Deve andare a modo mio...!

di
genere
incesti

Mi assicurai di fare più silenzio possibile, mentre camminavo a piedi nudi dalla camera da letto mia e di mio marito Pietro verso quella del mio figliastro Vic. Erano ormai le due del mattino, e dopo lunghe, titubanti settimane avevo finalmente trovato il coraggio di spingermi fino in fondo. Mi ero spogliata della camicia da notte in favore di una vestaglia di seta, che ora era l'unica cosa che copriva il mio corpo. Avevo passato le ultime ore a sditalinarmi silenziosamente in attesa di quel momento, mentre mio marito dormiva accanto a me. Ero così sopraffatta dalla lussuria che dubitavo che questa volta qualcosa potesse farmi cambiare idea. Il calore che provavo tra le gambe doveva essere soddisfatto… e non sarebbe stato Pietro a farlo!
Quando raggiunsi la porta della camera del mio figliastro, feci un ultimo respiro profondo prima di afferrare la maniglia e girarla silenziosamente. Spinsi lentamente la porta, avendo fatto in modo da lubrificare i cardini della porta durante la giornata, in modo da poter fare tutto senza il minimo rumore. Dopo essere entrata, mi chiusi la porta alle spalle con la stessa silenziosa calma con cui l'avevo aperta.
Era buio. Vic dormiva profondamente, la sua nudità era coperta solo da un lenzuolo… perfetto! Era tutto buio, o quasi… solo la luce tenue della luna dalla finestra e il bagliore verde dei numeri luminescenti della sua radiosveglia illuminava la stanza.
Una cintura di seta mi legava l'accappatoio alla vita, ma non avevo intenzione di usarla; il mio figliastro è un ragazzo atletico e muscoloso, il ché rendeva la stoffa inadatta al compito. Per quello avevo comprato da un sexy shop delle manette in cuoio da S/M, molto resistenti, appositamente per quell'occasione, ed avevo con me anche un rotolo di nastro adesivo da pacchi. Il pensiero che mi venne in mente, che era quasi come se mi preparassi a rapire il mio figliastro, mi fece ridere… ma non era affatto quello che avevo in mente. Sentivo i succhi caldi della mia fica colarmi lungo le cosce, mentre consideravo il vero scopo di questa intrusione.

Immobilizzarlo sarebbe stato relativamente facile. Sapevo che il figlio di mio marito aveva il sonno pesante (da quello che lui mi raccontava, da piccolo era quasi impossibile svegliarlo la mattina), e naturalmente dormiva sdraiato sulla schiena per la maggior parte del tempo, così come stanotte, quindi non avevo bisogno di riposizionarlo più di tanto. Tuttavia, il cuore mi batteva così forte nel petto che pensavo che il suo solo pulsare sordo sarebbe stato sufficiente a svegliare un ragazzo normale… e inoltre avevo anche bisogno di muovergli le braccia e le gambe! Fui grata del fatto che dormisse nudo, almeno questo mi risparmiava la fatica di spogliarlo.
Mi chinai e raccolsi le manette di cuoio da dove le avevo opportunamente nascoste in precedenza, sotto il letto di Vic, quindi mi rialzai e allungai la mano verso il suo braccio destro, cercando di controllare il mio respiro. Delicata come può esserlo il tocco di una madre, gli presi il polso, spostandolo verso la testiera del letto. Temevo che il mio nervosismo mi avrebbe tradita, ma lui non sembrò accorgersi dell'invasione, nemmeno inconsciamente. Il resto sarebbe stato facile: gli legai silenziosamente il bracciolo in cuoio intorno al polso, assicurandomi che fosse sufficientemente stretto da non permettergli di tirarsi fuori quando si sarebbe svegliato… e si sarebbe svegliato eccome, quindi era importante per me assicurarmi che, quando l'avesse fatto, la situazione non sfuggisse al mio controllo. Essere la nuova moglie di suo padre mi offriva un certo livello di autorità, ma non abbastanza da fargli dare immediatamente il consenso a farsi scopare da me.
Con la prima manetta fissata al polso destro, ne legai silenziosamente un'altra alla testiera del letto. I miei occhi scorsero il suo corpo e mi presi un momento per assimilare quello che stavo facendo. Costringere il mio figliastro ad un rapporto con la sua nuova madre… una cosa così tabù, soprattutto considerando che, col fisico che mi ritrovavo, avrei potuto avere pressoché chiunque volessi. Il suo torso era esposto, tutti quei muscoli solitamente tesi ora rilassati, il suo petto che si alzava e si abbassava lentamente… che bello, il mio nuovo figlio, e che gran figo! Lasciai cadere lo sguardo sull'enorme rigonfiamento sotto il lenzuolo, e un'altra calda ondata di desiderio si diffuse nel mio corpo a partire dal pube… dovevo averlo, che fosse il mio figliastro o meno. Anche se rilassato, era uno spettacolo da vedere… sin da quando, qualche mese dopo aver sposato suo padre, avevo spalancato la porta per svegliarlo e glielo avevo visto duro, avevo immaginato innumerevoli volte di averlo dentro di me… ed era finalmente giunto il momento per me di realizzare quel sogno. Il mio respiro diventava più regolare man mano che acquistavo fiducia, e all'improvviso fui impaziente di legargli l'altra mano. Camminai senza far rumore fino all'altro lato del letto, ripetendo il processo con la mano sinistra con la stessa delicatezza con cui avevo fatto con la destra. Ancora una volta non si agitò affatto, il ritmo del suo respiro non era nemmeno cambiato.
Ero ormai sicura che, se anche si fosse svegliato ora, sarei comunque riuscita ad avere ciò per cui ero lì, ma non volevo che urlasse e svegliasse suo padre, così mantenni la mia discrezione spostandomi ai piedi del letto. Le sue gambe erano leggermente divaricate, e i miei nervi si tesero di nuovo quando sollevai il lenzuolo abbastanza da esporle, temendo che l'aria fresca lo facesse agitare e lui si rendesse conto che le sue braccia erano legate al letto. Non accadde, e con calma presi una caviglia con le mani, poi l'altra, legandole, piano ma con cura, ciascuna a un angolo inferiore della struttura del letto, in modo da lasciarle leggermente distanziate, con le manette allentate abbastanza da consentirgli una leggera possibilità di movimento, ma non tanto da permettergli di tirare le ginocchia verso il petto, impedendo i miei piani su di lui.

