Gioco doppio (parte 8)
di
Kugher
genere
sadomaso
Un giorno, dopo cena, erano tutti in coperta.
La stavano usando per godere. Anna e Franco avevano bevuto un poco, non tanto da perdere il controllo, ma abbastanza da avere i movimenti e le reazioni rallentati.
Luisa era attentissima e tesissima.
Aveva i polsi liberi in quanto a loro piaceva moltissimo che lei usasse le mani per dare piacere, accarezzando le parti intime mentre usava la lingua.
La schiava aveva capito quali fossero le loro zone erogene e le stimolava sempre più per distrarre la loro attenzione.
In lontananza vide avvicinarsi una imbarcazione.
I Padroni erano distratti dalle sue attenzioni che lei accentuò, per far sì che continuassero a dedicare a lei tutte le loro attenzioni.
Stando inginocchiata e sguardo basso, aveva riempito i bicchieri di vino freddo e, fingendosi umile serva, strisciando sulle ginocchia col capo chino, li aveva serviti, sperando che bevessero ancora.
Presero i bicchieri e li svuotarono mentre Luisa leccava i loro corpi, prima lui e poi lei, utilizzando le mani per masturbarli mentre la lingua girava intorno ai loro sessi, alternando uno e poi l’altra.
Prese a questo punto la bottiglia mentre ogni tanto guardava lo yacht che puntava verso di loro o, almeno, così sembrava dal faro che pareva diventasse sempre più grande e vicino.
Versò il vino sui seni di Anna e prese a leccarli mentre infilava le dita nella sua figa.
Alcune gocce finirono anche sul cazzo duro di Franco che poi prese in bocca, fino in fondo, come aveva capito che a lui piaceva moltissimo.
Erano eccitatissimi e rilassati. Lei non perdeva mai di vista quella luce di speranza che si avvicinava.
Non era mai stata in un momento simile, con una ridotta libertà di movimento che, paragonata ai giorni scorsi, era un gran successo, ottenuto con tanta sottomissione e prestazioni sessuali.
Mentre li leccava passò loro la bottiglia sperando che la prendessero e decidessero di lasciarsi ulteriormente andare bevendo a canna.
Così fecero.
Bevevano dalla bottiglia che si passavano. Franco, prima di porgerla ad Anna, versava il liquido alcolico sui suoi seni e poi prendeva i capelli della schiava per portarla a leccare.
La stessa cosa faceva Anna, Versando il vino sul cazzo e costringendo la schiava a chinarsi a leccare.
Intanto bevevano.
Lo yacht era sempre più vicino ed il cuore della ragazza batteva forte, cercando di capire l’evoluzione degli eventi e come avrebbe potuto comportarsi.
Temeva che questi suoi pensieri la distraessero dal piacere ai Padroni e, questo, li portasse ad allentare il rilassamento. Aveva paura che si accorgessero dell’imbarcazione in arrivo.
In effetti la sua tensione la portò a diminuire il piacere dato, ma questo venne “corretto” da uno schiaffo.
“Non distrarti, cagna”.
Fortunatamente non si erano accorti di nulla, ancora presi dal piacere.
Lo yacht si stava avvicinando sempre più. Se avesse aspettato troppo i padroni se ne sarebbero accorti, anche perchè iniziavano a sentirsi i rumori.
Sul ponte c’erano persone e la situazione era favorevole a lei in quanto avrebbe potuto essere vista.
Non voleva aspettare troppo ma nemmeno troppo poco.
Era tesissima e questo le costò un altro schiaffo da parte dei rapitori che, così, rischiavano di prestare troppo attenzione all’ambiente circostante.
Infatti così accadde.
Anna, innervosita perché si vedeva ridotto il piacere che stava ricevendo, le diede uno schiaffo e questo la portò a riportare la concentrazione su altri aspetti. Non più tesa al piacere sentì le voci che erano sempre più forti.
Si voltò e si allarmò, richiamando l’attenzione di Franco, che stava riprendendo per i capelli la schiava, volendo avere ancora la sua bocca sul cazzo duro.
Anche l’uomo vide avvicinarsi l’imbarcazione e si accorse che si erano distratti troppo.
“Porca troia! Tu li avevi visti arrivare, cagna! cosa pensavi di fare?”.
Col piede la spinse via e nelle sue mani comparve una pistola che teneva in uno scomparto sotto il divanetto.
Luisa si spaventò. Non sapeva dell’esistenza dell’arma.
Tuttavia, ormai, l’altro yacht era troppo vicino e non avrebbe certo sparato. In ogni caso l’arma le faceva paura.
Continuava a temere che l’avrebbero uccisa al termine dell’avventura e quando non avessero più potuto proseguire il loro divertimento.
