La gladiatrice Ottavo episodio

di
genere
dominazione

Arrivammo intanto a quella che doveva essere la camera da letto di Sonja e
notai che stranamente anche questa non era arredata in modo lussuoso ma poteva
considerarsi alquanto spartana, pur se piuttosto ampia. Un letto matrimoniale
senza tanti fronzoli, un comodino sopra il quale c'era un abat-jour e un
posacenere con mozziconi di sigaretta, un armadio di legno piuttosto rozzo ma
molto ampio che copriva quasi interamente la larghezza della stanza e una
finestra senza tende. Una camera ben poco femminile ma che evidentemente
risentiva del trascorso militare della persona che ci dormiva. Mi avvicinai
alla finestra e notai come questa desse direttamente sul cancello della villa
e potevo notare anche alcuni particolari che dal primo piano non avevo potuto
scorgere. Potevo riuscire infatti a vedere come fuori dal cancello ci fossero
degli alberi e, apparentemente, nessun'altra abitazione. Come mi aveva detto
Joe, del resto. A meno che non ci fossero case dalla parte opposta, ci
trovavamo in una villetta immersa nel verde e isolata. Non era una buona
notizia per i miei propositi di fuga. Sonja intanto, vide il mio interesse per
la finestra e venne vicino a me

" Stai cercando di capire se hai una possibilità di fuga?" Oh cazzo. Mi aveva
scoperto

" Oh no, signora" balbettai "E' stata una reazione istintiva quella di andare
di fronte alla finestra" Sorrideva e non sembrava particolarmente arrabbiata.
La sua mano destra addirittura accarezzò il mio viso e io avrei pagato
chissà cosa che quella di fronte a me non fosse un'assassina psicopatica ma
una donna come tante, una donna che si apprestava a baciarmi e invece la sua
mano scese sul collo e improvvisamente sentii la sua potenza inusitata. La sua
mano si stringeva inesorabile sul mio collo senza che io potessi fare niente.
Provai a togliere quella presa ferrea con le mie mani ma era inutile. I
muscoli del suo braccio che inutilmente cercavo di togliere dalla mia gola non
erano enormi ma erano delineati alla perfezione e sembravano essere d'acciaio
e poi sentii i miei piedi lasciare il terreno. Mi stava sollevando! Quella
donna era talmente forte e potente da sollevare un uomo della mia stazza con
una mano sola. Era assurdo, incredibile, Ma intanto, più che ammirare la sua straordinaria forza, dovevo preoccuparmi della mia vita. Ormai il mio respiro si era fatto difficoltoso e le forze stavano per abbandonarmi. Che idiota! Mi avevano avvertito che Sonja non provava pietà per le sue vittime e avrei dovuto fare più attenzione. Non riuscivo a parlare, non riuscivo ad emettere nessun suono e ormai credevo di morire. Sonja invece sorrideva, come se non stesse facendo alcuno sforzo

