Il collega

di
genere
gay

Per lavoro dovetti andare a fare un corso di formazione di due settimane all'estero con un collega di un'altra sede.
Più o meno coetanei, era leggermente più alto di me e fisicamente più strutturato, credo facesse palestra.
Il viaggio fu normale, con un po' di chiacchiere per conoscerci. Arrivammo in albergo, avevamo ovviamente due camere separate. La settimana di corso passò e il venerdì uscimmo a cena coi colleghi stranieri. Il sabato facemmo un giro per la città, poi la sera cena, qualche drink in giro e finimmo in una discoteca. Lui aveva un piglio deciso e cameratesco e cercava spesso il contatto fisico: mi prendeva sotto braccio, o ballava attaccato a me pressato dalla calca. A notte fonda rientrammo in hotel.
Eravamo entrambi molto avanti con l'alcool ed euforici per la serata, nonostante la stanchezza. In ascensore improvvisamente si giró verso di me e mi bació sulla bocca.
Stordito dall'alcool, non reagii immediatamente e in parte ricambiai.
"scusa... Credevo che avessi capito... Insomma..."
"guarda no dai non ti scusare, è che io non ho mai... Cioè non sentirti..."
"dai su non ci pensare. Vieni in camera mia che ne parliamo un po'."
Acconsentii. In fondo quel bacio mi aveva dato una scossa di ormoni che non mi era dispiaciuta affatto.
In camera senza parlare mi abbracció e ricominció a baciarmi. Stavolta mi lasciai andare e ricambiai. Mentre mi mulinava la lingua in bocca sentii chiaramente il cazzo che mi diventava barzotto.
"e allora è così male?"
"No no anzi però ti ho detto che io non ho mai..."
"se ti piace andiamo avanti" e mi mise una mano sul pacco. Poi mi aprì cintura e pantaloni e infiló la mano nei boxer, prendendo in mano il mio cazzo.
"e tu non sei curioso del mio?"
Feci lo stesso. Era la prima volta che toccavo il cazzo di un altro. Mi pareva bollente e più grosso del mio. Dopo essere diventati entrambi duri, ci sedemmo sul letto, togliendoci i vestiti.
Ci stavamo segando a vicenda mentre limonavamo come ragazzini quando lui si abbassó sul mio cazzo, lo scappelló e lo prese in bocca. Fu un breve pompino, poi si alzó di nuovo e tornó a baciarmi ma adesso la bocca sapeva di cazzo.
Il sapore mi eccitava, così pensai che fosse il caso di ricambiare.
Mi chinai e guardai il suo cazzo, sì era più lungo e grosso del mio. Tirai giù la pelle per scoprire la cappella. Con la lingua leccai solo la punta, poi lui mi incitó "dai, fallo".
Senza alcuna arte aprii la bocca e feci sparire la cappella e metà dell'asta. Il sapore era inebriante, ero stupito da me stesso e dalla voglia che mi provocava. Feci rapidamente su e giù, probabilmente il peggiore pompino che aveva mai ricevuto.
Mentre lo succhiavo continuava a segarmi. Stavo per venire, mi tiri su e sborrai. Lui duró un paio di minuti di più, poi venne anche lui.
Eravamo sudati e sporchi di sborra, mi propose una doccia per rilassarmi.
In doccia, si notó decisamente la sua superiorità fisica e il cazzo anche a riposo era ben più grosso del mio.
Ci lavammo, lui mi mise le mani ovunque. Mi disse "sai, io sarei attivo, lo sai cosa vuol dire no?" in quella posò le mani sul culo.
"No no aspetta quello no, assolutamente no"
Ma la sua stretta era più forte della mia forza per divincolarmi e le sue mani stavano scivolando verso il buco.
Protestai, gli chiesi di fermarsi.
Sentii un dito spingere sul buco. Strinsi tutti i muscoli ma ricominció di nuovo a baciarmi violentemente.
Senza rendermene conto rilassai i muscoli e il dito scivoló dentro il buco.
Era una sensazione stranissima, un corpo estraneo dentro una zona che consideravo sacra.
"No dai ti prego..."
"ti prego cosa?"
Quel dito mi stava eccitando, essere bloccato con la forza e sentire la stimolazione là dietro... Smisi di protestare, e come riflesso inarcai la schiena per esporre il culo.
"bravo, così si fa."
Mi fece girare e appoggiare con le braccia al muro.
Infiló decisamente tutto il dito, poi cominció ad alternare due dita, ne sfilava una per mettere l'altra, finché non ne infiló due.
Urlai che mi stava facendo male, mi rispose bloccandomi col peso del corpo e dicendo di rilassarmi. Ogni volta che usava la forza mi eccitavo di più.
"usciamo, asciughiamoci e andiamo a letto."
Era chiaro che comandava lui.
"ammetti che ti piace, ti sei eccitato con un dito e ti sei messo in posizione per prenderlo tutto. Smettila di farti problemi, non lo saprà nessuno... Poi quando torniamo ognuno per la sua strada."
Era evidente che mi era piaciuto, guardavo il suo cazzo che stava tornando in erezione. Pensai al dito, poi alle due dita e quanto poteva essere più forte la sensazione di un cazzo. Confessai tutto quello che voleva, poteva farmi quello che voleva.
Mi fece girare steso a pancia in giù.
Mi fece allargare le gambe e mi coló del gel fresco in mezzo alle chiappe.
Ricominció con le dita mentre si segava.
Si interruppe per mettersi un preventivo, poi fu sopra di me.
Sentii il cazzo appoggiato al buco.
Mi disse "e poi sai cosa ho notato? Che ti piacciono i metodi forti."
Calò giù e la sua cappella mi entró di schianto nel buco. Urlai di dolore. Credevo si fosse rotto lo sfintere.
"stai tranquillo, è tutto a posto, respira..."
Mi penetró lentamente ma andó fino in fondo. Feci un gemito lungo per ogni centimetro di carne che entrava. Quando si fermó sentii il buco ormai irreparabilmente aperto e il retto pieno.
"sei bravo, pensavo avresti fatto resistenza, lo vuoi proprio prendere eh? Dimmi quando sei pronto che ti scopo sul serio."
Respirai. Cercai di contenere il dolore, poi lo incitai "vai... Vai..."
Uscì lentamente, facendo sentire ogni centimetro, si fermò prima di far uscire la cappella, poi mi penetró di nuovo.
E di nuovo. Stava andando su e giù per il mio culo.
I muscoli sempre più rilassati mi aiutarono a cambiare il dolore in eccitazione.
Aumentó la velocità e mi ritrovai a dire "sì sì continua" e a inarcare nuovamente la schiena come una gattina. La posizione era perfetta, ora mi stava scopando selvaggiamente. Erano vere e proprie martellate che mi fecero avere un orgasmo potentissimo. Le contrazioni del mio buco aiutarono il suo orgasmo.
Scivoló fuori, e allungai la mano per sentire il buco spalancato che tornava alle sue dimensioni, con sollievo notai che non mi ero rotto niente. Crollai esausto e mi addormentai prima che tornasse dal bagno.

