Top manager e top sottomesso 4
di
Deadpool80
genere
dominazione
Tornati a casa ricominciò la nostra “normale” vita fatta da sottomesso e cuckold. Al rientro a casa dismettevo i panni di top manager per entrare nel suo regno di perversione.
Dopo un paio di settimane arrivai a casa come al solito dopo l’ufficio ed era in lingerie trasparente, reggiseno e mutandine, sopra una vestaglia trasparente anch’essa. Aveva in mente qualcosa.
“Oggi voglio mettere alla prova la tua obbedienza, voglio vedere se sei davvero capace di fare tutto quello che ti ordino.”
“Ma amore… ti ho deluso in qualcosa? Ho mai disobbedito o non eseguito i tuoi ordini?”
“No ma voglio vedere se oggi ti rifiuterai. Vieni Jamal.”
Jamal era il nostro giardiniere di colore, uno dei suoi amanti abituali. Veniva a sistemare il giardino e la mancia era scoparsela.
“Oggi Jamal mi aiuterà nel mio progetto. Spogliati.”
Il giardiniere sapeva che io ero d’accordo e informato sulle abitudini di mia moglie ma forse non sapeva tutto…
Mi tolsi la cravatta, camicia, il completo… restai nudo solo con la mia gabbietta sul cazzo.
Jamal sorride.
“Spiegagli perché hai la gabbia”
“Non posso avere rapporti con te perché tu vuoi altri cazzi e avere il controllo su di me.”
Era umiliante dover spiegare ma qualcosa mi diceva che era solo l’inizio.
“Bene ora girati che ti metto il plug. Racconta a Jamal cosa ti faccio qui dietro.”
“Io… lei… mi mette un plug così per ricordare la mia condizione di sottomesso e poi mi… possiede con dei… cazzi finti.”
“Possiede è un po’ difficile per Jamal che non parla bene italiano, che intendi?”
“Mi scopi… me lo metti nel culo…”
Il plug era entrato e in posizione.
“Ora fai vedere cosa fai ai miei piedini.”
Mi chinai e le baciai i piedi nei sandali a tacco alto leccandole le dita dei piedi.
“Bene. Perché ora non ti metti comodo, in ginocchio e racconti per bene il matrimonio e il viaggio di nozze?”
Raccontai quello che sapete già, mentre loro due abbracciati sul divano ascoltavano, ridevano e facevano domande. In particolare lui mi chiese di come la pulivo dopo e se avevo assaggiato anche il suo di sperma. Risposi di sì, di solito si metteva le mutandine subito per offrirmi la pulizia al mio ritorno.
“Scusa amore, ora mi scappa la pipì, perché non ti distendi?”
Mi stesi e lei si accucció su di me, aprii la bocca. Aveva una tecnica particolare, riusciva a rilasciare “un sorso” alla volta per farmi bere tutto.
“Hai visto che bravo che è? Riesce a fare tutto quello che gli chiedo…”
“Bravo bravo” confermò Jamal.
Poi lei si alzò, mi disse di mettermi in ginocchio di nuovo e mi legó le mani dietro la schiena.
“Ora ci sarà la nuova prova per te: succhierai il bel cazzone di Jamal fino a farlo sborrare in bocca e ti berrai tutto quanto. Senza mani.”
“…”
“Oh lo so lo so… non sei gay e neppure bisex… ti fai inculare da me solo perché ti piace essere sottomesso, lo sperma lo pulisci perché è umiliante. Ora la prova è questa: fare quello che non avresti mai pensato di fare: tu laureato, manager, potente e ricco lo succhierai a questo negro come l’ultima delle troie e lo farai così bene da farlo venire nella tua boccuccia. Perché te lo ordino io. Perché devo essere sicura che se ti chiederò di far diventare duro un cazzo per me lo farai senza esitazione e con la massima determinazione con la tua bocca.”
Non ammetteva repliche e me lo stava ordinando.
Jamal era seduto a gambe aperte, con le palle penzolanti e il cazzo molto.
Mi avvicinai, l’odore del suo cazzo era molto forte.
“Devi leccarlo, poi si rizzerà.”
Tirai fuori la lingua e iniziai sull’asta, dal basso verso l’alto. Cominciava a gonfiarsi e a scoprirsi la cappella.
