Uno sconosciuto sul treno

di
genere
tradimenti

Io e Guglielmo eravamo fidanzati da ormai quattro anni, ma da qualche mese stavamo vivendo un rapporto a distanza. Lui lavorava a Roma come tecnico informatico, mentre io ero stata trasferita dalla mia società di moda in un punto vendita a Milano. Era un'importante opportunità di lavoro per me, avevo sempre voluto diventare una stilista, e non potevo lasciarmela sfuggire, anche se con questo avrei dovuto sacrificare un po' il mio rapporto con Guglielmo. Lo amavo, stavo bene con lui e soffrivo la sua lontananza, ma nonostante tutto non sono mai riuscita ad essergli fedele, anche quando ero a Roma. Mi soddisfava a letto ed era anche ben dotato… ma il problema è mio; credo di soffrire di ninfomania, perché avevo, e tuttora ho, una costante voglia di cazzo. Anche dopo aver scopato con Guglielmo, passate poche ore mi veniva di nuovo voglia, e dovevo cercare altrove per soddisfare i miei istinti sessuali. Ora, finché abitavo a Roma riuscivo a ridurre i miei tradimenti, ma da quando me ne sono andata a Milano scopavo almeno 2-3 volte a settimana, spesso con persone diverse. Anche se non ero fiera di quello che facevo, non mi sentivo particolarmente in colpa verso Guglielmo, non perché volessi punirlo per qualcosa, ma semplicemente perché i miei tradimenti erano esclusivamente fisici e non mentali: non sono mai stata coinvolta sentimentalmente con nessun uomo con cui ho avuto rapporti, il mio cuore appartiene a Guglielmo, e neanche tutti i miei tradimenti avrebbero mai potuto cancellare questa cosa.

Ci vedevamo quanto più spesso possibile, a volte saliva lui a trovarmi, ed altre volte invece scendevo io. Ovviamente nel weekend non facevamo altro che scopare, e Guglielmo si chiedeva come facessi a resistere tanto tempo senza il suo cazzo… a dire il vero, come ho già detto, non riuscivo a resistere, e tra cazzi veri e di gomma non sapevo neanch'io quanti ne prendevo in una sola settimana.
Verso fine maggio il nostro punto vendita fu chiuso per una settimana per lavori di ristrutturazione; così decisi di scendere a Roma per passare qualche giorno con il mio Guglielmo. Erano stati giorni molto frenetici, avevo lavorato come una matta per chiudere in tempo tutti gli ordini prima che iniziassero i lavori… andavo a letto presto e mi svegliavo ancora più presto, quindi di tempo per scopare non ce n'era proprio. Mi consolavo la sera masturbandomi con uno dei miei tanti vibratori, ma naturalmente questo non era sufficiente per soddisfarmi.

Così, con quella voglia matta che mi pervadeva il corpo, quella sera mi recai in stazione a prendere il treno che mi avrebbe portata a Roma, dal mio adorato uomo. Avevo deciso di partire la sera stessa della chiusura del punto vendita, proprio per non passare un'altra nottata da sola nel letto, e lasciare che il mio amore si prendesse cura delle mie voglie come sapeva lui. Non avrei resistito un'altra notte senza scopare, e lo sapevo perfettamente!
Il treno, trattandosi di una corsa notturna, per fortuna non era molto affollato. Odio stare in piedi: la folla, il caldo, la gente sudata, il rumore… di notte, questo capitava molto più di rado.
Entrai nello scompartimento, dove c'erano già 3 persone, così mi sedetti al mio posto vicino al finestrino e mi misi a giochicchiare con lo smartphone. Dopo un po' il treno partì… mi eccitai alla sola idea che quella notte avrei scopato con Guglielmo, anche perché ero all'asciutto di cazzo da non sapevo più quanti giorni, credo forse 10, o forse di più! E per una come me, che avrebbe bisogno di scopare tutti i giorni, era davvero un'astinenza pesante, a cui era difficile riuscire a resistere.
Iniziai a navigare su alcuni siti porno, visualizzando soprattutto video di gangbang e donne scopate da più uomini, perché la mia voglia era fortissima e a stento la tenevo a freno… avevo voglia di toccarmi, di essere scopata brutalmente come una troia, ma sapevo bene che lì sul treno non sarebbe stato il caso. Quindi, pensai, l'unico modo per sedare i miei bollenti spiriti era forse quello di dormire un po'.
Chiusi gli occhi e mi concentrai sui rumori di persone che scendevano e salivano sul treno ad ogni stazione, poi, ogni volta che sentivo le porte che si chiudevano, con un respiro profondo pregustando l'allontanamento del treno dalla stazione. Una stazione in meno per il mio incontro col mio fidanzato… quasi quattro ore di viaggio. I miei occhi si chiusero di nuovo mentre facevo un altro sospiro profondo. E fu in quel momento che sentii quell'odore… acqua di colonia. Una colonia agrumata, speziata, incredibilmente eccitante. Cercai di immaginare chi potrebbe indossare un profumo così allettante.

