I racconti di Angelica. - Frank -
di
AngelicaBella
genere
prime esperienze
9. Frank
Da quando Ginevra e le altre aspettano un figlio, l’anarchia regna in casa. Con l’arrivo dei miei nipoti ho deciso di rimette in ordine le cose. Adesso sono qui in salotto, seduto sulla mia poltrona. Accanto a me Ginevra e Carmen ed in piedi tuti gli altri.
Mi alzo. Mi avvicino ad ognuno di loro guardandoli con severità. Caterina, Paolo, Maria e Janira abbassano lo sguardo piegando leggermente il capo. Zizi e Pedro inconsapevoli delle regole della casa tengono alto il volto guardandomi negli occhi.
Con un ceffone colpisco il viso del giovane, che compreso l’errore abbassa lo sguardo come gli altri. La sorella lo imita senza che io debba aggiungere altro.
Invito Carmen a ripetere le regole. Carmen si alza e con voce ferma ma dolce ripete cosa si può e cosa non si può fare nella casa senza il permesso del padrone o della padrona. Caterina si inginocchia piegando il busto in avanti fino a toccare il pavimento con la fronte. “ chiedo perdono Padrone, chiedo perdono Padrona” mormora a voce bassa ma udibile da tutti.
Paolo la imita. Anche Maria e Janira si inginocchiano ma la pancia impedisce loro di piegarsi troppo in avanti. Tengono la testa bassa e ripetono la formula. I due nuovi arrivati comprendono che è arrivato il loro momento e imitando gli altri si prostrano ai nostri piedi chiedendo perdono.
“Bene” dice Carmen, che continua “ riguardo al sesso, resta la regola che Maria e Janira non possono essere scopate, mentre io e Caterina soddisferemo i desideri del Padrone. Riguardo a Paolo e a Pedro deciderà il padrone di volta in volta”. A sentire chiamare il suo nome il giovane Pedro ha un sussulto. Capisco che non ha mai fatto sesso da come arrossisce. Sorrido e già immagino Caterina o Carmen togliergli la verginità.
Carmen poi si rivolge a Zizi: “ e tu Zizi sei ancora vergine ?” La ragazza al contrario del fratello non arrossisce e si limita ad assentire con il viso. “Bene” risponde Carmen che aggiunge “sarà il padrone a decidere quando dovrai perdere la verginità e voglio sperare che sia lui a farti questo regalo”. Carmen mi guarda in volto. Sa che desidero prendere quella ragazza, mi conosce bene. Io guardo Ginevra che mi sorride complice. Zizi adesso è diventata rossa in volto. “Mi auguro che il mio padrone prenda la mia verginità” dice.
A quelle parole il mio uccello già in tiro per tutta la situazione ha un fremito di piacere. Decido che la prenderò subito e davanti a tutti.
Chiedo a Carmen di avvicinarsi, e le sussurro all’orecchio il mio desiderio. Lei sorride.
“Il padrone” dice “ha deciso che prenderà la tua verginità ora”. E ordina a Caterina e Maria di aiutare la ragazza a spogliarsi.
Zizi ora è nuda davanti a tutti. I suoi seni giovani ma grossi e sodi sono tesi sul petto e i suoi capezzoli sono già turgidi. Il suo pube è depilato eccetto per una piccola striscia di pelo nero. La sua pelle ambrata e lucida sembra seta.
