire di nuovo. Le gambe, pur essendo l'unica parte del corpo ancora
integra, erano malferme e cadde di nuovo a faccia avanti dopo che le
soldatesse lo avevano aiutato a rialzarsi e dovettero di nuovo riprenderlo e
tirarlo in piedi, lasciandolo poggiato stavolta sul muro della casupola.
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