Questione di misure Nono episodio
di
Davide Sebastiani
genere
dominazione
Intanto, la signora chiamata Laura sembra essere diventata piuttosto nervosa e afferra il suo schiavo per un braccio
“ Vieni qui, coglione, che mi devo sfogare. Ho una rabbia in corpo. Ti rendi conto che il tuo cazzo è meno della metà di quello dello schiavo di Ludovica?” Quello balbetta e si butta in ginocchio ai piedi della signora Laura
“ Pa... Padrona, il mio è normale. E’ quello che è mostruoso”
“ Zitto” gli intima e prende da una borsa che aveva con se una frusta. Oh mio Dio. Sembra Indiana Jones per come la maneggia e inizia a frustare il suo schiavo e ben presto il corpo di quest’ultimo comincia a disegnarsi di rosso. Anche le altre due decidono di punire in questo modo i loro schiavi e io comincio ad avere veramente paura. Se padrona Ludovica usa la sua frusta in quel modo con me, io muoio sotto i suoi colpi. Invece, si siede, osserva compiaciuta ciò che sta accadendo mentre invece io non riesco nemmeno a guardare e poi mi ordina di accenderle una sigaretta, cosa che mi appresto a fare immediatamente
“ Resta in ginocchio con la bocca aperta. Mi devi fare da portacenere” aggiunge continuando a guardare quello spettacolo terrificante con un ghigno sadico. Beh, d’altronde sono dominatrici sadiche e una dominatrice sadica se non fosse sadica non potrebbe essere una dominatrice sadica. Giusto? Dopo qualche minuto di terrificanti frustate, le tre amiche della mia padrona smettono ma i corpi dei loro schiavi sono striati da quelle innumerevoli frustate che hanno ricevuto. Ciononostante, si mettono in ginocchio ognuno di fronte alla propria padrona e iniziano a leccare gli altissimi stivali che le donne posseggono.
Padrona Ludovica ha intanto quasi terminato di fumare. Mi ha costretto ad ingoiare la cenere e mi brucia un po’ la gola ma l’ho fatto senza lamentarmi perché ho una paura boia di una sua reazione. E poi, meglio questo che essere frustati a sangue. Poi però mi spegne la sigaretta sulla lingua e grido per il dolore. Mi guarda storto. Mi afferra il mento
“ Ingoia e guai a te se ti sento di nuovo urlare”
“ Chiedo perdono” le dico sperando di non farla arrabbiare ulteriormente. Sono costretto ad ingoiare la cicca e poi mi indica i suoi stivali con quei tacchi altissimi
“ Leccali per bene e forse non ti punirò per aver gridato” Obbedisco e sono costretto a leccare quegli stivali. Padrona Ludovica mi ha garantito che sono stati disinfettati ma ho comunque paura che mi possa attaccare qualche malattia. Alla fine, mi fa rialzare e mi guarda con quella sua solita aria di superiorità che possiede
“ Vai a prendere il mio frustino da cavallerizza” La guardo spaesato
“ Deve andare a cavallo adesso, padrona?” le domando. Lei mi osserva e poi mi rifila un calcio sul sedere che mi fa fare un paio di metri in avanti mentre tutti stanno sghignazzando. Non capisco il perché. La mia domanda mi sembrava lecita. Lei intanto mi viene vicino e mi afferra per un orecchio stringendo forte
“ Senti un po’ idiota, ti pare che possa andare a cavallo adesso?” Cerco di non urlare dal dolore
“ Infatti è quello che mi chiedevo anch’io, padrona” Lei scuote la sua deliziosa testolina
“ Oh mio Dio. Va beh, lascia stare il frustino da cavallerizza. Vai nel mio bagno e prendi la mia spazzola per capelli”
“ Subito, padrona Ludovica” rispondo dirigendomi verso il bagno. Oh, quanto amo obbedirle. Ancora non mi rendo del tutto conto che ho appena fatto l’amore con lei e continuo a chiedermi per quale motivo l’abbia voluto fare. Forse, sembra autoritaria ma in fondo nasconde un animo gentile e avrà voluto regalarmi un momento di gioia pazzesco ben sapendo che io non mi sarei mai potuto permettere una donna della sua straordinaria bellezza. E malgrado il mio grossissimo difetto. Anche se non mi è sembrata troppo schifata. Addirittura dava la sensazione che le piacesse. Si, deve proprio avere un’anima dolcissima. Entro nel suo bagno e cerco nel cassetto la sua spazzola ma non riesco a trovarla. Cosa ci dovrà mai fare? Eppure sembrava che i suoi capelli fossero pettinati alla perfezione. Beh, le prendo un pettine. Potrà pettinarsi ugualmente. Torno dalla mia dolcissima e adorabile padrona e le porgo reverente il pettine. Lei mi guarda sconvolta
“ Che cazzo ci devo fare con il pettine, secondo te?”
