La gladiatrice Nono episodio
di
Davide Sebastiani
genere
dominazione
Sonja mi aveva ordinato di avvicinarmi al suo cospetto e naturalmente le obbedii. Appena giunto di fronte a lei, mi afferrò per il mento
" Adesso hai una vaga idea di cosa ti aspetterà quando ti chiamo?"
" Si signora" risposi semplicemente. Ero comunque felice. Quella domanda significava anche e soprattutto che non aveva intenzione di uccidermi. Almeno per il momento.
" Molto bene. Ora puoi andare" Chinai la testa con deferenza e poi mi avviai
verso l'uscita quando sentii di nuovo la voce della donna "Aspetta Jason.
Torna qui" Un brivido di paura percorse il mio corpo. Avevo forse fatto
qualcosa che non dovevo fare? Oppure non avevo fatto qualcosa che invece avrei
dovuto compiere? Tornai comunque di fronte a Sonja e stavolta non seppi
resistere. La guardai bene in volto, ammirando la sua bellezza, i suoi
lineamenti e poi andai giù a riempirmi gli occhi di quel corpo interamente
nudo che lei mostrava con compiacimento, consapevole della sua perfezione
" Ho fatto qualcosa, signora?" le chiesi comunque con quel brivido di paura
che ovviamente mi attanagliava. Lei mi guardò fisso. Uno sguardo strano che
non riuscii a decifrare
" Hai paura di me Jason?" mi domando' infine
" Certo signora. Come potrei non avere paura di lei?"
" Hai uno sguardo strano. In tanti anni ho imparato a riconoscere il terrore
negli occhi degli uomini e tu non hai la stessa paura che nutrono tutti nei
miei confronti"
" Io ... Io non so signora. Non so quello che provano gli altri, ma
sicuramente so che provo molta paura nei suoi confronti. Ha dimostrato che
puo' uccidermi quando e come vuole, non posso scappare, sono suo schiavo a
tutti gli effetti e quindi la paura è il minimo che posso provare per lei"
Sembrò soddisfatta della mia risposta e io continuai "Poi ovviamente ci sono
anche altre sensazioni ... " Stavolta Sonja mi guardò in modo interrogativo,
reclinando leggermente la sua testa di lato e aggrottando le sopracciglia
" Cosa intendi per altre sensazioni?"
" Beh, ammirazione, rispetto. Una donna con le sue qualità non può non
essere ammirata e rispettata, anche senza condividerne le azioni" Mi stavo
sciogliendo e le stavo dicendo esattamente cosa pensassi di lei, nella speranza che lei potesse accettare la mia sincerità e la vidi incuriosita
" Tu provi rispetto e ammirazione per me?"
" Si signora. E' una cosa un po' strana da spiegare. E' un miscuglio di
sensazioni dove c'è ovviamente anche la paura di sapere che la mia vita è
nelle sue mani, ma sicuramente c'è anche rispetto e ammirazione e poi ... "
" E poi?"
" Io non so se posso permettermi. Stamattina lei mi ha proibito di farle degli
stupidi complimenti"
" Ti eccito come donna? E' questo ciò che vuoi dirmi?"
" Io ... Si signora. Io la trovo molto bella. Il suo corpo è assolutamente
perfetto e credo che lei ecciterebbe qualunque uomo" Sonja rimase qualche
secondo in silenzio e io sospirai nervosamente in attesa di una sua reazione. Sperando che quella reazione non fosse violenta, ovviamente.
Lei intanto, si mise seduta di nuovo sul bordo del letto, accavallò le lunghe
gambe che guardai con ammirazione. Erano molto belle, prive di qualunque
imperfezione, definite ma femminili e mi sembrava impossibile che avessero
quella potenza che dimostravano. Alzò gli occhi, splendidamente azzurri, verso
di me che ero rimasto in piedi senza sapere cosa fare e si spostò con una
mano i capelli che erano scesi dinanzi agli occhi, sudati dopo quella lunga
sessione di sesso estremo
" Ti sbagli Jason. Non tutti gli uomini si eccitano con me. La paura che
incuto loro fa passare in secondo piano la mia bellezza e mi guardano non come
una donna ma come un essere che può ucciderli. Se hanno un'erezione è solo
perché sanno che in effetti, io li ucciderei se non l'avessero. Quando vado
con altri uomini invece, uomini che non hanno idea della mia forza e della mia
potenza, che non mi conoscono, allora vedo nei loro occhi il desiderio nei
miei confronti, quel desiderio che appaga la mia femminilità. Capisci cosa
voglio dire?"