Quella situazione li avrebbe portati ad essere più cauti e, quindi, difficilmente si sarebbe ripresentata una situazione così favorevole.
Decise di rischiare e si alzò in piedi, agitando le braccia approfittando del fatto che le avevano sciolto i polsi per trarre piacere dalle sue mani.
Il guinzaglio le consentiva di stare quasi dritta e si mise ad agitare le braccia e a gridare verso la barca sempre più vicina.
In effetti dal ponte prestarono attenzione e diressero il faro verso di loro.
Il cuore di Luisa ebbe un balzo. Si erano accorti, li avevano visti. Non erano vicinissimi ma nemmeno molto lontani.
Le faceva paura l’arma rivolta verso di lei, ma aveva capito che se non avesse rischiato in quel momento non avrebbe avuto più altre possibilità.
Franco osservò meglio l’altra imbarcazione. Erano gli stessi che li avevano visti quando c’era Marco. Avevano già assistito ad una scena di sesso estremo, in cui una persona usa la frusta.
L’altra volta la situazione era capovolta, con Anna stesa col busto sul tavolo, Franco le leccava la figa e Marco prese a frustarli.
Franco decise quindi di fare vedere loro ciò che in effetti stavano vedendo, trasformando la scena in un atto sessuale, al pari dell’altra volta.
Così li salutò agitando la bottiglia di vino, quale testimone della goliardia e del piacere, frustò Luisa e, prendendola per i capelli, la fece inginocchiare. Aveva ancora il cazzo semi duro e, davanti a loro, assicurandosi che potessero vederli bene, diresse il membro in bocca a Luisa inginocchiata davanti a lui. Intanto, nella parte non visibile, puntava la pistola al collo della schiava.
Anna capì immediatamente cosa aveva in mente. Anche lei aveva riconosciuto l’altra imbarcazione. Così si avvicinò al marito e gli mise la lingua in bocca, accarezzando la testa della ragazza a terra.
Entrambi i coniugi li stavano salutando.
La scena alla quale gli altri, brilli, stavano assistendo era praticamente identica nel contesto a quella che avevano già visto.
Anche loro li salutarono mimando, come già fecero, l’atto sessuale e si allontanarono.
Luisa ebbe la sensazione che il suo cuore si fosse fermato.
Aveva perso l'unica occasione di salvezza.
Le venne da piangere e quasi non sentì le frustate che ricevette quale punizione.
La stavano usando per godere. Anna e Franco avevano bevuto un poco, non tanto da perdere il controllo, ma abbastanza da avere i movimenti e le reazioni rallentati.
Luisa era attentissima e tesissima.
Aveva i polsi liberi in quanto a loro piaceva moltissimo che lei usasse le mani per dare piacere, accarezzando le parti intime mentre usava la lingua.
La schiava aveva capito quali fossero le loro zone erogene e le stimolava sempre più per distrarre la loro attenzione.
In lontananza vide avvicinarsi una imbarcazione.
I Padroni erano distratti dalle sue attenzioni che lei accentuò, per far sì che continuassero a dedicare a lei tutte le loro attenzioni.
Stando inginocchiata e sguardo basso, aveva riempito i bicchieri di vino freddo e, fingendosi umile serva, strisciando sulle ginocchia col capo chino, li aveva serviti, sperando che bevessero ancora.
Presero i bicchieri e li svuotarono mentre Luisa leccava i loro corpi, prima lui e poi lei, utilizzando le mani per masturbarli mentre la lingua girava intorno ai loro sessi, alternando uno e poi l’altra.
Prese a questo punto la bottiglia mentre ogni tanto guardava lo yacht che puntava verso di loro o, almeno, così sembrava dal faro che pareva diventasse sempre più grande e vicino.
Versò il vino sui seni di Anna e prese a leccarli mentre infilava le dita nella sua figa.
Alcune gocce finirono anche sul cazzo duro di Franco che poi prese in bocca, fino in fondo, come aveva capito che a lui piaceva moltissimo.
Erano eccitatissimi e rilassati. Lei non perdeva mai di vista quella luce di speranza che si avvicinava.
Non era mai stata in un momento simile, con una ridotta libertà di movimento che, paragonata ai giorni scorsi, era un gran successo, ottenuto con tanta sottomissione e prestazioni sessuali.
Mentre li leccava passò loro la bottiglia sperando che la prendessero e decidessero di lasciarsi ulteriormente andare bevendo a canna.
Così fecero.
Bevevano dalla bottiglia che si passavano. Franco, prima di porgerla ad Anna, versava il liquido alcolico sui suoi seni e poi prendeva i capelli della schiava per portarla a leccare.