La mattina dopo mi svegliai a metà mattina. Ero nudo, col culo dolorante e con lui già sveglio di fianco.
"buongiorno, chi lo avrebbe mai detto eh?"
"neanche io, deve essere stato l'alcool..."
"ti ha solo tolto le inibizioni, per il resto a me sembri uno che ha tanta voglia di cazzo."
"No non è vero non dire così, è stata una pazzia..."
"macché, ti piace. Guarda."
Lo guardai, si stava smanacciando il cazzo che stava diventando duro.
Sentii un brivido al basso ventre, e contrassi istintivamente il culo.
"beh mi è piaciuto è vero."
"vieni qua e dagli un bacio, ieri sera ci hai provato."
Mi avvicinai e lo presi in mano. Aveva ragione, avevo voglia di cazzo. E il mezzo pompino della notte prima era stato stato scarso...
Appoggiai le labbra e lo baciai sulla cappella. Poi lungo l'asta. Tirai fuori la lingua e leccai tutto intorno poi feci sparire la cappella tra le labbra. Stavolta scesi lentamente, quando mi accorsi di non riuscire a prenderlo tutto mi stupii di essere riuscito a prenderlo nel culo. Aumentai il ritmo, spostai le mani sulla palle. Non me ne ero reso conto ma era una sensazione magnifica. Contemporaneamente sentii un sapore più deciso in bocca, da maschietto sapevo benissimo cos'era quel liquido. E cosa sarebbe venuto dopo. Ero pronto? Non volevo tirarmi indietro.
In ogni caso arrivarono le sue mani sulla testa a farmi quella piccola violenza che mi eccitava così tanto.
Arrivò la sua sborrata che mi riempì tutta la bocca. Le sue mani mi impedivano di spostarmi e deglutii tutto.
Era fantastico, una sensazione straordinaria, un cazzo pulsante che mi svuotava il suo orgasmo in bocca.
"è vero, hai ragione, mi piace il cazzo. Grazie..."
"figurati, è un piacere fotterti!"

Decidemmo di passare la domenica ognuno per conto proprio. Io tornai in camera mia, poi uscii pensando sempre a tutto quello che era successo. Dovevo farmene una ragione perché dovevo ammettere che mi era piaciuto. Trovai un centro commerciale aperto e comprai del lubrificante.
Salii in camera e mandai un messaggio al mio collega per chiedere dov'era. Era in camera sua. Mi spogliai, mi misi il lubrificante sul buco poi gli mandai un messaggio per dirgli di salire. Mentre saliva aprii la porta e la lasciai appena appoggiata. Poi mi posizionai sul letto a pecora di fronte alla porta con il culo rivolto verso la porta.
Bussó, gli dissi di entrare.
Quando mi vide così fece una risatina poi sentii la porta richiudersi e la zip dei pantaloni che si apriva. Mi sfondó nuovamente e in maniera selvaggia, senza i riguardi iniziali che aveva avuto la sera prima, facendomi anche gustare la mia prima sborrata nel culo.
scritto il
2019-01-21
9 . 6 K
visite
0
voti
valutazione
0
il tuo voto

Continua a leggere racconti dello stesso autore

racconto precedente

Il Dottore 3

racconto sucessivo

Puttanella fuorisede 6
Segnala abuso in questo racconto erotico

Commenti dei lettori al racconto erotico

cookies policy Per una migliore navigazione questo sito fa uso di cookie propri e di terze parti. Proseguendo la navigazione ne accetti l'utilizzo.