Mio padre mi getta tra le braccia di mia madre

di
genere
incesti

Tutto mi sarei aspettato tranne quella chiamata di mio padre. Da quando lui e la mamma si erano separati, circa sei mesi prima, era la prima volta che mi cercava. In realtà lo avevo visto quasi tutte le settimane quando veniva a parlare con la mamma, probabilmente per i soldi che lui le doveva per il mantenimento ma erano state rare le occasioni in cui avevamo parlato. Giusto qualche domanda per chiedermi se avessi bisogno di qualcosa ma null’altro. Avevo appena compiuto diciotto anni ed ero un ragazzone di 1.85, eredità dovuta a entrambi i miei genitori con la mamma che arrivava probabilmente a 1.75 e il papà che invece sfiorava l metro e novanta, con tanti amici e una fidanzatina, Marianna, con la quale ancora non avevo ancora fatto sesso penetrativo ma con il quale mi davo da fare in tanti altri modi, a cominciare dalla bocca, sia quella sua per qualche pompino che quella mia per leccarle la fica. Insomma, un diciottenne come tanti, con genitori separati ma con una vita intensa.
Comunque, andai all’appuntamento con papà molto incuriosito. Cosa mai avrebbe dovuto dirmi? L’appuntamento era a un bar rinomato nei pressi della nostra casa, o meglio, di quell’abitazione che era rimasta a me e a mia madre. Lui già mi aspettava e io appena lo vidi naturalmente lo abbracciai. Non era mai stato troppo espansivo ma era sempre stato un ottimo padre e a me mancava non vederlo dentro casa. Mi fece mettere seduto e mi chiese cosa volessi
“ Mah, forse un succo di frutta” risposi
“ Che ne dici invece di uno spritz? Credo che sia più adatto a un ragazzo della tua età” Rimasi abbastanza meravigliato. Mio padre era uno di quei genitori che cercavano in tutti i modi di far comprendere al proprio figlio quanto fosse funesto l’alcool. Beh, uno spritz non è che avesse chissà quanto alcool ma comunque non era da mio padre che però aggiunse, quasi a giustificarsi, che ormai avevo diciotto anni e potevo quindi bere qualcos’altro al posto di un succo di frutta
“ Di cosa volevi parlarmi, papà” gli dissi dopo che il cameriere aveva preso le nostre ordinazioni
“ A tempo debito Andrea. A tempo debito. Adesso godiamoci lo spritz” Feci quanto mi aveva richiesto, lo misi al corrente delle ultime novità scolastiche e lui si raccomandò in quanto a breve avrei avuto l’esame di maturità. Dopo circa dieci minuti rifeci la domanda a mio padre
“ Allora? Sono proprio curioso” Mio padre si alzò
“ Questo non è il posto adatto. Andiamo a parlarne nella mia macchina. Ce l’ho parcheggiata qui vicino”
Sempre più incuriosito lo seguii quasi come un automa e finalmente eravamo dentro la sua macchina
“ Andrea, ora dovrò parlarti di una cosa molto importante e vorrei da te la massima sincerità”
“ Papà, io sono sempre stato un ragazzo sincero”
“ In questa occasione dovrai esserlo ancora di più”
“ Dimmi allora, ti ascolto”
“ Ok, cercherò di andare subito al sodo. Secondo te tua madre è una donna attraente?” Rimasi a bocca aperta. Mia madre? Cosa c’entrava mia madre?
“ Non capisco papà, cosa c’entra la mamma?” gli chiesi infatti. Mio padre scosse la testa
“ Non rispondere a una domanda con un’altra domanda, Andrea. Ti ho fatto una domanda precisa e vorrei una risposta precisa” Allargai le braccia cercando una risposta. Com’era mia madre? Beh, era una gran bella donna, questo era fuori discussione. Lo vedevo e me ne accorgevo quando invitavo i miei amici a casa che se la mangiavano con gli occhi
“ Beh, direi che la mamma è una bella donna” risposi infine
“ Marta, tua madre, non è soltanto bella. E’ una donna piena di sex appeal e… una diavolessa sotto le lenzuola” Se prima ero rimasto a bocca aperta dopo queste ultime parole rimasi completamente sbigottito
“ Papà, ti prego, è mia madre”