Lo guardai dall'alto in basso, con un sorrisetto sulle mie labbra morbide, mentre slacciavo il nodo della cintura legata intorno alla vita. La mia vestaglia si aprì mentre la toglievo. Mi vedevo nel grande specchio dietro il letto del mio figliastro, il mio corpo nudo illuminato da un tenue bagliore verde… in quella luce sembravo pallida, i miei lunghi capelli biondo platino quasi bianchi, il colore dei capezzoli appena distinguibile dal resto della pelle. Trattenni il sorriso mentre mi guardavo; ero orgogliosa di quanto fossi in forma. Seno grande, curve morbide, ventre per lo più piatto, fianchi stretti, gambe lunghe. Notai che il mio interno coscia luccicava nella luce verde sotto la mia figa nuda (che avevo depilato per l'occasione).
Era quasi ora. Con un ultimo sguardo al mio figliastro, per assicurarmi che fosse completamente inerme, mi spostai di nuovo alla testa del letto alla sua sinistra, prendendo il rotolo di nastro adesivo dalla tasca della mia vestaglia prima di lasciarlo cadere a terra dietro di me. Mi chinai spostando il rotolo proprio sul suo viso… questo lo avrebbe svegliato. Il cuore mi martellava in gola… era ora o mai più!

Rapidamente tirai dal rotolo un lungo pezzo di nastro adesivo, e quel forte suono di strappo riempì momentaneamente la stanza. Gli occhi di Vic si spalancarono a quel rumore proprio nell'istante in cui glielo poggiai sulla sua bocca, avvolgendolo fino alla nuca, e nello stesso istante lo strappai dal rotolo. Avevo fatto pratica diverse volte, su un melone, nel corso dei giorni precedenti.
"Mmmmggghh!" fu tutto ciò che il mio figliastro riuscì a dire mentre mi fissava con occhi spalancati dal terrore, al ché io mi limitai a sorridere. Mi chinai su di lui, con le tette che gli premevano sulla spalla, e gli sussurrai all'orecchio in modo seducente.
"Ssssshh… non preoccuparti, la tua nuova mamma non ti farà del male! Fai il bravo…".
Quando mi rialzai, lui mi guardò con gli stessi occhi spalancati, il suo respiro era accelerato dal panico. Non potei fare a meno di ridacchiare dolcemente. Mi abbassai e presi in mano un lembo del suo lenzuolo, tirandolo via per esporlo completamente.
Lui borbottò con aria di sfida sotto il nastro adesivo, mentre assisteva a tutto ciò. Il suo cazzo era ancora molle, ma non mi offesi. Se il mio figliastro fosse stato così perverso come lo ero io, questo non sarebbe stato necessario. Avrei comunque fatto in modo da farglielo indurire.
"Mmmm… sei proprio un gran bel ragazzo, Vic. Non vedo l'ora di averti dentro…" gli sussurrai, al ché gli occhi di Vic si spalancarono ancora di più, con un sussulto soffocato.
Mi spostai di nuovo ai piedi del letto, dondolando i fianchi in modo sexy ad ogni passo, trascinando la punta delle dita sul suo corpo nudo mentre camminavo, poi mi voltai verso di lui. La sua espressione non cambiò mai, ma ora vidi la sua pelle accapponarsi nel bagliore verde elettrico. Strisciai lentamente sul letto sopra di lui, tenendo i miei occhi nei suoi occhi spalancati mentre abbassavo il petto verso di lui. Mi chiesi se avesse finalmente capito perché avevo insistito con suo padre per comprargli un letto così grande. I miei capezzoli strusciarono contro le sue gambe mentre mi muovevo verso il suo petto, mandando scosse formicolanti nel mio corpo, poi mi misi a sedere e lo guardai. Ero seduta sulle sue gambe, poco più giù del suo bacino, con le ginocchia piegate ai suoi lati, il mio sedere morbido appoggiato sui suoi quadricipiti alti, il mio interno cosce umido e scivoloso contro le sue gambe esterne. Il suo pene era a una decina di centimetri dalla mia apertura umida e aperta.
"Stanotte tu sarai il mio giocattolo, tesoro!…" dissi dolcemente mentre prendevo il suo cazzo morbido tra le mani, manipolando delicatamente la spessa asta. Lui gemette a malincuore,stringendo gli occhi nel chiaro tentativo di resistere alla sensazione, anche se no, non ci riusciva, perché il suo pene cominciava a indurirsi lentamente sotto il mio tocco. "Oooh… ti piace quando la mamma ti tocca così, eh?" gli sussurrai dolcemente. Lui scosse rapidamente la testa per negare, con gli occhi ancora ben chiusi. "Uh-uh… qualcuno qui sembra non essere d'accordo…", risposi, muovendo il pollice in delicati cerchi intorno alla cappella del suo membro semi-eretto, "…vediamo lui cosa ne pensa della lingua della mamma, che ne dici?" chiesi in modo maligno, al che lui negò con la testa ancora più rapidamente.