" Sai perché non ti uccido? Perché è il tuo primo giorno da schiavo. Ma
ormai il tuo bonus è esaurito e alla prossima ti ammazzerò. Non così però.
Non ti illudere. Ti ammazzerò facendoti soffrire le pene dell'inferno.
Sarebbe troppo bello per te morire in questo modo, in pochi istanti. Quindi,
riflettici bene la prossima volta" Mi lascio' di botto e caddi a terra.
Finalmente, sentivo l'aria circolare di nuovo nei miei polmoni e respiravo,
sia pure a fatica a causa del tremendo momento di puro terrore che avevo
vissuto che mi faceva singhiozzare. Sonja si allontanò da me e la vidi
dirigersi verso gli altri due. La vidi armeggiare dentro il comodino e poi
tirar fuori qualcosa che non ebbi difficoltà a riconoscere, anche se era la
prima volta che ne vedevo una dal vivo. Si trattava di un fallo di gomma. Ed
era anche un fallo piuttosto grosso a doppia penetrazione. Oh mio Dio. Era questo ciò che intendeva Joe quando mi disse che anche il sesso era da sottintendersi come piuttosto violento?
Con voce calma e autoritaria, la donna ordinò a Jeff di toglierle gli stivali
prima e i pantaloni aderentissimi poi, rimanendo con un sensuale e striminzito
slippino nero traforato dal quale si riusciva a notare la sua fica interamente depilata. Oh sì. Il suo corpo praticamente nudo non era assolutamente inferiore
alle attese e io non avevo mai visto qualcosa del genere. Come poteva un uomo
non perdersi di fronte a tanta perfezione? La ammiravo quasi in trance, anche
se quello che stava facendo non prometteva certo una notte d'amore focosa
bensì qualcosa che poteva essere molto pericolosa per noi tre. Si era messa
infatti il fallo, con gesti lenti e sicuri e poi ordinò anche ai due di
spogliarsi, cosa che fecero piuttosto rapidamente. Li fece inginocchiare al
suo cospetto e poi ordinò a Jeff di lubrificare il fallo. Possibile che io
stessi vivendo realmente quella situazione? Un uomo che con le lacrime agli
occhi spompinava un fallo di gomma indossato da una donna bellissima? Oh
certo, sapevo che c'erano situazioni simili, ma mai e poi mai avrei creduto di
farne parte integrante. Soprattutto considerando che non c’era condivisione ma era un vero e proprio atto di violenza perpetrato nei confronti di un altro essere umano. Sonja intanto, sembrava metterci molta passione in
ciò che faceva. Era abbastanza evidente che amasse umiliare gli uomini e,
appena terminò di far lubrificare il dildo, fece mettere l'uomo in ginocchio
sul letto e lo prese da dietro, spingendo il fallo dentro l'ano di Jeff senza
preoccuparsi dei danni che l'uomo avrebbe potuto ricevere, con violenza,
godendo della sofferenza di quel poveretto le cui lacrime si erano fatte
sempre più intense. Ma improvvisamente, anche il pene di Jeff si inturgidì.
Era evidente che il contatto con la prostata sviluppasse un certo piacere
sessuale anche nell'uomo. La scena, surreale per la mia mentalità, aveva pur
tuttavia qualcosa di eccitante. Non era la scena in sé stessa, quella della
penetrazione anale a solleticarmi, quanto la maestosità della sua
protagonista unica. Sonja poteva disporre di noi nel modo che voleva. Poteva
strozzarmi mentre mi teneva sollevato a mezzo metro da terra, poteva possedere
duramente e inesorabilmente un colosso quale era Jeff, violentandolo e
umiliandolo senza che noi potessimo intervenire per fermarla. Tutto sembrava
fosse possibile per quella donna che intanto, non contenta, proseguiva a
violentare il poveretto che chiese il permesso di poter venire. Permesso che
gli fu rifiutato. Non oso immaginare cosa gli sarebbe potuto accadere qualora
non fosse riuscito a frenarsi. Ma ci riuscì, immagino con molta fatica e solo
quando la bellissima donna che lo stava possedendo esplose in un poderoso
orgasmo che la fece sussultare, gli concesse l'eiaculazione. Sonja estrasse
dall'ano di Jeff quell'arnese infernale e lo fece voltare. Povero ragazzo. Il
suo volto era stravolto dal dolore e dall'umiliazione e le lacrime scendevano
ormai copiose ma la donna non ebbe la minima pietà. Prese la testa del
giovane da dietro il collo e lo costrinse di nuovo a mettere in bocca il fallo

" Puliscilo tutto che poi debbo usarlo di nuovo" disse sorridendo
ironicamente. Per altri interminabili minuti, vidi Jeff pulire attentamente
con la lingua i rimasugli dei suoi stessi escrementi ma finalmente Sonja lo
interruppe. Era stremato e tremante e io mi ero completamente perso in quella
visione. Prima o poi sarebbe toccato a me e rabbrividii al pensiero. Non avrei
mai pensato di essere penetrato un giorno e quella sensazione mi faceva star
male. E dopo quello che Sonja mi aveva fatto, dovevo pure star molto attento
con i miei piani di fuga. Sicuramente, non avrei avuto un'altra chance e non
avevo proprio intenzione di finire di nuovo sotto le mani di quella donna che,
nel frattempo, scansò Jeff come se fosse un pacco invece di un essere umano e
rivolse le sue attenzioni a Liam. Potevo quasi percepire il suo terrore, un
timore innaturale che lo stava facendo tremare di fronte a lei. Mio Dio. A
questo erano ridotti i miei compagni di sventura? Sarei diventato anch'io come
loro? Il suo tremore intanto aumentava a dismisura. Avevo avuto modo di
scambiare qualche frase con lui quando facevamo le pulizie insieme e mi ero
accorto di una certa emotività superiore alla media. Comunque, dopo essersi tolta il fallo di gomma, Sonja lo fece stendere sul letto. Aveva il pene in posizione da riposo, malgrado la visione della donna fosse molto eccitante, con quel corpo in bella mostra. Sonja toccò il corpo di Liam quasi con delicatezza, per dargli modo di eccitarsi e quindi, appena il pene dell'uomo divenne turgido, si posò sopra di lui. Sembrava quasi un atto sessuale normale, malgrado i due non si baciassero, ma improvvisamente Sonja divenne più violenta

