Questione di misure quinto episodio
di
Davide Sebastiani
genere
dominazione
Ma prima del matrimonio, avvenne l’episodio che cambiò le nostre vite. Era la sera prima che si sposasse e venne da me con le lacrime agli occhi
“ Quei maledetti stronzi... Quei maledetti stronzi... E quel coglione... Oddio, vorrei ammazzarli tutti con le mie mani”
“ Che è successo Paola?”
“ E’ successo che quegli stronzi dei suoi genitori trasferiscono all’estero la loro azienda per pagare meno tasse e quel coglione di quell’essere insulso che diventerà mio marito non puo’ fare a meno di mammina e papino e ha detto che dopo il matrimonio noi due dovremo seguirli”
“ Noi due? E io che c’entro?” chiesi meravigliato
“ Idiota. Non noi due te e io ma noi due io e il cornuto. Capisci? Come farò? Scopare non sarà più la stessa cosa. La cosa più bella che c’è al mondo me la sta rovinando. Dove lo trovo io adesso un cazzo come il tuo? No, dimmi, dove lo trovo?” Poi s’illuminò “ Senti un po’, perché non vieni anche tu con noi?” Obiettai che non me la sentivo e lei pianse disperatamente mentre facevamo sesso tutta la notte fino al mattino del matrimonio. Ripeteva frasi sconnesse “Gli voglio fare una fotografia e portarmela come ricordo” “Quanto lo amo” non riuscendo a capire a chi si riferisse. Ma alla fine scelse di andarsene all’estero col suo futuro marito. Disse che alla fine, con tutti i soldi del marito, un amante che un po’ la soddisfacesse l’avrebbe trovato ma ai soldi non poteva rinunciare.
Ecco, questa è la storia della mia prima ragazza. La seconda invece si chiamava Alessia. Anche lei non era propriamente una bellezza anche se fisicamente era il contrario di Paola. Altissima e molto magra. Sempre il mio amico Gianni sosteneva che se avessero mischiato Paola e Valeria sarebbero usciti due corpi stupendi. In effetti, Alessia aveva una prima misura scarsa di seno, un viso spigoloso e occhiali spessi ma era un vero genio. Intelligente e brillante ma sempre triste. Sembrava avercela col mondo intero. Vestiva sempre di nero, quasi fosse a lutto perenne, con casacconi molto larghi e pantaloni visto che in gonna sfigurava a causa delle sue gambe magrissime e ossute. I capelli erano neri e sembravano unti ed era complessivamente una ragazza che badava poco alle apparenze e molto alla sostanza. La conobbi all’università ma non avevo mai preso confidenza con lei. Pur essendo più piccola di me di un anno, lei aveva quasi terminato i suoi esami mentre io, dopo una serie di < diciotto>, presi studiando praticamente giorno e notte, mi ero arenato. E allora mi venne un’idea. La fermai all’interno dell’ateneo vincendo la mia abituale vergogna nei confronti delle donne
“ Alessia, posso parlarti un secondo?” Lei si aggiusto’ gli occhiali sul naso e mi guardò
“ Te ne do dieci di secondi. Dimmi quello che vuoi e sparisci”
“ Io veramente... Cioe’... Insomma, se mi aiuti a passare l’esame ti do tutto quello che possiedo. Ci sono rientrato nei dieci secondi?” Lei sembrò colpita, forse dal mio desiderio di passare quell’esame a tutti i costi
“ E quanto possiedi?”
“ Credo..... Sui 500 euro, forse 520”
“ Tutto qui?”