Mi spostai all'indietro, con le cosce inzuppate che strusciavano contro le gambe del mio figliastro, e mi chinai sul suo cazzo. Gli appoggiai delicatamente la guancia contro, spostando la mano verso il basso per stringergli le palle, e feci scorrere lentamente la lingua dalla base fino alla punta, al ché lui sussultò di nuovo e poi emise un mugolìo soffocato. Nonostante il suo disaccordo, il suo cazzo era ormai quasi completamente duro.
"Oh, mio povero cucciolo… presto le cose andranno a modo mio, non preoccuparti…" dissi dolcemente, parlando contro la cappella del suo uccello come al microfono, mentre intanto alzavo lo sguardo verso i suoi occhi ora nuovamente spalancati. Forse aveva cercato di tirare indietro i fianchi, ma non potevo dirlo per quanto bene lo avevo legato, e, senza che i miei occhi lasciassero i suoi, abbassai la testa, lasciando che le mie labbra si aprissero naturalmente attorno alla forma del suo pene. Vic gemeva mentre aspiravo il suo cazzo nella mia bocca, le mie guance si incavavano mentre alzavo di nuovo la testa. Feci seguire alle mie labbra una mano, che scivolò facilmente sul suo cazzo ricoperto dalla mia saliva. L'altra mano era impegnata tra le mie gambe a lavorarmi il clitoride mentre succhiavo il cazzo del mio figliastro. Mantenevo i miei occhi nei suoi per tutto il tempo, mentre la mia testa oscillava su e giù, e la mia mano mi tormentava la fica.
"Mmmmmm…" gemetti col suo cazzo in bocca, osservando mentre chiudeva di nuovo gli occhi con forza, sapendo che quello era il mio segnale. Lavorando il mio clitoride come se avessi un vibratore, scesi sul suo cazzo quasi fino alla base, doveva essere lungo di sicuro più di 20 centimetri. La sua asta dura affondava nella mia gola mentre ingoiavo ripetutamente, e il mio esofago si contraeva attorno alla sua cappella senza pietà.
Emisi un gemito gorgogliato mentre il mio figliastro mi esplodeva in gola un fiotto dopo l'altro di sperma caldo, che si riversava nella mia bocca mentre mi tiravo indietro. In quell'istante quasi urlai, mentre schizzavo il mio orgasmo su tutta la mano, e tutto il mio corpo si contorceva per l'estasi mentre sollevavo la bocca spalancata dalla solida verga del figlio di mio marito, il suo sperma che mi colava dall'angolo della bocca lungo il mento, un filo viscoso che penzolava tra le mie labbra e il suo pene.

Aprii gli occhi lentamente e cercai di regolarizzare il respiro, guardando il mio figliastro che mi osservava con uno sguardo abbattuto… sembrava che gli lacrimassero gli occhi. Gli sorrisi, con la sua sborra ancora appiccicata al mento.
"Direi che hai… hmmm… sborrato presto, piccolo. Non è così?" chiesi, leccandomi le labbra e pulendomi il mento col dorso della mano. Scosse la testa, i suoi occhi sembravano stanchi e il suo pene stava ricominciando ad afflosciarsi. "Beh… forse hai solo bisogno di entrare un po' più in confidenza con la tua nuova mamma", dissi cupamente, alzando la mano ricoperta dei miei umori verso il suo viso e sfiorandogli delicatamente la guancia, nonostante il suo tentativo di sottrarsi alla mia carezza. "So cosa fare… e ti piacerà molto di più del nastro adesivo", dissi con un sorriso. "Inoltre, ti farà tornare bello duro in un attimo".