“Ora dai, guarda che bella cappella, avanti con la lingua.”
Usai la lingua sulla cappella e si stava rizzando imponente. Diventò duro mentre gliela leccavo.
“Ora voglio che gliela baci, guarda che bella cappella.”
Aveva una cappella enorme, scura. La baciai come mi aveva detto.
“Ancora. E ancora. Con passione.”
Posai le labbra più e più volte. Il sapore era intenso.
“Adesso comincia a ciucciarlo, dalla punta fino a dove riesci ad arrivare.”
Aprii la bocca e lo presi dentro, lo spinsi in fondo. Andavo su e giù come pensavo di doverlo fare.
Con la bocca non arrivavo a metà dell’asta.
Lei mi mise una mano sotto il mento, sulla gola.
“Ora ti rilassi bene, respiri col naso e vediamo quanto in fondo va. Sei un uomo hai la gola grande, puoi prenderlo tutto.”
Mi spinse in giù guidandomi, un secondo in fondo poi mi ritirò su.
“Amore adesso hai capito che non è proprio facile, mi impegno molto ogni volta che succhio un cazzo. Ora fai da solo, hai tutto il tempo che vuoi tanto Jamal resiste. Voglio vedere questo cazzo che ti entra tutto.”
Ci misi davvero molto tempo facendo scendere un po’ di più ogni volta. Mi veniva da vomitare per lo stimolo e il sapore ma piano piano imparai a controllare. Alla fine arrivai a infilarmelo tutto, il naso sul suo pube e le palle sotto al mento.
“Bravo, ora fallo venire e beviti la sua sborrata.”
Più convinto ripresi a spompinare, finché Jamal annunciò che stava per venire. Avevo già assaggiato la sua e altre sborrate ma mai direttamente. Mi preparai, e nel movimento attesi che esplodesse. Mi arrivò un getto dritto in gola, poi un altro in bocca e un terzo. Deglutii tutto, mi goccioló fuori un po’ di sperma. Lei mi guardò e io senza che dicesse nulla leccai il resto.
“Bravo il mio amore succhiacazzi, vedi che era solo questione di mettersi d’impegno.”
Jamal si rivestì, ringrazió mia moglie, si salutarono e andò via.
Dopo un paio di settimane arrivai a casa come al solito dopo l’ufficio ed era in lingerie trasparente, reggiseno e mutandine, sopra una vestaglia trasparente anch’essa. Aveva in mente qualcosa.
“Oggi voglio mettere alla prova la tua obbedienza, voglio vedere se sei davvero capace di fare tutto quello che ti ordino.”
“Ma amore… ti ho deluso in qualcosa? Ho mai disobbedito o non eseguito i tuoi ordini?”
“No ma voglio vedere se oggi ti rifiuterai. Vieni Jamal.”
Jamal era il nostro giardiniere di colore, uno dei suoi amanti abituali. Veniva a sistemare il giardino e la mancia era scoparsela.
“Oggi Jamal mi aiuterà nel mio progetto. Spogliati.”
Il giardiniere sapeva che io ero d’accordo e informato sulle abitudini di mia moglie ma forse non sapeva tutto…
Mi tolsi la cravatta, camicia, il completo… restai nudo solo con la mia gabbietta sul cazzo.
Jamal sorride.
“Spiegagli perché hai la gabbia”
“Non posso avere rapporti con te perché tu vuoi altri cazzi e avere il controllo su di me.”
Era umiliante dover spiegare ma qualcosa mi diceva che era solo l’inizio.
“Bene ora girati che ti metto il plug. Racconta a Jamal cosa ti faccio qui dietro.”
“Io… lei… mi mette un plug così per ricordare la mia condizione di sottomesso e poi mi… possiede con dei… cazzi finti.”
“Possiede è un po’ difficile per Jamal che non parla bene italiano, che intendi?”
“Mi scopi… me lo metti nel culo…”
Il plug era entrato e in posizione.
“Ora fai vedere cosa fai ai miei piedini.”
Mi chinai e le baciai i piedi nei sandali a tacco alto leccandole le dita dei piedi.
“Bene. Perché ora non ti metti comodo, in ginocchio e racconti per bene il matrimonio e il viaggio di nozze?”