Caterina e Carmen mi tolgono l’accappatoio e sotto sono nudo con l’uccello già duro. Maria, nel frattempo, è andata in cucina a prendere una ciotola con dell’olio d’oliva e quando torna lo porge a Carmen e Caterina. La prima si preoccupa di ungere il mio cazzo, mentre Caterina si occupa della piccola figa della ragazza. Al solo sfiorare del clitoride e delle grandi labbra la ragazza geme di piacere. Dopo di ciò la fanno sdraiare supina sul tavolo della sala e le allargano le gambe. Io mi avvicino e appoggio leggermente la punta del mio cazzo sul suo clitoride e con una mano inizio a girarlo sempre più intensamente. Poi faccio lo stesso con la sua figa. Senza entrare struscio la mia cappella su e giù dal clitoride all’anno e in pochi secondi la figa della ragazza è bagnata. Appoggio la cappella all’ingresso del suo sesso e lentamente entro dentro di lei. Lei inarca la schiena e lancia un piccolo urlo di dolore, segno che sono arrivato all’imene e che lo sto rompendo. Spingo ancora un po' e sento la punta del mio cazzo forzare la fessura, romperla e passare dall’altra parte. Mi tiro indietro facendo uscire il mio uccello sporco di sangue. Guardo il volto di mia nipote Zizi e leggo il desiderio nei suoi occhi. Infilo di nuovo il mio cazzo dentro di lei e stavolta vado fino in fondo. Geme per il piacere e questo mi eccita e sento l’uccello diventare più duro. Sento le pareti della sua piccola figa avvolgerlo. È bagnata fradicia. Accelero e le provoco il primo orgasmo. Continuo avanti e indietro sempre più veloce ed infine spingo fino in fondo e vengo. Con il mio ultimo affondo il suo secondo orgasmo. Lei urla dal piacere e chiede ancora. Io esco ed in attesa che il mio uccello si riprenda cedo il mio posto a Paolo. La piccola figa di Zizi non oppone resistenza ed il suo cazzo più grosso del mio, entra con facilità. La ragazza viene ancora e nel farlo non riesce a trattenere lo stimolo della vescica e si piscia addosso. Il getto colpisce il petto di Paolo che eccitato spinge in fondo il suo cazzo e sputa dentro di lei un fiume di sborra. Ora Zizi è stremata e non credo sia in condizione di prendere ancora un altro cazzo. Rinuncio ad un nuovo assalto e lascio che Caterina le lecchi la figa raccogliendo in bocca il nostro sperma ed i suoi umori. La ragazza nonostante sia esausta ed appagata ha ancora un orgasmo e nel momento più alto del piacere lancia un urlo disumano.
Adesso è inerte sul tavolo, come svenuta. Carmen la schiaffeggia e lei rinviene e sorride agli altri che le sono intorno.
“Dobbiamo festeggiare” dice Carmen. Caterina e Maria aiutano la ragazza a scendere dal tavolo e l’accompagnano in camera sua. Io sono rimasto con l’uccello in tiro e senza che dica una parola Carmen si inginocchia e comincia a leccarmi e succhiarmi. La sua lingua esperta mi fa raggiungere l’orgasmo in breve tempo e lei ingoia tutto il mio sperma senza sprecarne una goccia.
Continua
Da quando Ginevra e le altre aspettano un figlio, l’anarchia regna in casa. Con l’arrivo dei miei nipoti ho deciso di rimette in ordine le cose. Adesso sono qui in salotto, seduto sulla mia poltrona. Accanto a me Ginevra e Carmen ed in piedi tuti gli altri.
Mi alzo. Mi avvicino ad ognuno di loro guardandoli con severità. Caterina, Paolo, Maria e Janira abbassano lo sguardo piegando leggermente il capo. Zizi e Pedro inconsapevoli delle regole della casa tengono alto il volto guardandomi negli occhi.
Con un ceffone colpisco il viso del giovane, che compreso l’errore abbassa lo sguardo come gli altri. La sorella lo imita senza che io debba aggiungere altro.
Invito Carmen a ripetere le regole. Carmen si alza e con voce ferma ma dolce ripete cosa si può e cosa non si può fare nella casa senza il permesso del padrone o della padrona. Caterina si inginocchia piegando il busto in avanti fino a toccare il pavimento con la fronte. “ chiedo perdono Padrone, chiedo perdono Padrona” mormora a voce bassa ma udibile da tutti.
Paolo la imita. Anche Maria e Janira si inginocchiano ma la pancia impedisce loro di piegarsi troppo in avanti. Tengono la testa bassa e ripetono la formula. I due nuovi arrivati comprendono che è arrivato il loro momento e imitando gli altri si prostrano ai nostri piedi chiedendo perdono.
“Bene” dice Carmen, che continua “ riguardo al sesso, resta la regola che Maria e Janira non possono essere scopate, mentre io e Caterina soddisferemo i desideri del Padrone. Riguardo a Paolo e a Pedro deciderà il padrone di volta in volta”. A sentire chiamare il suo nome il giovane Pedro ha un sussulto. Capisco che non ha mai fatto sesso da come arrossisce. Sorrido e già immagino Caterina o Carmen togliergli la verginità.