Detto questo, mi sollevai, mi girai e mi riposizionai in modo da essere rivolta verso i suoi piedi, poi mi misi a quattro zampe e lo guardai in viso attraverso i miei seni penzolanti; i suoi occhi erano di nuovo spalancati mentre iniziavo a strisciare all'indietro fino a quando la mia figa bagnata e gocciolante si ritrovò a pochi centimetri dalla sua faccia.
"Lo vedi come mi fai bagnare?" gli dissi dolcemente, guardandolo fissare il mio buco fradicio. Le mie labbra inferiori erano leggermente divaricate a causa della mia posizione, umide e luccicanti per essere appena venuta. Il liquido caldo gli colava sul naso e sul nastro che gli copriva la bocca. Guardai in basso, poi guardai il suo cazzo, che era perfettamente posizionato davanti ai miei occhi. Ero sicuro che stesse ricominciando a diventare duro, e sorrisi impudicamente.
Mi abbassai su una spalla in modo da poter raggiungere la sua bocca con la mano destra, osservando il suo cazzo di lato. Afferrai un'estremità del nastro e lo strattonai delicatamente; lui non oppose resistenza, ma sapevo che non avrebbe comunque approvato quello che stava accadendo, quindi avevo ancora del lavoro da fare.
"Farai come ti dico, figliolo, e godrai di questo prima che la notte finisca… più di quanto tu abbia già fatto", dissi sorridendo mentre gli toglievo il nastro dalla bocca.
"Cristo, mamma, ma che… mmmph…" fu tutto ciò che riuscì a mormorare mentre abbassavo la mia vagina sul suo viso. Il fatto che mi chiamasse «mamma», come se fosse effettivamente stato figlio mio, mi rendeva la cosa ancora più peccaminosa.
"Oooohh…" gemetti mentre sentivo le labbra della mia figa allargarsi ai lati della sua bocca. Lui tenne le labbra ben chiuse, rifiutandosi chiaramente di svolgere l'incarico che gli stavo dando. "Vic, tu leccherai la figa della tua nuova mamma, e lo farai nel miglior modo possibile. Prima inizierai, prima ti lascerò respirare", ordinai mentre mi mettevo a sedere, dondolando il mio culo sulla sua faccia tanto da seppellire il suo naso tra le mie chiappe, togliendogli sicuramente l'aria.
"Mmmmgh!", ringhiò forte nella mia fica.
"Ooooh, che bella sensazione… usa la lingua, tesoro…" risposi peccaminosamente, e lui finalmente mi accontentò.

Sospirai di piacere mentre la sua lingua calda mi penetrava, chinandomi di nuovo in avanti per permettergli di respirare mentre si occupava di me.
"Così va molto meglio, piccolo… continua…" dissi, mentre i miei succhi gli colavano sulle guance e la sua lingua esplorava in profondità il buco davanti alla sua bocca.
Abbassai la testa abbastanza da far appoggiare il suo cazzo, ancora una volta duro come una roccia, sulle mie labbra.
"Lecca il clitoride della mamma, tesoro…" sospirai, mentre strusciavo la mia fica contro il suo viso, "…oooh… dai… sì, così…" gemetti mentre lui si adeguava, poi spinsi la testa in avanti, prendendo di nuovo il suo cazzo in profondità nella mia bocca. Gemeva contro la mia fica mentre gli succhiavo di nuovo il cazzo… era una sensazione incredibile; ogni volta che il suo cazzo si contraeva smettevo di succhiare, per evitare che sborrasse.
Andammo avanti così per un po'… finché gli spruzzai un altro orgasmo sul viso e nella bocca.

Dopo il mio secondo orgasmo lasciai uscire il suo cazzo dalla mia bocca e sorrisi beata mentre sollevavo la mia vagina dalle sue labbra, guardandolo dall'alto. Il suo cuscino era inzuppato su entrambi i lati della testa, e il suo viso era fradicio degli umori della sua matrigna. Fili appiccicosi di liquido penzolavano tra la mia figa, la sua bocca e il suo mento. Respirava forte, a bocca aperta.
"Sei stato molto, molto bravo, Vic! Avrei voluto assaggiare un altro po' della sborra del mio cucciolotto, ma volevo che la conservassi… per la mia figa".
"C-cosa…?!" disse. Poi, debolmente, chiaramente sconfitto, aggiunse: "No! Non puoi… è sbagliato…".
"Non posso, eh…?" dissi con affetto, allungando la mano e afferrando la sua verga dura e lucida, accarezzandola delicatamente. "Non mi sembra che tu la pensi davvero così, figlio mio".
"Io… non posso farci niente, reagisce da solo quando fai quelle cose".
"Beh, il corpo non mente mai, tesoro mio!", dissi con un tono di matura saggezza.