Socchiusi gli occhi, e notai che il mio scompartimento si era svuotato, eccetto, proprio di fianco a me, un uomo sui 40-45 anni, di cui non mi ero proprio accorta. Eravamo appena lasciato la stazione di Firenze, quindi doveva essere salito lì, quando mi ero addormentata. Aveva un bel viso, un fisico asciutto e tonico e indossava dei vestiti casual, ma ben abbinati. Proprio il mio tipo, pensai… mi ricordava Guglielmo tra qualche anno.
Purtroppo, però, insieme a me quel profumo aveva risvegliato anche la mia voglia di sesso: mi accorsi che la mia figa era bagnatissima, ribolliva di desiderio, la mia voglia di cazzo era ormai spasmodica.
Continuai a far finta di dormire, ma, sempre ad occhi socchiusi, stavo ispezionando l'uomo che sedeva di fianco a me. Non era male, aveva una barba curata, occhi verdi e capelli castani corti, e notai che anche lui mi stava osservando, soprattutto le gambe. E lo credo: avevo messo un vestitino bianco con una fantasia a fiori, che lasciava scoperte le mie gambe e metteva anche in risalto il mio seno, perché era pure abbastanza scollato. Notai che il porco sbirciava con insistenza, il suo sguardo passava dalle cosce alle tette.
Feci finta di cambiare posizione nel sonno, ed accavallai le gambe per scoprire le cosce ancora di più, e mi misi in modo che la mia scollatura fosse proprio sotto i suoi occhi. Di soppiatto lanciai un'occhiata al suo pantaloncino, che era bello gonfio. A quella visione andai completamente in tilt! Già i miei ormoni mi stavano rendendo l'attesa difficile… ma dopo quella visione non riuscivo più a resistere: quel cazzo doveva essere mio prima di arrivare a Milano.
Giocai un altro po' con lui, cambiando più volte posizione e mettendo sempre più in mostra la mia mercanzia. Credo che lui lo capì, alla fine, perché il suo rigonfiamento era sempre più evidente e non fece nulla per nasconderlo.

Ad un certo punto decisi che era il momento giusto per agire. Sempre facendo finta di dormire mi adagiai su di lui, appoggiandomi col busto sulla sua spalla, ed allungai la mano sul suo pantalone, appoggiandola sul suo rigonfiamento. Ruotai il polso, muovendola lentamente su e giù, sentendo il suo cazzo diventare sempre più duro sotto la stoffa, e a quel punto premere decisamente contro il mio palmo. Dopo un primo momento di sorpresa, lui porto la sua mano sulla zip e abbassò la cerniera, facendo uscire di scatto il suo bel cazzo duro e già scappellato.
Non era più tempo di fare la bella addormentata ormai. Alzai la testa e lo guardai negli occhi e sorrisi, mentre la mia mano andava a cercare e poi a circondare il suo cazzo, stringendolo in mano e scapellandolo Cominciai a menarlo piano; poi gli sorrisi e, mentre ancora lui non si rendeva conto di ciò che gli stava succedendo, abbassai la testa sul suo bacino e glielo presi in bocca, succhiando per bene prima la punta, poi leccando la sua mazza su e giù per poi prenderla tutto in bocca. Intanto avevo allargato le cosce e con l'altra mia mano infilata lì in mezzo mi massaggiavo la figa, che stava letteralmente urlando di desiderio tanto era fradicia. Il porco mi mise la mano tra i capelli, scostandomeli per avere una visuale sul mio pompino, che si stava gustando con grande piacere.
Scesi su quel bel cazzo più volte, su e giù, su e giù, ogni volta divorandone un po' di più, fino a farmelo arrivare in gola… avevo una voglia così matta che provai ad ingoiare anche le sue palle.