“ Ehm, mi dispiace ma è davvero tutto quello che ho”
“ Si puo’ fare. Anche se con un idiota come te la vedo dura passare l’esame ma ci si può provare” Ero felicissimo
“ Ti ringrazio, Alessia. Quando ci possiamo vedere?” Prese un foglio di carta, ci scrisse sopra qualcosa e me lo porse
“ Questo è il mio indirizzo. Alle 16 in punto fino alle 18. Non tardare perche’ tanto poi non recupero il tempo. Dieci lezioni di due ore. Se poi sei talmente stupido che l’esame non lo passi ugualmente, sono cazzi tuoi. Oggi porti la metà del dovuto, il resto suddiviso per le altre lezioni. Tutto chiaro?” Risposi di si e alle 16 in punto mi feci trovare davanti alla porta di Alessia. Lei mi fece entrare e cominciammo a studiare. O meglio, cominciarono le sue lezioni che però erano per me troppo complicate. Dopo un’ora mi propose una pausa di cinque minuti scuotendo la testa
“ Ho l’impressione che stai buttando i tuoi soldi. Non ce la puoi proprio fare” sostenne. Si preparò un caffe’ e si accese una sigaretta mentre io me ne stavo in un angolo sconsolato. Io volevo passare quell’esame e poi laurearmi, anche per dare una gioia ai miei genitori che con me ne avevano avute poche ma sembrava davvero troppo complicato per me. Lei mi fece cenno di ritornare nella camera dove avevamo studiato fino ad allora e nel passare mi sfiorò nelle parti intime. Si, d’accordo che Alessia non era proprio bellissima ma avevo rotto con Paola già da tre anni e reagii istintivamente avendo un’erezione incontrollata. Lei buttò uno sguardo proprio li scoppiando a ridere
“ Ma tutti a me devono capitare? Pure un coglione che si mette qualcosa nei pantaloni per far vedere che ce l’ha grosso” Io rimasi di stucco
“ Veramente... io non metto niente nei pantaloni, Alessia. Già mi vergogno così, figuriamoci se ci mettessi qualcosa” Lei diede una boccata alla sigaretta e poi proseguì il dialogo con un mezzo ghigno
“ Vuoi farmi credere che quelle forme spropositate che si intravvedono nei pantaloni sono tutte tue?”
“ Ehm, veramente si” Lei scosse la testa
“ Non ci credo. Non è possibile. Spogliati e fammi vedere”
“ Ma io mi vergogno” obiettai. Lei però mi afferro per il braccio
“ Ti ho detto di spogliarti. Voglio sincerarmi”
“ Non potremmo evitare?”
“ No. Se non ti spogli ti strappo i vestiti di dosso. Perché o mi stai prendendo per il culo e allora ti prendo a sberle fino a dopodomani, o stai dicendo la verità. E se stai dicendo la verita’... Non ci voglio pensare. Spogliati” Con lentezza e vincendo la mia solita timidezza, mi tolsi i pantaloni e poi le mie mutande, facendo uscire il mio pisello ancora un po’ dritto dopo l’erezione e vidi Alessia che si mise la mano sulla bocca
“ Oh Madonna santa! Cosa diavolo hai in mezzo alle gambe?”
“ Te l’avevo detto. Non ho niente a parte il mio pisello”
“ No, tu hai qualcosa che dovrebbe essere salvaguardato dall’Unesco come patrimonio dell’umanità. Tu faresti schiattare d’invidia John Holmes e Rocco Siffredi che abbandonerebbero il lavoro per la vergogna” Non capivo molto ma mi trovavo in difficoltà tutto nudo di fronte ad Alessia
“ Posso rivestirmi adesso?”
“ Non ci provare che te lo stacco a morsi. Tu lo sai cosa amano le donne?”
“ I fiori? I cioccolatini?” risposi provando ad indovinare
“ No, i cazzi molto grossi. E il tuo è enorme”
“ E allora?”
“ Allora adesso scoperemo perché io ad un affare del genere non ci rinuncio per tutto l’oro del mondo e non vedo l’ora di sentirmelo tutto dentro”
“ Ma non ci siamo dati nemmeno un bacio”
Mi afferrò per la nuca e mise la sua lingua dentro la mia bocca mentre con la mano mi toccava il pisello contribuendo a farlo diventare ancora più grosso. Terminato di baciarci cominciò a spogliarsi anche lei
“ Adesso ci siamo baciati. Ora zitto che meno sento la tua voce e più mi concentro sul resto” disse per poi spingermi quasi con violenza sul letto e montare sopra di me. Appena il mio pisello entrò tutto in lei, Alessia lanciò un urlo
“ Fa male?” chiesi preoccupato
“ Noooooo Fa bene. Anzi, benissimo. Mi sento tanto come un’eroina della Disney”
“ Biancaneve?”
“ No, Porcahontas” rispose leccandosi le labbra per chissà quale motivo
“ Ma non era Pocahontas?”
“ Lei era poca. Qui invece ce n’è tanta di roba. Ma tantissima. E io sono tanto porca” mi rispose senza smettere di urlare. Quella fu la prima volta con Alessia. Ne seguirono molte altre.