“ E’ una femmina. E so quello che dico. Ha desideri che io spesso non riesco a soddisfare” Non credevo a ciò che mio padre mi stava dicendo. Era assurdo. Era mia madre. Sì, non potevo negare a me stesso che fosse bella, che vestiva alla moda e spesso anche un tantino sexy, con un culetto delizioso e due tette che calamitavano le attenzioni maschili ma… Insomma, non l’avevo mai vista sotto l’aspetto sessuale
“ Va bene papà, ho capito. Capisco che la mamma sia una femmina con certi desideri”
“ Non è soltanto questo. Vedi Andrea, dopo la separazione con Marta ho fatto con lei un patto” Rimasi sbigottito per l’ennesima volta
“ Cosa? Un patto tra te e la mamma?” E di cosa si tratta?”
“ Io sono ancora innamorato di lei ma lei mi ha detto che non mi vuole più e con i nostri avvocati abbiamo stabilito la cifra che io dovrò darle per il suo e il tuo mantenimento. Una cifra che però a lei non basta. E’ abituata ad abiti di marca, a una vita piuttosto dispendiosa e la cifra che io le do non basta per quel tenore di vita. E sinceramente io non ho proprio voglia di darle di più. Sapere che coi miei soldi si comprerebbe abiti per far rigirare la testa a un altro uomo non mi va proprio. E siccome la legge è dalla mia parte e i soldi che le do bastano e avanzano per vivere tranquillamente, in un primo momento le ho detto che da me non avrebbe avuto altro. Mi comprendi Andrea?” Non dovetti rifletterci molto. Il ragionamento di mio padre non faceva una grinza. Pagare per far sì che la mamma si spendesse quei soldi per piacere a un altro uomo, non sarebbe andato giù nemmeno a me
“ Beh sì, è un ragionamento logico”
“ Il problema è che tua madre non può rinunciare né al lusso che coi miei soldi potrei garantirle e né al sesso. Dipendesse da lei lo farebbe tutti i santi giorni più volte al giorno. E’ praticamente instancabile, una vera macchina del sesso e quindi in questo momento, a sei mesi dalla separazione, sta in crisi di astinenza”
“ Sì ho capito papà, non c’è bisogno che tu mi rimarchi in continuazione il fatto che alla mamma piace il sesso”
“ E invece lo devo rimarcare e poi comprenderai il motivo. E veniamo al patto. Dopo la separazione e dopo che i giudici hanno stabilito la cifra che avrei dovuto darle, lei ha iniziato a dire che non le bastavano, che non era giusto e via discorrendo. In un primo momento ho detto che i soldi che le davo erano più che sufficienti ma poi ci ho riflettuto e le ho detto che sarei stato disposto a darle quei soldi in più a patto che non abbia altri uomini. E lei inizialmente non ha accettato”
“ Beh, mi sembra logico. E’ ancora giovane e credo voglia rifarsi una vita”
“ E nessuno glie lo impedisce. Basta che non lo faccia coi miei soldi. In realtà Marta non ha intenzione di rifarsi una vita, di conoscere un uomo e mettercisi insieme. Lei vuole solo passare da un letto all’altro e nello stesso tempo vorrebbe continuare a fare la vita da gran signora come quella che io le ho fatto fare durante tutti i nostri anni di matrimonio” Cercai di ragionare e in effetti il discorso di mio padre era lineare e assolutamente vero. La mamma era una donna che pensava molto al suo divertimento. Donna di servizio, viaggi a cinque stelle, abiti firmati, centinaia di scarpe, quasi tutte col tacco alto. Beh sì, era mia madre ma la realtà era che si trattava di una donna che pensava prima a sé stessa e poi agli altri, figlio e marito compresi
“ E quindi? Alla fine cosa ha deciso la mamma? Una vita piena di lussi oppure col denaro appena sufficiente per campare ma con la possibilità di avere tutti gli uomini che vuole”
“ Ha scelto una via di mezzo”
“ In che senso?”
“ Ha detto che vuole i soldi e si accontenta di un solo uomo”
“ E tu papà? Hai acconsentito?”
“ Sì”
“ E già ce l’ha un altro compagno?”
“ No. E qui entri in ballo tu” Guardai mio padre sgranando gli occhi. Cosa diavolo c’entravo io? La faccenda era sempre più strana e misteriosa

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jonathan1957@tiscali.it
scritto il
2023-10-27
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