Mi spostai per riposizionarmi al di sopra di lui, con il mio viso appena sopra il suo; abbassai i fianchi in modo da poter strusciare la mia figa contro la punta del suo cazzo mentre lo fissavo negli occhi, chinandomi per accostare le labbra al suo orecchio destro.
"Davvero non vuoi essere dentro di me?" sussurrai mentre muovevo i fianchi su di lui, la sua cappella scivolava facilmente tra le mie labbra vaginali fradice di umori.
Il suo respiro accelerò, sentii che i suoi fianchi cominciavano a muoversi un po' insieme ai miei.
"Io… ma mamma…".
"Non dirmi «ma mamma»!", dissi mentre scuotevo ancora un po' i fianchi, posizionando la testata del suo razzo proprio all'apertura della mia fica stretta, le morbide labbra gonfie divaricate l'una dall'altra da esso. "Lo vuoi?".
"…Nnnngh… e va bene, dannazione!", rispose a malincuore, chiaramente odiandosi per aver accettato tutto questo. Del resto, non gli stavo dando alternative.
"Mmmm… bravo bambino! Sapevo che alla fine mi avresti accontentata", dissi con la voce piena di lussuria, mentre abbassavo i miei fianchi centimetro dopo centimetro sulla sua massiccia erezione, "…oooohhh… sei così grosso…" ansimai mentre lasciavo che il suo tarello penetrasse in me sempre più a fondo, spalancando la mia vagina stretta più di quanto avesse mai fatto qualsiasi cazzo prima.
Vic gemeva mentre mi calavo sempre più sopra di lui, accasciandomi completamente sul suo membro rigido e ingrossato e assaporandone la sensazione. Le mie grosse tette erano schiacciate contro il suo petto, e la mia fica calda serrava il suo cazzo stretta stretta. Molto lentamente iniziai a muovere i fianchi. Entrambi avevamo gli occhi chiusi, e lui sollevò la testa immergendola tra i miei capelli biondi e setosi. Appoggiai le mie mani tremanti ai suoi lati e spinsi il petto in alto, gemendo in estasi ad ogni movimento, poi cominciai a sollevarmi lentamente dall'enorme erezione del mio figliastro, sostenendomi solo per un momento prima di ricaderci sopra con un forte sussulto. Rimasi di nuovo seduta per un momento, godendomi la sensazione del cazzo del figlio di mio marito che premeva con forza contro le mie pareti vaginali, dilatandomi da tutti i lati. Mi sollevai di nuovo, questa volta più rapidamente, facendo un po' più di sforzo per ripiombare di nuovo su di lui, soffocando il più possibile le mie grida per la sensazione di sentirmi riempire la figa così rapidamente. Alla fine riuscii a darmi un ritmo, ma era difficile trattenermi dal gridare, con il cazzone del mio figliastro che affondava così tanto dentro di me.
"Ooooh sì, tesoro mio… ti piace come ti scopa la tua nuova mamma?" gemevo mentre cavalcavo la sua mazza dura, le mie mani sulle sue spalle, i miei capelli che penzolavano sopra di lui.
Cominciò a muovere i fianchi con me, spingendoli verso l'alto ogni volta che mi calavo sul suo cazzo, grugnendo ad ogni spinta. Gli sorrisi con amore, osservando la sua espressione mentre mi impalavo ancora e ancora.
"Ooooh… il mio bambino è così grosso…" gridai silenziosamente mentre lui mi martellava dal basso, reggendomi forte mentre un nuovo orgasmo mi travolgeva. La mia figa si serrò attorno al suo cazzo e le mie unghie scavarono nelle sue spalle. Smisi di muovermi mentre tremavo per il piacere di un orgasmo improvviso, ma lui continuava a pompare il suo grosso arnese duro dentro di me senza sosta, il ché rendeva il tutto ancora più intenso.

I suoi occhi erano chiusi, come se stesse cercando di non pensare a chi fosse la persona che stava scopando. Mi sarei assicurata che lo sapesse, però.
"Apri gli occhi, tesoro, guardami…!" gli ordinai con voce tremante, mentre lui si spingeva dentro di me.
Aprì gli occhi lentamente, e mi guardò. Gli sorrisi, spingendomi giù sul suo cazzo più forte che potevo e cominciando a strusciare il mio grembo sul suo.
"Tu sborrerai dentro la mamma, tesoro; non mi fermerò finché non lo avrai fatto…" gli sussurrai.
A quel punto lui interruppe ogni movimento, tornando a fissarmi con orrore.
"Mamma, ti prego, no… non posso…. e se tu…?!".
"Sssshh…!", sospirai, dondolando i fianchi. "Smettila di pensarci, tesoro. Voglio che tu mi riempia di sperma; intanto continua a goderti la figa della mamma…" dissi mentre ricominciavo a cavalcarlo. Lui gemette, il suo cazzo intrappolato dentro di me, senza speranza. Non vedevo l'ora di essere piena del seme del mio figliastro, così mi spinsi con tutto il peso sul suo pube, più a fondo che potevo, facendo leva su ogni briciola della mia volontà per non crollare su di lui in un altro orgasmo.