Carmen poi si rivolge a Zizi: “ e tu Zizi sei ancora vergine ?” La ragazza al contrario del fratello non arrossisce e si limita ad assentire con il viso. “Bene” risponde Carmen che aggiunge “sarà il padrone a decidere quando dovrai perdere la verginità e voglio sperare che sia lui a farti questo regalo”. Carmen mi guarda in volto. Sa che desidero prendere quella ragazza, mi conosce bene. Io guardo Ginevra che mi sorride complice. Zizi adesso è diventata rossa in volto. “Mi auguro che il mio padrone prenda la mia verginità” dice.
A quelle parole il mio uccello già in tiro per tutta la situazione ha un fremito di piacere. Decido che la prenderò subito e davanti a tutti.
Chiedo a Carmen di avvicinarsi, e le sussurro all’orecchio il mio desiderio. Lei sorride.
“Il padrone” dice “ha deciso che prenderà la tua verginità ora”. E ordina a Caterina e Maria di aiutare la ragazza a spogliarsi.
Zizi ora è nuda davanti a tutti. I suoi seni giovani ma grossi e sodi sono tesi sul petto e i suoi capezzoli sono già turgidi. Il suo pube è depilato eccetto per una piccola striscia di pelo nero. La sua pelle ambrata e lucida sembra seta.
Caterina e Carmen mi tolgono l’accappatoio e sotto sono nudo con l’uccello già duro. Maria, nel frattempo, è andata in cucina a prendere una ciotola con dell’olio d’oliva e quando torna lo porge a Carmen e Caterina. La prima si preoccupa di ungere il mio cazzo, mentre Caterina si occupa della piccola figa della ragazza. Al solo sfiorare del clitoride e delle grandi labbra la ragazza geme di piacere. Dopo di ciò la fanno sdraiare supina sul tavolo della sala e le allargano le gambe. Io mi avvicino e appoggio leggermente la punta del mio cazzo sul suo clitoride e con una mano inizio a girarlo sempre più intensamente. Poi faccio lo stesso con la sua figa. Senza entrare struscio la mia cappella su e giù dal clitoride all’anno e in pochi secondi la figa della ragazza è bagnata. Appoggio la cappella all’ingresso del suo sesso e lentamente entro dentro di lei. Lei inarca la schiena e lancia un piccolo urlo di dolore, segno che sono arrivato all’imene e che lo sto rompendo. Spingo ancora un po' e sento la punta del mio cazzo forzare la fessura, romperla e passare dall’altra parte. Mi tiro indietro facendo uscire il mio uccello sporco di sangue. Guardo il volto di mia nipote Zizi e leggo il desiderio nei suoi occhi. Infilo di nuovo il mio cazzo dentro di lei e stavolta vado fino in fondo. Geme per il piacere e questo mi eccita e sento l’uccello diventare più duro. Sento le pareti della sua piccola figa avvolgerlo. È bagnata fradicia. Accelero e le provoco il primo orgasmo. Continuo avanti e indietro sempre più veloce ed infine spingo fino in fondo e vengo. Con il mio ultimo affondo il suo secondo orgasmo. Lei urla dal piacere e chiede ancora. Io esco ed in attesa che il mio uccello si riprenda cedo il mio posto a Paolo. La piccola figa di Zizi non oppone resistenza ed il suo cazzo più grosso del mio, entra con facilità. La ragazza viene ancora e nel farlo non riesce a trattenere lo stimolo della vescica e si piscia addosso. Il getto colpisce il petto di Paolo che eccitato spinge in fondo il suo cazzo e sputa dentro di lei un fiume di sborra. Ora Zizi è stremata e non credo sia in condizione di prendere ancora un altro cazzo. Rinuncio ad un nuovo assalto e lascio che Caterina le lecchi la figa raccogliendo in bocca il nostro sperma ed i suoi umori. La ragazza nonostante sia esausta ed appagata ha ancora un orgasmo e nel momento più alto del piacere lancia un urlo disumano.
Adesso è inerte sul tavolo, come svenuta. Carmen la schiaffeggia e lei rinviene e sorride agli altri che le sono intorno.
“Dobbiamo festeggiare” dice Carmen. Caterina e Maria aiutano la ragazza a scendere dal tavolo e l’accompagnano in camera sua. Io sono rimasto con l’uccello in tiro e senza che dica una parola Carmen si inginocchia e comincia a leccarmi e succhiarmi. La sua lingua esperta mi fa raggiungere l’orgasmo in breve tempo e lei ingoia tutto il mio sperma senza sprecarne una goccia.
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