" Si signora. Credo di aver capito. Posso permettermi di farle una domanda,
allora?"
" Si, ti do il permesso"
" Perché lo fa? Lei potrebbe avere qualunque uomo e non dovrebbe elemosinare
amore da uomini che non gradiscono di fare sesso con una donna della sua
bellezza"
" Perché? Perché è la mia natura, Jason. Tu non puoi capire ma io ho
bisogno di vedere il terrore negli uomini mentre faccio sesso con loro. Non
provo una particolare soddisfazione nel fare sesso normale. E avere sguardi
di ammirazione non mi compensa. So che tutti mi vedete bella ma provo più
piacere nell'essere temuta"
" Ci puo' essere uno e l'altro. Intendo dire che ci può essere paura verso di
lei e nello stesso tempo ammirazione per la donna, per la femmina"
" Come quello che provi te, ad esempio?"
" Si signora. Io almeno provo tutte e due le sensazioni" Sonja si alzò di
scatto dal letto mettendo il suo bel viso a ridosso del mio. Dio, quanto mi
piaceva. Era assurdo. Non poteva piacermi una donna del genere, un'assassina,
eppure non riuscivo ad essere insensibile al suo fascino. Mi prese di nuovo
per il mento
" Allora vediamo se dici la verità. Se dovessi scoprire che mi hai mentito,
io ti uccidero'" Non disse altro e la sua bocca cercò la mia. Mentre
assaporavo quel bacio così voluto fin dal primo momento che l'avevo vista,
Sonja mi aiutò a liberarmi dei miei indumenti. Il contatto con quella pelle
liscia, con quel corpo così potente, la visione di quel bel viso che sembrava
essersi addolcito in quel momento, mi fecero avere una potente erezione. Non
riuscivo a ricordarmi se avessi mai desiderato una donna così tanto in vita
mia. Mi fece mettere sotto di lei. Evidentemente, le piaceva stare sopra
all'uomo con il quale faceva sesso e devo dire che la posizione non mi
dispiaceva affatto. Mi fece toccare finalmente i suoi seni e rimasi
meravigliato per quanto fossero duri oltre ad essere belli. Era una delizia
leccarle i capezzoli e sentivo che anche lei fremeva di desiderio. Finalmente,
lei si fece penetrare. A volte il suo busto era eretto, perpendicolare al mio,
altre volte si chinava cercando la mia bocca e, in quel momento, sentivo la
sua straordinaria potenza. Mi prendeva i polsi e li stringeva, nell'enfasi
amatoria, per ribadire che era lei a detenere il potere, che era lei quella
più forte. Cercavo di sopportare quel dolore, reso infinitamente più
sopportabile dall'enorme piacere che provavo. La mia resistenza amatoria era
però ormai agli sgoccioli e la paura cominciava ad attanagliarmi. Se avessi
eiaculato prima che lei avesse provato un orgasmo, mi avrebbe ucciso? Cercai
di non pensare che sopra di me ci fosse una donna bellissima che avevo
desiderato fin dal primo momento e cercai di far viaggiare i miei pensieri
altrove, per ritardare il più possibile il momento dell'eiaculazione e fui
fortunato. Sonja sobbalzò sopra di me. L'ennesimo orgasmo di quella serata e
solo a quel punto le chiesi il permesso di poter venire. Me lo concesse
subito e io riuscii a godere in modo straordinario. Fare sesso con quella
donna era stato qualcosa di meraviglioso. Il mio orgasmo era stato sublime, ma
adesso quello che mi interessava sapere era se fossi riuscito ad
accontentarla. Ne andava della mia vita. Cercavo di capire tra le pieghe del
suo viso, dalla sua espressione che in quel momento sembrava completamente
assente, assorta forse nel pensiero di cosa fare di me. Non disse nulla per
alcuni interminabili secondi poi si tolse da sopra di me
" Vattene Jason. Per questa volta non ti ucciderò. Sparisci da questa stanza"
" Si signora. Subito" risposi afferrando i miei indumenti e uscendo dalla sua
stanza. Mi rivestii fuori dalla sua porta, rimuginando su quelle parole. Cosa
voleva intendere? L'avrei scoperto solo qualche giorno dopo.