Era perfetto il fatto che lui fosse indeciso se volere o meno quello che stavamo facendo, lo stava facendo durare molto più a lungo di quanto avrei potuto sperare… ma era comunque ormai prossimo al limite, e me ne accorsi. Guardò me, la sua matrigna, la moglie di suo padre, mentre sentivo tutti i suoi muscoli tendersi.
"Oooh sì… così, figliolo, riempi la mamma con il tuo sperma…" gemetti disperatamente, strusciandomi ancora di più su di lui e premendo con le mani sul suo petto, immobilizzandolo sul letto.
"Nnngaaaah…", grugnì lui, spingendo con forza il suo arnese dentro di me. Io assecondai le sue spinte, premendomi con tutto il peso sul suo pube in modo che i suoi venti centimetri e più di cazzo fossero completamente sprofondati nel mio buco stretto, e flessi i muscoli della mia figa intorno ad esso, mungendo la sua possente erezione. Alla fine sentii la sua crema calda schizzarmi dentro, il cazzo del mio figliastro che si contorceva in profondità nel mio tunnel caldo mentre mi riempiva con il suo seme. Gridai mentre mi lasciavo avvolgere da un orgasmo, la mia vagina che si contraeva e rilassava intorno al cazzo duro e pulsante del figlio di mio marito.
"Oooooh mmmiiiiooo diiiiiiioooo… mi hai riempita tuuuttaaaaahh!" gridai, inarcandomi in balìa del mio orgasmo, prima di guardare in basso tra di noi, verso i nostri sessi appiccicati insieme, prendendomi un momento per realizzare quanto mi aveva riempita: piccoli rivoli di liquido denso, caldo e bianco fuoriuscivano da me intorno alla base del suo pene che si stava ammorbidendo.
"È stato incredibile, tesoro… hai reso la tua nuova mamma così orgogliosa…!". Lo baciai dolcemente e mi sollevai piano da lui. Quando il suo cazzo uscì da me, fu seguito da un lungo flusso del suo sperma caldo, che dalla mia fichetta abusata si depositò sul suo addome. Gli sorrisi.
Lui mi guardò senza parole, la bocca leggermente aperta in evidente stupore.
"Mamma… io…" balbettò.
"Ssshh… non una parola, tesoro. Domani notte non ci sarà nessun legaccio", dissi con un caldo sorriso affettuoso.
"Do-domani…?", riuscì a dire.
"Oh sì, tesoro. Ora sei il nuovo sex-toy della mamma. E non una parola con tuo padre, mi raccomando. Riposati un po', caro…" sussurrai mentre lo slegavo un arto alla volta, lasciando i legacci sul pavimento accanto al suo letto e offrendogli un ultimo sguardo sul mio corpo nudo mentre, con un occhiolino, uscivo impettita dalla sua camera da letto, lasciando la vestaglia sul pavimento accanto al letto scombussolato del mio figliastro.
Tornai verso la camera da letto mia e di Pietro, con lo sperma di Vic che ancora colava dalla mia figa soddisfatta, bagnandomi l'interno delle cosce.

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La mattina dopo mi svegliai prima di mio marito. Mi infilai l'altra vestaglia, quella di cotone, e mi diressi verso il bagno. Feci la doccia prima di raggiungere Pietro nel letto, per quello che sarebbe stato meglio considerare un finto sonno. Nonostante avessi dormito così poco, tuttavia, mi sentivo più viva ed energica che mai. Scopare il mio figliastro mi aveva fatta sentire di nuovo giovane.
Non mi ci volle molto per spazzolare i miei lunghi e setosi capelli biondi. Passai un po' di tempo a truccarmi, come da rituale mattutino, questa volta aggiungendo una mano di rossetto rosso rubino e sorridendo a me stessa allo specchio, sentendomi sexy e maliziosa. "Voglio di più…" sussurrai a me stessa nello specchio, posseduta dalla lussuria ora che avevo avuto un assaggio delle prodezze giovanili del figlio di mio marito, che fosse legato oppure no. Avevo pensato che, dopo settimane di fantasie, andare fino in fondo avrebbe soddisfatto la mia curiosità e avrebbe legato me e il mio figliastro in un torbido, sensuale segreto… ma non avevo considerato le conseguenze del piacere su di me: non ero mai stata scopata in quel modo, non avevo mai goduto tanto prima di allora, e ora tutto ciò che volevo era di più.

Feci attenzione a non svegliare Pietro mentre ritornavo in camera da letto. Era sabato, e anche se lui lavorava nei fine settimana, il suo turno iniziava a tarda mattinata, e si arrabbiava sempre se lo svegliavo. Chiudendomi delicatamente la porta alle spalle, mi diressi lungo il corridoio verso le scale. Sentii il rumore della doccia nel bagno del mio figliastro e sorrisi, chiedendomi se avesse dormito. Resistendo all'impulso di entrare e sedurlo ancora, mi diressi in cucina per preparare la colazione.
Dopo aver preparato una padella di uova strapazzate e aver disposto tre caffelatte sul tavolo, mi sedetti a capotavola e guardai fuori dalla finestra, allungando una mano sotto il tavolo per accarezzarmi distrattamente la figa mentre rivivevo a occhi aperti gli eventi della sera prima.
Ero già bella che bagnata, quando Vic si diresse verso la cucina. Sentivo ancora la doccia e pensai che Pietro si fosse svegliato e si stesse preparando per la giornata.
Il mio figliastro era rosso come una barbabietola quando entrò in cucina; sembrava completamente sbalordito e insicuro di sé. Gli sorrisi semplicemente con un ghigno, facendo scivolare il dito medio dentro e fuori di me mentre parlavo.
"Mmmm… buongiorno, mio bel fusto. Hai fatto bei sogni?". Con l'altra mano diedi un colpetto al tavolo accanto a me, per invitarlo a sedersi.
"Più o meno…", borbottò lui mentre si sedeva alla mia sinistra, concentrandosi sulla sua colazione, probabilmente cercando di non fissare la scollatura che stavo lasciando debordare, abbondantemente, dalla mia vestaglia.
"Piiiccolo… devi essere ancora tanto stanco. Forse possiamo fare un pisolino oggi pomeriggio, dopo che tuo padre sarà uscito per andare al lavoro…".
Lo vidi deglutire a fatica, chiaramente a disagio.
"Sì… forse… però oggi ho molto da fare…".
"Oh… e cos'ha in programma, il mio tesoro?" chiesi con tono colloquiale, con le dita fradicie ancora al lavoro tra le mie gambe.