Raccontai quello che sapete già, mentre loro due abbracciati sul divano ascoltavano, ridevano e facevano domande. In particolare lui mi chiese di come la pulivo dopo e se avevo assaggiato anche il suo di sperma. Risposi di sì, di solito si metteva le mutandine subito per offrirmi la pulizia al mio ritorno.
“Scusa amore, ora mi scappa la pipì, perché non ti distendi?”
Mi stesi e lei si accucció su di me, aprii la bocca. Aveva una tecnica particolare, riusciva a rilasciare “un sorso” alla volta per farmi bere tutto.
“Hai visto che bravo che è? Riesce a fare tutto quello che gli chiedo…”
“Bravo bravo” confermò Jamal.
Poi lei si alzò, mi disse di mettermi in ginocchio di nuovo e mi legó le mani dietro la schiena.
“Ora ci sarà la nuova prova per te: succhierai il bel cazzone di Jamal fino a farlo sborrare in bocca e ti berrai tutto quanto. Senza mani.”
“…”
“Oh lo so lo so… non sei gay e neppure bisex… ti fai inculare da me solo perché ti piace essere sottomesso, lo sperma lo pulisci perché è umiliante. Ora la prova è questa: fare quello che non avresti mai pensato di fare: tu laureato, manager, potente e ricco lo succhierai a questo negro come l’ultima delle troie e lo farai così bene da farlo venire nella tua boccuccia. Perché te lo ordino io. Perché devo essere sicura che se ti chiederò di far diventare duro un cazzo per me lo farai senza esitazione e con la massima determinazione con la tua bocca.”
Non ammetteva repliche e me lo stava ordinando.
Jamal era seduto a gambe aperte, con le palle penzolanti e il cazzo molto.
Mi avvicinai, l’odore del suo cazzo era molto forte.
“Devi leccarlo, poi si rizzerà.”
Tirai fuori la lingua e iniziai sull’asta, dal basso verso l’alto. Cominciava a gonfiarsi e a scoprirsi la cappella.
“Ora dai, guarda che bella cappella, avanti con la lingua.”
Usai la lingua sulla cappella e si stava rizzando imponente. Diventò duro mentre gliela leccavo.
“Ora voglio che gliela baci, guarda che bella cappella.”
Aveva una cappella enorme, scura. La baciai come mi aveva detto.
“Ancora. E ancora. Con passione.”
Posai le labbra più e più volte. Il sapore era intenso.
“Adesso comincia a ciucciarlo, dalla punta fino a dove riesci ad arrivare.”
Aprii la bocca e lo presi dentro, lo spinsi in fondo. Andavo su e giù come pensavo di doverlo fare.
Con la bocca non arrivavo a metà dell’asta.
Lei mi mise una mano sotto il mento, sulla gola.
“Ora ti rilassi bene, respiri col naso e vediamo quanto in fondo va. Sei un uomo hai la gola grande, puoi prenderlo tutto.”
Mi spinse in giù guidandomi, un secondo in fondo poi mi ritirò su.
“Amore adesso hai capito che non è proprio facile, mi impegno molto ogni volta che succhio un cazzo. Ora fai da solo, hai tutto il tempo che vuoi tanto Jamal resiste. Voglio vedere questo cazzo che ti entra tutto.”
Ci misi davvero molto tempo facendo scendere un po’ di più ogni volta. Mi veniva da vomitare per lo stimolo e il sapore ma piano piano imparai a controllare. Alla fine arrivai a infilarmelo tutto, il naso sul suo pube e le palle sotto al mento.
“Bravo, ora fallo venire e beviti la sua sborrata.”
Più convinto ripresi a spompinare, finché Jamal annunciò che stava per venire. Avevo già assaggiato la sua e altre sborrate ma mai direttamente. Mi preparai, e nel movimento attesi che esplodesse. Mi arrivò un getto dritto in gola, poi un altro in bocca e un terzo. Deglutii tutto, mi goccioló fuori un po’ di sperma. Lei mi guardò e io senza che dicesse nulla leccai il resto.
“Bravo il mio amore succhiacazzi, vedi che era solo questione di mettersi d’impegno.”
Jamal si rivestì, ringrazió mia moglie, si salutarono e andò via.
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