“ Ci si può pettinare, padrona Ludovica” rispondo. D’altronde, il pettine o la spazzola servono entrambe per la stessa cosa. O no? Lei però si alza. Sembra piuttosto nervosa. Mi afferra di nuovo per un orecchio torcendomelo
“ Come cazzo ti sculaccio col pettine? Mi serve la spazzola che ti voglio fare il culo rosso. Ho bisogno di picchiare qualcuno e l’unico che ho per le mani sei tu. Sei troppo debole per poter essere frustato a sangue come piace a me ma almeno il culo rosso devo fartelo. Vai di corsa a prendermi quella cazzo di spazzola che mi prudono le mani. Altrimenti il mettine te lo infilo nel culo. Veloce” Mi ordina. Corro velocemente al bagno e stavolta trovo finalmente la sua spazzola. L’annuso e mi sembra di sentire il profumo delizioso dei suoi meravigliosi capelli. Ma non posso perdere tempo. Corro di nuovo dalla mia padrona e le porgo deferente la spazzola mentre le altre tre donne sono montate sul corpo dei loro schiavi e stanno ballando su di loro al ritmo della macarena. Oh mio Dio. Se lo facessero con me mi sgretolerei. Ma non ho tempo di preoccuparmi per quei poveretti perché padrona Ludovica mi afferra per un braccio e mi spinge verso il muro
“ Divarica quei due ossicini che hai al posto della gambe e piegati leggermente” mi ordina e io le obbedisco con tutta la deferenza possibile “Conta le spazzolate che ti do e ringraziami ogni volta” mi dice. Sono un po’ confuso ma poi mi arriva il primo colpo di spazzola. Ahia che dolore. Lei aspetta qualche secondo e poi mi volta il viso
“ Che cosa ti avevo detto?”
“ Quando padrona Ludovica?”
“ Adesso”
“ Ah si, mi aveva detto < Che cosa ti avevo detto?>”
“ Non adesso per intendere adesso ma prima, coglione”
“ Ah, prima mi ha detto < Divarica quei due oss...>” Non faccio in tempo a finire la frase che mi arriva un tremendo calcio sul sedere
“ Dopo idiota”
“ Allora non adesso”
“ Prima di adesso”
“ Ma adesso nel senso di ora o adesso nel senso di prima quando abbiamo cominciato a parlare?” Mi guarda e mi sembra di notare un certo smarrimento. Oh no, io non vorrei deludere la mia bellissima e amatissima padrona ma lei parla in modo troppo complicato per me. Mi riviene vicina assumendo un’espressione dolcissima
“ D’accordo Andrea. Ricominciamo daccapo altrimenti stiamo qui fino a domani. Va bene schiavetto mio?” mi dice con voce suadente. La amo immensamente
“ Si padrona” le dico nella speranza che adesso sia un po’ più chiara
“ Devi contare ogni spazzolata e ringraziarmi. Dai Andrea, non è complicato”
“ Ma perche devo contarle? Quando lei si stanchera’ si fermerà”
“ No cazzo, no. E’ nel abc del bdsm”
“ Cos’è l’ abm del bdsc?”