Per commenti, scrivete a
davidmuscolo@tiscali.it
“ Quei maledetti stronzi... Quei maledetti stronzi... E quel coglione... Oddio, vorrei ammazzarli tutti con le mie mani”
“ Che è successo Paola?”
“ E’ successo che quegli stronzi dei suoi genitori trasferiscono all’estero la loro azienda per pagare meno tasse e quel coglione di quell’essere insulso che diventerà mio marito non puo’ fare a meno di mammina e papino e ha detto che dopo il matrimonio noi due dovremo seguirli”
“ Noi due? E io che c’entro?” chiesi meravigliato
“ Idiota. Non noi due te e io ma noi due io e il cornuto. Capisci? Come farò? Scopare non sarà più la stessa cosa. La cosa più bella che c’è al mondo me la sta rovinando. Dove lo trovo io adesso un cazzo come il tuo? No, dimmi, dove lo trovo?” Poi s’illuminò “ Senti un po’, perché non vieni anche tu con noi?” Obiettai che non me la sentivo e lei pianse disperatamente mentre facevamo sesso tutta la notte fino al mattino del matrimonio. Ripeteva frasi sconnesse “Gli voglio fare una fotografia e portarmela come ricordo” “Quanto lo amo” non riuscendo a capire a chi si riferisse. Ma alla fine scelse di andarsene all’estero col suo futuro marito. Disse che alla fine, con tutti i soldi del marito, un amante che un po’ la soddisfacesse l’avrebbe trovato ma ai soldi non poteva rinunciare.
Ecco, questa è la storia della mia prima ragazza. La seconda invece si chiamava Alessia. Anche lei non era propriamente una bellezza anche se fisicamente era il contrario di Paola. Altissima e molto magra. Sempre il mio amico Gianni sosteneva che se avessero mischiato Paola e Valeria sarebbero usciti due corpi stupendi. In effetti, Alessia aveva una prima misura scarsa di seno, un viso spigoloso e occhiali spessi ma era un vero genio. Intelligente e brillante ma sempre triste. Sembrava avercela col mondo intero. Vestiva sempre di nero, quasi fosse a lutto perenne, con casacconi molto larghi e pantaloni visto che in gonna sfigurava a causa delle sue gambe magrissime e ossute. I capelli erano neri e sembravano unti ed era complessivamente una ragazza che badava poco alle apparenze e molto alla sostanza. La conobbi all’università ma non avevo mai preso confidenza con lei. Pur essendo più piccola di me di un anno, lei aveva quasi terminato i suoi esami mentre io, dopo una serie di < diciotto>, presi studiando praticamente giorno e notte, mi ero arenato. E allora mi venne un’idea. La fermai all’interno dell’ateneo vincendo la mia abituale vergogna nei confronti delle donne
“ Alessia, posso parlarti un secondo?” Lei si aggiusto’ gli occhiali sul naso e mi guardò
“ Te ne do dieci di secondi. Dimmi quello che vuoi e sparisci”
“ Io veramente... Cioe’... Insomma, se mi aiuti a passare l’esame ti do tutto quello che possiedo. Ci sono rientrato nei dieci secondi?” Lei sembrò colpita, forse dal mio desiderio di passare quell’esame a tutti i costi
“ E quanto possiedi?”
“ Credo..... Sui 500 euro, forse 520”
“ Tutto qui?”