Dopo un pompino durato diversi minuti, mi alzai e mi tolsi gli slip… lui capì e si alzo, portandosi davanti a me ed inginocchiandosi tra le mie gambe aperte. Infilò la testa sotto il mio vestitino, e al contatto della sua lingua con le labbra della mia fighetta ebbi un brivido e sussultai.
Ben presto la sua lingua abile si muoveva nella mia figa, lappandomela e succhiandomela con avidità ma con dolcezza, mentre io con le mani spingevo la sua testa verso di me. Il mio corpo si contorceva e si inarcava per il piacere… spinsi il culo all'indietro contro il sedile, ma lui non mollò il suo assalto alla mia fichetta, continuando a premere su di essa con le sue labbra e quella lingua che mi lambiva la vulva e il clitoride, e a volte mi entrava dentro, scopandomi oralmente! Ogni tanto poi si staccava per baciarmi e mordiccharmi l'interno delle cosce, ormai zuppe dei fluidi che stavo sbrodolando. Ero talmente arrapata che raggiunsi l'orgasmo mentre il porco leccava… e sembrava ben felice di assaporare i miei umori.
Mentre la sua lingua si ritirava lentamente dalle pieghe della mia figa, sentivo che quell'orgasmo non mi bastava: avevo bisogno di quel bel cazzo dentro di me.

Aprii le cosce, in pratica offrendomi a lui. Lui si tolse via i pantaloni, poi si sollevò e si avvicinò di più a me, e appoggiò il cazzo sulle labbra della mia vagina. Sospirai felice quando sentii una delle sue mani forti sollevarmi leggermente, e poi, mentre la sua grossa asta apriva le pieghe della mia fichetta, lui mi tirò a sè… e me lo infilò dentro così forte che cacciai un grido fortissimo. Immediatamente l'uomo mi mise una mano sulla bocca stroncando il mio grido… del resto era notte, sul treno c'era silenzio e qualcuno avrebbe potuto facilmente sentirci.
A quel punto lui iniziò a scoparmi con botte decise, potenti e continuate, come un vero maiale. Io lo afferrai per i fianchi tirandolo verso di me… finalmente sentivo carne maschile calda, nuda, dura, nutrire la mia figa affamata.
Il treno ebbe un improvviso rallentamento, e il rinculo mi fece sbattere contro di lui… e lui approfittò di quella spinta per flettere le ginocchia e spingersi a sua volta verso l'alto, verso di me, affondando il suo cazzo duro completamente dentro la mia figa e facendomi urlare di nuovo. Ansimando cercai di muovermi, ma lui afferrò con le mani i miei fianchi e mi impedì di sfilarmi da lui.
Lo sentii cercare la mia bocca e unire le suel labbra alle mie, già aperte per i gemiti i piacere. Intrecciai la mia lingua con la sua… le nostre lingue danzavano allegre, i suoi baci sempre più appassionati mi esploravano la bocca, arrivandomi fino alle tonsille, ed io, arrapata com'ero, ricambiai quei suoi baci in maniere, se possibile, ancora più focosa!
Sentii un nuovo orgasmo farsi strada dal mio utero attraverso tutto il mio corpo, inesorabilmente… fino a ché non lo sentii esplodere in me con potenti contrazioni del mio addome. Godetti gemendo nella sua bocca ancora saldata alla mia, e per la prima volta, quella sera, sentii la sua voce quando anche lui emise un grugnito di piacere, strozzato dalle mie labbra. Sentii il suo braccio stringersi attorno a me, ancorandomi stretta al suo pube, mentre le mie ginocchia cedevano in preda ai tremori.

Ci fu un nuovo rallentamento del treno… ed io approfittai di quella spinta favorevole per spingermi addosso a quell'uomo, avventandomi sopra di lui. Ero seduta a cavalcioni sul suo pube, avvitata al suo cazzo senza che fosse mai uscito da me.
Mi piegai sul suo corpo e sussurrai, direttamente nel suo orecchio: "Ancora…!".
Lui fece scivolare un braccio attorno alla mia vita, tenendomi abbracciata stretta contro il suo corpo e lasciando che i movimenti ondulatori a scatti del treno facessero tutto il lavoro per noi. Poi mi morse leggermente il collo… e quella piccola tentazione, non so perché, fu sufficiente a mandarmi oltre il limite.
Spinsi i miei fianchi contro di lui, avendo bisogno di sentirlo più a fondo, ma il suo braccio attorno alla mia vita mi impediva di muovermi come volevo. Allora cominciai a ruotare i fianchi in cerchio, dondolandomi, e lo sentii gemere nel mio orecchio. Sorrisi tra me e me… quel gemito era il segnale che ormai era mio!
Mi liberai della presa del suo braccio e mi risollevai in posizione seduta sopra di lui; quindi mi lasciai andare alle mie evoluzioni, prima ondeggiando il bacino avanti e indietro, poi sculettando da sinistra a destra e ritorno… poi inarcai il corpo all'indietro, lasciandomi penetrare dal suo cazzo sempre più a fondo. Ero completamente in trance; teneri gemiti mi sfuggivano dalla gola mentre facevo il rodeo su quel bel cazzo maturo.
Le sue mani intanto si staccarono dai miei fianchi, e, mentre io emettevo sommessi gemiti di piacere, intrapresero un viaggio lungo le mie cosce nude e quindi da lì sotto la gonna del mio vestitino. Sentivo la pelle d'oca lungo le braccia, e intanto le mani di quel porco salivano sempre di più sul mio corpo, sollevando la stoffa del mio vestito al loro passaggio, fino a raggiungermi le tette e cominciando a pastrugnarmele da sotto il tessuto.
Stavo impazzendo dal piacere… non avevo mai immaginato che, durante il viaggio per raggiungere il mio fidanzato e farmi una tanto agognata scopata con lui, la scopata me la stavo facendo invece con un perfetto sconosciuto, in uno scompartimento del treno che mi portava da lui!