La stessa cosa faceva Anna, Versando il vino sul cazzo e costringendo la schiava a chinarsi a leccare.
Intanto bevevano.
Lo yacht era sempre più vicino ed il cuore della ragazza batteva forte, cercando di capire l’evoluzione degli eventi e come avrebbe potuto comportarsi.
Temeva che questi suoi pensieri la distraessero dal piacere ai Padroni e, questo, li portasse ad allentare il rilassamento. Aveva paura che si accorgessero dell’imbarcazione in arrivo.
In effetti la sua tensione la portò a diminuire il piacere dato, ma questo venne “corretto” da uno schiaffo.
“Non distrarti, cagna”.
Fortunatamente non si erano accorti di nulla, ancora presi dal piacere.
Lo yacht si stava avvicinando sempre più. Se avesse aspettato troppo i padroni se ne sarebbero accorti, anche perchè iniziavano a sentirsi i rumori.
Sul ponte c’erano persone e la situazione era favorevole a lei in quanto avrebbe potuto essere vista.
Non voleva aspettare troppo ma nemmeno troppo poco.
Era tesissima e questo le costò un altro schiaffo da parte dei rapitori che, così, rischiavano di prestare troppo attenzione all’ambiente circostante.
Infatti così accadde.
Anna, innervosita perché si vedeva ridotto il piacere che stava ricevendo, le diede uno schiaffo e questo la portò a riportare la concentrazione su altri aspetti. Non più tesa al piacere sentì le voci che erano sempre più forti.
Si voltò e si allarmò, richiamando l’attenzione di Franco, che stava riprendendo per i capelli la schiava, volendo avere ancora la sua bocca sul cazzo duro.
Anche l’uomo vide avvicinarsi l’imbarcazione e si accorse che si erano distratti troppo.
“Porca troia! Tu li avevi visti arrivare, cagna! cosa pensavi di fare?”.
Col piede la spinse via e nelle sue mani comparve una pistola che teneva in uno scomparto sotto il divanetto.
Luisa si spaventò. Non sapeva dell’esistenza dell’arma.
Tuttavia, ormai, l’altro yacht era troppo vicino e non avrebbe certo sparato. In ogni caso l’arma le faceva paura.
Continuava a temere che l’avrebbero uccisa al termine dell’avventura e quando non avessero più potuto proseguire il loro divertimento.
Quella situazione li avrebbe portati ad essere più cauti e, quindi, difficilmente si sarebbe ripresentata una situazione così favorevole.
Decise di rischiare e si alzò in piedi, agitando le braccia approfittando del fatto che le avevano sciolto i polsi per trarre piacere dalle sue mani.
Il guinzaglio le consentiva di stare quasi dritta e si mise ad agitare le braccia e a gridare verso la barca sempre più vicina.
In effetti dal ponte prestarono attenzione e diressero il faro verso di loro.
Il cuore di Luisa ebbe un balzo. Si erano accorti, li avevano visti. Non erano vicinissimi ma nemmeno molto lontani.
Le faceva paura l’arma rivolta verso di lei, ma aveva capito che se non avesse rischiato in quel momento non avrebbe avuto più altre possibilità.
Franco osservò meglio l’altra imbarcazione. Erano gli stessi che li avevano visti quando c’era Marco. Avevano già assistito ad una scena di sesso estremo, in cui una persona usa la frusta.
L’altra volta la situazione era capovolta, con Anna stesa col busto sul tavolo, Franco le leccava la figa e Marco prese a frustarli.
Franco decise quindi di fare vedere loro ciò che in effetti stavano vedendo, trasformando la scena in un atto sessuale, al pari dell’altra volta.
Così li salutò agitando la bottiglia di vino, quale testimone della goliardia e del piacere, frustò Luisa e, prendendola per i capelli, la fece inginocchiare. Aveva ancora il cazzo semi duro e, davanti a loro, assicurandosi che potessero vederli bene, diresse il membro in bocca a Luisa inginocchiata davanti a lui. Intanto, nella parte non visibile, puntava la pistola al collo della schiava.
Anna capì immediatamente cosa aveva in mente. Anche lei aveva riconosciuto l’altra imbarcazione. Così si avvicinò al marito e gli mise la lingua in bocca, accarezzando la testa della ragazza a terra.
Entrambi i coniugi li stavano salutando.
La scena alla quale gli altri, brilli, stavano assistendo era praticamente identica nel contesto a quella che avevano già visto.
Anche loro li salutarono mimando, come già fecero, l’atto sessuale e si allontanarono.
Luisa ebbe la sensazione che il suo cuore si fosse fermato.
Aveva perso l'unica occasione di salvezza.
Le venne da piangere e quasi non sentì le frustate che ricevette quale punizione.
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