Prima che potesse rispondere, Pietro entrò in cucina. Era già vestito per uscire, chiaramente ignaro della tensione che si respirava nella stanza, mentre si sedeva al suo posto a tavola.
"Buongiorno…" borbottò mentre iniziava a fare colazione.
"Buongiorno amore, hai dormito bene?" chiesi.
"Come un sasso. Sono ancora intontito, come se avessi preso dei sonniferi. Mi chiedo se mi sto ammalando o qualcosa del genere…", rispose.
"Speriamo di no, comunque vedrai che dopo una tazza di caffè sarai più attivo", dissi sorridendo. "Vic stava giusto per dirmi quali erano i suoi programmi per oggi". Mentre dicevo queste parole, feci scorrere le dita dei piedi lungo la gamba del mio figliastro, trovando la strada verso il suo cazzo coperto dai boxer e massaggiandolo delicatamente, mentre lo guardavo in attesa. "Allora?".
Le sue guance erano arrossate e cominciava a sudare sulla fronte.
"Uhmm… beh…", balbettò, avendo evidentemente difficoltà a pensare mentre si accarezzava il cazzo. "Potrei… andare da Natalia, o qualcosa del genere…".
"Gesù, ragazzo, anche tu non hai un bell'aspetto oggi. Forse dovresti rimanere a casa…", propose mio marito, al ché io sorrisi in direzione del mio figliastro.
"Ottima idea, tesoro. Penso che dovresti ascoltare tuo padre, Vic, sembra che tu abbia bisogno di stare un po' sdraiato sul letto…" aggiunsi, sentendo il suo cazzo iniziare a indurirsi sotto le mie dita.
"E va bene…" mormorò a bassa voce, riluttante ma obbediente.
"Comunque ora devo andare. Ci vediamo stasera, con voi due…" disse Pietro dopo aver finito la colazione. Si alzò e si avvicinò a me, mi baciò sulle labbra e si diresse verso la porta. Per tutto il tempo Vic tenne la testa penzoloni, non avendo quasi toccato la colazione. Le sue guance erano rosse e il suo cazzo era duro mentre il mio piede lo massaggiava delicatamente.

Mi limitai a guardare il mio figliastro mentre ascoltavo il rumore del motore del camion di Pietro, sorridendo quando sentii che si allontanava.
"Beh…" dissi con un tono molto meno dolce di quello che avevo usato nella mia farsa davanti a mio marito, "…credo che sia andata benissimo, non credi?".
Lui non rispose, limitandosi a fissare la sua colazione mentre il rumore del camion di suo padre scompariva del tutto in lontananza.
"Dopo oggi la smetterai di fingere che non ti piaccia, o sarai in punizione per una settimana… mi hai capito?" dissi con severità.
Dopo una pausa annuì, alzando finalmente lo sguardo verso di me e rispondendo a bassa voce.
"Mamma, questa è una cosa malata…! Solo perché possa piacermi fisicamente, non vuol dire che sia giusto, cazzo! Sei la nuova moglie di mio padre, sei sposata con lui! Cazzo, non riesco ancora a credere che tu l'abbia fatto…".
Lo scrutai a occhi stretti, alzando solo un po' la voce, mentre il mio piede si limitava a poggiare sul suo pene.
"È proprio questo che lo rende eccitante… e che io sia dannata se lascerò che il mio figliastro usi questo linguaggio con me! Solo perché sei il nuovo giocattolo della mamma, non significa che puoi essere irrispettoso".
"…Scusami…" disse a bassa voce, stringendo gli occhi.
Sorrisi quando mi venne in mente un'idea.
"Non sembri dispiaciuto… forse hai bisogno di sciacquarti la bocca…" dissi, l'ultima affermazione in tono più basso. Estrassi le dita dal mio buchetto fradicio e le sollevai verso la sua bocca, forzando i polpastrelli luccicanti di umori tra le sue labbra. Fece una smorfia e si tirò indietro, ma io forzai le dita contro la sua lingua mentre lo faceva.

Mi alzai mentre lui allontanava la sua sedia dal tavolo. Prima che potesse alzarsi, gli scavallai le gambe e mi sedetti a cavalcioni sulle sue ginocchia, di fronte a lui. Mi snodai la cintola dalla vestaglia, che si aprì, lasciando la mia nudità a circa un palmo di distanza dal mio figliastro. Le labbra scintillanti della mia figa si divaricarono appena, per il modo in cui mi trovavo sopra le sue gambe chiuse. Guardai il rigonfiamento dei suoi pantaloni e gli misi le mani sulle spalle.
"Stai fermo!" gli ordinai.
Indietreggiai lentamente, tirandolo a me; lui fece scivolare la sedia in avanti mentre lo tiravo. Il mio sedere incontrò il bordo del tavolo e io scivolai su di esso solo quanto bastava perché mi sostenesse, le mie mani si spostarono dalle spalle del mio figliastro alla sommità della sua testa. Spalancai le gambe, con le dita dei piedi che penzolavano a circa trenta centimetri dal pavimento.
"Ora fai il bravo e divorami la fica…" ordinai, piegandomi all'indietro e appoggiandomi al tavolo, tirando la sua testa verso di me e gemendo mentre la sua bocca si fondeva con il mio sesso fradicio.
Questa volta non tentò di ribellarsi, e io potevo gemere ad alta voce mentre la sua lingua affondava nella mia fica. Sorrisi, con gli occhi chiusi, mugolando dolcemente mentre la sua lingua affondava ripetutamente in profondità dentro di me.
"Oooh… eccolo qui, il mio cucciolo… il mio bravo bambino…" tubai mentre si trascinava da dentro di me fino al mio clitoride, girandovi intorno giocosamente, "…così, bravo!", gridai.
Eccomi lì, moglie e matrigna, stesa sul tavolo della cucina mentre il mio figliastro pasteggiava con la mia fica fradicia. Non ce la facevo più! Gemevo e cominciavo a tremare mentre raggiungevo l'orgasmo, i succhi sgorgavano nella bocca del mio figliastro che tenevo stretta contro la mia vagina. Il mio orgasmo gli colò sul mento e gli gocciolò in grembo.
"Scopami, ora!" gli urlai mentre lui ingoiava e allontanava la testa.

