Questione di misure settimo episodio

di
genere
dominazione

Gli ultimi minuti del lavoro stavolta passano lentamente ma finalmente è l’ora di andare. Arrivo in casa e mi faccio una doccia profumata. Non posso rischiare che la signorina Ludovica si tiri indietro all’ultimo momento. Certo, sono un pochino preoccupato perché ancora non ho idea di cosa abbia realmente intenzione di fare con me. Spero di resistere alle sue frustate e ai suoi schiaffi. Anche Alessia e Paola mi schiaffeggiavano spesso e forse dovrei farcela a resistere anche se la signorina Ludovica sembra essere molto piu’ in forma rispetto alle mie ex fidanzate e temo che mi possa fare molto male. Quello che mi lascia perplesso è tutto il resto ma per un bacio della donna più bella che io abbia mai conosciuto sono certo che saprò resistere a tutto.

Alle 19.25 sono davanti a casa della signorina Ludovica. Sono in tensione per tutto ciò che potrà accadere. Obbedirle non mi peserà affatto. Lo faccio abitualmente al lavoro e addirittura sono felice quando lei mi dà degli ordini. Anche Paola e Alessia mi davano degli ordini e si arrabbiavano quando li eseguivo male. Però non me la sono mai presa. Per me le donne sono esseri superiori, delle dee, e chinare il capo dinanzi a loro mi risulta facile. Ma la signorina Ludovica ha qualcosa in più. Beh, e’ logico. La amo immensamente. O forse sarà perché lei è una domatrice? No, cioè, una dominatrice? Boh! Non sono molto intelligente e preferisco non farmi troppe domande. La signorina Ludovica intanto, mi viene ad aprire con indosso l’accappatoio
“ Ah bene, sei in orario. Ora ascoltami bene. Tra poco andrò a vestirmi con i miei abiti da dominatrice ma prima ti metterò al corrente di ciò che dovrai fare” Ho il cuore che mi batte fortemente come ogni qualvolta io mi trovi di fronte a lei. Faccio cenno di si con la testa e aspetto che continui “ Dunque, dovrai chiamarmi Padrona oppure Dea oppure Regina. Ti è chiaro?” Insomma, mica tanto
“ Lei è nobile, signorina Rossetti?” Mi arriva un ceffone che mi rigira la testa e mi fa sentire i versi degli uccellini. Sbando un po’ ma rimango in piedi
“ Coglione che non sei altro. No che non sono nobile”
“ E allora perche’ dovrei chiamarla regina?” Si mette le mani davanti al viso
“ Oh madonna mia. Ma chi me l’ha fatto fare. Va beh, togliamo regina e togliamo pure dea che è troppo complicato per te. Chiamami Padrona e basta. Le mie amiche dovrai chiamarle < Signora> e dare del lei anche a loro e naturalmente obbedire se dovessero darti degli ordini. Loro non potranno però toccarti. Ognuna di loro ha il proprio schiavo e può infierire soltanto su di lui. Queste almeno sono le nostre regole. Ogni errore sarà punito. Cercherò di andarci piano visto che sei fragile ma ti picchierò di sicuro, anche perché ho bisogno di sfogarmi. Tu e gli altri schiavi dovrete prepararci la cena e servirci. Ognuno di voi servirà la propria padrona, le verserà il vino e toglierà il suo piatto. Per preparare dovrete invece farlo tutti insieme. Gli schiavi delle mie amiche sono cuochi provetti. Tu sai cucinare qualcosa?” La guardo pieno d’amore. Che temperamento!
“ Veramente non tanto, signorina Ludovica” Un altro ceffone si abbatte sulla stessa guancia di prima e stavolta vado a finire per terra. Ha la mano pesante la mia dea
“ La prossima volta ti farò male. Ti ho appena detto che devi chiamarmi padrona. Adesso alzati che continuo” Mi affretto ad obbedirle “Lo immaginavo. Comunque, per fortuna il mio schiavo, quello vero che sta a letto con la febbre, ha fatto in tempo a provvedere comprando i cibi per stasera. Per oggi devo accontentarmi. Chiedi agli altri schiavi in che modo puoi essere utile a loro e cerca di far qualcosa. Se sbagli te, fai sfigurare me e io mi sfogherò su di te. E’ chiaro?”
“ Si padrona”
“ Bene, vedo che cominci a comprendere. In mia presenza devi sempre stare inginocchiato e non ti è permesso stare in piedi tranne che su mio preciso ordine. Se schiocco le dita significa che mi devi accendere una sigaretta e che ti devi mettere in ginocchio con la bocca aperta per mangiare la cenere che ti verserò. Mi sembra di averti detto tutto. Ora aspettami qui che vado a prendere una cosa” La vedo scomparire dentro una stanza e ricomparire poco dopo con un oggetto che non conosco
“ Tutti i nostri schiavi devono stare nudi e portare una cintura di castità. Tu dovrai fare altrettanto. Ora ce l’ha indosso il mio schiavo ma per fortuna ne ho una di riserva visto che non ho fatto in tempo a comprarne una nuova. Adesso spogliati che poi ti devi mettere questa gabbietta” La guardo scuotendo la testa. Oh mio Dio, dovro’ stare nudo! Ma soprattutto, come potro’ mettere il mio pisello dentro una cosa tanto piccola. Glie lo devo dire e speriamo che non si arrabbi
“ Ma... Ma padrona. Per forza nudo devo stare?” Mi afferra per il mento come ha fatto oggi pomeriggio, con le sue unghie che penetrano dentro la mia carne. Oh che dolore