“ Oh Madonna santa. Lascia stare. Volevo dire che nella dominazione, ogni volta che uno schiavo subisce frustate o sculacciate deve contare. Che razza di padrona sarei se non ti faccio contare? Tutti gli schiavi contano quando subiscono le frustate e ci sarà un motivo”
“ Giusto padrona. E io vorrei che lei fosse la padrona numero uno al mondo. Però mi permetto di farle notare che queste non sono sculacciate o frustate ma spazzolate. E’ la stessa cosa?”
“ Il problema è che se ti frusto ci rimani secco e io devo preoccuparmi della salute del mio schiavo. Quanto alle sculacciate... Direi che una bella spazzolata fa più male e vale lo stesso. Tutto chiaro?”
“ Si padrona. Almeno credo”
“ Perfetto. Allora conta e ringrazia”
“ D’accordo padrona Ludovica” le dico e poi chiudo gli occhi in attesa della spazzolata che arriva sul sedere ancora più dolorosa della prima. Avrei voglia di piangere ma vorrei far fare bella figura alla mia padrona e evito. Ah devo contare e ringraziare
“ Due, padrona, grazie” Mi arriva un altro calcio nel sedere
“ Per quale cazzo di motivo hai cominciato dal due? Il numero uno non esiste nel tuo cervelletto?”
“ Oh si padrona ma la spazzolata numero uno me l’aveva data prima”
“ Prima quando?”
“ Prima che mi dicesse . Si ricorda, padrona”
“ Ah si. Mi stai confondendo. Bene, peggio per te. Ricominciamo da capo” Al termine delle dieci spazzolate che padrona Ludovica mi ha destinato, mi sento il mio sederino in fiamme ma sono felice perché sento che lei si è finalmente potuta sfogare. Le altre padrone nel frattempo hanno smesso di ballare la macarena sui propri schiavi e sono passate a El Tiburon. Padrona Ludovica attende che finiscano di ballare e, dopo essersi consultate per qualche istante, ci mandano in cucina a preparare la cena. E adesso sono proprio nei guai.
Per commenti, scrivete a
davidmuscolo@tiscali.it
“ Vieni qui, coglione, che mi devo sfogare. Ho una rabbia in corpo. Ti rendi conto che il tuo cazzo è meno della metà di quello dello schiavo di Ludovica?” Quello balbetta e si butta in ginocchio ai piedi della signora Laura
“ Pa... Padrona, il mio è normale. E’ quello che è mostruoso”
“ Zitto” gli intima e prende da una borsa che aveva con se una frusta. Oh mio Dio. Sembra Indiana Jones per come la maneggia e inizia a frustare il suo schiavo e ben presto il corpo di quest’ultimo comincia a disegnarsi di rosso. Anche le altre due decidono di punire in questo modo i loro schiavi e io comincio ad avere veramente paura. Se padrona Ludovica usa la sua frusta in quel modo con me, io muoio sotto i suoi colpi. Invece, si siede, osserva compiaciuta ciò che sta accadendo mentre invece io non riesco nemmeno a guardare e poi mi ordina di accenderle una sigaretta, cosa che mi appresto a fare immediatamente
“ Resta in ginocchio con la bocca aperta. Mi devi fare da portacenere” aggiunge continuando a guardare quello spettacolo terrificante con un ghigno sadico. Beh, d’altronde sono dominatrici sadiche e una dominatrice sadica se non fosse sadica non potrebbe essere una dominatrice sadica. Giusto? Dopo qualche minuto di terrificanti frustate, le tre amiche della mia padrona smettono ma i corpi dei loro schiavi sono striati da quelle innumerevoli frustate che hanno ricevuto. Ciononostante, si mettono in ginocchio ognuno di fronte alla propria padrona e iniziano a leccare gli altissimi stivali che le donne posseggono.