" Avanti, idiota. Fammi godere se non vuoi che ti ammazzi in questo stesso
istante" disse accompagnando quella frase ad una serie di ceffoni violenti che
ridussero in breve la faccia dell'uomo ad una poltiglia. Sonja sembrava
eccitatissima e spingeva il suo bacino come una forsennata. Credo che Liam
dovette far ricorso a tutta la sua immaginazione per non eiaculare sotto quei
colpi potenti ma anche Sonja sembrava non riuscire a godere come lei aveva
intenzione. Si tolse da sopra e compresi il motivo. Il pene di Liam aveva perso gran parte della sua turgidità. Ed era anche ovvio considerando la situazione psicologica e probabilmente a poco era servita la bellezza di Sonja per eccitare completamente quel poveretto.
Lo afferrò prendendolo da dietro il collo, lo sollevò e lo fece volare per la stanza mandandolo a sbattere contro il muro. Mio Dio che potenza! Non era possibile! Nessun essere umano poteva fare ciò che lei aveva appena fatto. L'uomo ricadde a terra violentemente, piangendo sommessamente ma, malgrado tutto, senza gravi conseguenze. Ma non era ancora finito per lui, poveretto. Sonja lo alzò di nuovo di peso

" Tu, misero verme. Sai cosa faccio a quelli come te? A quelli che non mi
soddisfano?" Liam sbiancò in volto. Aveva la faccia che definire terrorizzata
non rende bene l'idea. I suoi occhi erano vitrei e tutto il suo corpo tremava
senza sosta

" Le prometto che la prossima volta andrà meglio, padrona Sonja. La prego,
non mi uccida" Sonja rimase per qualche istante in quella posizione. Sembrava
che stesse pensando a cosa fare di quel poveretto e finalmente lo lasciò
andare. Liam ricadde a terra come un sacco di patate, accovacciandosi in
posizione fetale, sempre tremando come un bambino. Si volto di nuovo verso
Jeff

" Tu, vieni qua" gli ordino', Con una spinta lo fece stendere sul letto al
posto del suo compagno e si mise sopra di lui. Jeff era già abbastanza
eccitato e il contatto col corpo straordinariamente bello di Sonja lo
aiutarono ad avere un'erezione accettabile e in effetti, stavolta le cose
sembrarono migliorare per la donna. Dopo una decina di minuti abbondanti
infatti, riuscì ad avere un orgasmo. Jeff era riuscito a farla godere. Per
qualche minuto, Sonja parve accontentarsi. Si fece accendere una sigaretta dal
suo amante giornaliero e si sedette sul bordo del letto a fumare, dando ogni
tanto un'occhiata quasi schifata ai suoi schiavi. Ogni tanto si voltava anche
verso di me per vedere cosa stessi facendo ma non sembrava interessata più di
tanto, anche perché io mi tenevo alla larga dalla finestra ed ero
perfettamente immobile. Dopo aver terminato di fumare, si mise di nuovo il
fallo di gomma. Non aveva ancora terminato e stavolta fu Liam a dover essere
penetrato. Lo fece ancora in modo più violento, forse perché con lui non era
riuscita a godere appieno, tenendogli il collo col suo braccio dotato di forza
sovrumana e quando terminò ancora una volta sobbalzò per l'orgasmo e solo
allora mi resi conto che l'uomo non si muoveva più. Non aveva resistito al
dolore atroce o forse il braccio di Sonja lo aveva stretto in un abbraccio
mortale. La sua testa pendeva in modo innaturale e le braccia erano lungo il
corpo e se rimaneva in ginocchio sopra il letto era solo perche' Sonja lo
teneva ancora stretto per il collo e il suo fallo di gomma era ancora nel suo
ano. Inconsciamente e incoscientemente mi precipitai verso Liam ma la voce
della donna mi bloccò

" Non provare a toccarlo. L'idiota è solo svenuto. Un ragazzone grande e
grosso che non sopporta il dolore" mi disse ridendo. Non provai nemmeno ad
obiettare e mi fermai immediatamente. Sonja intanto, tolse finalmente il fallo
dall'ano di Liam e ordinò a Jeff di trascinare il poveretto fuori dalla sua
stanza, rimise il fallo di gomma nel cassetto dopo averlo fatto ripulire e poi
mi fece cenno di avvicinarmi a lei
“ Tu rimani qui” mi ordinò. Respirai profondamente. Ero felice per il
povero Liam che sembrava essersela cavata, ma adesso? Perché mi aveva fatto
rimanere con lei? La stranissima sensazione di trovarmi a tu per tu con un
essere che poteva disporre della mia vita nel modo in cui lei riteneva opportuno mi faceva fare dei respiri irregolari e nervosi. Forse mi ero giocato il bonus e mi avrebbe ucciso. La mia vita dipendeva esclusivamente dal suo umore.

Per commenti, scrivete a
davidmuscolo@tiscali.it
scritto il
2024-02-10
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