Mi girai a pancia in giù, poggiando le punte dei piedi sul pavimento, le gambe abbastanza divaricate in modo da essere piegata a 90 gradi con i seni schiacciati contro la tovaglia, il mento sepolto nella loro carne soffice e il culo proteso verso il mio figliastro. Vic si tolse la canottiera e la gettò a terra. Rabbrividii quando sentii il rumore dell'elastico dei suoi boxer che gli scorreva lungo le cosce fino a che le sue mutande atterrarono sul pavimento intorno alle sue caviglie.
Ormai Vic non aveva più parole né remore, e gli ero grata di essersi finalmente arreso. Fece un passo verso di me, e io allungai la mano all'indietro per afferrare la sua erezione quando mi fu vicino, guidandola verso la mia apertura bollente e vogliosa.
"Avanti, tesoro… fino in fondo…!" gemetti mentre la punta del suo cazzo sprofondava in me. Il mio figliastro appoggiò il palmo della mano destra contro la mia schiena e mosse i fianchi in avanti, spingendo il suo cazzo nella mia figa affamata. Gemevo forte mentre il suo grosso tarello mi apriva tutta. Succhi caldi mi colavano lungo le gambe quando lui estrasse lentamente il suo cazzo a metà strada da me. Gemetti sommessamente per la delusione, e poi ululai ad alta voce mentre lui si spingeva di nuovo dentro.
"È questo che volevi, mamma?", grugnì mentre affondava il suo cazzo duro fino alla radice nella mia fica. "È questo che vuoi, eh?!".
"Oooh cielo… sì, tesoro… è questo che mamma ha sempre voluto!" gridai, afferrando i bordi del tavolo e reggendomi ad esso mentre lui mi stantuffava dentro con più forza. Mi teneva premuta sul tavolo col palmo della mano destra poggiato sulla mia schiena, appoggiando l'altra sul mio fianco sinistro e usandole entrambe per tirarmi contro di sé ogni volta che mi penetrava.
Gemevamo a ogni spinta, e io assaporavo quel costante richiamo lussurioso che urlava nel mio cervello che era il mio figliastro che mi stava devastando le viscere.
"Sì, tesoro mio! Scopa la tua nuova mamma come una troia! Riempimi… farciscimi la figa di sbo-o-o-rr-r-rra…!" urlai, tremando in estasi.
Quasi al culmine, lui gemette forte, spingendo la sua erezione in profondità nella mia figa ed esplodendo dentro di me. Rabbrividii mentre il suo sperma caldo si riversava nel mio utero, gemendo forte per il piacere. Le mie mani si aggrapparono entrambe ai bordi del tavolo, così saldamente che le mie nocche erano bianche come lo sperma che il mio figliastro mi stava scaricando dentro. Rovesciai gli occhi all'indietro, tremando per l'orgasmo mentre lui mi teneva saldamente attaccata al suo pube, mantenendo il suo pene nelle mie profondità più profonde… fino a quando ebbe svuotato ogni goccia di sperma nella vagina della sua nuova mamma.

Quando il mio orgasmo terminò, crollai sopra il tavolo. Tutti i miei muscoli si rilassarono per la stanchezza, la mia figa stretta rilasciò la sua presa sul cazzo del mio figliastro. Vic era franato sulla mia schiena, bagnato di sudore e ansimante nel mio orecchio. Il suo pene cominciò a rilassarsi lentamente, e alla fine si sfilò da me. Gli sorrisi con dolcezza, con gli occhi chiusi, mentre sentivo il suo liquido caldo fuoriuscire da me, gocciolando sul pavimento con un morbido rumore di »plop«.
"Bel lavoro, tesoro mio…" dissi dolcemente, sorridendo, ancora sfatta.

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Ora io e il mio figliastro scopiamo regolarmente, e senza più vergognarci. È il miglior sesso che abbia mai fatto, e non sono mai stata così felice. Temi che Pietro alla fine ci scoprirà, perché a volte non riesco a non essere rumorosa, ma questo non ci ferma… anzi, sapere che può sentirci mi fa eccitare ancora di più.
A volte mi siedo persino in salotto con Vic, cavalcandolo sotto una coperta mentre guardiamo la TV, con Pietro nella stessa stanza, completamente all'oscuro di tutto… ma di questo vi darò maggiori dettagli la prossima volta.
di
scritto il
2024-07-28
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