Padrona Ludovica ha intanto quasi terminato di fumare. Mi ha costretto ad ingoiare la cenere e mi brucia un po’ la gola ma l’ho fatto senza lamentarmi perché ho una paura boia di una sua reazione. E poi, meglio questo che essere frustati a sangue. Poi però mi spegne la sigaretta sulla lingua e grido per il dolore. Mi guarda storto. Mi afferra il mento
“ Ingoia e guai a te se ti sento di nuovo urlare”
“ Chiedo perdono” le dico sperando di non farla arrabbiare ulteriormente. Sono costretto ad ingoiare la cicca e poi mi indica i suoi stivali con quei tacchi altissimi
“ Leccali per bene e forse non ti punirò per aver gridato” Obbedisco e sono costretto a leccare quegli stivali. Padrona Ludovica mi ha garantito che sono stati disinfettati ma ho comunque paura che mi possa attaccare qualche malattia. Alla fine, mi fa rialzare e mi guarda con quella sua solita aria di superiorità che possiede
“ Vai a prendere il mio frustino da cavallerizza” La guardo spaesato
“ Deve andare a cavallo adesso, padrona?” le domando. Lei mi osserva e poi mi rifila un calcio sul sedere che mi fa fare un paio di metri in avanti mentre tutti stanno sghignazzando. Non capisco il perché. La mia domanda mi sembrava lecita. Lei intanto mi viene vicino e mi afferra per un orecchio stringendo forte
“ Senti un po’ idiota, ti pare che possa andare a cavallo adesso?” Cerco di non urlare dal dolore
“ Infatti è quello che mi chiedevo anch’io, padrona” Lei scuote la sua deliziosa testolina
“ Oh mio Dio. Va beh, lascia stare il frustino da cavallerizza. Vai nel mio bagno e prendi la mia spazzola per capelli”
“ Subito, padrona Ludovica” rispondo dirigendomi verso il bagno. Oh, quanto amo obbedirle. Ancora non mi rendo del tutto conto che ho appena fatto l’amore con lei e continuo a chiedermi per quale motivo l’abbia voluto fare. Forse, sembra autoritaria ma in fondo nasconde un animo gentile e avrà voluto regalarmi un momento di gioia pazzesco ben sapendo che io non mi sarei mai potuto permettere una donna della sua straordinaria bellezza. E malgrado il mio grossissimo difetto. Anche se non mi è sembrata troppo schifata. Addirittura dava la sensazione che le piacesse. Si, deve proprio avere un’anima dolcissima. Entro nel suo bagno e cerco nel cassetto la sua spazzola ma non riesco a trovarla. Cosa ci dovrà mai fare? Eppure sembrava che i suoi capelli fossero pettinati alla perfezione. Beh, le prendo un pettine. Potrà pettinarsi ugualmente. Torno dalla mia dolcissima e adorabile padrona e le porgo reverente il pettine. Lei mi guarda sconvolta
“ Che cazzo ci devo fare con il pettine, secondo te?”
“ Ci si può pettinare, padrona Ludovica” rispondo. D’altronde, il pettine o la spazzola servono entrambe per la stessa cosa. O no? Lei però si alza. Sembra piuttosto nervosa. Mi afferra di nuovo per un orecchio torcendomelo
“ Come cazzo ti sculaccio col pettine? Mi serve la spazzola che ti voglio fare il culo rosso. Ho bisogno di picchiare qualcuno e l’unico che ho per le mani sei tu. Sei troppo debole per poter essere frustato a sangue come piace a me ma almeno il culo rosso devo fartelo. Vai di corsa a prendermi quella cazzo di spazzola che mi prudono le mani. Altrimenti il mettine te lo infilo nel culo. Veloce” Mi ordina. Corro velocemente al bagno e stavolta trovo finalmente la sua spazzola. L’annuso e mi sembra di sentire il profumo delizioso dei suoi meravigliosi capelli. Ma non posso perdere tempo. Corro di nuovo dalla mia padrona e le porgo deferente la spazzola mentre le altre tre donne sono montate sul corpo dei loro schiavi e stanno ballando su di loro al ritmo della macarena. Oh mio Dio. Se lo facessero con me mi sgretolerei. Ma non ho tempo di preoccuparmi per quei poveretti perché padrona Ludovica mi afferra per un braccio e mi spinge verso il muro
“ Divarica quei due ossicini che hai al posto della gambe e piegati leggermente” mi ordina e io le obbedisco con tutta la deferenza possibile “Conta le spazzolate che ti do e ringraziami ogni volta” mi dice. Sono un po’ confuso ma poi mi arriva il primo colpo di spazzola. Ahia che dolore. Lei aspetta qualche secondo e poi mi volta il viso
“ Che cosa ti avevo detto?”