“ Ehm, mi dispiace ma è davvero tutto quello che ho”
“ Si puo’ fare. Anche se con un idiota come te la vedo dura passare l’esame ma ci si può provare” Ero felicissimo
“ Ti ringrazio, Alessia. Quando ci possiamo vedere?” Prese un foglio di carta, ci scrisse sopra qualcosa e me lo porse
“ Questo è il mio indirizzo. Alle 16 in punto fino alle 18. Non tardare perche’ tanto poi non recupero il tempo. Dieci lezioni di due ore. Se poi sei talmente stupido che l’esame non lo passi ugualmente, sono cazzi tuoi. Oggi porti la metà del dovuto, il resto suddiviso per le altre lezioni. Tutto chiaro?” Risposi di si e alle 16 in punto mi feci trovare davanti alla porta di Alessia. Lei mi fece entrare e cominciammo a studiare. O meglio, cominciarono le sue lezioni che però erano per me troppo complicate. Dopo un’ora mi propose una pausa di cinque minuti scuotendo la testa
“ Ho l’impressione che stai buttando i tuoi soldi. Non ce la puoi proprio fare” sostenne. Si preparò un caffe’ e si accese una sigaretta mentre io me ne stavo in un angolo sconsolato. Io volevo passare quell’esame e poi laurearmi, anche per dare una gioia ai miei genitori che con me ne avevano avute poche ma sembrava davvero troppo complicato per me. Lei mi fece cenno di ritornare nella camera dove avevamo studiato fino ad allora e nel passare mi sfiorò nelle parti intime. Si, d’accordo che Alessia non era proprio bellissima ma avevo rotto con Paola già da tre anni e reagii istintivamente avendo un’erezione incontrollata. Lei buttò uno sguardo proprio li scoppiando a ridere
“ Ma tutti a me devono capitare? Pure un coglione che si mette qualcosa nei pantaloni per far vedere che ce l’ha grosso” Io rimasi di stucco
“ Veramente... io non metto niente nei pantaloni, Alessia. Già mi vergogno così, figuriamoci se ci mettessi qualcosa” Lei diede una boccata alla sigaretta e poi proseguì il dialogo con un mezzo ghigno
“ Vuoi farmi credere che quelle forme spropositate che si intravvedono nei pantaloni sono tutte tue?”
“ Ehm, veramente si” Lei scosse la testa
“ Non ci credo. Non è possibile. Spogliati e fammi vedere”
“ Ma io mi vergogno” obiettai. Lei però mi afferro per il braccio
“ Ti ho detto di spogliarti. Voglio sincerarmi”
“ Non potremmo evitare?”
“ No. Se non ti spogli ti strappo i vestiti di dosso. Perché o mi stai prendendo per il culo e allora ti prendo a sberle fino a dopodomani, o stai dicendo la verità. E se stai dicendo la verita’... Non ci voglio pensare. Spogliati” Con lentezza e vincendo la mia solita timidezza, mi tolsi i pantaloni e poi le mie mutande, facendo uscire il mio pisello ancora un po’ dritto dopo l’erezione e vidi Alessia che si mise la mano sulla bocca
“ Oh Madonna santa! Cosa diavolo hai in mezzo alle gambe?”
“ Te l’avevo detto. Non ho niente a parte il mio pisello”
“ No, tu hai qualcosa che dovrebbe essere salvaguardato dall’Unesco come patrimonio dell’umanità. Tu faresti schiattare d’invidia John Holmes e Rocco Siffredi che abbandonerebbero il lavoro per la vergogna” Non capivo molto ma mi trovavo in difficoltà tutto nudo di fronte ad Alessia
“ Posso rivestirmi adesso?”
“ Non ci provare che te lo stacco a morsi. Tu lo sai cosa amano le donne?”
“ I fiori? I cioccolatini?” risposi provando ad indovinare
“ No, i cazzi molto grossi. E il tuo è enorme”
“ E allora?”
“ Allora adesso scoperemo perché io ad un affare del genere non ci rinuncio per tutto l’oro del mondo e non vedo l’ora di sentirmelo tutto dentro”
“ Ma non ci siamo dati nemmeno un bacio”
Mi afferrò per la nuca e mise la sua lingua dentro la mia bocca mentre con la mano mi toccava il pisello contribuendo a farlo diventare ancora più grosso. Terminato di baciarci cominciò a spogliarsi anche lei
“ Adesso ci siamo baciati. Ora zitto che meno sento la tua voce e più mi concentro sul resto” disse per poi spingermi quasi con violenza sul letto e montare sopra di me. Appena il mio pisello entrò tutto in lei, Alessia lanciò un urlo
“ Fa male?” chiesi preoccupato
“ Noooooo Fa bene. Anzi, benissimo. Mi sento tanto come un’eroina della Disney”
“ Biancaneve?”
“ No, Porcahontas” rispose leccandosi le labbra per chissà quale motivo
“ Ma non era Pocahontas?”
“ Lei era poca. Qui invece ce n’è tanta di roba. Ma tantissima. E io sono tanto porca” mi rispose senza smettere di urlare. Quella fu la prima volta con Alessia. Ne seguirono molte altre.
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