Per commenti, scrivete a
davidmuscolo@tiscali.it
" Adesso hai una vaga idea di cosa ti aspetterà quando ti chiamo?"
" Si signora" risposi semplicemente. Ero comunque felice. Quella domanda significava anche e soprattutto che non aveva intenzione di uccidermi. Almeno per il momento.
" Molto bene. Ora puoi andare" Chinai la testa con deferenza e poi mi avviai
verso l'uscita quando sentii di nuovo la voce della donna "Aspetta Jason.
Torna qui" Un brivido di paura percorse il mio corpo. Avevo forse fatto
qualcosa che non dovevo fare? Oppure non avevo fatto qualcosa che invece avrei
dovuto compiere? Tornai comunque di fronte a Sonja e stavolta non seppi
resistere. La guardai bene in volto, ammirando la sua bellezza, i suoi
lineamenti e poi andai giù a riempirmi gli occhi di quel corpo interamente
nudo che lei mostrava con compiacimento, consapevole della sua perfezione
" Ho fatto qualcosa, signora?" le chiesi comunque con quel brivido di paura
che ovviamente mi attanagliava. Lei mi guardò fisso. Uno sguardo strano che
non riuscii a decifrare
" Hai paura di me Jason?" mi domando' infine
" Certo signora. Come potrei non avere paura di lei?"
" Hai uno sguardo strano. In tanti anni ho imparato a riconoscere il terrore
negli occhi degli uomini e tu non hai la stessa paura che nutrono tutti nei
miei confronti"
" Io ... Io non so signora. Non so quello che provano gli altri, ma
sicuramente so che provo molta paura nei suoi confronti. Ha dimostrato che
puo' uccidermi quando e come vuole, non posso scappare, sono suo schiavo a
tutti gli effetti e quindi la paura è il minimo che posso provare per lei"
Sembrò soddisfatta della mia risposta e io continuai "Poi ovviamente ci sono
anche altre sensazioni ... " Stavolta Sonja mi guardò in modo interrogativo,
reclinando leggermente la sua testa di lato e aggrottando le sopracciglia
" Cosa intendi per altre sensazioni?"
" Beh, ammirazione, rispetto. Una donna con le sue qualità non può non
essere ammirata e rispettata, anche senza condividerne le azioni" Mi stavo
sciogliendo e le stavo dicendo esattamente cosa pensassi di lei, nella speranza che lei potesse accettare la mia sincerità e la vidi incuriosita
" Tu provi rispetto e ammirazione per me?"
" Si signora. E' una cosa un po' strana da spiegare. E' un miscuglio di
sensazioni dove c'è ovviamente anche la paura di sapere che la mia vita è
nelle sue mani, ma sicuramente c'è anche rispetto e ammirazione e poi ... "
" E poi?"
" Io non so se posso permettermi. Stamattina lei mi ha proibito di farle degli
stupidi complimenti"
" Ti eccito come donna? E' questo ciò che vuoi dirmi?"
" Io ... Si signora. Io la trovo molto bella. Il suo corpo è assolutamente
perfetto e credo che lei ecciterebbe qualunque uomo" Sonja rimase qualche
secondo in silenzio e io sospirai nervosamente in attesa di una sua reazione. Sperando che quella reazione non fosse violenta, ovviamente.
Lei intanto, si mise seduta di nuovo sul bordo del letto, accavallò le lunghe
gambe che guardai con ammirazione. Erano molto belle, prive di qualunque
imperfezione, definite ma femminili e mi sembrava impossibile che avessero
quella potenza che dimostravano. Alzò gli occhi, splendidamente azzurri, verso
di me che ero rimasto in piedi senza sapere cosa fare e si spostò con una
mano i capelli che erano scesi dinanzi agli occhi, sudati dopo quella lunga
sessione di sesso estremo
" Ti sbagli Jason. Non tutti gli uomini si eccitano con me. La paura che
incuto loro fa passare in secondo piano la mia bellezza e mi guardano non come
una donna ma come un essere che può ucciderli. Se hanno un'erezione è solo
perché sanno che in effetti, io li ucciderei se non l'avessero. Quando vado
con altri uomini invece, uomini che non hanno idea della mia forza e della mia
potenza, che non mi conoscono, allora vedo nei loro occhi il desiderio nei
miei confronti, quel desiderio che appaga la mia femminilità. Capisci cosa
voglio dire?"