“ Quando padrona Ludovica?”
“ Adesso”
“ Ah si, mi aveva detto < Che cosa ti avevo detto?>”
“ Non adesso per intendere adesso ma prima, coglione”
“ Ah, prima mi ha detto < Divarica quei due oss...>” Non faccio in tempo a finire la frase che mi arriva un tremendo calcio sul sedere
“ Dopo idiota”
“ Allora non adesso”
“ Prima di adesso”
“ Ma adesso nel senso di ora o adesso nel senso di prima quando abbiamo cominciato a parlare?” Mi guarda e mi sembra di notare un certo smarrimento. Oh no, io non vorrei deludere la mia bellissima e amatissima padrona ma lei parla in modo troppo complicato per me. Mi riviene vicina assumendo un’espressione dolcissima
“ D’accordo Andrea. Ricominciamo daccapo altrimenti stiamo qui fino a domani. Va bene schiavetto mio?” mi dice con voce suadente. La amo immensamente
“ Si padrona” le dico nella speranza che adesso sia un po’ più chiara
“ Devi contare ogni spazzolata e ringraziarmi. Dai Andrea, non è complicato”
“ Ma perche devo contarle? Quando lei si stanchera’ si fermerà”
“ No cazzo, no. E’ nel abc del bdsm”
“ Cos’è l’ abm del bdsc?”
“ Oh Madonna santa. Lascia stare. Volevo dire che nella dominazione, ogni volta che uno schiavo subisce frustate o sculacciate deve contare. Che razza di padrona sarei se non ti faccio contare? Tutti gli schiavi contano quando subiscono le frustate e ci sarà un motivo”
“ Giusto padrona. E io vorrei che lei fosse la padrona numero uno al mondo. Però mi permetto di farle notare che queste non sono sculacciate o frustate ma spazzolate. E’ la stessa cosa?”
“ Il problema è che se ti frusto ci rimani secco e io devo preoccuparmi della salute del mio schiavo. Quanto alle sculacciate... Direi che una bella spazzolata fa più male e vale lo stesso. Tutto chiaro?”
“ Si padrona. Almeno credo”
“ Perfetto. Allora conta e ringrazia”
“ D’accordo padrona Ludovica” le dico e poi chiudo gli occhi in attesa della spazzolata che arriva sul sedere ancora più dolorosa della prima. Avrei voglia di piangere ma vorrei far fare bella figura alla mia padrona e evito. Ah devo contare e ringraziare
“ Due, padrona, grazie” Mi arriva un altro calcio nel sedere
“ Per quale cazzo di motivo hai cominciato dal due? Il numero uno non esiste nel tuo cervelletto?”
“ Oh si padrona ma la spazzolata numero uno me l’aveva data prima”
“ Prima quando?”
“ Prima che mi dicesse . Si ricorda, padrona”
“ Ah si. Mi stai confondendo. Bene, peggio per te. Ricominciamo da capo” Al termine delle dieci spazzolate che padrona Ludovica mi ha destinato, mi sento il mio sederino in fiamme ma sono felice perché sento che lei si è finalmente potuta sfogare. Le altre padrone nel frattempo hanno smesso di ballare la macarena sui propri schiavi e sono passate a El Tiburon. Padrona Ludovica attende che finiscano di ballare e, dopo essersi consultate per qualche istante, ci mandano in cucina a preparare la cena. E adesso sono proprio nei guai.
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