Sentii che ero molto vicina ad un altro, incredibile orgasmo, il terzo della serata. Con il mio Guglielmo non ero mai riuscito ad averne più di due nella stessa scopata! Mi spinsi più forte giù contro di lui, creando un attrito incredibile sul mio clitoride e sulle labbra della mia figa.
Venni abbondantemente di nuovo, con forza, con spasmi che dall'interno della mia figa si ripercuotevano sul suo cazzo duro e instancabile. Mi morsi le labbra per non gridare; la sua mano, disteso com'era, non avrebbe mai potuto raggiungere in tempo la mia bocca… e comunque preferivo le sue mani lì dov'erano in quel momento, piacevolmente incollate alle mie tette.
Le contrazioni della mia fighetta stretta attorno al suo cazzo gli provocarono dei sussulti e delle contrazioni, ed ero ormai esperta nel riconoscere che anche lui stava per venire. Ad un tratto, con un grugnito lo sentii spingere verso l'alto, una volta, due volte, di nuovo… e già lo immaginavo, il porco, sborrare dentro di me, il suo sperma caldo che pompava nella mia figa. Io però avevo una voglia matta di sentire il sapore della sua crema… mi faceva impazzire sentire lo sperma degli uomini addosso a me; soprattutto adoravo assaporare ogni volta un gusto diverso.

Senza perdere nemmeno un attimo mi sfilai da sopra di lui, presi il suo cazzo e lo infilai tra le mie tette, stringendolo e segandolo, mentre lui ansimava e gemeva sempre più forte. Mi bastarono pochi secondi: il maiale schizzò furiosamente sulla mia faccia, e non vedendo feci un po' di fatica a trovare il suo cazzo e mettermelo in bocca, succhiandolo ed ingoiando fino all'ultima goccia che ancora fuoriusciva. Dopodiché mi passai la sua sborra dalla faccia sul corpo, per poi riprenderla con le dita ed ingoiare tutto, ripulendo il suo bel cazzo ancora duro e pulsante, intriso dei nostri umori mischiati insieme.
Esausta, mi abbandonai afflosciandomi sul quell'uomo sotto di me. Ci baciavamo e toccavamo, mentre cercavo di riprendere fiato. La cosa divertente è che non solo non sapevo il suo nome, ma non ci eravamo scambiati neanche una frase degna di tale nome durante tutto l'amplesso. Adoro questi rapporti così; niente coinvolgimenti, solo sesso nudo e crudo.

Quando l'altoparlante del treno annunciò che stavamo per arrivare alla stazione di Roma Termini, lui fece scivolare nuovamente il cazzo all'interno dei boxer e si raddrizzò i pantaloni. Mi risistemai il perizoma e cercai di ricompormi. Mentre il treno entrava in stazione, lui si chinò a prendere la sua valigia, mi diede un ultimo bacio e uscì dallo scompartimento.
Mi chiesi per un attimo cosa avrebbe pensato Guglielmo del mio aspetto in quel momento, con il mio vestitino completamente stropicciato e ancora sollevato sui fianchi, e soprattutto il penetrante odore di sesso e di sperma di uomo che promanava dal mio corpo.
Ero appena stata scopata; eppure, mentre mi ripulivo, il mio pensiero volò a Guglielmo e al suo cazzo, e non vedevo l'ora di averlo dentro di me. C'è poco da fare, è inutile cercare di andare contro la propria natura…!
di
scritto il
2024-08-03
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