" Si signora. Credo di aver capito. Posso permettermi di farle una domanda,
allora?"
" Si, ti do il permesso"
" Perché lo fa? Lei potrebbe avere qualunque uomo e non dovrebbe elemosinare
amore da uomini che non gradiscono di fare sesso con una donna della sua
bellezza"
" Perché? Perché è la mia natura, Jason. Tu non puoi capire ma io ho
bisogno di vedere il terrore negli uomini mentre faccio sesso con loro. Non
provo una particolare soddisfazione nel fare sesso normale. E avere sguardi
di ammirazione non mi compensa. So che tutti mi vedete bella ma provo più
piacere nell'essere temuta"
" Ci puo' essere uno e l'altro. Intendo dire che ci può essere paura verso di
lei e nello stesso tempo ammirazione per la donna, per la femmina"
" Come quello che provi te, ad esempio?"
" Si signora. Io almeno provo tutte e due le sensazioni" Sonja si alzò di
scatto dal letto mettendo il suo bel viso a ridosso del mio. Dio, quanto mi
piaceva. Era assurdo. Non poteva piacermi una donna del genere, un'assassina,
eppure non riuscivo ad essere insensibile al suo fascino. Mi prese di nuovo
per il mento
" Allora vediamo se dici la verità. Se dovessi scoprire che mi hai mentito,
io ti uccidero'" Non disse altro e la sua bocca cercò la mia. Mentre
assaporavo quel bacio così voluto fin dal primo momento che l'avevo vista,
Sonja mi aiutò a liberarmi dei miei indumenti. Il contatto con quella pelle
liscia, con quel corpo così potente, la visione di quel bel viso che sembrava
essersi addolcito in quel momento, mi fecero avere una potente erezione. Non
riuscivo a ricordarmi se avessi mai desiderato una donna così tanto in vita
mia. Mi fece mettere sotto di lei. Evidentemente, le piaceva stare sopra
all'uomo con il quale faceva sesso e devo dire che la posizione non mi
dispiaceva affatto. Mi fece toccare finalmente i suoi seni e rimasi
meravigliato per quanto fossero duri oltre ad essere belli. Era una delizia
leccarle i capezzoli e sentivo che anche lei fremeva di desiderio. Finalmente,
lei si fece penetrare. A volte il suo busto era eretto, perpendicolare al mio,
altre volte si chinava cercando la mia bocca e, in quel momento, sentivo la
sua straordinaria potenza. Mi prendeva i polsi e li stringeva, nell'enfasi
amatoria, per ribadire che era lei a detenere il potere, che era lei quella
più forte. Cercavo di sopportare quel dolore, reso infinitamente più
sopportabile dall'enorme piacere che provavo. La mia resistenza amatoria era
però ormai agli sgoccioli e la paura cominciava ad attanagliarmi. Se avessi
eiaculato prima che lei avesse provato un orgasmo, mi avrebbe ucciso? Cercai
di non pensare che sopra di me ci fosse una donna bellissima che avevo
desiderato fin dal primo momento e cercai di far viaggiare i miei pensieri
altrove, per ritardare il più possibile il momento dell'eiaculazione e fui
fortunato. Sonja sobbalzò sopra di me. L'ennesimo orgasmo di quella serata e
solo a quel punto le chiesi il permesso di poter venire. Me lo concesse
subito e io riuscii a godere in modo straordinario. Fare sesso con quella
donna era stato qualcosa di meraviglioso. Il mio orgasmo era stato sublime, ma
adesso quello che mi interessava sapere era se fossi riuscito ad
accontentarla. Ne andava della mia vita. Cercavo di capire tra le pieghe del
suo viso, dalla sua espressione che in quel momento sembrava completamente
assente, assorta forse nel pensiero di cosa fare di me. Non disse nulla per
alcuni interminabili secondi poi si tolse da sopra di me
" Vattene Jason. Per questa volta non ti ucciderò. Sparisci da questa stanza"
" Si signora. Subito" risposi afferrando i miei indumenti e uscendo dalla sua
stanza. Mi rivestii fuori dalla sua porta, rimuginando su quelle parole. Cosa
voleva intendere? L'avrei scoperto solo qualche giorno dopo.
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