“ Senti coglione, non ho tempo da perdere. Nudo e subito”
“ Co... Come vuole lei, padrona. Ma quella cosa non va bene per il... Per il mio coso. Mi capisce?” Lei mi lascia e guarda quella cosa che ha chiamato e poi mi guarda
“ Troppo grande vero? Lo dovevo immaginare. E’ una media, la misura del mio schiavo attuale e per uno come te ci vorra’ una small, presumo”
“ Veramente... Veramente è troppo piccola. Ho una misura un po’ più grande” Lei scoppia a ridere
“ Mi stai prendendo in giro? No perché se lo stai facendo io ti concio male, molto male. Avanti spogliati e fammi vedere” Deglutisco nervosamente e comincio a spogliarmi sotto gli occhi attenti della signorina Ludovica che, appena mi tolgo i pantaloni apre la bocca meravigliata. Ecco, lo immaginavo. Adesso penserà che sono un ragazzo con un grosso difetto fisico. Lei comunque si abbassa quasi all’altezza del mio bacino e sembra stropicciarsi gli occhi, come se avesse sonno “ Oh cavolo! Togliti immediatamente anche le mutande”
“ E’ proprio necessario sign... cioe’ padrona"
“ E’ assolutamente necessario perché non posso credere a quello che mi sembra di vedere” Ecco, sarà disgustata. Ma mi ha dato un ordine e devo obbedirle. Mi tolgo anche i miei slip e rimango completamente nudo mentre osservo la signorina Ludovica. Devo essere completamente rosso dalla vergogna
“ Ho fatto, padrona. Vede, non c’entra il mio coso la dentro”
“ Oh santa Rita da Milazzo” esclama mentre continua ad osservare il mio pisello
“ Non la conosco come santa” le dico per cercare di vincere la mia emozione nel trovarmi completamente nudo di fronte alla donna che amo
“ Si, santa Rita da Milazzo, la protettrice delle donne che amano il cazzo, la mia patrona” Mai sentita, ma comunque non voglio contraddirla
“ Posso rivestirmi allora?”
“ Non ci pensare nemmeno. Ma dove la tenevi nascosta questa biscia?”
“ Ehm, dentro i pantaloni, padrona”
“ E tu nascondevi questa grazia di Dio? E’ pure moscio, pensa quando diventa duro” Faccio spallucce
“ Beh sa, l’emozione di trovarmi di fronte a lei”
“ Senti coso, ti ricordi quello che ti ho detto nel mio ufficio?”
“ Certo. Mi ha detto che non dovevo dire a nessuno che lei è una dominatrice. L’ho detto bene stavolta?”
“ Si, no. Cioè, l’hai detto bene ma non mi riferivo a quello”
“ Ah si, mi ha detto che il suo schiavo ha la febbre alta”
“ Neanche”
“ Che mi avrebbe sputato?”
“ Nemmeno”
“ Che mi avrebbe fatto bere la sua pipì?”
“ Neanche”
“ Che mi avrebbe...”
“ Zitto. Ti avevo detto che con uno come te io non mi sarei mai sognata di scoparci. Ti ricordi?”
“ Certo padrona. Ma non è un problema”
“ Oh si che lo è, alla luce dei nuovi risvolti. Pertanto, resetta tutto perché adesso scoperemo”
“ Ma... Ma fra poco arriveranno le sue amiche”
“ E sti cazzi? Io adesso te lo faccio diventare duro e in questo sono una maestra. E tu pensa solo a star zitto” Obbedisco mentre padrona Ludovica si inginocchia di fronte a me. Che strano! Ma non dovrebbe essere lo schiavo, cioè io, ad inginocchiarmi di fronte a lei? Bah, sono inesperto su queste cose. Comunque, la dea comincia a baciarmi il cosino. Beh, cosino per modo di dire. Oddio che emozione! Dopo alcuni secondi lui reagisce e comincia ad ingrossarsi ancora di più. Spero che la mia padrona non si arrabbi perché mi sta facendo provare un piacere molto forte e il mio pisello è ormai quasi completamente eretto, tanto che non c’entra dentro la sua bocca
“ Oh santa Rita da Milazzo, questo biscione è talmente grosso che è impossibile farti un pompino”
“ Mi dispiace padrona”
“ A me no. Dentro la bocca non c’entra ma dentro la fica ce lo faccio entrare. Oh mamma mia, sono un lago soltanto a pensarci. Mettiti sdraiato sul letto” mi ordina. Io obbedisco mentre lei si toglie l’accappatoio. Dio quanto è bella! Le sue curve sono armoniose, il suo fisico scolpito è perfetto e i suoi seni sono dolci e meravigliose colline. Strano che voglia far l’amore con uno come me ma sono troppo felice per pensare al motivo che ha portato la mia padrona a ripensarci e la ammiro mentre si avvicina verso di me. Afferra il mio pisello e lo accarezza dolcemente
“ Tu sei la cosa più bella che mi è mai capitato di incontrare” dice con la voce che le è diventata un po’ rauca
“ Io padrona? Davvero mi considera la cosa più bella che ha mai incontrato?” Le chiedo con il cuore ebbro di gioia. Lei alza la testa e aggrotta la fronte
“ Tu? Cazzo c’entri tu. Non sto parlando con te” E allora con chi sta parlando visto che siamo da soli? Boh! Che strane le donne! Ma non insisto. Meno faccio domande e meglio è. La signorina Ludovica intanto si mette sopra di me. Afferra il mio pisello, lo guarda, socchiude gli occhi e poi con fatica riesce a metterlo dentro di lei. Oh mio Dio che sensazione unica! Sto facendo l’amore con la donna che amo!
scritto il
2023-12-13
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